Comparazione Debiti Pubblici et altro...

semiot: domanda schietta da agricolo della finanza quale sono.
E' possibile stimare quanto debito "abbatterà" l'inflazione?
 
semiot: domanda schietta da agricolo della finanza quale sono.
E' possibile stimare quanto debito "abbatterà" l'inflazione?
Io non sono in grado di stimarlo.

Posso però dirti che il debito nominale continua a crescere, nel 2022 arriveremo a circa 2.760 mld.

L'inflazione ha certamente un peso nell'"abbattimento" del rapporto debito/pil, andando a gonfiare
nominalmente il pil.

Risposta da agricolo, un po' rozzo ma genuino ;)
 

Mi sembra il solito articolo di folclore sull'Italia, basato sui "se" e senza nessuna seria analisi delle dinamiche economiche del nostroPaese.
A parte la litania sull'alto debito pubblico non vi è altro. Inoltre, i debiti pubblici sono esplosi ovunque, non vedo perché l'unico a "rischio" sia quello italiano, per altro cresciuto molto meno negli ultimi 3 anni di quello dei parrucconi anglofoni...

Gli "economisti"...

L'ITALIA È IL PAESE DELL'AREA EURO PIÙ A RISCHIO” - UN SONDAGGIO TRA GLI ECONOMISTI REALIZZATO DAL “FINANCIAL TIMES” INDICA L’ITALIA COME PIÙ SUSCETTIBILE A UNA CRISI DEL DEBITO IN SEGUITO ALL'AUMENTO DEI TASSI DELLA BCE E AL FATTO CHE L'EUROTOWER ACQUISTERÀ MENO BOND NEI PROSSIMI MESI - ABBIAMO UN DEBITO PUBBLICO SOPRA IL 145% DEL PIL E L'AUMENTO DEI COSTI DI FINANZIAMENTO IN SEGUITO AL RIALZO DEI TASSI CI METTE, SECONDO GLI ECONOMISTI, IN FORTE RISCHIO…"

 
Ultima modifica:
Di seguito una sintesi più completa di Repubblica riguardo al controverso articolo del Financial Times che tanto ha fatto parlare la scorsa settimana. Gli economisti interpellati dal FT hanno evidenziato l'Italia come anello debole della UE per effetto del rialzo dei tassi...ma a quanto pare hanno detto anche altro

Ft: "Italia anello debole con la politica aggressiva Bce". Ma la fragilità può essere un assist per le colombe

"Ma gli stessi analisti interpellati dal quotidiano britannico che lanciano l’allarme su un Paese afflitto da un debito che supera il 145% del Pil e su un onere che aumenterà ancora, visto l'atteggiamento di Francoforte, avvertono che i guardiani dell’euro rischiano di sottostimare gli effetti devastanti dei rialzi dei tassi di interesse sulla recessione in arrivo. E scommettono anche sul fatto che eventuali tensioni sull'Italia e sui partner più fragili possano spingere la Bce a più miti consigli."



Su questo sito invece ho trovato una curiosa interpretazione riguardo ai veri motivi che avrebbero spinto il FT a pubblicare l'articolo.
Una interpretazione senz'altro da prendere con le molle ma che potrebbe avere qualche fondamento di verità.

L'attacco del Financial Times non è rivolto all'Italia, ma un pizzino alla BCE
 
Ultima modifica:
domanda schietta da agricolo della finanza quale sono.
E' possibile stimare quanto debito "abbatterà" l'inflazione?
da agricolo anche io, direi che se l'inflazione è il 10%, il DP è abbattuto del 10%...:wtf: nel senso che si è svalutato di quella %...

o no, forse è meglio dire che è abbattuto della differenza fra la % dell’inflazione e la % del costo medio del debito... cioè, se mediamente il DP "costa" tipo il 3%, se l'inflazione è del 10, abbatti il debito del 7...
 
Mi sembra il solito articolo di folclore sull'Italia, basato sui "se" e senza nessuna seria analisi delle dinamiche economiche del nostroPaese.
A parte la litania sull'alto debito pubblico non vi è altro. Inoltre, i debiti pubblici sono esplosi ovunque, non vedo perché l'unico a "rischio" sia quello italiano, per altro cresciuto molto meno negli ultimi 3 anni di quello dei parrucconi anglofoni...

Gli "economisti"...

L'ITALIA È IL PAESE DELL'AREA EURO PIÙ A RISCHIO” - UN SONDAGGIO TRA GLI ECONOMISTI REALIZZATO DAL “FINANCIAL TIMES” INDICA L’ITALIA COME PIÙ SUSCETTIBILE A UNA CRISI DEL DEBITO IN SEGUITO ALL'AUMENTO DEI TASSI DELLA BCE E AL FATTO CHE L'EUROTOWER ACQUISTERÀ MENO BOND NEI PROSSIMI MESI - ABBIAMO UN DEBITO PUBBLICO SOPRA IL 145% DEL PIL E L'AUMENTO DEI COSTI DI FINANZIAMENTO IN SEGUITO AL RIALZO DEI TASSI CI METTE, SECONDO GLI ECONOMISTI, IN FORTE RISCHIO…"

esattamente completamente d'accordo
 
da agricolo anche io, direi che se l'inflazione è il 10%, il DP è abbattuto del 10%...:wtf: nel senso che si è svalutato di quella %...

o no, forse è meglio dire che è abbattuto della differenza fra la % dell’inflazione e la % del costo medio del debito... cioè, se mediamente il DP "costa" tipo il 3%, se l'inflazione è del 10, abbatti il debito del 7...
il problema è con inflazione alta-tassi di riferimento alti è il doversi rifinanziare a costi sempre piu' elevati. L'inflazione aiuta solo fino ad un certo punto, quando si è indebitati massicciamente e si rolla il debito monstre.
 
il problema è con inflazione alta-tassi di riferimento alti è il doversi rifinanziare a costi sempre piu' elevati. L'inflazione aiuta solo fino ad un certo punto, quando si è indebitati massicciamente e si rolla il debito monstre.
certo. ma finora il costo medio del debito è notevolissimamente inferiore all'inflazione.
 
- 8% di crescita nominale pil nel 2022 (fonte Folgorato research) meno 3,5% onere medio del debito italico
a fine 2022 (proiezione Folgorato research su dati BdI) = 4,5% di differenziale atteso

- saldo primario italico leggermente negativo nel 2022 e tendente al pareggio dal 2023

Secondo gli economisti BCE l'Italia sarebbe in "regola" per beneficiare del contributo della crescita economica
come contrappeso all'aumento dell'onere sul debito pubblico causato dall'aumento dei tassi di interesse.
Il rapporto deb/pil continuerebbe la sua discesa...

Con l'obbligo però di perseguire politiche fiscali non dissennate, che altrimenti andrebbero ad aumentare
il livello dei tassi di interesse richiesti dal mercato e, di conseguenza, ad indebolire la sostenibilità nel tempo
del debito stesso.

Cortesia BCE
ig.png

Il
 

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  • Fiscal policy from free to affordable lunch.pdf
    130,5 KB · Visite: 14
- 8% di crescita nominale pil nel 2022 (fonte Folgorato research) meno 3,5% onere medio del debito italico
a fine 2022 (proiezione Folgorato research su dati BdI) = 4,5% di differenziale atteso

- saldo primario italico leggermente negativo nel 2022 e tendente al pareggio dal 2023

Secondo gli economisti BCE l'Italia sarebbe in "regola" per beneficiare del contributo della crescita economica
come contrappeso all'aumento dell'onere sul debito pubblico causato dall'aumento dei tassi di interesse.
Il rapporto deb/pil continuerebbe la sua discesa...

Con l'obbligo però di perseguire politiche fiscali non dissennate, che altrimenti andrebbero ad aumentare
il livello dei tassi di interesse richiesti dal mercato e, di conseguenza, ad indebolire la sostenibilità nel tempo
del debito stesso.

Cortesia BCE
Vedi l'allegato 2870461
Il
Ho come l'impressione, e temo, che la nostra ultima finanziaria sia stata elusiva, nel senso che potrebbe essere già programmato dal Governo al momento della stesura e quasi esplicitato in talune dichiarazioni di maggioranza (il che a due settimane dall'approvazione è inconcepibile) un poco-definito ricorso a scostamenti di bilancio già tra pochi mesi su questioni già note a fine Autunno (e non messe di proposito nella finanziaria, il che appunto sarebbe un gioco perverso).
Ma vedremo a tempo debito (e sottolineo "debito").
 
Ho come l'impressione, e temo, che la nostra ultima finanziaria sia stata elusiva, nel senso che potrebbe essere già programmato dal Governo al momento della stesura e quasi esplicitato in talune dichiarazioni di maggioranza (il che a due settimane dall'approvazione è inconcepibile) un poco-definito ricorso a scostamenti di bilancio già tra pochi mesi su questioni già note a fine Autunno (e non messe di proposito nella finanziaria, il che appunto sarebbe un gioco perverso).
Ma vedremo a tempo debito (e sottolineo "debito").
Che siano stati di cortissime vedute è palese: a marzo gli sgravi su gas/elettricità finiscono, è chiaro che hanno fatto una scommessa enorme (e azzardatissima) sul fatto che "tutto torni come prima" quando è altamente probabile che così non sia, anzi.
Del resto lo vediamo in questi gg col caro carburanti, al 100% dipendente dal rialzo delle accise, per il quale stanno cercando di distrarre dalla loro responsabilità millantando inesistenti speculazioni (i prezzi sono esattamente aumentati del valore delle accise).

Temo che a marzo si ripeteranno queste sparate... ovviamente pure lì, sperano che a febbraio ci siano 20° sul Monte Bianco e Putin ci regali il gas... Appunto, scommesse da bisca clandestina.

Cospicui regali al proprio elettorato sono stati dati, ora devono solo completare depenalizzazioni e condoni di loro interesse, privatizzare qualche servizio essenziale (=inflazione occulta a 3-4 cifre), e poi potrebbero anche lasciare le macerie al tecnico di turno dando la colpa alla fantomatica "speculazione", che fa fine e non impegna. Pochi mesi e capiremo di che morte morire.
 
Sembra che siamo vicini alla adozione di strumenti di finanziamento comune in UE.
Un passo decisivo che supererà le emissioni limitate nel tempo e nell'ammontare di debito
comune del Next Generation EU

"Safe assets" sarebbero emissioni di debito comune non limitate nell'ammontare e nel tempo,
ma che abbisognano di un accordo politico europeo. Mi sembra che l'adozione del MES sia
un pre-requisito per il passo decisivo...

La BCE ha già dato la sua "benedizione" tecnica...

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  • ecb.wp2712~6f023a5df2.it.pdf
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Una bella intervista a Philip Lane (BCE). Estraggo una parte utile per puntualizzare su:

- molte delle cause della crisi dei debiti sovrani in Europa oggi non ci sono più;

- la BCE si è dotata di uno strumento "preventivo" per intervenire in caso di frammentazione
dei mercati finanziari in eurozona, leggasi aumento indesiderato dei rendimenti sui titoli di pubblici
di qualche Stato;

Tutto però si regge sulle politiche fiscali, e di bilancio dunque, che gli Stati europei devono perseguire.
Politiche responsabili ed orientate alla stabilità, con controllo della spesa corrente e preferenza per gli investimenti...

Cortesia BCE e P. Lane:

"
Let me move on to “market fragmentation”, or divergences in monetary conditions across member states. How significant a risk do you think this is? And do you have the tools needed to manage it?

So, let me give you a two-level answer to that.

The first level is that the biggest risk of fragmentation occurs when you have economic conditions that are misaligned across the EU area. And this is what we had prior to 2008. Because we had large differences in growth rates, current account deficits and credit conditions, in that first decade of the euro, many indicators showed a lot of divergence.

And when the crunch came, the countries that needed to make a correction were going to have a number of years of difficult economic circumstances — low growth rates and shrinking economies. Those are the conditions in which risk of financial fragmentation would be most intense.

A lot of measures were taken to reduce those fundamental differences. We have not seen large current account deficits in recent years, we have not seen large differences in fiscal deficits and we have not seen large differences in credit conditions. So, we do not have the ingredients for big divergence now, though this can always recur in the future, because there could be bad luck or bad policy choices.

And let me add that during the pandemic, Europe also launched NextGenerationEU. So, there’s now jointly funded debt directed at the economies which suffered most in the pandemic. This is now going to be a big platform for reform and public investment in countries like Italy, Spain, Greece and so on. That’s one level.

The second level is that over the past year there has been a significant change in the nominal and inflationary environment. That might have caught some investors by surprise. In the process of normalisation, there’s always the risk that there could be market accidents, there could be non-fundamental volatility.

That is why we found it important to introduce an extra instrument — the Transmission Protection Instrument (TPI) — last summer. And that adds to our toolkit. Because we now have an ex-ante programme. We have told the world that if we see non-fundamental volatility emerging we will be prepared to intervene, subject to a set of “good governance” criteria, which means that affected member countries are aligned with the European frameworks.

In sum, in terms of fundamental forces of volatility or divergence, Europe looks to be in reasonably good shape, and in terms of non-fundamental volatility, which is a more elevated risk in a time of transition, we have expanded our toolkit, by having the TPI. "
 

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  • Lane.pdf
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beh, se si confrontano con gli anni delle super-spese pandemiche, mi pare abbastanza ovvio...
o mi sfugge qualcosa?

Io non ho le tue sicurezze, secondo me non era affatto ovvio che il fabbisogno italiano sarebbe diminuito del
36% nel 2022.

In UK, dove purè è arrivato il Covid, i conti non vanno tanto bene, rischiano pure di avere un fabbisogno
ben superiore a quello del passato anno fiscale (loro conteggiano da aprile '22 a marzo '23), in aumento
di circa il 22%

Cortesia ONS


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Io non ho le tue sicurezze, secondo me non era affatto ovvio che il fabbisogno italiano sarebbe diminuito del
36% nel 2022.

In UK, dove purè è arrivato il Covid, i conti non vanno tanto bene, rischiano pure di avere un fabbisogno
ben superiore a quello del passato anno fiscale (loro conteggiano da aprile '22 a marzo '23), in aumento
di circa il 22%

Cortesia ONS


Vedi l'allegato 2875520
su uk non so che dire, non conosco come gestiscano i loro affari.
sull'italia, a me pareva abbastanza naturale che negli anni di pandemia, in cui si sono elargiti bonus a rubinetto e si sono avute spese sanitarie gigantesche pure quelle a rubinetto, ci fosse un fabbisogno molto più alto. Il debito non è passato al 150% del PIL?
per cui, mi pare anche abbastanza normale che finita l'emergenza il fabbisogno rientri a valori più modesti.

direi che per tagliare la testa al toro, basterebbe confrontare con il 18 o il 19. :)
 
su uk non so che dire, non conosco come gestiscano i loro affari.
sull'italia, a me pareva abbastanza naturale che negli anni di pandemia, in cui si sono elargiti bonus a rubinetto e si sono avute spese sanitarie gigantesche pure quelle a rubinetto, ci fosse un fabbisogno molto più alto. Il debito non è passato al 150% del PIL?
per cui, mi pare anche abbastanza normale che finita l'emergenza il fabbisogno rientri a valori più modesti.

direi che per tagliare la testa al toro, basterebbe confrontare con il 18 o il 19. :)
si ma i decreti aiuti \ bis\ ter\quater\quinques per le bollette e imprese energivore, e accise sono andanti praticamente in vigore nel 2022.....
 
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