Cinema - thread libero

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

Un paio di anni fa ho avuto occasione di vedere "Il cattivo poeta", con Castellito che interpreta D'annunzio negli ultimi 2 anni circa di vita del Vate, ovvero dal 36 alla morte avvenuta nel 38. Iinvero somigliante anche se forse un filino troppo più fisicato.
Film che evita opportunamente di uscire dalle righe, pur mostrando giocoforza un decadimento sia fisico che mentale del Poeta. Ma non indugia troppo sulle "usanze " o manie d'annunziane e anche nella condanna storica non calca eccessivamente la mano, consegnandola agli accenni del D'annunzio e ai ripensamenti di un giovane Federale. Ne esce uno spaccato della sofisticata e sofferta ostilità di D'annunzio verso le scelte dell'epoca del regime; regime al quale coi suoi atteggiamenti, tocca comunque ricordarlo, aveva in un recente passato offerto più linfa di quanto magari avesse voluto.
Il film vede quale altra figura centrale del film il giovane neo-federale bresciano Giovanni Comini. Personaggio a sua volta reale che all'epoca aveva 28 anni, inviato dal Segretario del partito Storace ad affiancare il Vate per spiarlo per conto del regime e riferire la sua ormai nota e crescente avversione per l'alleanza con la Germania nazista.
Non l'ho visto.
 
Fermo restando che la bulimia cinematografica degli ultimi 2/3 decenni ha prodotto parecchie ciofeche, ritengo che più di una pellicola meritevole sia stata offerta al pubblico (e ci mancherebbe altro!).
Nel 2019 ad esempio, con la regia di Clint Eastwood usciva Richard Jewell .
Apparentemente una classica storia americana sull'abuso di "potere e prerogative" da parte di alcune istituzioni e dei media.
Notoriamente la vicenda è vera: Richard Jewell era una guardia giurata che nel 1996, durante le Olimpiadi di Atlanta, scopri la presenza di una bomba a un concerto e in qualche modo facilitò l'esodo del pubblico.
Da iniziale eroe divenne però in seguito un sospettato. Alcune sue "caratteristiche" ... single 35enne che viveva con la madre... una passione per le armi e le divise... il costante sogno, quasi ossessivo, di fare il tutore dell'ordine a ogni costo... fecero pensare che avesse il profilo ideale del mitomane attentatore. Cosa che invece non era. Ma solo dopo anni venne scoperto il vero attentatore.
La sceneggiatura del film è di tal Billy Ray (ho dato un'occhiata veloce a cos'altro ha sceneggiato e a naso questa mi pare la cosa migliore che abbia fatto).
Ma a mio avviso ottima la prestazione degli attori. Il protagonista, Paul Hauser, attore prevalentemente comico ma qui in tutt'altro ruolo, è pienamente all'altezza e risulta anche molto somigliante al vero Richard Jewell (tra l'altro prematuramente scomparso nel 2007 a pochi anni dalla sua completa scagionatura). Coprotagonista Sam Rockwell nei panni dell'avvocato (attore che a mio avviso ha all'attivo anche qualche capolavoro) e nei panni della madre di Richard Kathy Bates (penso non ci sia nulla da dire: qui siamo dalle parti di un gigante nei ruoli femminili).
Consiglio vivamente a chi non lo avesse visto di recuperarlo. Ne vale la pena.
E' uno di quei film che ho aggiunto alla lista di quelli che ho visto, rivisto e rivedrò ancora volentieri.
P.S.
Nel 2019 per me poco altro di interessante (2/3 altre cose) una valangata di supereroi.... 50 anni prima, nel 1969, usciva qualche cosa titolato Un uomo da marciapiede... Butch Cassidy... Il mucchio selvaggio... La caduta degli dei....Easy Reader... Z l'orgia del potere
 
Sabato sera su SKY ARTE ho visto il documentario "Roger Corman - Il re del cinema pop".
Corman è ancora vivente e ha toccato la veneranda età di 96 anni (97 il prossimo aprile, essendo del 1926).
Il documentario che credo sia del 2021, inframmezza interviste a questo "maestro dei B movie" (eccellente forma fisica), a interviste con alcuni dei registi che agli inizi della loro carriera hanno avuto modo di incrociarne la strada e lavorare con lui: soprattutto Ron Howard, Joe Dante e Peter Bodganovich (mancato nel gennaio 22).
Impressionante il numero di film girti/prodotti/sceneggiati e per certi versi sorprendente scoprire che alcuni "cult" furono girati letteralmente con 4 dollari e in una manciata di giorni. A tal proposito, tra gli altri viene citata "La piccola bottega degli orrori", girato in 2 giorni a fine dicembre 1959 e uscito a inizio 1960. Il film, che vedeva la partecipazione in una parte marginale di un allora già istrionico Jack Nicholson (23enne), diventerà in seguito un cult dando vita a un omonimo musical e a un remake (discreto) negli anni 80.
Sempre emozionante vedere spezzoni di film di 50/60/70 anni fa, con carrellata di attori, alcuni avviti (Boris Karlof, Vincent Price), alcuni all'epoca giovanissimi, che in diverse epoche hanno poi fatto la storia del cinema di vario genere.
 
Sabato sera su SKY ARTE ho visto il documentario "Roger Corman - Il re del cinema pop".
Corman è ancora vivente e ha toccato la veneranda età di 96 anni (97 il prossimo aprile, essendo del 1926).
Il documentario che credo sia del 2021, inframmezza interviste a questo "maestro dei B movie" (eccellente forma fisica), a interviste con alcuni dei registi che agli inizi della loro carriera hanno avuto modo di incrociarne la strada e lavorare con lui: soprattutto Ron Howard, Joe Dante e Peter Bodganovich (mancato nel gennaio 22).
Impressionante il numero di film girti/prodotti/sceneggiati e per certi versi sorprendente scoprire che alcuni "cult" furono girati letteralmente con 4 dollari e in una manciata di giorni. A tal proposito, tra gli altri viene citata "La piccola bottega degli orrori", girato in 2 giorni a fine dicembre 1959 e uscito a inizio 1960. Il film, che vedeva la partecipazione in una parte marginale di un allora già istrionico Jack Nicholson (23enne), diventerà in seguito un cult dando vita a un omonimo musical e a un remake (discreto) negli anni 80.
Sempre emozionante vedere spezzoni di film di 50/60/70 anni fa, con carrellata di attori, alcuni avviti (Boris Karlof, Vincent Price), alcuni all'epoca giovanissimi, che in diverse epoche hanno poi fatto la storia del cinema di vario genere.
Tra i grandi registi che all'inizio lavoravano con Corman ci sono anche Jonathan Demme e James Cameron. Da poco ho rivisto Il vampiro del pianeta rosso (1957), un fanta-horror leggero con un'umanoide stile Men in black e la sua valigetta per conservare il sangue delle vittime.

Corman ha diretto tanti film, per scegliere i migliori consiglio di seguire l'elenco di FilmTV qui sotto e guardare quelli con voto più alto (sopra il 7 o anche il 6,5 - è un sito con utenti molto severi e qualsiasi voto sopra 6 vuol dire film almeno discreto).

Roger Corman | FilmTV.it
 
Bel sito. Non lo conoscevo e l'ho memorizzato
 
Nel 2021 uscì "Don't look up". In estrema sintesi: una coppia di astronomi scopre un meteorite in rotta di collisione con la Terra. Per quanto i due cerchino di avvertire tutti, vengono praticamente snobbati anche se invitati ad alcune trasmissioni televisive.
Il film ebbe un discreto successo e buone recensioni da parte della critica.
A vederlo non mi era dispiaciuto. E' un film evidentemente parodistico ma che a mio avviso non mi pare ecceda più di tanto nel proporre macchiette o cliché antagonisti a pellicole "seriose".
Viene messo alla berlina un certo fatuo approccio da talk show a qualsivoglia fatto serio e la vocazione a risolvere in maniera "economicamente profittevole" ogni evento, anche se, appunto, potenzialmente catastrofico.
Di sicuro viene sbertucciata una certa vocazione negazionista.
La visione non è che strappi particolari risate; ma non penso che questo fosse l'intento principe. Si sorride, semmai, un poco amaro.
 
Nel 2021 uscì "Don't look up". In estrema sintesi: una coppia di astronomi scopre un meteorite in rotta di collisione con la Terra. Per quanto i due cerchino di avvertire tutti, vengono praticamente snobbati anche se invitati ad alcune trasmissioni televisive.
Il film ebbe un discreto successo e buone recensioni da parte della critica.
A vederlo non mi era dispiaciuto. E' un film evidentemente parodistico ma che a mio avviso non mi pare ecceda più di tanto nel proporre macchiette o cliché antagonisti a pellicole "seriose".
Viene messo alla berlina un certo fatuo approccio da talk show a qualsivoglia fatto serio e la vocazione a risolvere in maniera "economicamente profittevole" ogni evento, anche se, appunto, potenzialmente catastrofico.
Di sicuro viene sbertucciata una certa vocazione negazionista.
La visione non è che strappi particolari risate; ma non penso che questo fosse l'intento principe. Si sorride, semmai, un poco amaro.
Meryl Streep e Di Caprio recitano di nuovo insieme in Don't look up (2021), 25 anni dopo La stanza di Marvin.

Quest'anno dovrebbe uscire il nuovo film di Scorsese, Killers of the Flower Moon, con De Niro e Di Caprio finalmente diretti da un grande regista e, si spera, in un grande film, a 27 anni sempre da La stanza di Marvin e a 30 da Voglia di ricominciare.

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Domenica ho visto Siccità di Paolo Virzì.
Film disturbante
Concordo. Tra l'altro ha il pregio di essere un distopico (neppure tanto) con ambientazione inusuale che non indugia in sensazionalismi di alcun genere.
Negli ultimi 2/3 anni, anche il tema "pandemia", trainato dalle vicende Covid, è stato talvolta declinato. Sorvolo su alcune commedie italiane... ma nel genere mi sovvengo di un film del 2021 che trovai appena appena passabile:
"State a casa", dark comedy casareccia con cast italiano e la regia di tal Roan Johnson, che leggo essere Pisano/Londinese con qualche altro lavoro d'avanguardia alle spalle.
Nella Roma contemporanea, quattro giovani e regionalmente eterogenei coinquilini sui trent'anni (anzi tre, perché una di loro pare essersi imbucata di nascosto dal padrone di casa), si trovano a fare i conti con le limitazioni imposte dal lockdown romano, un portiere vagamente invadente, un appartamento nel complesso trasandato, un serpente costrittore scappato da una teca, un viscido padrone di casa... ma soprattutto con noie, paranoie e disincanti vari, dettati da situazioni personali e amplificati da quella particolare.
In questo contesto prende piede l'idea di un ricattuccio ai danni del proprietario, che dopo essere sfuggito di mano si dipana in un crescente di scivolosità e inconcludenza né più né meno come la caccia al rettile fuggito.
Recitazione e situazioni sopra le righe che non rendono onore a un cast che comunque pare impegnarsi per rendere al meglio un prodotto, per l'appunto, troppo sopra le righe per potersi definirsi a tutto tondo, originalmente insolito.
 
Nel 2021 uscì "Don't look up". In estrema sintesi: una coppia di astronomi scopre un meteorite in rotta di collisione con la Terra. Per quanto i due cerchino di avvertire tutti, vengono praticamente snobbati anche se invitati ad alcune trasmissioni televisive.
Il film ebbe un discreto successo e buone recensioni da parte della critica.
A vederlo non mi era dispiaciuto. E' un film evidentemente parodistico ma che a mio avviso non mi pare ecceda più di tanto nel proporre macchiette o cliché antagonisti a pellicole "seriose".
Viene messo alla berlina un certo fatuo approccio da talk show a qualsivoglia fatto serio e la vocazione a risolvere in maniera "economicamente profittevole" ogni evento, anche se, appunto, potenzialmente catastrofico.
Di sicuro viene sbertucciata una certa vocazione negazionista.
La visione non è che strappi particolari risate; ma non penso che questo fosse l'intento principe. Si sorride, semmai, un poco amaro.
A me sinceramente non è piaciuto, anzi..
Tutto figo, bello, ben recitato, ottimi attori.. però, non sò..
Oltretutto parlato velocissimo, e per me che guardo solo in lingua originale, è stato complicato seguire dialoghi velocissimi e incasinati
 
A me sinceramente non è piaciuto, anzi..
Tutto figo, bello, ben recitato, ottimi attori.. però, non sò..
Oltretutto parlato velocissimo, e per me che guardo solo in lingua originale, è stato complicato seguire dialoghi velocissimi e incasinati
Per i film parlati velocissimo oppure con molto slang consiglio di usare i sottotitoli. Persino in italiano, in una famosa scena con Alberto Sordi, non è chiaro se una certa parola sia "malta", "massa", "mazza" o altro.

 
Tra le occasioni "vintage" ci metto "Silverado", ottimo western del 1985 con regia e soggetto di Laurence Kasdan. Anche nel nutrito gruppo di attori spiccano diversi volti che in quegli anni furono cari al regista (Danny Glover, Jef Goldblun, Kevin Kline... gli ultimi 2, con Kasdan, reduci da "Il grande freddo").
Storia con filo rosso basico: da una parte un gruppo di "buoni" (l'ex fuorilegge, il giovane scavezzacollo, il nero defraudato, l'integerrimo silenzioso con un passato), dall'altra i "cattivi" (alcuni lucidati a nuovo con stelle sul petto e attività imprenditoriali, ma mai sopita volontà di potenza e prepotenza). In mezzo la cittadina un po' oppressa, nuovi coloni turbati dalle ostilità, giovani donne che hanno preso strade tortuose, altre più mature che masticano amaro.
Per me, amante del genere, è una gioia per gli occhi ogni volta che lo vedo. A partire dalla splendida inquadratura iniziale sul paesaggio e alle varie cavalcate appaiati dei nostri eroi.
Certo che rivedere film con tanti volti fa una certa impressione, anche perché a 40 e passa anni di distanza alcuni (che non erano neppure particolarmente vecchi) non ci sono più. Comunque
I buoni: Kevin Kostner, Scott Glen, Danny Glover e Kevin Kline (tutti ancora presenti... gli ultimi 2 a inizi anni 90 lavoreranno in "Gran Canyon", bel film, di tutt'altro genere, sempre di Kasdan).
I principali cattivi: il compianto Brian Dennehy (già allenatosi a fare lo sceriffo duro nel primo Rambo), Goldblum, Jeff Fahey (... è attore di cui ci si ricorda più il viso che il nome o i film fatti).
E ancora: Rosanna Arquette, la piccola Linda Hunt (fresca di Oscar), Brion James (purtroppo comparso, era il replicante "grosso" in Blade Runner), l'ex monthy phyton John Cleese (quasi Oscar per un Pesce di nome Wanda).
 
Perdonatemi se in fatto di generi e annate, salto di palo in frasca.... ma chi ama il cinema potrà capirmi se risulto un "visionatore" compulsivo (talvolta, soprattutto ai tempi del lockdown, mi è anche capitato di vedere qualche film in una manciata di minuti, facendolo scorrere velocemente ogni tot.... tanto erano brutti... ma giusto per mettere la x nella casellina...).
Invece a quei tempi ho visto su Netflix (per intero ovviamente...) "Il guardino invisibile" del 2017 e "Inciso nelle ossa" del 2019, tratti da omonimi romanzi del 2013, della scrittrice spagnola/Basca Dolores Redondo (premio Bancarella 2018 per altro libro)..
Unitamente a un terzo romanzo del 2014 - "Ombre nella tormenta" (di cui accennerò qualcosa in altro post) costituiscono la c.d. "trilogia Baztan". Ovviamente a chi ama il genere, entrambi offrono....
atmosfere cupe e misteriose, affrescate con toni pastello che colorano alla perfezione location con vaghe sospensioni del tempo (entrambi si dipanano in un rustico paesino della Navarra), oltre a dare lustro e piena ragione a due pregevoli film, ottimamente recitati. Le pellicole sono anche scandite da una ritmica lentezza che ho trovato coinvolgente e che li premia a prescindere dagli abituali e qui presenti topoi, che vogliono un Thriller essere tale, quando votato alla scoperta di efferati Killer di fanciulle e delle loro oscure e ancestrali ragioni.

P.S.
Per certi versi mi dispiace di non averne letto i libri, che a quanto si legge, hanno riscosso un notevole successo: e la cosa non mi stupisce perché i carismi per me ci sono tutti. Chissà, forse un giorno rimedierò... dopo che avrò esaurito le decine di titoli che ho sul comodino...
 
Tanto per parlare di Cinema: una visione/revisione al mese (non di più, che serve materiale per il thread dei fotogrammi quiz).


Per il mese di Gennaio facciamo un'eccezione indicando 2 film, il Top del mese è: Infernal affair (Andrew Lau e Alan Mak, 2002).




E quello che sarebbe il vero Top del mese se non fosse più che noto (magari più noto che visto, specialmente qui in Italia dove venne distribuito totalmente manomesso): Solaris (Tarkovskij, 1972).. in versione originale sottotitolata.

 
Tanto per parlare di Cinema: una visione/revisione al mese (non di più, che serve materiale per il thread dei fotogrammi quiz).


Per il mese di Gennaio facciamo un'eccezione indicando 2 film, il Top del mese è: Infernal affair (Andrew Lau e Alan Mak, 2002).




E quello che sarebbe il vero Top del mese se non fosse più che noto (magari più noto che visto, specialmente qui in Italia dove venne distribuito totalmente manomesso): Solaris (Tarkovskij, 1972).. in versione originale sottotitolata.


A scanso di equivoci, il capolavoro Infernal affairs (2002) è l'originale di Hong Kong, mentre 4 anni dopo era uscito il famosissimo remake The Departed (2006) di Martin Scorsese con Di Caprio, Jack Nicholson e vari altri grandi attori.
 
A scanso di equivoci, il capolavoro Infernal affairs (2002) è l'originale di Hong Kong, mentre 4 anni dopo era uscito il famosissimo remake The Departed (2006) di Martin Scorsese con Di Caprio, Jack Nicholson e vari altri grandi attori.
Non ho mai avuto occasione di vedere l'originale. Mi pare che il remake sia venuto benino.
P.S.
Solaris è notoriamente tratto da un romanzo di Stanislaw Lem, autore Polacco di assoluto valore. Ho avuto occasione di leggere un paio dei suoi libri e mi sono trovato subito immerso in atmosfere etico/morali/filosofiche che rendono totalmente marginale quel concetto di "sospensione dell'incredulità" che la letteratura speculativa richiede. Inadatto - almeno per quello che ho letto io e conoscendo anche la trama di Solaris, pur non avendolo letto - a chi cerca una letteratura fantascientifica di evasione e men che meno di cappa e spada
Purtroppo, mea culpa, non ho mai visto alcuna trasposizione cinematografica delle sue opere... neppure quel Solaris del 1972 che all'epoca venne anche banalmente nominato quale sorta di risposta "oltrecortina", all'americano 2001 Odissea nello spazio.
 
Ultima modifica:
Il terzo film tratto dall'omonimo terzo libro di Dolores Redondo e facente parte della c.d. "trilogia del Baztan" di cui parlavo sopra, è "Offerta alla tormenta".
Nel complesso una buona pellicola, ben recitata che al pari delle altre 2 si lascia a mio avviso vedere.
Ricordo però che mi era risultato un poco lento e a tratti ripetitivo. C'è invero una accelerazione nel finale che peraltro, complice una certa ovvietà, non offre quel colpo di scena che vuole forse essere prospettato come tale e non appaga appieno quell'offerta di phatos che emerge dal contesto narrativo, neppure con gli interrogativi lasciati in sospeso a "beneficio" dello spettatore (o di prossima ripresa del personaggio principale...).
Dei libri si parla molto bene e in generale comunque anche dei film; per quanto l'intensità delle atmosfere - elemento cardine dell'intero tessuto narrativo - penso che difficilmente possa essere resa appieno, neppure facendo ricorso a piene mani - cosa che accade in tutte e tre le pellicole e nell'ultima in particolare - a colori tenui, ambientazioni prevalentemente notturne e piovose, spaccati ameni e apparentemente poco abitati.
 
Ieri, dati i 40 anni dall'uscita, il Corriere aveva un articolo "commemorativo" del cine-panettone "Vacanze di Natale".
Il film, un Fratelli Vanzina dell'83, è di fatto un po' considerato il capostipite del genere.
Usciva a pochi mesi di distanza da quel "Sapore di mare", sempre dei Vanzina, che di suo rievocava le atmosfere anni 60 di Forte dei marmi, coi protagonisti che sul finale si ritrovavano a 18 anni di distanza (chi più o meno accasato), nello stesso locale frequentato quando più giovani.
Vacanze di Natale lanciava invece quella moda cinematografica natalizia che tutt'oggi persevera... pur avendo perso nel tempo lo smalto e quel genuino sapore di disincanto che si portavano dietro. Il film dava il là a una serie di pellicole interpretata da una manciata di soliti noti (vacanzieri o yuppies che fossero...) che si calavano pienamente nell'atmosfera degli anni della "Milano da bere" ... ma che erano anche sostenute da una sorta di necessità/desiderio di lasciarsi alle spalle il precedente decennio di piombo che aveva pesato come un macigno sullo spirito della gente.
Di sicuro, per chi come me negli 80anta era nel decennio dei venti, erano una gradevole parentesi e financo una goliardica fonte di ispirazione.
Complice un pizzico di nostalgia per la gioventù di un tempo, se capita un'occhiatina a quanto prodotto in quegli anni, la do ancora volentieri.
 
Prima che scompaia da YT (chi vuole lo scarica:yes::yes:) 13 minuti e qualche secondo (iniziali) di grandissimo Cinema (non che il resto sia da buttare.. compreso il tostissimo finale).

Anche se in lingua orientale quel che succede si capisce benissimo.



Per chi volesse goderselo in modo completo, in rete si trovano i sottotitoli in italiano (ma in timing sbagliato.. bisogna "lavorarci" sopra..)
 
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