Con te partiro'...

maf@lda

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Il viaggio perfetto è circolare.
La gioia della partenza, la gioia del ritorno.
(Dino Basili)




Con te partirò
Paesi che non ho mai
Veduto e vissuto con te
Adesso sì li vivrò
Con te partirò
Su navi per mari
Che, io lo so
No, no, non esistono più
Con te io li vivrò


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Road Trippin' è una delle poche canzoni dei Chili Peppers senza batteria - insieme a Pea, da One Hot Minute,
ed If da Stadium Arcadium. Parla del viaggio in auto intrapreso da Anthony Kiedis, John Frusciante e Flea,
che dopo il ritorno di Frusciante nel gruppo si diedero al surf al Big Sur.



La Pacific Coast Highway è una autostrada, – nota anche come “The One” (nome con cui viene citata nel brano) – che parte da Los Angeles e costeggia l’Oceano Pacifico verso nord. Ed è proprio l’oceano blu coi suoi riflessi sfavillanti del sole sulle onde quello a cui si riferiscono i versi del testo “Blue you sit so pretty – Blu, giaci così bello/West of the one – A ovest della Uno/Sparkles light with yellow icing – Luci sfavillanti glassate di giallo/Just a mirror for the sun – Solo uno specchio per il sole”. La strada attraversa la California e per lunghi tratti non incontra abitazioni, motivo per cui è necessario rifornirsi di quanto necessario prima di partire “Road trippin’ with my two favorite allies – Un viaggio su strada con i miei due alleati preferiti/Fully loaded we got snacks and supplies – Completamente ubriachi prendiamo cibarie e provviste/It’s time to leave this town – È tempo di lasciare questa città/It’s time to steal away – È tempo di svignarsela/Let’s go get lost – Andiamo a perderci/Anywhere in the U.S.A. – Da qualche parte negli Stati Uniti”.
 

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«Ogni posto è una miniera. Basta lasciarcisi andare, darsi tempo, stare seduti in una casa da tè
a osservare la gente che passa, mettersi in un angolo del mercato, andare a farsi i capelli e poi
seguire il bandolo di una matassa che può cominciare con una parola, con un incontro, con l’amico
di un amico di una persona che si è appena incontrata e il posto più scialbo, più insignificante della
terra diventa uno specchio del mondo, una finestra sulla vita, un teatro di umanità dinanzi al quale
ci si potrebbe fermare senza più il bisogno di andare altrove. La miniera è esattamente là dove si è:
basta scavare».

Tiziano Terzani


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Sweet Home Alabama è un brano musicale del gruppo southern rock statunitense Lynyrd Skynyrd contenuto nell'album del 1974
Second HelpingPresente in moltissimi film è giudicata la canzone on the road per eccellenza. Il singolo Sweet Home Alabama è
arrivato alla posizione numero 8 nella classifica statunitense nell'agosto 1974 e nacque come risposta ad Alabama e Southern Man,
due canzoni di Neil Young nelle quali egli aveva criticato l'Alabama (e tutto il sud degli Stati Uniti d'America in generale) per il
perdurante razzismo nei confronti dei neri, infatti la canzone dice esplicitamente: «spero che Neil Young lo ricordi, un uomo del sud non ha bisogno di lui».



Dolce casa Alabama
dove il cielo è cosi blu
dolce casa Alabama
Signore, sto tornando a casa da te
sto arrivando Alabama

Ora a Muscle Shoals suonano gli Swampers
e loro hanno saputo scegliere
una canzone o due (sull’Alabama)
Signore mi mancano così tanto
loro mi alzano il morale quando mi sento giù
e di te cosa mi dici?

Dolce casa Alabama
dove il cielo è così blu
dolce casa Alabama
Signore, sto tornando a casa da te



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Io vagabondo (che non sono altro) è una canzone scritta da Alberto Salerno per il testo e dal bassista Damiano Dattoli
per la musica, portata al successo dal gruppo musicale italiano dei Nomadi, che la presentarono a Un disco per l'estate del 1972,
classificandosi al tredicesimo posto.



Sì, la strada è ancora là
un deserto mi sembrava la città.
Ma un bimbo che ne sa sempre
azzurra non può essere l'età.
Poi, una notte di settembre
me ne andai, il fuoco
di un camino, non è caldo
come il sole del mattino,
chissà dov'era casa mia
e quel bambino che
giocava in un cortile...

Io, vagabondo che son io,
vagabondo che non sono altro
soldi in tasca non ne ho,
ma lassù mi è rimasto Dio.


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Ma perché sei andata via

Mi son persa nella notte

Perché non m'hai detto che non eri mia

Non lo so

Sarà il vento o sarai tu

La voce che risponde ai miei perché

Dai galoppa più che puoi

Corri vai non ti fermare

Che di strada ce n'è ancora tanta sai

Si lo so

Vedo una cantina che

Mi potrà toglier sete e polvere

Lancio qualche peso al cantinero

Che non parla mai

Accanto a me c'è un gringo, uno straniero

Mi chiede "Man, dove vai?"



Nord Sud Ovest Est

E forse quel che cerco neanche c'è

Nord Sud Ovest Est

Starò cercando lei o forse me



Tra deserto e prateria

Ma perché ti sei fermato

Ero stanco ed affamato, amica mia

Si lo so

Le capanne, una tribù

Dal basso lo stregone guarda in su

"Uomo bianco, vieni qui"

Stai attento non ci andare!

"Posso leggerti il futuro se lo vuoi"

Di di no!

Gli sorrido, dico "ok"

Nei sassolini osserva i fatti miei

Viso pallido, ti sta ingannando

Non la troverai

Sono mesi che stai cavalcando

Dimmi dove andrai






Nord Sud Ovest Est

E forse quel che cerco neanche c'è

Nord Sud Ovest Est

Starò cercando lei o forse me



La città è in festa e tu

Finalmente sei arrivato

Hai lo sguardo scuro non mi guardi più

Si lo so

Il caballero accanto a te

Perché ti sta abbracciando e guarda me

Accarezzo un po' la colt

Dio ti prego non lo fare!

Poi mi giro, guardo il cielo, dove andrò

Adios, mi amor!

Ballan tutti intorno a me

Sotto i colori delle lampade

Ed il vento mi sta sussurrando

Non ti fermerai

C'è qualcuno che ti sta aspettando

Tu sai dove andrai

Nord Sud Ovest Est

E forse quel che cerco neanche c'è


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«Ho sceso dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono le coincidenze,
le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede..."

EUGENIO MONTALE


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Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta:
cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove
eternamente, dicono sempre “Andiamo”,
e non sanno perchè.
I loro desideri hanno le forme delle nuvole.

(Charles Baudelaire)


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Di giorno teniamo duro nelle strade
Di uno sfrenato sogno Americano
Di notte sfrecciamo fra case signorili di prestigio su macchine da suicidio
Usciti dalle bare di cemento verso l'autostrada 9
Su ruote cromate, motori a iniezione
Correndo sulla linea bianca
Piccola, questa città ti strappa le ossa dalla schiena
E' una trappola mortale, un invito al suicidio
Dobbiamo fuggire finché siamo giovani
Perché i vagabondi come noi, tesoro, sono nati per fuggire

Wendy, fammi entrare, voglio essere tuo amico
Voglio proteggere i tuoi sogni e le tue fantasie
Accavalla le gambe su questi sedili di velluto
E afferra con le mani i miei motori
Insieme potremo rompere questa trappola
Correremo fino a cadere, piccola, non torneremo mai indietro
Camminerai fuori con me sul cavo
Perche piccola, sono soltanto un viaggiatore spaventato e solo
Ma voglio sapere come ci si sente
Voglio sapere se il tuo amore è selvaggio
Ragazza, voglio sapere se l'amore è vero

Oltre il Palace motori a metà giri rombano lungo il boulevard
Le ragazze si aggiustano i capelli nei retrovisori
E i ragazzi provano gli sguardi da duro
Il parco dei divertimenti spicca alto e solenne
I ragazzi si rannicchiano sulla spiaggia nella foschia
Voglio morire con te sulla strada stanotte
In un bacio senza fine

Le autostrade sono piene di eroi distrutti
Alla guida della loro ultima possibilità
Sono tutti in fuga, stanotte
Ma non è rimasto più nessun posto dove nascondersi
Insieme Wendy possiamo sopportare la tristezza
Ti amerò con tutta la pazzia della mia anima
Un giorno ragazza, non so quando, arriveremo in quel posto
Dove davvero vogliamo andare e cammineremo al sole
Ma fino ad allora i vagabondi come noi sono nati per fuggire


 

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Litfiba – Lacio Drom (Buon Viaggio)

Tratta dall’album “Spirito” dei Litfiba.
L’espressione “Lacio Drom” in lingua Rom vuol dire proprio “buon viaggio” ed è quello che traspare dal testo della canzone
dei Litfiba dove si nota spensieratezza, allegria e luoghi da esplorare.

La strada dove finisce
Senza piedi userò le mani mani
Fino alla pista che non esiste
La cavalcherò su venti ed uragani

Uh-uh Uh-uh

Regina di periferia
Con gli occhi della rabbia e dell'arcobaleno
Che non conoscono la destinazione
E che mi dicono "Buon viaggio Lacio Drom!"

Uh-uh Ti porterò
Uh-uh
Uh-uh Ti prenderò

La strada che non ha strisce
Sarà la rotta sotto questa luna
Coi suoi problemi, coi suoi compromessi
E che ogni volta non ritrovi mai la stessa

Uh-uh Ci porterò
Uh-uh Zingara
Uh-uh Ti porterò

Ti porterò nei posti dove c'è del buon vino
E festa festa fino al mattino
Sirena con due occhi grandi come la fame
Balla balla e poi lasciamo qui
Qui o lì
Uh Lacio Drom

La strada che non finisce mai
Senza piedi userò le mie mani
E tutta l'arte di un equilibrista


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"Verso il cuore bianco della Terra" di Ario Daniel Zhoh

«Anni fa un luogo speciale entrò per sempre nel mio cuore: l’Arctic National Wildlife Refuge,
uno degli ultimi paradisi terrestri a rischio di devastazione nel caso le trivelle petrolifere ottengano il via libera.
Da allora continuo a tornare lassù: poiché ho compreso che sì, esistono il Polo Nord e il Polo Sud; e che esiste
anche il Polo del Freddo in Siberia. Ma quello che ho trovato all’estremo nordest dell’Alaska non è l’oro,
non sono le pellicce, non è niente che si possa sfruttare economicamente.
Quello che ho scoperto quassù è il Polo della Bellezza. Un posto che ci restituisce il significato più profondo del
nostro essere umani, un luogo dove il nostro spirito si rinnova ..."


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La Cina di cui mi parlava non era quella del primo arrivato né tanto meno quella delle riviste patinate.
Era un mondo perduto di cui lui aveva trovato la chiave...
Era il paese dell’alcol e dei deserti di ghiaccio, della sabbia infuocata e dei Buddha viventi,
delle strade accidentate e delle luci velate, un mondo in cui ci si poteva perdere e mai più ritrovarsi.

Luc Richard, Viaggio nella Cina proibita


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che bei paesaggi !!! partire subito con la fantasia in questi posti....:OK!:clap::clap:
 
che bei paesaggi !!! partire subito con la fantasia in questi posti....:OK!:clap::clap:
Ciao Odett...voglia di partire? Niente ci può impedire di viaggiare con la fantasia ...



Desidero partire: non verso le Indie impossibili o verso le grandi isole a Sud di tutto, ma verso un luogo qualsiasi,
villaggio o eremo, che possegga la virtù di non essere questo luogo.
Non voglio più vedere questi volti, queste abitudini e questi giorni.
(Fernando Pessoa)


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Alla fine dei Sessanta l’isola di Wight visse la sua prima esistenza ospitando il più grande festival mai tenuto in Gran Bretagna.
E, forse, anche l’atto finale della stagione hippie.
Facilmente accessibile in traghetto, l'Isola di Wight ricompensa i visitatori più curiosi e avventurosi offrendo loro paesaggi
dal fascino impareggiabile.
Oltre la metà del suo territorio ha ricevuto lo status di Area of Outstanding Natural Beauty (Area di Eccezionale Bellezza Naturalistica).
La celebre regina Vittoria amava così tanto l'Isola di Wight che vi costruì la sua residenza per le vacanze, chiamata Osborne House,
che al giorno d'oggi è aperta al pubblico.


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L'isola di Wight ha la curiosa forma di un diamante ed è larga 381 chilometri quadrati.
È qui che nella seconda metà dei Sessanta Ron, un ventiquattrenne che vende immobili, e il ventitreenne Ray, allora stampatore e più tardi curatore di mostre d’arte nonché attivista per l’ambiente, si mettono intesta di organizzare un concerto per finanziare la costruzione di una piscina coperta.
Inizialmente Ray pensa di invitare come headliner Billy Fury e Adam Faith, glorie britanniche del rock’n’roll ora un po’ scolorite.
Poi, però, Bill e Ron raddrizzano il tiro e il cartellone si tinge di psichedelia: come attrazione principale ci sono i Jefferson Airplane e con loro sfilano i Crazy World of Arthur Brown (il diabolico Fire è un inno del 1968), i Move, i Fairport Convention, i Tyrannosaurus Rex, i Plastic Penny, i Pretty Things, gli Orange Bicycle, i Mirage, Aynsley Dunbar’s Retaliation, i Blonde on Blonde, gli Smile, gli Halcyon Order e i locali Cherokees.

A presentare il concerto, che si tiene dalle 6 del pomeriggio del 31 agosto al mattino del giorno successivo, c’è John Peel e a rispondere sono circa diecimila spettatori, che si ritrovano in un’area descritta come una fogna aperta in una serata piuttosto fredda e piovosa.

«In migliaia applaudivano una ragazza che ballava **** davanti al palco.
Indossava solo una bandana rossa e aveva braccia e naso dipinti di rosso» The Observer


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Vivi in cammino

"Vivi in cammino" non è un modo di dire, non è solo una frase scarabocchiata su un muro in terra spagnola, non è solo un'esortazione.
É un'illuminazione, è una rivelazione. É una rivoluzione.
Non è banalmente fare e rifare solo "Il cammino", ma approcciarsi alla vita, come il cammino in quei pochi giorni, ci ha insegnato.
É osservare con occhi nuovi, toccare con mani nuove, sentire con sensibilità e empatia maggiore ciò che ci circonda.
É tornare a riconquistare l'umanità perduta.
É ritornare sui propri passi.
É tornare ad amare l'odore della pioggia appena posata.
É tornare alla gentilezza...
Il cammino, "La vita in cammino", non sarà più una parentesi tanto agognata fra un inverno e l'altro.
"La vita in cammino" ora la porto con me, dentro di me.
E questo, dopo questi tre anni, è stato il traguardo più grande, la conquista più grande.
Ed ha avuto dei risvolti assolutamente incredibili.
Inaspettati.
Ho creato questa pagina ed anche un gruppo, per poter condividere le mie esperienze nei miei viaggi, nei vari cammini che ho compiuto e che percorrerò, e per radunare e raggruppare quei pensieri, quelle voci nascoste, sommesse, che in solitaria, parlano di gentilezza, libertà, amorevolezza e quiete. In completa sincronia con la natura.
Mi ha sempre affascinato notare un filo invisibile che ripercorre e unisce le pagine di alcuni scrittori, le note di alcuni cantanti, il genio di alcuni artisti, la tempra e la volontà di certi rivoluzionari. I messaggi fra le righe insomma. Filo il cui collante e fatto da medesimi sentimenti di partenza, quali onestà, verità, sensibilità, empatia, appartenenza e cura della natura, romanticismo, alto senso morale e solitudine, data dallo scontrarsi, soli fra la massa. Gli stessi ideali che poi ho ritrovato in Cammino, che altro poi non è che una metafora, una bolla, dove la vita, in tutte le sue forme, è rappresentata. Nel suo lato positivo e negativo, crudo e vero.
E ho compreso, così, che non siamo soli!
Credo che questo filo, sia semplicemente l'umanità, la Resistenza di un lato dell'umanità che va via via disperdendosi, ma che si rincontra e manifesta sistematicamente in cammino, qualsiasi esso sia, quando la gente, si priva delle comodità, del materialismo, e si lascia far scorrere la strada sotto i piedi, con al fianco i compagni e le occasioni che in quel momento “qui e ora”, la vita ti dona, per condividere, condividersi ed evolversi. E soprattutto quando ci si permette di far entrare tutta questa energia dentro di sé. Il tutto accompagnato dalla natura, madre di tutto, ed il fine dove dal tutto che siamo stati, torniamo.
Con essa, in essa, ci addolciamo, e abbandonando ogni peso inutile, lei, ci riaccompagna per mano, a quelle virtù a cui abbiamo voltato le spalle.
Ritrovando poi... noi stessi.
 

Ho esattamente l’età in cui Don Chisciotte iniziò le sue avventura, ho la stessa età e amo il mondo allo stesso modo, non mi manca nulla. Forse mi manca uno scudiero, ma non importa partirò da solo in viaggio.

Nicoletta Cinotti


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