per la destra berlusca è una palla al piede.....
Albertini come Boffo: fate fuori quel “signore” PRIMA L’OFFENSIVA DEI GIORNALI DI FAMIGLIA, ORA L’ATTACCO DEL CAIMANO AL CANDIDATO IN LOMBARDIA
di Thomas Mackinson
Milano
Se non lo puoi comprare, distruggilo. La guerra al “Gabriele traditore” è formalmente aperta. Giornali e tv sono mobilitati in massa per una campagna contro Gabriele Albertini, reo di aver diviso il centro-destra con una candidatura al Pirellone che sta ipotecando l’alleanza tra Lega e Pdl sul piano nazionale. Gli attacchi erano partiti da lontano, quasi in sordina tra avvertimenti velati ed editoriali ancora dialoganti. Ora il tempo stringe e per piegare Albertini si mobilita la macchina (tipografica) del fango targata SB. Un “traditore che gioca con la sinistra” lo definiva ieri Alessandro Sallusti dedicandogli l'apertura de IlGiornale. “Lo ha mollato anche Formigoni”, insinuava Libero. E a certificare che questa sarà la linea, fino a un ravvedimento operoso dell’interessato, è stato ieri Silvio Berlusconi in persona. Nella sua (ennesima) apparizione tv a Uno Mattina Berlusconi ha usato parole pesantissime contro Albertini: “Questo signore ha governato per dieci anni grazie ai voti nostri e della Lega Nord e poi è andato all’Europarlamento. Ora è stato colto da un’improvvisa ambizione personale e si è candidato alla presidenza della Regione Lombardia, rischiando così di non consentire a noi di mantenere e rafforzare l’alleanza con la Lega anche a livello nazionale”. Si comporta insomma “in maniera inaccettabile e incomprensibile”.
LA GUERRA è dunque cominciata e il prossimo passo, ritengono molti, potrebbe scivolare sul metodo Boffo, sul servizietto alla Chi, le troupe televisive appostate per rivelare al mondo il colore dei suoi calzini (anche se il mondo l’ha già visto in mutande). L’interessato si dice stupito di tanta “attenzione” ma non è così. Giura di aver tentato fino all’ultimo un dialogo, pur rimanendo fermo sulle sue posizioni “incompatibili con antieuropeismo, demagogia e populismo” della Lega e di alcune voci del Pdl. E però non molla. Anzi, rincara la dose: dicendosi “disponibile a collaborare con la nascente lista Monti in Lombardia” sfida apertamente l’ira del capo e sferra un pugno allo stomaco di quel centro destra che ha fatto largo al professore per poi impallinarlo come nemico pubblico numero uno. È così, infondo, che Albertini è diventato in pochi giorni il n. 2 della lista. L’offensiva diretta contro di lui era nell’aria da tempo. La rottura definitiva si è consumata venerdì scorso a seguito di una telefonata tesissima tra i due. Albertini l’indomani avrebbe presentato alla stampa simbolo e nomi della sua lista, Berlusconi lo chiama e gli chiede per l’ultima volta di farsi da parte. Gli offre anche una contropartita: un posto sicuro da capolista in Senato per la Lombardia. L’altro rifiuta l’offerta. Non si sentiranno più. A parlare d’ora in poi saranno gli organi ufficiali di Berlusconi e quelli di cui si impadronisce temporaneamente con grande libertà. Si aspettano dunque nuove offensive. Non solo sulla strada del discredito personale (“traditore”). Berlusconi ha chiesto ai suoi di fare il vuoto intorno ad Albertini, richiamando Formigoni, Gelmini e i ras locali del Pdl.
LUI IN QUALCHE MODO aveva previsto entrambe le mosse, tanto da scrivere una lettera aperta a Berlusconi che in realtà è indirizzata a elettori, militanti e maggiorenti del centro destra. “In Lombardia vorremmo applicare la terapia che non hai ritenuto o potuto praticare: persone credibili, programmi chiari e coerenti ispirati all’agenda europea. Un abbraccio”. Che rischia di essere mortale. Al reietto Albertini resta l’arma dell’ironia. “Sono una persona umilissima - dirà commentando la fatwa berlusconiana - che si mette a disposizione della sua Regione avendo garbatamente rifiutato di occupare un seggio al Senato generosamente offertomi da quel signore, come mi definisce lui, che ora sembra dimenticarselo”. Il colpo è parato, si aspetta il prossimo.
