FaGal
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7 febbraio 2004
Vento di riscossa per le polizze lontane dai crac
Un’incisiva azione di contenimento dei costi ha restituito il colore nero ai saldi tecnici
Il 2004 sarà l’anno delle assicurazioni. Le compagnie hanno ricominciato a macinare profitti lasciandosi alle spalle un 2002 disastroso e sui conti del settore torna il sereno. Anche grazie agli effetti delle drastiche politiche di miglioramento delle gestioni tecniche poste in essere dalle compagnie per assicurarsi profittabilità indipendentemente dall’andamento delle Borse. Al risultato hanno però concorso anche fattori esterni. A cominciare dalla ritrovata redditività dell’Rc auto, conseguenza diretta degli aumenti tariffari e soprattutto del drastico calo dei sinistri dopo l’introduzione della patente a punti, fino al business delle polizze Vita tornato in grande spolvero in vista della riforma della previdenza. Ma ad accelerare la ripresa delle assicurazioni hanno sicuramente contribuito i grandi crac dell’ultimo anno. Se il caso Cirio ha introdotto il problema, non v’è dubbio che il terremoto di Collecchio ha scosso fin nelle fondamenta la fiducia verso il sistema bancario; sicchè l’attenzione degli investitori si è spostata sull’isola meno affaticata delle assicurazioni. Il settore è infatti rimasto indenne dagli effetti del crac Parmalat, come ha sottolineato di recente il presidente dell’Isvap, Giancarlo Giannini. «Gli investimenti in attivi direttamente o indirettamente riconducibili alla Parmalat - ha precisato - al 31 dicembre 2003 erano pari a 125 milioni, lo 0,05% del totale degli investimenti complessivi del settore».
A guidare la classifica dei rialzi messi a segno in Borsa negli ultimi dodici mesi è certamente la Milano Assicurazioni (più 88,3%) seguita dalla controllante Fondiaria-Sai (più 85,4%). Per Ras il guadagno è stato del 34,3%, spinta soprattutto dalle prospettive positive della raccolta nel ramo Vita e dall’acquissto di Bnl Investimenti che ha messo il turbo alla compagnia. Significativo anche il rally di Alleanza, che nello stesso periodo ha guadagnato il 28,5% superando la soglia di 9 euro; e quello della controllante Generali, che ha portato a casa un rialzo dell’8,64 per cento. Gran balzo anche per Ergo Previdenza (più 81,2%) e per Mediolanum (più 29,3%): a esse fa da contrappeso Unipol, che ha lasciato sul campo il 6,5% a causa della politica espansiva che tarda a produrre frutti tangibili. A trascinare verso l’alto le azioni assicurative non è stato però solo la crisi delle banche. L’Isvap ha infatti calcolato che nel primo semestre del 2003 le imprese assicurative hanno realizzato un utile netto complessivo di 2,1 miliardi, il 10,8% in più rispetto allo stesso periodo del 2002 (1,9 miliardi), con un netto miglioramento sia del Vita (1,2 miliardi contro 576 milioni) sia del ramo Danni (1,1 miliardi contro 683 milioni). L’obiettivo adesso è confermare la buona performance tecnica, attraverso uno stretto controllo dei costi, per tenere accesi i riflettori della Borsa anche quando i bancari torneranno sulla cresta dell’onda.
http://www.assinews.it/rassegna/articoli/bf070204as2.html
febbraio 2004
Ribolle il pentolone dei riassetti
In casa SanPaolo Imi sta per nascere il secondo polo vita in Italia. Lavori in corso anche nel gruppo Capitalia, mentre in FonSai si va a caccia di canali bancari
L’ultimo caso di riorganizzazione nel settore vita sta avvenendo in casa Sanpaolo Imi. La banca torinese sta studiando infatti l’ipotesi di concentrare in un’unica realtà le controllate che operano nel settore, e cioè San Paolo Vita, l’irlandese Sanpaolo life, Fideuram vita e Noricum, la piccola compagnia rilevata da Cardine. I lavori sono ancora in corso e i dettagli saranno definiti nei prossimi giorni, ma se i progetti andranno in porto la nuova realtà si collocherà al secondo posto tra le compagnie assicurative vita in Italia, forte di una raccolta che nel 2002 ha superato quota 8 miliardi di euro.
Un fatto, comunque, è certo: il caso Sanpaolo Imi non rappresenterà un fenomeno isolato di ristrutturazione nel ramo Vita in Italia. Nel settembre scorso è partita infatti la riorganizzazione all’interno del gruppo Capitalia, mentre a luglio era stata la volta di FonSai che aveva ridefinito l’assetto organizzativo dopo la fusione. Più nel dettaglio, il 19 settembre è partito il nuovo polo assicurativo di Capitalia. Il consiglio di amministrazione di Romavita e quello di Cisalpina previdenza hanno infatti approvato la fusione tra le due compagnie per incorporazione della prima nella seconda e la nuova società è stata battezzata Fineco vita. La nuova realtà, considerando la raccolta realizzata nel 2002 dalle sue strutture, conta su premi complessivi per 2,4 miliardi e riserve tecniche per 9,7 miliardi. La gran parte dell’attività proviene però da Roma vita che, che prima della fusione, aveva una quota di mercato del 3,21% (con una raccolta premi di 2,39), mentre Cisalpina ha una penetrazione dell’1,10% con una raccolta premi di 612 milioni. L’obiettivo della banca capitolina è ora di ridurre i costi grazie all’unificazione delle masse.
E in casa FonSai? Lo sviluppo nel ramo Vita è tra le priorità del gruppo che vanta una forte presenza nel comparto danni. Del resto i vertici del gruppo non hanno fatto mistero della volontà di crescere anche grazie ad accordi bancari. Intanto Maa vita è entrata a luglio in Milano assicurazioni.
http://www.assinews.it/rassegna/articoli/bf070204as3.html
7 febbraio 2004
Doppia blindatura per Generali in assemblea
Con la conferma dei vertici il Leone lascia alle spalle le incertezze. Boom nel Vita per la controllata Alleanza
«Antoine Bernheim sarà ancora presidente delle Generali nel 2005. Il mandato sarà rinnovato». Il sigillo alla riconferma del presidente di Generali è arrivato martedì 3 febbraio da Tarak Ben Ammar, il finanziere franco-tunisino azionista di Mediobanca. Il Leone può dunque presentarsi al consiglio del 16 marzo e soprattutto all’assemblea dei soci fissata per il 24 aprile con una pace blindata (prima dalle banche azioniste Capitalia, Unicredito, Intesa; ora anche dai soci francesi) sul rinnovo dei vertici. Sul fronte dei conti, dopo la perdita di 754 milioni registrata nel 2002, il 2003 dovrebbe chiudersi con un utile netto di 948 milioni e l’obiettivo di raggiungere quota 1,33 miliardi nel corso di quest’anno. L’amministratore delegato Giovanni Perissinotto ha confermato i target: 503 milioni di nuova produzione nel 2003 e 660 milioni nel 2005. Dalla prima metà del 2002 alla prima metà del 2003 l’embedded value è aumentato del 3,5% passando da 20,7 a 21,4 miliardi. E grazie anche al boom del ramo Vita gli analisti si attendono per il 2004 un incremento del 26% della nuova produzione e del 20% degli utili di ramo. Anche il titolo ha ripreso quota, aiutato fra l’altro dalla definitiva chiusura dell’operazione con la quale Unicredito uscirà dal capitale. Operazione che ha tolto un elemento di incertezza in vista dei prossimi appuntamenti societari. A sorprendere il mercato è stata però soprattutto la controllata Alleanza, che dal primo gennaio 2003 ha guadagnato in Borsa il 28,5 per cento. E la crescita continua grazie ad alcuni jolly: la rotazione dei gestori dai bancari agli assicurativi, gli ambiziosi target sulla raccolta dei premi annui, l’aumento altrettanto rilevante della raccolta di Intesa Vita. Ma anche le aspettative di un maxidividendo e di operazioni straordinarie con la controllante Generali. La compagnia guidata da Sandro Salvati conta comunque di chiudere il 2003 con una raccolta premi di nuova produzione pari a 4,4 miliardi (compresa la raccolta Intesa Vita), in crescita del 120% rispetto al 2002. La raccolta complessiva ha superato 6,6 miliardi (+57%).
http://www.assinews.it/rassegna/articoli/bf070204as5.html
febbraio 2004
Fondiaria-Sai raccoglie i frutti della ristrutturazione e conquista il mercato
A soli dodici mesi dalla svolta targata Ligresti, per Fondiaria-Sai è finita la fase del risanamento ed è arrivata l’ora del rilancio. Il terzo gruppo assicurativo italiano (numero uno nel ramo Danni con il 19% del mercato) guidato da Jonella Ligresti e Fausto Marchionni comincia a raccogliere i frutti della ristrutturazione e del piano industriale conquistando anche Piazza Affari: in un anno il titolo ha messo a segno un balzo dell’85,4% con una plusvalenza di tutto rispetto per Premafin, la cassaforte della famiglia Ligresti. Gli analisti ritengono che la società debba ancora beneficiare in pieno delle sinergie derivanti dalla fusione delle due compagnie, Fondiaria e Sai. L’ultimo upgrade è arrivato dagli esperti di Ubs che hanno di nuovo iniziato a «coprire» la società assicurativa, emettendo un rating di buy e indicando un target di prezzo a 24 euro. Giovedì 5 gennaio l’ad Marchionni ha confermato i target di redditività e crescita del piano industriale 2003-2006 con un boom nel Vita dove il progresso sarà più rapido. La stima per il 2003 è di un aumento del 20% a 2,4 miliardi (2,1 la previsione contenuta nel piano industriale presentato nell’aprile scorso). I premi emessi dal gruppo sono stimati per il 2003 a 9,2 miliardi (8,6 miliardi nel 2002) su una base di 8 milioni di clienti. Per il 2003 nei danni è previsto un aumento del 4,3% del lavoro diretto a 6,8 miliardi e un combined ratio del 94,2 per cento. La compagnia resta leader in Italia nel business assicurativo dei danni e verrà sicuramente favorita dall’effetto della patente a punti, con l’attesa di una minore incidenza dei sinistri.
http://www.assinews.it/rassegna/articoli/bf070204as6.html
7 febbraio 2004
Ras centra i target e mette il turbo
sulle stime 2006
Ras scommette sul boom del ramo Vita facendo leva sulla qualità dei consulenti e sulla strategia multicanale per aumentare la quota di mercato. I risultati del 2003 lo dimostrano: la compagnia guidata da Mario Greco chiuderà l’esercizio con una crescita del 10% (a 16,57 miliardi di euro) dei premi consolidati lordi e un aumento del 24% dei premi Vita di nuova produzione a 5,893 miliardi. E per il 2006 è stata confermata la previsione di un utile netto di 820 milioni, contro una stima iniziale fatta solo lo scorso anno di 520-550 milioni, con un Roe al 16,5% (13% lo scorso anno). La raccolta premi nel ramo Vita si attesterà, sempre al 2006, a 11,2 miliardi (più 34% rispetto al 2002), mentre quella del ramo Danni raggiungerà gli 8,1 miliardi (+21%). «Quello del Vita - spiega il direttore pianificazione strategica di Ras, Claudia Motta - non è un mercato facile perchè si sposta verso un segmento di prodotto a basso valore. Negli ultimi due anni la crescita è stata trainata dal boom delle polizze Index Linked, caratterizzate da un valore temporale breve e da un basso livello di servizio e quindi con margini ridotti per reti e compagnie. Una tendenza che è stata supportata dalla volatilità dei mercati ma che ha disorientato sia il cliente sia il distributore di polizze. Ma lo scenario sta cambiando. La riforma del sistema previdenziale sta avendo un impatto positivo e lo stesso crac Parmalat ha cambiato le prospettive: «È mutata la percezione del rischio, è aumentato l’appeal dei prodotti garantiti ed è stato valorizzato il ruolo dei promotori finanziari indipendenti». La strada scelta da Ras nel Vita è creare prodotti assicurativi specifici, costruiti attorno al cliente. «Una sorta di kit previdenziale per un’utenza che dopo il calo di fiducia è sempre più competente e attenta agli acquisti che compie», aggiunge Alessandro Scarfò, direttore di Vita e Previdenza. «Senza dimenticare che la sfida si giocherà sul mantenere alta la profittabilità del business. Per raggiungere l’obiettivo - prosegue Scarfò - Ras ha messo in campo anche una crescita aggressiva sul fronte dei promotori per creare una sorta di fidelizzazione con il cliente». Crescere nel Vita per Ras non significherà abbandonare lo sviluppo nei Danni: il combined ratio del ramo nel 2003 è migliorato, scendendo al 99,2% per l’Italia dal 103,2% del 2002. La stima per il 2006 è di un rapporto totale, sempre relativo all’Italia, del 96,2 per cento.
http://www.assinews.it/rassegna/articoli/bf070204as7.html
Vento di riscossa per le polizze lontane dai crac
Un’incisiva azione di contenimento dei costi ha restituito il colore nero ai saldi tecnici
Il 2004 sarà l’anno delle assicurazioni. Le compagnie hanno ricominciato a macinare profitti lasciandosi alle spalle un 2002 disastroso e sui conti del settore torna il sereno. Anche grazie agli effetti delle drastiche politiche di miglioramento delle gestioni tecniche poste in essere dalle compagnie per assicurarsi profittabilità indipendentemente dall’andamento delle Borse. Al risultato hanno però concorso anche fattori esterni. A cominciare dalla ritrovata redditività dell’Rc auto, conseguenza diretta degli aumenti tariffari e soprattutto del drastico calo dei sinistri dopo l’introduzione della patente a punti, fino al business delle polizze Vita tornato in grande spolvero in vista della riforma della previdenza. Ma ad accelerare la ripresa delle assicurazioni hanno sicuramente contribuito i grandi crac dell’ultimo anno. Se il caso Cirio ha introdotto il problema, non v’è dubbio che il terremoto di Collecchio ha scosso fin nelle fondamenta la fiducia verso il sistema bancario; sicchè l’attenzione degli investitori si è spostata sull’isola meno affaticata delle assicurazioni. Il settore è infatti rimasto indenne dagli effetti del crac Parmalat, come ha sottolineato di recente il presidente dell’Isvap, Giancarlo Giannini. «Gli investimenti in attivi direttamente o indirettamente riconducibili alla Parmalat - ha precisato - al 31 dicembre 2003 erano pari a 125 milioni, lo 0,05% del totale degli investimenti complessivi del settore».
A guidare la classifica dei rialzi messi a segno in Borsa negli ultimi dodici mesi è certamente la Milano Assicurazioni (più 88,3%) seguita dalla controllante Fondiaria-Sai (più 85,4%). Per Ras il guadagno è stato del 34,3%, spinta soprattutto dalle prospettive positive della raccolta nel ramo Vita e dall’acquissto di Bnl Investimenti che ha messo il turbo alla compagnia. Significativo anche il rally di Alleanza, che nello stesso periodo ha guadagnato il 28,5% superando la soglia di 9 euro; e quello della controllante Generali, che ha portato a casa un rialzo dell’8,64 per cento. Gran balzo anche per Ergo Previdenza (più 81,2%) e per Mediolanum (più 29,3%): a esse fa da contrappeso Unipol, che ha lasciato sul campo il 6,5% a causa della politica espansiva che tarda a produrre frutti tangibili. A trascinare verso l’alto le azioni assicurative non è stato però solo la crisi delle banche. L’Isvap ha infatti calcolato che nel primo semestre del 2003 le imprese assicurative hanno realizzato un utile netto complessivo di 2,1 miliardi, il 10,8% in più rispetto allo stesso periodo del 2002 (1,9 miliardi), con un netto miglioramento sia del Vita (1,2 miliardi contro 576 milioni) sia del ramo Danni (1,1 miliardi contro 683 milioni). L’obiettivo adesso è confermare la buona performance tecnica, attraverso uno stretto controllo dei costi, per tenere accesi i riflettori della Borsa anche quando i bancari torneranno sulla cresta dell’onda.
http://www.assinews.it/rassegna/articoli/bf070204as2.html
febbraio 2004
Ribolle il pentolone dei riassetti
In casa SanPaolo Imi sta per nascere il secondo polo vita in Italia. Lavori in corso anche nel gruppo Capitalia, mentre in FonSai si va a caccia di canali bancari
L’ultimo caso di riorganizzazione nel settore vita sta avvenendo in casa Sanpaolo Imi. La banca torinese sta studiando infatti l’ipotesi di concentrare in un’unica realtà le controllate che operano nel settore, e cioè San Paolo Vita, l’irlandese Sanpaolo life, Fideuram vita e Noricum, la piccola compagnia rilevata da Cardine. I lavori sono ancora in corso e i dettagli saranno definiti nei prossimi giorni, ma se i progetti andranno in porto la nuova realtà si collocherà al secondo posto tra le compagnie assicurative vita in Italia, forte di una raccolta che nel 2002 ha superato quota 8 miliardi di euro.
Un fatto, comunque, è certo: il caso Sanpaolo Imi non rappresenterà un fenomeno isolato di ristrutturazione nel ramo Vita in Italia. Nel settembre scorso è partita infatti la riorganizzazione all’interno del gruppo Capitalia, mentre a luglio era stata la volta di FonSai che aveva ridefinito l’assetto organizzativo dopo la fusione. Più nel dettaglio, il 19 settembre è partito il nuovo polo assicurativo di Capitalia. Il consiglio di amministrazione di Romavita e quello di Cisalpina previdenza hanno infatti approvato la fusione tra le due compagnie per incorporazione della prima nella seconda e la nuova società è stata battezzata Fineco vita. La nuova realtà, considerando la raccolta realizzata nel 2002 dalle sue strutture, conta su premi complessivi per 2,4 miliardi e riserve tecniche per 9,7 miliardi. La gran parte dell’attività proviene però da Roma vita che, che prima della fusione, aveva una quota di mercato del 3,21% (con una raccolta premi di 2,39), mentre Cisalpina ha una penetrazione dell’1,10% con una raccolta premi di 612 milioni. L’obiettivo della banca capitolina è ora di ridurre i costi grazie all’unificazione delle masse.
E in casa FonSai? Lo sviluppo nel ramo Vita è tra le priorità del gruppo che vanta una forte presenza nel comparto danni. Del resto i vertici del gruppo non hanno fatto mistero della volontà di crescere anche grazie ad accordi bancari. Intanto Maa vita è entrata a luglio in Milano assicurazioni.
http://www.assinews.it/rassegna/articoli/bf070204as3.html
7 febbraio 2004
Doppia blindatura per Generali in assemblea
Con la conferma dei vertici il Leone lascia alle spalle le incertezze. Boom nel Vita per la controllata Alleanza
«Antoine Bernheim sarà ancora presidente delle Generali nel 2005. Il mandato sarà rinnovato». Il sigillo alla riconferma del presidente di Generali è arrivato martedì 3 febbraio da Tarak Ben Ammar, il finanziere franco-tunisino azionista di Mediobanca. Il Leone può dunque presentarsi al consiglio del 16 marzo e soprattutto all’assemblea dei soci fissata per il 24 aprile con una pace blindata (prima dalle banche azioniste Capitalia, Unicredito, Intesa; ora anche dai soci francesi) sul rinnovo dei vertici. Sul fronte dei conti, dopo la perdita di 754 milioni registrata nel 2002, il 2003 dovrebbe chiudersi con un utile netto di 948 milioni e l’obiettivo di raggiungere quota 1,33 miliardi nel corso di quest’anno. L’amministratore delegato Giovanni Perissinotto ha confermato i target: 503 milioni di nuova produzione nel 2003 e 660 milioni nel 2005. Dalla prima metà del 2002 alla prima metà del 2003 l’embedded value è aumentato del 3,5% passando da 20,7 a 21,4 miliardi. E grazie anche al boom del ramo Vita gli analisti si attendono per il 2004 un incremento del 26% della nuova produzione e del 20% degli utili di ramo. Anche il titolo ha ripreso quota, aiutato fra l’altro dalla definitiva chiusura dell’operazione con la quale Unicredito uscirà dal capitale. Operazione che ha tolto un elemento di incertezza in vista dei prossimi appuntamenti societari. A sorprendere il mercato è stata però soprattutto la controllata Alleanza, che dal primo gennaio 2003 ha guadagnato in Borsa il 28,5 per cento. E la crescita continua grazie ad alcuni jolly: la rotazione dei gestori dai bancari agli assicurativi, gli ambiziosi target sulla raccolta dei premi annui, l’aumento altrettanto rilevante della raccolta di Intesa Vita. Ma anche le aspettative di un maxidividendo e di operazioni straordinarie con la controllante Generali. La compagnia guidata da Sandro Salvati conta comunque di chiudere il 2003 con una raccolta premi di nuova produzione pari a 4,4 miliardi (compresa la raccolta Intesa Vita), in crescita del 120% rispetto al 2002. La raccolta complessiva ha superato 6,6 miliardi (+57%).
http://www.assinews.it/rassegna/articoli/bf070204as5.html
febbraio 2004
Fondiaria-Sai raccoglie i frutti della ristrutturazione e conquista il mercato
A soli dodici mesi dalla svolta targata Ligresti, per Fondiaria-Sai è finita la fase del risanamento ed è arrivata l’ora del rilancio. Il terzo gruppo assicurativo italiano (numero uno nel ramo Danni con il 19% del mercato) guidato da Jonella Ligresti e Fausto Marchionni comincia a raccogliere i frutti della ristrutturazione e del piano industriale conquistando anche Piazza Affari: in un anno il titolo ha messo a segno un balzo dell’85,4% con una plusvalenza di tutto rispetto per Premafin, la cassaforte della famiglia Ligresti. Gli analisti ritengono che la società debba ancora beneficiare in pieno delle sinergie derivanti dalla fusione delle due compagnie, Fondiaria e Sai. L’ultimo upgrade è arrivato dagli esperti di Ubs che hanno di nuovo iniziato a «coprire» la società assicurativa, emettendo un rating di buy e indicando un target di prezzo a 24 euro. Giovedì 5 gennaio l’ad Marchionni ha confermato i target di redditività e crescita del piano industriale 2003-2006 con un boom nel Vita dove il progresso sarà più rapido. La stima per il 2003 è di un aumento del 20% a 2,4 miliardi (2,1 la previsione contenuta nel piano industriale presentato nell’aprile scorso). I premi emessi dal gruppo sono stimati per il 2003 a 9,2 miliardi (8,6 miliardi nel 2002) su una base di 8 milioni di clienti. Per il 2003 nei danni è previsto un aumento del 4,3% del lavoro diretto a 6,8 miliardi e un combined ratio del 94,2 per cento. La compagnia resta leader in Italia nel business assicurativo dei danni e verrà sicuramente favorita dall’effetto della patente a punti, con l’attesa di una minore incidenza dei sinistri.
http://www.assinews.it/rassegna/articoli/bf070204as6.html
7 febbraio 2004
Ras centra i target e mette il turbo
sulle stime 2006
Ras scommette sul boom del ramo Vita facendo leva sulla qualità dei consulenti e sulla strategia multicanale per aumentare la quota di mercato. I risultati del 2003 lo dimostrano: la compagnia guidata da Mario Greco chiuderà l’esercizio con una crescita del 10% (a 16,57 miliardi di euro) dei premi consolidati lordi e un aumento del 24% dei premi Vita di nuova produzione a 5,893 miliardi. E per il 2006 è stata confermata la previsione di un utile netto di 820 milioni, contro una stima iniziale fatta solo lo scorso anno di 520-550 milioni, con un Roe al 16,5% (13% lo scorso anno). La raccolta premi nel ramo Vita si attesterà, sempre al 2006, a 11,2 miliardi (più 34% rispetto al 2002), mentre quella del ramo Danni raggiungerà gli 8,1 miliardi (+21%). «Quello del Vita - spiega il direttore pianificazione strategica di Ras, Claudia Motta - non è un mercato facile perchè si sposta verso un segmento di prodotto a basso valore. Negli ultimi due anni la crescita è stata trainata dal boom delle polizze Index Linked, caratterizzate da un valore temporale breve e da un basso livello di servizio e quindi con margini ridotti per reti e compagnie. Una tendenza che è stata supportata dalla volatilità dei mercati ma che ha disorientato sia il cliente sia il distributore di polizze. Ma lo scenario sta cambiando. La riforma del sistema previdenziale sta avendo un impatto positivo e lo stesso crac Parmalat ha cambiato le prospettive: «È mutata la percezione del rischio, è aumentato l’appeal dei prodotti garantiti ed è stato valorizzato il ruolo dei promotori finanziari indipendenti». La strada scelta da Ras nel Vita è creare prodotti assicurativi specifici, costruiti attorno al cliente. «Una sorta di kit previdenziale per un’utenza che dopo il calo di fiducia è sempre più competente e attenta agli acquisti che compie», aggiunge Alessandro Scarfò, direttore di Vita e Previdenza. «Senza dimenticare che la sfida si giocherà sul mantenere alta la profittabilità del business. Per raggiungere l’obiettivo - prosegue Scarfò - Ras ha messo in campo anche una crescita aggressiva sul fronte dei promotori per creare una sorta di fidelizzazione con il cliente». Crescere nel Vita per Ras non significherà abbandonare lo sviluppo nei Danni: il combined ratio del ramo nel 2003 è migliorato, scendendo al 99,2% per l’Italia dal 103,2% del 2002. La stima per il 2006 è di un rapporto totale, sempre relativo all’Italia, del 96,2 per cento.
http://www.assinews.it/rassegna/articoli/bf070204as7.html