Come mai il Giappone ha inflazione poco più del 2% ?

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

Scusate, il tema della discussione era come mai il Giappone ha un'inflazione più bassa della nostra. Ogni volta si finisce a disquisire del debito come illusione, del sovranismo accattone che si estrinseca solamente nel chiedere più soldi a sbafo, si vuole fare intendere che basta stampare e saremmo tutti a posto, e tutte queste menate.

Ma, posto che il Giappone non ha il 2% di inflazione...potremmo chiudere il treddo? :D

OPPURE POSSIAMO CERCARE DI CAPIRE COME MAI IL GIAPPONE HA UN'INFLAZIONE PIÙ BASSA DELLA NOSTRA, VISTO CHE IL TEMA ERA QUESTO? :D

@BlackM sono almeno due giorni che gli chiedo di raccontarci come possa essere logico confrontare i tassi di inflazione di due aree monetarie in cui negli ultimi 18 mesi

- Giappone PIL ancora negativo

- €U PIL in crescita

A me diverte il confronto e credo sia molto utile che ognuno si faccia un'idea personale e libera sul grado di polemica con frasi ad effetto di alcuni utenti, che quando si arriva a tirare le somme con i numeri la buttano in caciara
 
il jappone penso che sia l'eccezione che conferma la regola...
 
@BlackM sono almeno due giorni che gli chiedo di raccontarci come possa essere logico confrontare i tassi di inflazione di due aree monetarie in cui negli ultimi 18 mesi

...

I dati sull'inflazione possono essere logicamente confrontati per ogni paese.
Se poi uno volesse tentare di spiegare i differenziali può ricorrere a vari fattori, dai tassi di crescita a altri.
 
Scusate, il tema della discussione era come mai il Giappone ha un'inflazione più bassa della nostra. Ogni volta si finisce a disquisire del debito come illusione, del sovranismo accattone che si estrinseca solamente nel chiedere più soldi a sbafo, si vuole fare intendere che basta stampare e saremmo tutti a posto, e tutte queste menate.

Ma, posto che il Giappone non ha il 2% di inflazione...potremmo chiudere il treddo? :D

OPPURE POSSIAMO CERCARE DI CAPIRE COME MAI IL GIAPPONE HA UN'INFLAZIONE PIÙ BASSA DELLA NOSTRA, VISTO CHE IL TEMA ERA QUESTO? :D

Hai ragione, infatti ho invitato il tuo amico a spostare la discussione che qui è ot, sul 3d del tltro.

https://www.finanzaonline.com/forum...-alla-bce-ma-non-ci-pagavano-le-pensioni.html

Se vuoi puoi spostare li il botta e risposta che abbiamo avuto.
 
Io non ho ancora capito chi ha detto che il TLTRO avrebbe pagato le pensioni :wtf:
 
USA e UE hanno inflazione alta

perche' per la crisi dei sub prime e del COVID, le banche centrali han stampato molto senza creare inflazione a lungo,

ma alla fine e' saltata fuori,complice anche la speculazione ed il blocco della catena dei rifornimenti, in primis del gas russo che influisce sul prezzo dell'elettricita

Il Giappone e' piuttosto autonomo, sobrio e poco influenzabile dall' esterno
 
Non é che ne capisco molto, ma per quello che ne capisco il TLTRO sono prestiti agevolati della BCE alle banche perché mettano liquidità nell'economia, le banche hanno preso i soldi e oltre a prestare ad aziende hanno prestato anche allo stato comprando titoli del debito pubblico (molto probabilmente quello era la vera intenzione della BCE che direttamente non può finanziare gli stati), con quel debito lo stato ha finanziato le sue spese compreso anche le pensioni, che i soli contributi in entrata non bastano di sicuro, quindi mi pare corretto dire che il TLTRO "indirettamente" ha finanziato anche le pensioni, in assenza di TLTRO lo stato si sarebbe comunque finanziato, anche per pagare le pensioni, ma a tassi maggiori.
 
Non é che ne capisco molto, ma per quello che ne capisco il TLTRO sono prestiti agevolati della BCE alle banche perché mettano liquidità nell'economia, le banche hanno preso i soldi e oltre a prestare ad aziende hanno prestato anche allo stato comprando titoli del debito pubblico (molto probabilmente quello era la vera intenzione della BCE che direttamente non può finanziare gli stati), con quel debito lo stato ha finanziato le sue spese compreso anche le pensioni, che i soli contributi in entrata non bastano di sicuro, quindi mi pare corretto dire che il TLTRO "indirettamente" ha finanziato anche le pensioni, in assenza di TLTRO lo stato si sarebbe comunque finanziato, anche per pagare le pensioni, ma a tassi maggiori.

grazie di cuore, hai il dono della sintesi e il merito dell'onestà intellettuale
 
I dati sull'inflazione possono essere logicamente confrontati per ogni paese.
Se poi uno volesse tentare di spiegare i differenziali può ricorrere a vari fattori, dai tassi di crescita a altri.

infatti nella prima risposta su questo thread, oltre al differenziale sulla crescita ho citato le politiche energetiche del Giappone che si è ben guardato da affidarsi per l'80% del fabbisogno nazionale ad un solo fornitore, come invece i abbiamo fatto noi

poi del "senno di poi son piene le fosse"

finché il bindolo ha girato ci è andata anche bene con Shroeder a tamponare l'imperialismo ex-sovietico dalla poltrona di Gazprom
 
Io non ho ancora capito chi ha detto che il TLTRO avrebbe pagato le pensioni :wtf:

Post dal #142 in poi. Questo 3d. Il custode dice che il tltro, un prestito, ci paga le pensioni. Almeno abbi la correttezza morale di interloquire con lui. Buona notte
 
La classe dominante italiana è quella che fece emigrare milioni e milioni di dispersati, creà il fascismo e fece il colpo di stato nel 92.
I partigiani li calmarono un poco per un paio di decenni, poi sono tornati in voga.
L'unica politica che praticano sono salari africani e guerra al rdc.
 
Bank of Japan conferma tassi negativi: come uscirne? Yen KO con ultimo atto 2023 - FinanzaOnline
Ultimo atto del 2023 della Bank of Japan: la banca centrale del Giappone guidata dal governatore Kazuo Ueda ha confermato oggi la sua politica monetaria estremamente accomodante, imperniata sui tassi negativi e sul controllo della curva dei rendimenti (YCC).

Ancora nessuna grande svolta della BoJ di Ueda sui tassi, dunque, che anche in questo 2023 sono rimasti inchiodati in Giappone a un valore al di sotto dello zero (-0,1%), a fronte di una Fed di Jerome Powell e di una Bce di Christine Lagarde che hanno continuato invece imperterriti ad annunciare nuove e ulteriori strette monetarie, dopo quelle del 2022, almeno fino a qualche mese fa.

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Indice
  1. Fine tassi negativi in Giappone? La Bank of Japan conferma anche oggi status quo
  2. Ueda e il rebus su come dire addio all’era dei tassi sotto lo zero

Fine tassi negativi in Giappone? La Bank of Japan conferma anche oggi status quo​

In teoria, il percorso di normalizzazione della politica monetaria dovrebbe essere ormai tracciato anche in Giappone, dove si attende da parecchio l’annuncio della fine dell’era dei tassi negativi, di cui Ueda, di fatto, oggi ha parlato, ma non al punto da impedire alla borsa di Tokyo di segnare un corposo rialzo, forte del regalo di Natale ricevuto con la conferma dello status quo.

L’indice Nikkei 225 dell’azionario giapponese è stato assistito dall’ennesima flessione dello yen, scattata dopo che la Bank of Japan ha posticipato di nuovo la grande mossa sui tassi.

Oggi, martedì 19 dicembre 2023, la Bank of Japan ha annunciato la decisione, presa all’unanimità, di lasciare i tassi di riferimento del Giappone invariati al -0,1%.

Confermata anche la politica del controllo della curva dei rendimenti (YCC), a cui la banca centrale aveva apportato una importante modifica alla fine di luglio, quando aveva alzato all’1% il limite superiore della forchetta di oscillazione dei rendimenti dei titoli di stato giapponesi tollerata.

Con una politica di controllo della curva dei rendimenti definita “ più flessibile “, la BoJ aveva fatto un passo hawkish, andando oltre quei paletti rigidamente fissati della banda precedente di oscillazione dei tassi tollerata, compresa tra il -0,50% e il +0,50%. Banda che era stata a sua volta ampliata rispetto a quella precedente, nel giorno del bis dello shock di Natale, praticamente un anno fa, con l’annuncio a sorpresa arrivato dal predecessore di Kazuo Ueda, l’ex governatore Haruhiko Kuroda.

Piccoli passi hawkish,
dunque, che in questi ultimi mesi e in questo ultimo anno hanno portato economisti, strategist e mercati a scommettere sulla fine imminente della politica dei tassi negativi in Giappone.

Ma “l’incertezza sull’outlook è estremamente elevata e dobbiamo assistere ancora a una inflazione che sia sostenibile e che raggiunga il nostro target in modo stabile”, ha avvertito oggi il governatore Kazuo Ueda, nel corso della conferenza stampa indetta per commentare la decisione della BoJ di confermare, di nuovo, la politica dei tassi negativi.

Ueda e il rebus su come dire addio all’era dei tassi sotto lo zero​

Ueda ha frenato così i falchi, aggiungendo che “è difficile al momento illustrare con un alto grado di certezza il modo in cui potremmo uscire (dalla politica ultra-accomodante)”. Una uscita che avrebbe tra l’altro effetti negativi, così come è stato fatto notare neanche tanti mesi fa, anche sui BTP e sull’euro.

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Giappone, Bce: grande minaccia per BTP ed euro


L’effetto dell’annuncio della Bank of Japan di oggi è stato il crollo dello yen. La valuta giapponese continua ad affondare nei confronti del dollaro e dell’euro.

Il rapporto dollaro-yen è in rialzo di oltre l’1,44% a JPY 144,89, mentre il rapporto euro-yen balza di oltre l’1,5% a quota JPY 158,28.



Il governatore della Bank of Japan Kazuo Ueda non ha avallato insomma le speculazioni dei mercati che, nelle ultime settimane, hanno scommesso sulla fine dell’era dei tassi negativi in Giappone già nel mese di aprile del 2024, stando a quanto emerso dai risultati di un recente sondaggio lanciato da Bloomberg.

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Le scommesse hawkish dei mercati sono state affossate anche dal fatto che la BoJ non ha apportato oggi alcuna modifica alla forward guidance, che rimane di conseguenza dovish.

Ueda ha fatto notare inoltre che, sebbene l’impressione è che “i prezzi e i salari si stiano muovendo nella giusta direzione, visto che sia dai sindacati che dalle grandi imprese si segnala la prospettiva di un aumento dei salari sostenuto nel corso del 2024, le condizioni macroeconomiche rimangono incerte”.

“La possibilità che l’inflazione acceleri verso il nostro target sta aumentando in modo graduale – ha detto Ueda – Ma dobbiamo ancora accertarci se si manifesterà un ciclo positivo tra salari e inflazione”.

“Ovviamente – ha continuato il governatore della Bank of Japan – considero sempre diversi scenari riguardo al modo in cui potremmo modificare la nostra politica (monetaria), nel momento in cui dovessero avverarsi alcune condizioni”.

“Ma – per l’appunto – l’incertezza sull’outlook è estremamente elevata”.

Nessuno scampo dunque per lo yen.

Ottima invece la reazione della borsa di Tokyo, che ha chiuso la sessione odierna mettendo a segno un solido rialzo, e scattando al record delle ultime due settimane.

I rendimenti dei titoli di stato giapponesi sono scesi invece allo 0,622%.
 
Bank of Japan conferma tassi negativi: come uscirne? Yen KO con ultimo atto 2023 - FinanzaOnline
Ultimo atto del 2023 della Bank of Japan: la banca centrale del Giappone guidata dal governatore Kazuo Ueda ha confermato oggi la sua politica monetaria estremamente accomodante, imperniata sui tassi negativi e sul controllo della curva dei rendimenti (YCC).

Ancora nessuna grande svolta della BoJ di Ueda sui tassi, dunque, che anche in questo 2023 sono rimasti inchiodati in Giappone a un valore al di sotto dello zero (-0,1%), a fronte di una Fed di Jerome Powell e di una Bce di Christine Lagarde che hanno continuato invece imperterriti ad annunciare nuove e ulteriori strette monetarie, dopo quelle del 2022, almeno fino a qualche mese fa.

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  1. Fine tassi negativi in Giappone? La Bank of Japan conferma anche oggi status quo
  2. Ueda e il rebus su come dire addio all’era dei tassi sotto lo zero

Fine tassi negativi in Giappone? La Bank of Japan conferma anche oggi status quo​

In teoria, il percorso di normalizzazione della politica monetaria dovrebbe essere ormai tracciato anche in Giappone, dove si attende da parecchio l’annuncio della fine dell’era dei tassi negativi, di cui Ueda, di fatto, oggi ha parlato, ma non al punto da impedire alla borsa di Tokyo di segnare un corposo rialzo, forte del regalo di Natale ricevuto con la conferma dello status quo.

L’indice Nikkei 225 dell’azionario giapponese è stato assistito dall’ennesima flessione dello yen, scattata dopo che la Bank of Japan ha posticipato di nuovo la grande mossa sui tassi.

Oggi, martedì 19 dicembre 2023, la Bank of Japan ha annunciato la decisione, presa all’unanimità, di lasciare i tassi di riferimento del Giappone invariati al -0,1%.

Confermata anche la politica del controllo della curva dei rendimenti (YCC), a cui la banca centrale aveva apportato una importante modifica alla fine di luglio, quando aveva alzato all’1% il limite superiore della forchetta di oscillazione dei rendimenti dei titoli di stato giapponesi tollerata.

Con una politica di controllo della curva dei rendimenti definita “più flessibile“, la BoJ aveva fatto un passo hawkish, andando oltre quei paletti rigidamente fissati della banda precedente di oscillazione dei tassi tollerata, compresa tra il -0,50% e il +0,50%. Banda che era stata a sua volta ampliata rispetto a quella precedente, nel giorno del bis dello shock di Natale, praticamente un anno fa, con l’annuncio a sorpresa arrivato dal predecessore di Kazuo Ueda, l’ex governatore Haruhiko Kuroda.

Piccoli passi hawkish,
dunque, che in questi ultimi mesi e in questo ultimo anno hanno portato economisti, strategist e mercati a scommettere sulla fine imminente della politica dei tassi negativi in Giappone.

Ma “l’incertezza sull’outlook è estremamente elevata e dobbiamo assistere ancora a una inflazione che sia sostenibile e che raggiunga il nostro target in modo stabile”, ha avvertito oggi il governatore Kazuo Ueda, nel corso della conferenza stampa indetta per commentare la decisione della BoJ di confermare, di nuovo, la politica dei tassi negativi.

Ueda e il rebus su come dire addio all’era dei tassi sotto lo zero​

Ueda ha frenato così i falchi, aggiungendo che “è difficile al momento illustrare con un alto grado di certezza il modo in cui potremmo uscire (dalla politica ultra-accomodante)”. Una uscita che avrebbe tra l’altro effetti negativi, così come è stato fatto notare neanche tanti mesi fa, anche sui BTP e sull’euro.

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L’effetto dell’annuncio della Bank of Japan di oggi è stato il crollo dello yen. La valuta giapponese continua ad affondare nei confronti del dollaro e dell’euro.

Il rapporto dollaro-yen è in rialzo di oltre l’1,44% a JPY 144,89, mentre il rapporto euro-yen balza di oltre l’1,5% a quota JPY 158,28.



Il governatore della Bank of Japan Kazuo Ueda non ha avallato insomma le speculazioni dei mercati che, nelle ultime settimane, hanno scommesso sulla fine dell’era dei tassi negativi in Giappone già nel mese di aprile del 2024, stando a quanto emerso dai risultati di un recente sondaggio lanciato da Bloomberg.

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Le scommesse hawkish dei mercati sono state affossate anche dal fatto che la BoJ non ha apportato oggi alcuna modifica alla forward guidance, che rimane di conseguenza dovish.

Ueda ha fatto notare inoltre che, sebbene l’impressione è che “i prezzi e i salari si stiano muovendo nella giusta direzione, visto che sia dai sindacati che dalle grandi imprese si segnala la prospettiva di un aumento dei salari sostenuto nel corso del 2024, le condizioni macroeconomiche rimangono incerte”.

“La possibilità che l’inflazione acceleri verso il nostro target sta aumentando in modo graduale – ha detto Ueda – Ma dobbiamo ancora accertarci se si manifesterà un ciclo positivo tra salari e inflazione”.

“Ovviamente – ha continuato il governatore della Bank of Japan – considero sempre diversi scenari riguardo al modo in cui potremmo modificare la nostra politica (monetaria), nel momento in cui dovessero avverarsi alcune condizioni”.

“Ma – per l’appunto – l’incertezza sull’outlook è estremamente elevata”.

Nessuno scampo dunque per lo yen.

Ottima invece la reazione della borsa di Tokyo, che ha chiuso la sessione odierna mettendo a segno un solido rialzo, e scattando al record delle ultime due settimane.

I rendimenti dei titoli di stato giapponesi sono scesi invece allo 0,622%.
produttività ferma... sono un sistema castale che si autoalimenta. Purtroppo arriveremo probabilmente lì anche noi.
 
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