SInceramente non credo sia giusto buttare numeri a caso, tuttavia ci sono alcuni punti fermi:
1) Nello stato ci sono sacche piuttosto ampie di spreco e clientelismo.
2) Ci sono altresì alcune eccellenze dove magari servirebbe aumentare il numero dei collocati
3) tagliare posti di lavoro di cui al punto 1 e incrementare il lavoro al punto due vorrebbe comunque dire ridurre grandemente il numero dei dip.pubblici.
Ora io quando si tratta di mettere delle persone in una situazione di grande precarietà ci vado molto piano, tuttavia non capisco perchè milioni di posti di lavoro andati in fumo nel privato siano visti come normali vista la crisi, mentre nel pubblico c'è chi profetizza chissà quali catastrofi.

Io non capisco ma ci sono cittadini di serie A e di serie B?
Evidentemente si!
Tuttavia tagliare pesantemente i costi dello stato (e quindi anche gli sprechi in capitale umano) dovrebbe avere come naturale risultato un forte alleggerimento delle imposte soprattutto per chi ha un reddito dipendente. (il ragionamento è semplice, questo paese è stato costruito con i soldi dei dipendenti quindi questi dovrebbero essere i primi beneficiari), guardacaso sarebbe anche l''unico modo di far ripartire l'economia aumentando i consumi interni e ricreando quindi occupazione, in seconda battuta si penserebbe anche alle imprese, dando ulteriore capacità concorrenziale.
Permettete una ultima analisi sulla prduttività. La produttività in Italia risulta così bassa perchè è la risultante di una media comprendente lo stato (che è chiaramente tranne alcune eccezioni una riserva di sprechi e improduttività) ed il sud che ha livelli di produttività da repubblica delle banane.
Sia chiaro non sono leghista, anzi per me quelli sono degli imbe.cilli. E quando parlo del Nord non parlo della gente del nord, ma di quelli che ci lavorano e credetemi di meridionali con le palle ce ne sono un bel pò in mezzo.