FaGal
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20 maggio2006
Clienti più garantiti anche se il consulente abbandona la società
La Cassazione ha obbligato le aziende a rispondere in solido se il promotore ha cambiato struttura ma il risparmiatore non è stato adeguatamente informato
Clienti più tutelati contro le truffe dei promotori finanziari. Ad ampliare le garanzie è stata la Corte di Cassazione, che in una recente sentenza (numero 8229/2006) ha chiarito che le società mandanti restano responsabili in solido con il loro consulente anche quando quest’ultimo ha cambiato rete di promotori ma il loro cliente non è stato adeguatamente informato del passaggio di società. La Suprema corte ha infatti respinto il ricorso della Sviluppo Investimenti Sim (oggi confluita in Banca Xelion) che, per irregolarità commesse da un proprio promotore, tra luglio e settembre del 1997, era stata costretta a risarcire in solido il cliente danneggiato nonostante il consulente avesse cambiato rete alla fine di luglio del 1997. La colpa della società, secondo i giudici, era stata quella di non aver provveduto ad informare il cliente della cessazione di quel rapporto, e di non aver ritirato il tesserino del promotore. Non solo. La Cassazione ha anche confermato la decisione della Corte d’appello di Milano che nel 2002 aveva dato ragione al cliente nonostante quest’ultimo avesse firmato assegni intestati direttamente al promotore (invece che alla società come previsto dalla legge) e obbligato l’azienda a restituire le somme versate all’investitore, maggiorate degli interessi del 14% che sarebbero stati goduti se il promotore avesse versato il capitale alla Sviluppo Investimenti invece di appropriarsene indebitamente.
La Suprema corte ha quindi confermato integralmente la sentenza della Corte d’Appello e la sua decisione rischia ora di costituire un fastidioso precedente per le società di promozione finanziaria, che potrebbero essere costrette a incrementare gli accantonamenti necessari per coprire eventuali irregolarità. «La sentenza rappresenta certamente un’importante tutela in più per i clienti dei promotori finanziari - commenta l’avvocato Carlo Emilio Esini, che si occupa del settore dei consulenti finanziari da diversi anni - Ma bisogna anche considerare che dall’epoca dei fatti (nel 1997, ndr) a oggi sono cambiate molte cose. È vero che non è insolito trovare consulenti truffaldini che utilizzano carta intestata delle vecchie società di appartenenza, ma è anche vero che praticamente tutte le reti di promozione finanziaria oggi inviano lettere ai clienti per informarli se il loro precedente promotore è stato sostituito. Una comunicazione che è finalizzata anche a mantenere l’investitore nel proprio portafoglio clienti».
In pratica, il consulente che subentra al vecchio promotore ha interesse ad accaparrarsi un nuovo cliente e quindi difficilmente il risparmiatore non viene informato. «Il consiglio che diamo alle società, quando si scioglie un legame, è di renderlo noto a tutti i clienti, importanti o meno che siano - aggiunge Esini - Perché anche un piccolo risparmiatore può causare consistenti perdite se decide di fare causa». La sentenza è però rivoluzionaria anche per quanto riguarda l’entità dei risarcimenti che la società è stata costretta a pagare ai clienti, che comprendono il capitale e gli interessi persi. «La decisione, in effetti, è in controtendenza rispetto ad altre recenti sentenze - conclude Esini - Ma penso che difficilmente i risarcimenti futuri potranno mantenere un livello di copertura così alto». B&F
Clienti più garantiti anche se il consulente abbandona la società
La Cassazione ha obbligato le aziende a rispondere in solido se il promotore ha cambiato struttura ma il risparmiatore non è stato adeguatamente informato
Clienti più tutelati contro le truffe dei promotori finanziari. Ad ampliare le garanzie è stata la Corte di Cassazione, che in una recente sentenza (numero 8229/2006) ha chiarito che le società mandanti restano responsabili in solido con il loro consulente anche quando quest’ultimo ha cambiato rete di promotori ma il loro cliente non è stato adeguatamente informato del passaggio di società. La Suprema corte ha infatti respinto il ricorso della Sviluppo Investimenti Sim (oggi confluita in Banca Xelion) che, per irregolarità commesse da un proprio promotore, tra luglio e settembre del 1997, era stata costretta a risarcire in solido il cliente danneggiato nonostante il consulente avesse cambiato rete alla fine di luglio del 1997. La colpa della società, secondo i giudici, era stata quella di non aver provveduto ad informare il cliente della cessazione di quel rapporto, e di non aver ritirato il tesserino del promotore. Non solo. La Cassazione ha anche confermato la decisione della Corte d’appello di Milano che nel 2002 aveva dato ragione al cliente nonostante quest’ultimo avesse firmato assegni intestati direttamente al promotore (invece che alla società come previsto dalla legge) e obbligato l’azienda a restituire le somme versate all’investitore, maggiorate degli interessi del 14% che sarebbero stati goduti se il promotore avesse versato il capitale alla Sviluppo Investimenti invece di appropriarsene indebitamente.
La Suprema corte ha quindi confermato integralmente la sentenza della Corte d’Appello e la sua decisione rischia ora di costituire un fastidioso precedente per le società di promozione finanziaria, che potrebbero essere costrette a incrementare gli accantonamenti necessari per coprire eventuali irregolarità. «La sentenza rappresenta certamente un’importante tutela in più per i clienti dei promotori finanziari - commenta l’avvocato Carlo Emilio Esini, che si occupa del settore dei consulenti finanziari da diversi anni - Ma bisogna anche considerare che dall’epoca dei fatti (nel 1997, ndr) a oggi sono cambiate molte cose. È vero che non è insolito trovare consulenti truffaldini che utilizzano carta intestata delle vecchie società di appartenenza, ma è anche vero che praticamente tutte le reti di promozione finanziaria oggi inviano lettere ai clienti per informarli se il loro precedente promotore è stato sostituito. Una comunicazione che è finalizzata anche a mantenere l’investitore nel proprio portafoglio clienti».
In pratica, il consulente che subentra al vecchio promotore ha interesse ad accaparrarsi un nuovo cliente e quindi difficilmente il risparmiatore non viene informato. «Il consiglio che diamo alle società, quando si scioglie un legame, è di renderlo noto a tutti i clienti, importanti o meno che siano - aggiunge Esini - Perché anche un piccolo risparmiatore può causare consistenti perdite se decide di fare causa». La sentenza è però rivoluzionaria anche per quanto riguarda l’entità dei risarcimenti che la società è stata costretta a pagare ai clienti, che comprendono il capitale e gli interessi persi. «La decisione, in effetti, è in controtendenza rispetto ad altre recenti sentenze - conclude Esini - Ma penso che difficilmente i risarcimenti futuri potranno mantenere un livello di copertura così alto». B&F