non è proprio così
Il giornalista americano Seymour Hersh, vincitore del premio Pulitzer, sostiene che gli esplosivi sotto il Nord Strem sono stati piazzati da sommozzatori statunitensi con la copertura di esercitazioni NATO, attivate dai norvegesi.
🔻Hersh cita una fonte che ha partecipato alla pianificazione dell'operazione
🔻Hersh afferma che il consigliere per la sicurezza nazionale della Presidenza degli Stati Uniti Sullivan è stato coinvolto nella preparazione del piano di sabotaggio.
🔻 Hersh sostiene che, quando si discuteva del sabotaggio, il problema principale era come non lasciare prove dietro di sé.
🔻 La Marina statunitense ha proposto di utilizzare un sottomarino per attaccare il Nord Stream, mentre l'Aeronautica ha proposto di utilizzare bombe a detonazione remota.
🔻 Il 26 settembre la Marina norvegese ha sganciato una boa idroacustica che ha fatto detonare degli ordigni esplosivi
🔻 Il giornalista fa notare che Joe Biden ha deciso di fare il sabotaggio dopo nove mesi di discussioni segrete
Tecnicamente
Come già detto, le sonoboe non sono privilegio della Marina Norvegese, perfino la nostra Marina le usa estensivamente (non per saltare i gasdotti

) e non da mesi, da decenni.
E la Marina russa ha le capacità di fare altrettanto.
La stessa cosa ipotizzata avrebbe potuto essere fatta da
divers russi senza grosse probabilità di detezione da parte di altre Marine.
Uno dei principali problemi dei sonar è identificare i
divers, che hanno scarsa segnatura, si confondono nel rumore e conoscono tecniche di minimizzazione dello sfiato, tanto che all'imbocco dei porti si usano security boom e recinti con i delfini che sono, invece, efficaci.
Chiunque abbia minima esperienza sa che i
divers sono problematici da individuare, ma questo vale per tutti (ricordo che il Baltico è posto trafficato commercialmente e militarmente, incluse le navi russe, anche non militari).
Giornalisticamente
Il resto, riguardo il coinvolgimento di Sullivan, di Biden, Marina, Aeronautica, non è che si può affermare senza evidenziare la fonte. Qualora sia necessario proteggerla, quantomeno ci vogliono prove, ai giornalisti del Watergate non è bastato "affermare".
Quando fornirà le pezze di appoggio mi convincerò della sua tesi.