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Consiglio Ue migranti, von der Leyen presenta la 'Fortezza Europa': "Torrette e pattuglie ai confini". Meloni: "Adesso si cambia approccio" - Il Fatto Quotidiano

Sono le 2.30 di notte quando il gruppo dei 27 esce dall'incontro. A centro del meeting c'è la discussione sulla strategia per rispondere all'emergenza migranti: "Servono telecamere, strade lungo le barriere per pattugliarle, torrette di sorveglianza, veicoli", ha detto la presidente della Commissione. Critico Sanchez: "Il problema non si risolve con muri più alti".

Un Consiglio che porta, a notte fonda, importanti indicazioni sulla questione migratoria, con Ursula von der Leyen che lancia la proposta di una nuova fortezza Europa. Esulta Giorgia Meloni: “Sono molto soddisfatta sul tema dei migranti. Ieri si è stabilito un principio, si cambia approccio, che è molto diverso da quello degli ultimi anni. L’approccio messo nero su bianco parte da una frase che mai si era riusciti a mettere, ossia ‘l’immigrazione è un problema Ue e ha bisogno di una risposta Ue'”.
L’altra notizia della nottata emerge dall’esito del confronto su quello che doveva essere il tema principe del Consiglio europeo, caro in primis proprio all’Italia: la questione migranti. E su questo Roma sembra aver ottenuto le risposte che sperava, come testimoniano le parole di Meloni a margine: “Sono molto soddisfatta di questo Consiglio”, ha detto.

In effetti, la posizione espressa dall’Ue, per bocca della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, sembra chiara: puntare tutto sul rafforzamento dei confini e l’esternalizzazione del problema migratorio. Così, la spinta dei 27 Stati membri non è andata nella direzione di una maggiore solidarietà intra-europea, bensì sul rafforzamento di quella che mira a diventare sempre di più la fortezza Europa. “
 

L’immigrazione​

Tema simbolico è poi quello dell’immigrazione e, in particolare, del controllo della rotta del Mediterraneo Centrale e delle regole per le ong che fanno salvataggi in mare. Su entrambi i temi, dice Meloni, sono state ottenute aperture: «L’immigrazione è un tema europeo e deve avere una soluzione europea. Sull’immigrazione non abbiamo mai visto l’attenzione necessaria sulla rotta mediterranea, chiediamo invece una attenzione paragonabile a quella balcanica. La nostra linea è chiara. Prima di agire sui movimenti secondari all’interno dell’Unione bisogna occuparsi di quelli primari, considerando la specificità del confine marittimo e in particolare del Mediterraneo centrale». Soprattutto, dice Meloni, è stato aperto un fronte sulla linea che intende porre regole ai salvataggi delle ong: «Nelle conclusioni viene ripetuto piu volte il tema del framework per i salvataggi in mare e per il rimpatrio dei migranti a livello europeo. Esisteva un gruppo di contatto europeo, ma ad anni era fermo. Ora invece ho posto con “forza” questo tema e ci presenteremo al tavolo del gruppo di contatto per estendere la normativa che abbiamo già approvato agli altri paesi Ue”questa normativa rispetto agli altri paesi».
 
Il termine "fortezza europa" fa veramente ridere pin rapporto a come sono andate le cose fino ad oggi, ma la speranza è l'ultima a morire ...
 
ma quindi il blocco navale si fa oppure no?!
 
Svolta sull'immigrazione. Europei d'accordo su una risposta comune - Formiche.net

Per la prima volta l’euroconsapevolezza è apparsa diversa da un passato caratterizzato, sostanzialmente, dalla deferenza a causa del Trattato di Lisbona che poneva tutto il peso sui paesi di prima accoglienza, come Italia e Grecia.
L’Europa oggi ha mostrato di aver mutato completamente prospettiva nel governare i flussi, si tratta di un cambio di passo radicale rispetto al passato. Ovvero mentre tutti i paesi membri prima si concentravano sui movimenti secondari, quindi sulla redistribuzione dopo l’ingresso in Italia in quanto paese di primo approdo, oggi l’Europa mette in risalto un elemento nuovo: difendere tutti i propri confini esterni, con particolare attenzione a quelli marittimi legati alla rotta del Mediterraneo centrale. Un punto a favore di Palazzo Chigi.
 

I Paesi Ue sono stufi dei clandestini


Almeno, così sembra dalle ultime dichiarazioni e posizioni ufficiali. La Svezia, forse il Paese più storicamente immigrazionista di tutti, ha da tempo cambiato verso sul tema dell’immigrazione e, dopo le ultime elezioni, ha insistito su un mutamento di rotta. L’Ungheria è sempre stato “in trincea” sull’argomento, beccato e criticato a più riprese dai soliti moralisti ai vertici di Bruxelles. Poi ci sono gli “otto Paesi” (Danimarca, Lituania, Lettonia, Estonia, Slovacchia, Grecia, Malta e Austria) che appena ieri hanno inviato una lettera all Commissione europea nella quale sostenevano quanto l’attuale sistema di accoglienza favorisse, di fatto, gli scafisti e i trafficanti di esseri umani. La Spagna, ufficialmente, parla poco dell’argomento (ma di fatto respinge i clandestini). Poi, ovviamente, c’è il Paese più colpito dalle rotte mediterranee, ovvero Italia. La Polonia, durante il vertice europeo in corso proprio sul tema, è molto netta e parla di “sigillare i confini”. Perfino Germania e Francia sembrano costrette ad utilizzare retoriche meno “accoglienti”. Facendo una somma, una buona metà degli Stati membri Ue sembra, in questo momento, apertamente ostile alla clandestinità. Chiedendo addirittura di bloccarla con recinzioni fisiche. Una tendenza che a Bruxelles potrebbero, stavolta, fare fatica ad ignorare.

E se la Meloni vincesse la partita dell'immigrazione proprio in Ue?
 

I Paesi Ue sono stufi dei clandestini


Almeno, così sembra dalle ultime dichiarazioni e posizioni ufficiali. La Svezia, forse il Paese più storicamente immigrazionista di tutti, ha da tempo cambiato verso sul tema dell’immigrazione e, dopo le ultime elezioni, ha insistito su un mutamento di rotta. L’Ungheria è sempre stato “in trincea” sull’argomento, beccato e criticato a più riprese dai soliti moralisti ai vertici di Bruxelles. Poi ci sono gli “otto Paesi” (Danimarca, Lituania, Lettonia, Estonia, Slovacchia, Grecia, Malta e Austria) che appena ieri hanno inviato una lettera all Commissione europea nella quale sostenevano quanto l’attuale sistema di accoglienza favorisse, di fatto, gli scafisti e i trafficanti di esseri umani. La Spagna, ufficialmente, parla poco dell’argomento (ma di fatto respinge i clandestini). Poi, ovviamente, c’è il Paese più colpito dalle rotte mediterranee, ovvero Italia. La Polonia, durante il vertice europeo in corso proprio sul tema, è molto netta e parla di “sigillare i confini”. Perfino Germania e Francia sembrano costrette ad utilizzare retoriche meno “accoglienti”. Facendo una somma, una buona metà degli Stati membri Ue sembra, in questo momento, apertamente ostile alla clandestinità. Chiedendo addirittura di bloccarla con recinzioni fisiche. Una tendenza che a Bruxelles potrebbero, stavolta, fare fatica ad ignorare.

E se la Meloni vincesse la partita dell'immigrazione proprio in Ue?
Ce n'è voluta affinché si svegliassero in Svezia

Gangs of Sweden


Così Maritha Ogilvie, madre della vittima: "Ho sempre pensato che la Svezia, in particolare dove vivevamo a Farsta, fosse un posto sicuro. Non so esattamente cosa sia successo alla nostra società e non so come si sia perso il controllo su determinate aree, ma è così".

Finora quest'anno, quasi 50 persone sono state uccise da armi da fuoco in Svezia. La polizia è allarmata perché afferma di vedere circolare pistole, esplosivi e granate che non esistevano 10 anni fa.


Le autorità attribuiscono l'aumento delle bande alla popolazione immigrata che vive in quartieri segregati dove ci sono alti tassi di criminalità


La Svezia ora fa i conti con le gang di immigrati

Oltre 40mila ragazzi in 50 bande criminali: l'82% sono stranieri. Controllano il territorio con il terrore

«Non vi è alcun dibattito pubblico sugli stupri di gruppo e le rapine di umiliazione come problema sociale. Il dibattito se esiste è volto a stabilire esclusivamente se si tratta solo di affermazioni razziste. Il politicamente corretto qui è tale che si è tacciati di razzismo anche quando si pubblicano risultati di ricerca, e di conseguenza ci sarà la censura dei media. Eppure senza i due o tre in totale nel panorama nazionale che provano a raccogliere dati e informazioni, non avremmo nulla a riguardo». È la prima cosa che ci ha raccontato un avvocato svedese impegnato in politica quando gli abbiamo chiesto del «förnedringrån». Senza mancare di segnalare la preoccupazione circa un Paese che se non ha dovuto fronteggiare l'emergenza coronavirus, sicuramente da anni è costretto a subire le conseguenze nefaste dell'immigrazione incontrollata. E oggi paga un conto salato.

C'è un nuovo tipo di crimine, infatti, che fa notizia in Svezia. Ecco il förnedringrån. Förnedring significa «umiliazione» e rån significa «rapina». Le vittime di queste «rapine di umiliazione» sono quasi sempre bambini o adolescenti.

Ma il grande e pulito nord Europa è certamente in balia di un processo iniziato anni addietro. Il numero di baby gang che competono con coetanei è aumentato del 100% in soli quattro anni, secondo il recentissimo studio della polizia svedese. Nel 2016 ci sono stati 1.178 furti ai danni di ragazzini minori di 18 e già nel 2019, le cifre toccavano i 2.484 casi. Mentre il numero dei crimini violenti in cui il sospettato è un 15enne, o anche meno, ha subìto un'impennata drammatica: nel 2015 erano stati segnalati 6.359 episodi, nel 2019 sono diventati 8.719.

Le cosiddette «rapine di umiliazione» fanno inorridire la cronaca. Come a Göteborg, qualche giorno fa, quando una banda criminale di giovani ha costretto la vittima a baciare i piedi del capo della banda, e poi gli ha calpestato il viso fino a quando non è svenuto, mentre veniva tutto filmato. A Stoccolma, pochi giorni dopo, due sedicenni hanno derubato, preso a pugni e a calci la loro vittima diciottenne per ore per poi urinargli addosso. Anche quest'episodio, come tanti altri è stato filmato e diffuso sui social.

Eppure la stampa, che di solito tende a non dare troppi dettagli, recentemente non ha inteso indicare che le baby gang in questione si compongono di figli di immigrati. L'ultima inchiesta giornalistica, però, che risale al 2017, firmata dall'Expressen, individua 49 reti criminali e l'82% dei circa 600 membri di ogni banda sono stranieri o figli di immigrati. Il principale paese d'origine è l'Iraq, seguito da Bosnia, Libano, Somalia, Siria e Turchia.

Thomas Petterson, analista della polizia di Göteborg, non smette di indicare nel modus operandi delle nuove bande di criminali il tentativo di «mostrare il loro potere. Vogliono dominare i luoghi. Lo fanno mettendo paura agli altri giovani».

Eppure, l'unico aspetto veramente nuovo del crimine importato è la misura in cui anche i media tradizionali svedesi non riescono più a ignorarlo. Già nel 2007, quattro accademici, Ingrid Björkman, Jan Elfverson, Jonathan Friedman e Åke Wedin scrissero Exit the Swedish Welfare State. E le tecniche di adescamento non sono mai cambiate. Così come le violenze sessuali. Il risultato negli anni è che le bande di immigrati hanno preso letteralmente il possesso di alcune aree del Paese: una nuova mafia che delle rapine e delle violenze sessuali ha fatto il proprio codice, mentre si prendono beffe della polizia. D'altronde, oltre a disprezzare volutamente l'autorità per loro straniera, non hanno nulla di cui temere dal momento che si tratta di un fenomeno volutamente di minorenni. Sono sempre di più i quartieri interdetti ai giovani e, soprattutto, alle giovani svedesi.

Solo nel 2019, la Svezia ha registrato un aumento del 6% di stupri rispetto al 2018. Un aumento grave, se si pensa che il Paese ha dovuto cambiare persino la definizione di stupro - per via di tutte le sentenze che la davano vinta agli stupratori immigrati -, e che l'anno scorso la polizia svedese ha aumentato il numero di agenti di polizia che si occupano di reati sessuali. Ma la situazione non sta migliorando. I dati sono implacabili, con il 51% di casi in più che coinvolgono gli abusi su 15enni. Nel 2018, SVT ha dimostrato che al 58% gli stupratori sono originari del Nord Africa, del Sud Africa, dell'Afghanistan e del Medio Oriente. La BBC ha anche riferito che, nei casi in cui le vittime non conoscevano i loro aggressori, la percentuale di uomini nati all'estero condannati per violenza sessuale era pari all'80%.

Il förnedringrån ha portato anche a un aumento considerevole delle richieste di porto d'armi. E mentre gli svedesi subiscono un'ondata di violenza che si fa sempre più brutale, il rapporto Hate Crimes 2018 del Consiglio nazionale svedese per la prevenzione del crimine (BRÅ) ha mostrato anche che l'antisemitismo nel paese ha registrato un aumento del 53% dal 2016 al 2018.

Per un paese come la Svezia, che è diventato sempre più secolare negli ultimi decenni, l'afflusso di musulmani da paesi devastati dalla guerra ha avuto un grande impatto sulla politica e sulla società.

E se quella Svezia che è stata ben nota per la sua atmosfera accogliente verso i rifugiati ha fatto un cambio di marcia brusco, un motivo c'è. Nel 2014, il precedente primo ministro Fredrik Reinfeldt tenne un discorso invitando gli svedesi ad aprire il proprio cuore ai rifugiati in cerca di protezione. Nel 2015 la Svezia ha ricevuto 58.802 casi di asilo per i quali al 55% è stato concesso. Poi, tutto d'un tratto l'esito positivo è stato dato solo al 23%.

E l'agenzia svedese per le migrazioni ha anche cambiato radicalmente criterio con cui di stabilisce chi è da considerare rifugiato e chi no.
 
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non comprendo dove sta il vantaggio?
 

Medvedev: “la vecchia civiltà europea si sta dissolvendo”


La vecchia civiltà europea si sta già dissolvendo sotto l’assalto degli immigrati che arrivano da tutto il mondo. E presto scomparirà del tutto, ripetendo il noto mito del ratto di Europa da parte di Zeus. Solo che oggi, il ruolo del toro sarà svolto dall’impudente America, servita dai traditori degli interessi europei come la Polonia e i Paesi baltici”, conclude Medvedev. (ANSA).
 
pugno duro qua, pugno duro la... intanto continuano ad arrivarne a migliaia... e del blocco navale, secondo gioggia fattibilissimo, ancora nulla... mah...
 
Sempre aria fritta. Non vedo nessun cambiamento. Parole vuotecome sempre. In balia degli scafisti di stato tedeschi.
 

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non comprendo dove sta il vantaggio?
Siamo già obbligati a riprenderli in base ai trattati vigenti.
 
Oggi 1200 persone arrivate a Lampedusa. Molte con barchini. Segno che a parole è molto facile.
 
quindi non si parla + di blocco navale? ora è tabü?
 
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