MILANO (Reuters) - Urbano Cairo, presidente e AD di Rcs (MI:RCSM), ha deciso di ricorrere a un arbitrato per chiedere l'annullamento della vendita della sede storica del gruppo a Blackstone - annunciata a fine 2013 - dopo aver mosso i primi rilievi formali con il fondo già lo scorso marzo, cui è seguita a luglio una lettera "più decisa".
Lo riferisce una fonte a diretta conoscenza della strategia della società editoriale.
Il cuore della contestazione, spiega la fonte, è che Blackstone abbia trattato l'acquisizione quando Rcs era in una nota situazione di difficoltà finanziaria, ottenendo un prezzo nettamente inferiore alle condizioni di mercato di allora.
Ieri è emerso intanto che Blackstone ha a sua volta fatto causa a Rcs presso la corte di New York con l'accusa di aver fatto saltare la cessione ad Allianz (DE:ALVG) degli immobili in questione. Secondo Rcs però la sede competente prevista dal contratto di compravendita è la camera arbitrale di Milano. "Quella di Blackstone è un'azione strumentale, di disturbo", dice la fonte. "E' un contratto italiano e il foro competente è Milano". Quanto alla tempistica contestata dal fondo, la fonte rileva che "non serviva un acquirente per sapere che [B]la cessione era avvenuta a prezzi troppo bassi[/B]".
Al momento non è stato possibile avere un commento da Blackstone.
Cairo aveva contestato pubblicamente la cessione degli immobili di via Solferino e San Marco fin da quando era solo un piccolo azionista del gruppo che edita il Corriere. Aveva in quell'occasione anche mandato una lettera in merito all'allora presidente Angelo Provasoli, riferisce la fonte.
L'imprenditore è tornato sulla questione nella seconda parte del 2017, dopo aver conquistato il controllo della società nel 2016 ed essersi concentrato sul suo risanamento. Nel marzo di quest'anno ha inviato una prima lettera a Blackstone in Italia in cui "c'erano dei rilievi, ancora abbastanza blandi". Poi, spiega la fonte, un esame approfondito ha fatto emergere "gli estremi per scrivere - a luglio - una lettera ben più decisa".
L'immobile, diviso in tre blocchi tra i quali la sede storica del Corriere, è stato venduto a 120 milioni e poi riaffittato alla stessa Rcs a 10,3 milioni. "Ma allora i rendimento erano del 5% e qualcosa: questo vuol dire che 120 non era il prezzo giusto. Il giusto valore erano 180/200 milioni", secondo la fonte.
La richiesta di Rcs, che ha già nominato il proprio arbitro, è dunque l'annullamento della vendita. "Tornare a essere proprietari di quegli immobili sarebbe la naturale conseguenza di questa cosa", dice la fonte.
Questo, rassicura, non è l'apertura del vaso di Pandora, non verranno cioè messe in discussione tutte le operazioni fatte allora per salvare il gruppo da una pesante squilibrio patrimoniale. "Concentriamoci su questo".
(Claudia Cristoferi)
intanto oggi rcs sale del 5%