A tal proposito condivido l'approccio che ho intenzione di seguire da qui a poco. Non sono del mestiere, è circa un annetto che sto mettendoci la testa e nel frattempo ho messo via un gruzzoletto da investire quando mi sarei sentito pronto.
Questa cosa dell'interesse semplice, della funzione tir, dell'interesse composto ha mandato fuori di testa anche me a dire il vero. In ogni caso, premetto che il mio obiettivo non è far crescere i soldi dal nulla, semplicemente mettere via i risparmi e proteggerli dall'inflazione. Stop, nè più ne meno. Detto ciò, non mi interessa che adesso l'inflazione sia al 10%, al 20% e chissà cosa. Quello che conta è che in media è stata effettivamente del 2% sul medio periodo (come doveva essere), mi aspetto che questo sia il benchmark che devo pormi anche per il futuro.
Per quanto mi riguarda ho deciso di scegliere i titoli guardando ai soli flussi di cassa. In pratica faccio la somma delle entrate e delle uscite e se, dato l'investimento iniziale, la durata e il surplus portato a casa, con la formula inversa ottengo un rendimento composto (netto) almeno pari al 2%, per me è ok.
In pratica assumo che se per qualche motivo non dovessi reinvestire le cedole, in ogni caso quei 1000 euro sono stati protetti da un'inflazione al 2% per X anni.
Se poi le cedole le reinvesto con lo stesso metodo, il rendimento netto totale aumenterà, di quanto dipenderà in quale prodotto verrà scelto successivamente. Ma in ogni caso l'obiettivo l'avrò raggiunto.
A piccoli tagli, suddividendo per emittenti (Italia, Romania, Grecia, Ungheria, Polonia e sovranazionali, pensavo) in pratica suddivido il rischio.
Ha senso un approccio di questo tipo? Qualcosa mi sfugge o non lo sto considerando secondo voi?
Grazie.