C'era un tempo sognato ...Che bisognava sognare!

Ciao Torre :)

Grazie Torre1:)

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Nell'Odissea si dice che i sogni possono provenire dagli dei o dal mondo dei morti, e possono essere ingannevoli o veritieri, ma sempre costituiti da una qualche inconsistente materialità, una sorta di fumo o nebbia, tale cioè da renderli percepibili dai sensi umani e connessi in qualche modo con la vita reale. Il sogno è dunque concepito come una via proveniente dall'al di là che permette di scoprire l'essenza intima dell'uomo e il suo destino.

«Ospite, i sogni sono vani, inspiegabili:
non tutti si avverano, purtroppo, per gli uomini.
Due son le porte dei sogni inconsistenti:
una ha battenti di corno, l'altra d'avorio:
quelli che vengono fuori dal candido avorio,

avvolgon d'inganni la mente, parole vane portando;
quelli invece che escon fuori dal lucido corno,

verità li incorona, se un mortale li vede.»

Secondo Esiodo i sogni erano figli della Notte. L'idea di una divinità specifica dei sogni è più tarda e viene generalmente attribuita ad Ovidio, che nelle sue Metamorfosi diede un nome ai tre figli di Ipno, il sonno: Morfeo, Fobetore e Fantaso.

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Bel tema OK!, yassou Maf :flower:

Nel Pantheon dell'antica Grecia, la Notte è infatti una divinità primordiale, al pari di Chaos e Thanatos. L'età degli Dei inizia poco dopo, con l'unione di Urano e Gea, il cielo e la terra. A Nix è dedicato un monte sul pianeta Venere

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Suo figlio Hypnos è in effetti una forza nè buona nè cattiva, dipende dai casi. Sicuramente subdolo quando nell'Eneide aiuta Poseidone a perdere, a proposito di nocchieri ;), il prode Palinuro.

"Iamque fere mediam caeli Nox umida metam
contigerat, placida

laxabant membra quiete
sub remis fusi per dura sedilia nautae,
cum levis aetheriis delapsus Somnus ab astris
aera

dimovit tenebrosum et dispulit umbras,
te, Palinure, petens, tibi somnia tristia portans
insonti;
puppique deus

consedit in alta
Phorbanti similis funditque has ore loquelas:
‘Iaside Palinure, ferunt ipsa aequora classem,

aequatae spirant aurae, datur hora quieti.
pone caput fessosque oculos furare labori.
ipse ego paulisper pro te tua

munera inibo.’
cui vix attollens Palinurus lumina fatur:
‘mene salis placidi vultum fluctusque quietos

ignorare iubes? mene huic confidere monstro?
Aenean credam quid enim? fallacibus auris
et caeli totiens deceptus

fraude sereni?’
talia dicta dabat, clavumque adfixus et haerens
nusquam amittebat oculosque sub astra tenebat.

ecce deus ramum Lethaeo rore madentem
vique soporatum Stygia super utraque quassat
tempora, cunctantique natantia

lumina solvit.
vix primos inopina quies laxaverat artus,
et super incumbens cum puppis parte revulsa
cumque

gubernaclo liquidas proiecit in undas
praecipitem ac socios nequiquam saepe
vocantem;
ipse volans tenuis se sustulit

ales ad auras.
currit iter tutum non setius aequore classis
promissisque patris Neptuni interrita fertur.
iamque

adeo scopulos Sirenum advecta subibat,
difficilis quondam multorumque ossibus albos
tum rauca adsiduo longe sale saxa

sonabant,
cum pater amisso fluitantem errare magistro
sensit, et ipse ratem nocturnis rexit in undis
multa gemens

casuque animum concussus amici:
‘o nimium caelo et pelago confise sereno,
nudus in ignota, Palinure, iacebis

harena."


(Libro V, 835-871)

Al valente timoniere è dedicata oggi una statua nell'omonima località, con una splendida spiaggia, a sud di Salerno.

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Il contrario avviene nell'Iliade quando Era, per agevolare gli Achei, si reca prima da Afrodite e si fa prestare la fascia ricamata in cui sono racchiusi tutti i suoi incantesimi (“l’ amore, il desiderio, l’amplesso, il fascino che toglie la ragione anche ai saggi”…), poi va da Hypnos per convincerlo a far addormentare Zeus dopo che avrà fatto l’amore con lei.

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La Dea ci riesce promettendo in moglie al Sonno una delle Grazie, Pasitea, da lui tanto desiderata.
Quindi Era va a sedurre Zeus, che peraltro è suo marito :D

 
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A quelli che credono ancora che Adolfo Hitler… abbia almeno amata la Germania, racconto qui qual è stato veramente il suo Sogno. Ridurre la Germania un mucchio di macerie; e, fra nuvole di gas asfissianti, rimproverando ai tedeschi di averlo – per colpa degli ebrei – tradito, salire EGLI al cielo, in una specie di apoteosi, circondato dal fiore delle più giovani e fedeli S.S. Questo sogno egli lo ha sognato così profondamente … che si può dire che egli abbia vinta – almeno in parte – la SUA guerra”.

Così scriveva Umberto Saba in Scorciatoie e Raccontini, pubblicato nel 1946.
Non molti sanno che il grande poeta triestino fu uno dei primi intellettuali europei ad interrogarsi sul nazismo e la Shoah. Impagabile il ritratto di Hitler “eseguito nel 1933” e proposto in questa stessa opera:

“Con quei baffetti sotto il naso, e quella smorfia facciale, come fiutasse sempre… un cattivo odore”.

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Nel gennaio del 1967, durante il popolare Festival di Sanremo, un fatto tragico scuote l'opinione pubblica e il mondo musicale: il cantautore Luigi Tenco viene trovato privo di vita nella sua stanza d'albergo, al termine di una concitata serata dove la sua canzone, presentata in coppia con la star internazionale Dalida, viene eliminata a sorpresa dalla gara canora.

Dalida e Tenco, un affare di cuore (1./10)

Dalida e Tenco, un affare di cuore (2./10)

Dalida e Tenco, un affare di cuore (3./10)

Dalida e Tenco, un affare di cuore (4./10)

Dalida e Tenco, un affare di cuore (5./10)

Dalida e Tenco, un affare di cuore (6./10)
 
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«Perché scrivi solo cose tristi?
- Perché quando sono felice esco.» (Luigi Tenco)


Il 26 gennaio 1967, durante la prima serata del Festival (all’epoca condotto da Mike Bongiorno), Tenco si esibì con «Ciao amore ciao»: salì sul palco del Salone delle feste del Casinò di Sanremo quasi a fine serata, prima di mezzanotte (i nastri della performance andarono perduti, rimasero soltanto alcune fotografie, la registrazione filmata delle prove e la registrazione audio originale). La canzone fu eliminata dalla giuria
Insieme a Fabrizio De André, Bruno Lauzi, Gino Paoli e Umberto Bindi è uno degli esponenti della cosiddetta scuola genovese, un nucleo di artisti che rinnovò profondamente la musica leggera italiana.


Mi sono innamorato di te
perché non avevo niente da fare:
il giorno volevo qualcuno da incontrare,
la notte volevo qualcosa da sognare.


“Mi sono innamorato di te”, scritta nel 1962 e contenuta nell’LP “Luigi Tenco”, il primo del musicista. Il testo è una dichiarazione d’amore non convenzionale, sembra che l’innamoramento sia un antidoto alla noia, invece lo stesso Tenco dichiarò che c’era molto sentimento perché era molto preso da una donna quando l’aveva composta.

„Ah… l'amore l'amore, quanti sogni ti brucia l'amore
ah… l'amore l'amore, quante notti non ti lascia dormire,
e ti senti più grande del mare e ti senti ancor meno di niente.“


Emozioni, pensieri, sogni, tormenti, entusiasmi e delusioni espressi attraverso le sue canzoni che già sapevano tanto di lui.

I miei giorni perduti son quelli
Vissuti lontano da te
Mille bocche baciate
Mille sogni sognati.
Ma senza un perché.

Luigi Tenco, un cantante autore di 29 anni, è uscito drammaticamente dalla scena perché le giurie del XVII Festival di Sanremo avevano escluso la sua canzone. Ieri sera 22 milioni di persone hanno assistito… al prologo di questo dramma assurdo”.
Con queste parole lapidarie, un austero Sergio Zavoli, dall’“altare” televisivo del Telegiornale del Primo Canale Rai, il 27 gennaio del 1967 annunciava, ad un’Italia ancora bambina, tutta presa dal primo luccichio consumistico, la tragica scomparsa del cantautore di nascita piemontese, ma di adozione genovese.
Luigi Tenco, l’avrete notato, ieri sera”, continuava il giornalista, “cantava ad occhi chiusi come in preda ad una specie di allucinato rapimento, quasi avvertisse l’inutilità di un confronto tra la sua chiusa, amarissima protesta, e quell’irresistibile dovere di essere vivi… sia pure con le pene acute di tutti i giorni”.


E gli occhi intorno cercano
quell'avvenire che avevano sognato
ma i sogni sono ancora sogni
e l'avvenire è ormai quasi passato.


Un suicidio di cui molto è stato detto e investigato, che pone brutalmente fine anche a un percorso artistico brevissimo, sette anni appena, e che sicuramente molto avrebbe potuto dare. Ma la tragedia purtroppo monopolizza l’attenzione, e altera anche la percezione del suo talento, della sua carica innovativa, non aiuta a chiarire la sua complessa personalità.


Andare via lontano
A cercare un altro mondo
Dire addio al cortile
Andarsene sognando
E poi mille strade grigie come il fumo
In un mondo di luci sentirsi nessuno
Saltare cent'anni in un giorno solo
Dai carri dei campi
Agli aerei nel cielo
E non capirci niente e aver voglia di tornare da te
Ciao amore
Ciao amore, ciao amore ciao
Ciao amore
Ciao amore, ciao amore ciao

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C’è una me che vive non vista.
Passeggia nei corridoi interni.
È fatta dei sogni che fluiscono nel mezzo di queste mura nella mia mente.
C’è una me che potrei essere
se solo la lasciassi respirare all’esterno.

Lebogang Mashilev

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"Non spezzare nulla di questo sogno.
Io sono con te in ogni maledetto istante
che ci vuole dividere e non ci riesce...."

Alda Merini

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Per qualche motivo che ignoro mi piaci moltissimo. Molto, niente di irragionevole,
direi quel poco che basta a far si che di notte, da solo, mi svegli e non riuscendo
a riaddormentarmi, inizi a sognarti.

(Franz Kafka, Lettere a Milena)

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“E se smettesse di sognare di te, dove credi che saresti?'
'Dove sono ora, naturalmente', ribatté Alice.
'Niente affatto', disse Piripù sprezzante. 'Non saresti in nessun luogo.
Perché tu sei soltanto un qualche cosa dentro il suo sogno'.”

"Attraverso lo specchio" Lewis Carroll



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Frühlingsglaube: Die linden Lüfte sind erwacht, op. 20 n. 2, D. 686

Lied per voce e pianoforte

Musica: Franz Schubert (1797 - 1828)
Testo: Ludwig Uhland


La fede nella primavera
Si è destata l'aria mite,
mormora e tesse notte e giorno,
si muove in ogni dove.
O fresca fragranza, o nuovo suono!
Orsù, povero cuore, non temere!
Ora tutto, tutto dovrà cambiare.
Il mondo ogni giorno si fa più bello,
non si sa cos'altro succederà,
la fioritura non vuol finire;
fiorisce anche la valle più profonda e lontana:
Orsù, povero cuore, dimentica le pene!
Ora tutto, tutto dovrà cambiare.

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Ciao Torre :)





Bel tema OK!, yassou Maf :flower:

Nel Pantheon dell'antica Grecia, la Notte è infatti una divinità primordiale, al pari di Chaos e Thanatos. L'età degli Dei inizia poco dopo, con l'unione di Urano e Gea, il cielo e la terra. A Nix è dedicato un monte sul pianeta Venere

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Suo figlio Hypnos è in effetti una forza nè buona nè cattiva, dipende dai casi. Sicuramente subdolo quando nell'Eneide aiuta Poseidone a perdere, a proposito di nocchieri ;), il prode Palinuro.

"Iamque fere mediam caeli Nox umida metam
contigerat, placida

laxabant membra quiete
sub remis fusi per dura sedilia nautae,
cum levis aetheriis delapsus Somnus ab astris
aera

dimovit tenebrosum et dispulit umbras,
te, Palinure, petens, tibi somnia tristia portans
insonti;
puppique deus

consedit in alta
Phorbanti similis funditque has ore loquelas:
‘Iaside Palinure, ferunt ipsa aequora classem,

aequatae spirant aurae, datur hora quieti.
pone caput fessosque oculos furare labori.
ipse ego paulisper pro te tua

munera inibo.’
cui vix attollens Palinurus lumina fatur:
‘mene salis placidi vultum fluctusque quietos

ignorare iubes? mene huic confidere monstro?
Aenean credam quid enim? fallacibus auris
et caeli totiens deceptus

fraude sereni?’
talia dicta dabat, clavumque adfixus et haerens
nusquam amittebat oculosque sub astra tenebat.

ecce deus ramum Lethaeo rore madentem
vique soporatum Stygia super utraque quassat
tempora, cunctantique natantia

lumina solvit.
vix primos inopina quies laxaverat artus,
et super incumbens cum puppis parte revulsa
cumque

gubernaclo liquidas proiecit in undas
praecipitem ac socios nequiquam saepe
vocantem;
ipse volans tenuis se sustulit

ales ad auras.
currit iter tutum non setius aequore classis
promissisque patris Neptuni interrita fertur.
iamque

adeo scopulos Sirenum advecta subibat,
difficilis quondam multorumque ossibus albos
tum rauca adsiduo longe sale saxa

sonabant,
cum pater amisso fluitantem errare magistro
sensit, et ipse ratem nocturnis rexit in undis
multa gemens

casuque animum concussus amici:
‘o nimium caelo et pelago confise sereno,
nudus in ignota, Palinure, iacebis

harena."


(Libro V, 835-871)

Al valente timoniere è dedicata oggi una statua nell'omonima località, con una splendida spiaggia, a sud di Salerno.

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Il contrario avviene nell'Iliade quando Era, per agevolare gli Achei, si reca prima da Afrodite e si fa prestare la fascia ricamata in cui sono racchiusi tutti i suoi incantesimi (“l’ amore, il desiderio, l’amplesso, il fascino che toglie la ragione anche ai saggi”…), poi va da Hypnos per convincerlo a far addormentare Zeus dopo che avrà fatto l’amore con lei.

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La Dea ci riesce promettendo in moglie al Sonno una delle Grazie, Pasitea, da lui tanto desiderata.
Quindi era va a sedurre Zeus, che peraltro è suo marito :D

Adoro la storia greca!!
 
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«Cara First Lady, so che la tradizione vuole che questa mattina io metta i biglietti di Buon Anniversario sul tuo vassoio della colazione. Ma le cose sono un po' confuse. Ho sostituito un regalo e l'ho consegnato qualche settimana fa. Eppure questo è il giorno, il giorno che segna 31 anni di una felicità che pochi uomini possono avere. Una volta ti ho detto che era come il sogno di un adolescente su come dovrebbe essere il matrimonio. Questo non è cambiato. Sai che amo il ranch, ma questi ultimi due giorni mi hanno fatto capire che lo amo solo quando ci sei tu. A pensarci bene questo vale per ogni luogo e per ogni momento. Quando non ci sei non sono in nessun posto, sono solo perso nel tempo e nello spazio. Più che amarti, non sono completo senza di te. Per me sei la vita stessa. Quando non ci sei, aspetto il tuo ritorno per ricominciare a vivere. Buon anniversario e grazie per questi 31 anni meravigliosi. Ti amo. Il tuo riconoscente marito».

Ronald Reagan a Nancy Reagan


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Nella vita vi sarà ancora chi col suo miele ti cospargerà le labbra e il cuore,
chi col suo amore sarà balsamo per la tua bramosia d'amore!
Chi ancora arriverà per starti accanto, e non soltanto nei sogni!
Chi nelle sue splendide sembianze meravigliosa creatura sarà tuo paradiso terrestre
… Quello che non sono e sarò mai, io.“

Laura Lapietra
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No, non tornare

No, non tornare, avrei crudo sgomento
e mi toglieresti a questi dolci sogni
o forse troveresti che disfatta
è la mia carne e la mia croce viva,
non tornare a vedermi, sono in pace
con le sfere assolute dell’amore
e mi giaccio scoperta e solitaria
come una rosa sfatta nel sereno.

(da “Destinati a morire” 1980) Alda Merini


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Il mio amore mi ha portato 2 garofani
il mio amore mi ha portato il rosso
il mio amore mi ha portato lei
il mio amore mi ha detto di non preoccuparmi
il mio amore mi ha detto di non morire

il mio amore è 2 garofani su un tavolo
mentre ascolto Schonberg
in una sera che si imbrunisce a notte

il mio amore è giovane
i garofani bruciano nel buio;
se ne è andata lasciando il profumo di mandorle
il suo corpo profuma di mandorle

2 garofani rosso acceso
mentre lei siede lontano
ora sta sognando cani cinesi

il mio amore è diecimila garofani che bruciano
il mio amore è un colibrì che si ferma per un istante di pace
sul ramo
mentre il solito gatto
si acquatta.

Charles Bukowski


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In un paese dove la meraviglia è vanto
Dove sognando passano i giorni ma non l'incanto
Dove sognando muoion le estati e il loro manto.
(Lewis Carroll)

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QUANDO È IL TEMPO OPPORTUNO? KAIROS IN VISITA​

C’è un villaggio interno dentro il nostro cuore che appartiene al nostro vissuto: sono le voci che portiamo delle nostre persone care, amate, familiari, magari talvolta faticose,forse scomode, le voci del nostro passato, le voci che si sono conficcate dentro. Poi c’è un villaggio anche esterno, prossimo, immediatamente vicino se allunghiamo una mano: sono le persone con cui viviamo, il contesto dei volti e delle storie che ruotano attorno alla nostra quotidianità.

Un’ integrazione fra questi due mondi è un buon segno di agio, ma talvolta l’integrazione non è facile da trovare e così capita di smarrirsi nella periferia del nostro cuore,accade di viaggiare nei distretti marginali delle nostre esperienze. Per cercare una buona alleanza fra il centro e la periferia, per stabilire un buon contatto fra le nostre parti interne ed esterne, è buono fermarsi, rallentare. Abitare la dimensione del Tempo. I greci distinguevano Kronos ( il tempo lineare che scorre, il tempo dell’orologio) e Kairos (il Tempo Opportuno,il tempo di “grazia”). Come si scopre, quando è Tempo Opportuno? Spesso accade che Kairos si mostra proprio grazie ad una crisi, si svela dentro un evento critico. E’ un evento che blocca, in qualche modo ferma, il lineare Kronos. E’ una situazione che rallenta le nostre corse quotidiane e che ci spinge fuori dal centro, ci fa perdere l’equilibrio.La crisi rappresenta un punto di svolta nella linearità. Ci viene addosso qualcosa di nuovo, ci sta davanti qualcosa di Altro/Altero, sconosciuto. Qualcosa che fino a poco prima non era familiare. Crisi dal verbo greco crino ( κρίνω) che significa inclino, spezzo, divido, separo, infrango.

Si spezza una linearità, avviene dunque una separazione fra un tempo quantitativamente già occupato e spesso qualitativamente sordo ed occupante ed un tempo nuovo, sconosciuto, che mette in crisi lo scorrere delle ore, della routine ( ciò che sembrava ovvio fino a quel momento, cambia), si trasforma la narrativa degli eventi ( le attribuzioni di significato che noi diamo alle circostanze) e può trasformarsi il contesto delle relazioni e la qualità dell’interazione tra le persone. La crisi è performante, ci interroga sulla relazione che passa fra il nostro villaggio interno ed il villaggio esterno in cui viviamo. Possiamo sentire l’opportunità della rottura, come discesa ed approfondimento e come cammino dalla periferia verso il centro.

Ma il Tempo Opportuno accade anche nello scorrere del Kronos. Così Kairos è l’occasione che dobbiamo essere capaci di cogliere quotidianamente, esercitando la nostra attenzione e la nostra sensibilità alle circostanze. Vivere nel presente con consapevolezza. In questo senso possiamo parlare di Tempo Opportuno, proprio perchè le relazioni e le diverse circostanze che si ripetono nello scorrere delle ore, possono rivelarsi “portatrici sane” di Kairos e di rivelazione. Kairos è infatti raffigurato come un giovane con le ali sulla schiena ed ai piedi, che fa rotolare una bilancia davanti a sè. Mi piace pensare che quelle ali siano l’occasione che ci passa accanto tutti i giorni e che cogliamo, riconoscendo quando si presenta a noi, perché perduto l’attimo, diventa imprendibile. Possiamo aprire le ali al Kairos ogni volta che usciamo dalla ristrettezza o dalla limitatezza del nostro punto di vista e che ci rendiamo conto della complessità delle cose. Possiamo vivere il Tempo Opportuno, ogni volta che permettiamo la mescolanza di elementi diversi e complessi del reale, ogni volta che non definiamo gli altri in base a parametri giudicanti e rigidi, ma manteniamo un rapporto aperto e recettivo con le cose e con le persone, in un presente consapevole come direzione e come responsabilità. Kairos è anche l’istante creativo, il colpo di genio. Maria Zambrano racconta dei “chiari del bosco“, luoghi talvolta inaccessibili, ai quali giungiamo improvvisamente, senza cercarli, lasciandoci guidare dalla luce. Ad un certo punto la radura, impossibile da evitare, si apre davanti a noi confermando un presentimento, che possiamo definire rivelazione. Ma per raggiungere questa “radura”, questo luogo del meraviglioso, occorre saper far spazio alle occasioni ed anche un certo abbandono al fluire delle cose. E dunque minore controllo, minore fame di prestazione, minore ricerca di produttività. Forse bisogna perdere un po’ la vista, affinchè Kairos ci faccia visita all’improvviso, e ci elevi sulle sue ali. E chissà che poi, sua madre la Dea Fortuna, possa anche sorriderci…
Sara Costanzo
PS
Kairos...tempo opportuno...ultimo treno....c'è stato un treno...
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Voi sapete di che cosa è fatto il cioccolato?
E’ fatto di cacao, denso, forte, vellutato.
E’ fatto di abisso, scuro, profondo, avvolgente.
E’ fatto di sogni, estatici, leggeri, misteriosi.

(Fabrizio Caramagna)

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Sei stato con me parecchi anni fa quando ero ancora piuttosto ingenua
beh, tu dicesti che eravamo una così bella coppia
e non mi avresti mai lasciato
ma ti sei lasciato sfuggire tutto ciò che amavi e una di quelle cose ero io
facevo dei sogni che sono diventati nuvole nel mio caffé
nuvole nel mio caffè....

Carly Simon - You're So Vain

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