Bruxelles, 21 marzo 2006
“Banda larga per tutti”: La Commissione mobilita
tutti i suoi strumenti d’azione per colmare il divario
nella banda larga
La Commissione ritiene che l’Europa abbia assoluto bisogno di un’ampia
copertura di banda larga per promuovere la crescita e l’occupazione. È per
questo che è necessario mobilitare, nel pieno rispetto delle norme in materia
di aiuti di Stato, la legislazione dell’UE in materia di telecomunicazioni e i
suoi strumenti di politica strutturale e rurale, in uno sforzo congiunto
finalizzato a permettere a tutti i cittadini europei, in particolare nelle regioni
meno sviluppate dell’Unione, di accedere a internet a banda larga e ad alta
velocità. È questa la conclusione della comunicazione della Commissione
intitolata “Colmare il divario nella banda larga”, presentata congiuntamente
oggi dai commissari europei responsabili per la società dell’informazione e i
media, la concorrenza, la politica regionale e l’agricoltura e lo sviluppo
rurale.
“La disponibilità di connessioni a internet a banda larga costituisce una condizione
indispensabile per lo sviluppo del commercio elettronico, per la crescita e
l'occupazione in tutti i settori dell'economia. La concorrenza e l’apertura dei mercati
sono senza dubbio i migliori propulsori della banda larga nell’UE”, ha affermato il
commissario responsabile per la società dell’informazione e i media, Viviane
Reding. “Le connessioni a banda larga, tuttavia, non devono limitarsi alle grandi
città. Se l’UE e i suoi 25 Stati membri utilizzano intelligentemente tutti gli strumenti
d’azione, l’obiettivo di mettere la banda larga a disposizione di tutti i cittadini europei
non è certamente irraggiungibile, di qui al 2010, ma è ora di agire!"
Il commissario responsabile per la concorrenza, Neelie Kroes, ha sottolineato il
ruolo svolto a tale riguardo dalle norme comunitarie in materia di aiuti di Stato: “Nelle
aree periferiche e rurali la diffusione della banda larga può essere ostacolata dalle
disfunzioni del mercato. In questi casi, un aiuto di Stato ben mirato, ad esempio
sotto forma di partenariati pubblico-privato a sostegno della costruzione di reti
aperte, può quindi rivelarsi appropriato. Dobbiamo, tuttavia, garantire che gli aiuti di Stato non sostituiscano completamente l’iniziativa privata e non falsino la
concorrenza in misura contraria all’interesse comune.
Nei casi di reale disfunzione del mercato, i Fondi strutturali dell’UE svolgono un
ruolo vitale nello stimolare gli investimenti nell’infrastruttura e nei servizi a banda
larga, nell’accrescere la competitività e l’innovazione e nel mettere tutte le regioni
d’Europa nelle condizioni di partecipare pienamente all’economia della
conoscenza”, ha aggiunto il commissario responsabile per la politica regionale,
Danuta Hübner.
Il commissario per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, Mariann Fischer Boel, ha
dichiarato: “Grazie alla nostra nuova politica per lo sviluppo rurale, i mezzi finanziari
sono ormai sempre più orientati verso la creazione di nuove opportunità di attività
economica nelle regioni rurali. Gli interventi si concentrano in particolare sulla banda
larga e sulle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni; in tale settore,
finanziamo già progetti nell’ambito della nostra iniziativa LEADER, dal nord della
Scozia al sud della Spagna. È ora nostra intenzione integrare tali interventi
all’interno della programmazione generale dello sviluppo rurale. Il Fondo di sviluppo
rurale ha una dotazione di 70 miliardi di euro per il periodo 2007-2013, ai quali si
aggiungono i finanziamenti nazionali. Raccomando vivamente agli Stati membri di
sfruttare il potenziale della banda larga nelle loro strategie nazionali di sviluppo
rurale.”
I rapidi progressi che la diffusione della banda larga ha registrato in tutta Europa nel
corso degli ultimi tre anni possono essere attribuiti in larga misura all’effetto
combinato della concorrenza tra infrastrutture e di una regolamentazione efficace
del settore delle telecomunicazioni. Il tasso di penetrazione della banda larga alla
fine del 2005 era stimato intorno al 13% della popolazione, pari al 25% circa dei
nuclei familiari, per un totale di quasi 60 milioni di linee nell'insieme dell'UE.Nonostante questa rapida crescita, la banda larga non ha ancora raggiunto alcune
delle regioni meno sviluppate dell’Unione, a causa dei rendimenti bassi e incerti
degli investimenti. Nel 2005 le imprese e i nuclei familiari che disponevano
dell’accesso alla banda larga erano circa il 60% nelle regioni periferiche e rurali
dell’UE-15, mentre nelle zone urbane questo tasso superava il 90%. Nei nuovi Stati
membri questo divario era ancora più pronunciato. Inoltre nelle regioni rurali la
banda larga è spesso meno veloce, il che rende difficile la trasmissione di grandi
volumi di dati indispensabili alle applicazioni nel settore del commercio elettronico,
della pubblica amministrazione in linea, della sanità in linea e dei contenuti
multimediali. La velocità media della banda larga offerta nelle regioni rurali è
inferiore a 512 kbps, mentre nelle zone urbane è in aumento e ormai supera spesso
1 MBps, permettendo così l’utilizzo di un’ampia gamma di servizi.
La regolamentazione dell’UE in materia di comunicazioni apre i mercati regionali e
locali ai fornitori di servizi a banda larga che offrono il miglior rapporto costoefficacia.
Al di fuori delle zone metropolitane dell'UE, tuttavia, vista la debolezza
della domanda, dovuta alla bassa densità abitativa e alle maggiori distanze, i
rendimenti degli investimenti sono inferiori e ciò può scoraggiare i fornitori
commerciali. I partenariati pubblico-privato sono pertanto necessari per
l’introduzione della combinazione di tecnologie a banda larga che meglio risponde
alle esigenze locali e consente agli utilizzatori di sfruttarne i vantaggi a prezzi
abbordabili. I Fondi strutturali e di sviluppo rurale dell’Unione europea possono
aiutare le autorità locali a mettere a punto servizi locali basati sulle connessioni a
banda larga, mentre la politica in materia di aiuti di Stato serve ad evitare che gli
aiuti pubblici provenienti dai fondi nazionali falsino la concorrenza. Lo scorso anno
la Commissione ha approvato numerosi progetti legati alla banda larga,
concludendo in diversi casi che gli aiuti previsti erano compatibili con le norme in
materia di aiuti di Stato (Regno Unito, Spagna, Austria, Irlanda) oppure che i progetti
non comportavano alcun aiuto di Stato (due decisioni relative a progetti in Francia).
Per accelerare l’introduzione delle comunicazioni avanzate a banda larga in Europa,
la Commissione propone oggi due linee principali di intervento:
- rafforzare le strategie nazionali a favore della banda larga che dovranno fissare
degli obiettivi chiari e riflettere i bisogni regionali, con un approccio strategico
per l’utilizzazione di mezzi di finanziamento comunitari e nazionali nelle regioni
meno sviluppate o nelle regioni rurali;
- accelerare lo scambio di buone pratiche, in particolare con la creazione di un
sito internet che servirà da punto di incontro unico per le autorità locali e gli
operatori del settore per lo scambio di informazioni e l’acquisizione di
esperienza. All’inizio del 2007 la Commissione organizzerà inoltre una grande
conferenza sul tema “La banda larga per tutti” per illustrare i vantaggi offerti dai
servizi a banda larga alle comunità rurali.
RAGAZZI QUESTA E' LA RISPOSTA A QUEL TIZIO DI PRIMA......CHE SI CHIAMA SE NON SBAGLIO BIOSFERA!!!! E' VERO CHE LA SITUAZIONE ITALIANA NON E' DELLE MIGLIORI, MA SICURAMENTE QUALCOSA SI SBLOCCHERA' NON PUO' ESSERE CHE SI DEBBA ASPETTARE NEL 2007 PER LE LICENZE....SECONDO ME........QUALCOSA SI MUOVERA' MOLTO PRIMA......QUESTO GRAZIE ANCHE ALL'UNIONE EUROPEA.......ABBIATE FEDE!!!!