è che applicando sanzioni su petrolio e gas, ma tra molti mesi, si lascia alla Russia un tempo importante per riorganizzarsi e cercare altri mercati. Inoltre altri produttori mondiali tendenzialmente non collaborano con l'occidente accettando di produrre di più per far calare i prezzi (perchè dovrebbero?). Penso però che vi saranno comunque effetti importanti sulla Russia, visto l'insieme di sanzioni di vario genere, costo della guerra, morti, possibile fuga di cervelli...
Che le sanzioni abbiano conseguenze negative sulla Russia non ci piove.
Però le ripercussioni negative per l'occidente sono inferiori? Questo sarebbe forse da valutare.
L'Europa ha perso il principale fornitore di materie prime e le alternative sono costose.
Le materie prime russe continuano viceversa ad affluire a paesi come la Turchia e la Cina.
L'Europa ha perso il mercato russo come destinazione per l'export di prodotti.
L'Europa ha perso un finanziatore del suo debito e un investitore nei suoi mercati finanziari.
Per di più l'occidente con l'uso indiscriminato delle sanzioni si è autoinflitto un danno sottovalutato ma reale: ha perso di credibilità.
Quello occidentale è un sistema monetario e finanziario che il fattore zio Sam rende oggi più rischioso sia per gli investitori che per chi raccoglie capitali.
Oltre a ciò qualcosa come un centinaio di miliardi di risorse finanziarie occidentali è attualmente congelato in Russia, un danno collaterale che riguarda direttamente investitori europei ed americani. Risorse che vengono a mancare e che contribuiscono alla già non rosea situazione.
E questa è la situazione a solo pochi mesi dalla implementazione di queste meravigliose sanzioni.
I vantaggi dello strumento sanzionatorio quali sarebbero?
L'idea che possano produrre un regime change ovviamente è ridicolizzata dalle esperienze storiche e dalla percentuale di consenso raggiunto da Putin. Le sanzioni provocano danni alla popolazione sia da una parte che dall'altra. Queste persone non se la prendono con il governo russo ma con chi implementa le sanzioni.
L'unico effetto che potrebbe essere forse considerato positivo è la difficoltà per l'industria bellica russa nel trovare componenti necessari alla produzione di armamenti. Ma sono difficoltà che valgono più nel breve termine e gli stessi risultati sarebbero stati raggiunti con un insieme di sanzioni molto più limitato e meno dannoso di quello a cui si è invece ricorso.
E se le sanzioni dovessero rimanere in piedi sarà molto peggio.
L'idea che le sanzioni possano produrre il collasso dell'economia russa è risibile come lo è l'idea del regime change.
La Russia non ha più un economia socialista pianificata. Ha un'economia di mercato.
Gli imprenditori russi cominceranno a produrre quello che si importava dall'occidente. I prezzi hanno quest'effetto.
Allo stesso tempo la Russia rimarrà aperta allo scambio economico con chi lo vorrà: India, Cina, Pakistan, Turchia. Con l'Iran i rapporti economici diverranno in particolare molto più stretti.
In questo scenario se l'occidente manterrà le sue sanzioni, la Russia sarà un gigantesco rogue state alle porte dell'Europa.
Un rogue state con un'economia di mercato e con un arsenale nucleare.
Per quale motivo la Russia non dovrebbe dichiarare essa stessa una guerra agli interessi dell'occidente?
Potrebbe finanziare e favorire il terrorismo in chiave antioccidentale.
Potrebbe inviare armi ai nemici dello zio Sam, come lo zio Sam ha fatto con l'Ucraina.
Potrebbe favorire in maniera massicia azioni e attentati contro le infrastrutture chiavi europee ed americane.
Potrebbe trafugare proprietà intellettuale.
Per di più questo rogue state ha anche un seggio nel consiglio di sicurezza dell'Onu.
Cosa dovrebbe temere? Qualche altra sanzione?
Le sanzioni creano per un occidente già in declino la nemesi perfetta.
Con una Cina che sta a guardare e che ha pienamente le carte in regola per soppiantare gli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti peraltro sono un rogue state già da diversi anni. Solo l'Europa non se ne è accorta.