consiglio dopo separazione

uby

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24/11/03
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Spettabile Forum,
avrei bisogno di un consiglio. Mi sono separato da mia moglie dopo aver scoperto che aveva una relazione . Ho dovuto lasciare la casa di proprieta' ( abbiamo 2 figli piccoli ) . Questa proprieta' e' detenuta al 50% da mio padre e al 50 % da me. Adesso io mi sono trasferito presso un altro immobile di mia proprieta' nello stesso comune.Cosa posso fare in futuro per decidere insieme a mio padre di lasciare l' intera proprieta' solo ai bimbi, escludendo la mia ex moglie che ha il diritto di abitazione sulla stessa?
Grazie per l'aiuto
 
Per escludere lei come erede puoi solo divorziare appena possibile. Se rimani in stato di separazione, in caso di tua dipartita (che ti auguro il + tardi possibile) 1/3 della tua quota di proprietà va a lei (16.66%) e i restanti 2/3 ai tuoi figli in parti uguali (questo vale x tutto ciò che lasci in eredità quindi anche l'altro immobile).
Tuo padre può fare testamento in favore dei nipoti.
Se però hai fratelli/sorelle occhio a non ledere quote di legittima!
 
Per escludere lei come erede puoi solo divorziare appena possibile. Se rimani in stato di separazione, in caso di tua dipartita (che ti auguro il + tardi possibile) 1/3 della tua quota di proprietà va a lei (16.66%) e i restanti 2/3 ai tuoi figli in parti uguali (questo vale x tutto ciò che lasci in eredità quindi anche l'altro immobile).
Tuo padre può fare testamento in favore dei nipoti.
Se però hai fratelli/sorelle occhio a non ledere quote di legittima!

grazie per la risposta.
Mio padre deve fare un testamento a mano con diritto di usufrutto a me?
oppure e' impugnabile?
 
E no, l'usufrutto non risolve nulla e la tua ex moglie è ancora parte legittima della tua parte legittima di tuo papà. Scusate il gioco di parole
 
Il testamento del nonno non serve a nulla: che sia tu l'erede, o che siano direttamente i suoi nipoti (i tuoi figli), comunque la parte del nonno non andrà a tua moglie. Tuttavia, per escluderla completamente dai tuoi beni di famiglia, l'unica strada è il divorzio.

Naturalmente, è probabile che anche dopo il divorzio occuperà l'immobile dove risiede con i vostri figli, fin tanto che essi saranno maggiorenni entrambi. Poi la potrai sloggiare (calcola un anno di procedura, coi ritmi "attuali", se fa resistenza). Fino a quel momento potrebbe tranquillamente viverci col suo amante (o secondo marito, dopo il divorzio).

Amen. :rolleyes:
 
Magari fosse fino alla maggiore età :no:... finchè non saranno autosufficienti economicamente :rolleyes:
divorzia il prima possibile e poi aspetta...
aspetta anche a prendere decisioni adesso su futuri eredi :yes:
 
certo che però è uno schifo. La moglie tiene la relazione, la casa (non sua ma del marito) e i figli e il marito che magari è sempre stato corretto e buon padre di famiglia ci rimette tutto.

Chi fa del male è premiato e chi subisce il torto viene pesantemente punito.

Ma visto che è lamoglie che si è comportata in modo indegno perchè deve tenere i figli? Che comportamento morale è in grado di insegnare? Io andrei da un avvocato a sentire cosa si può fare.

Se gli togli i figli inoltre ti riprendi anche la casa.
 
OT scusate ma solo per una breve considerazione

il problema non è tanto lo schifo c'è di peggio solo per citare le violenze da entrambi le parti (tendenzialmente sottili e psicologiche quelle femminili, fisiche e d'istinto quelle maschili) ... e ci sarebbe molto altro da analizzare.

Comunque volevo solo mettere in risalto che il primo passo a mio avviso sarebbe quello di rendere obbligatorio una sorta di corso tecnico di durata adeguata con esame finale finalizzato alla piena comprensione da parte dei soggetti delle diverse implicazioni (civili/penali/economiche) che comportano i diversi status (convivenza/matrimonio/figli/separazione/divorzio/ecc.ecc.) secondo la legislazione attuale e in particolare sul diritto di famiglia (senza sindacare sulla loro "bontà") ma prendendo atto di quelle esistenti (e di come vengono applicate).

Niente di morale o religioso (ovvero non corso pre matrimoniale tipo parrochia) ma un vero è proprio percorso formativo in materia con esame tipo patente non tanto per ottenere una "abilitazione" ma solo per certificare che si è studiato, compreso e capito esattamente come certe decisioni poi incidano sulla propria ed altrui esistenza.

Non è possibile che si renda sempre troppo tardi alle conseguenze che si potrebbero verificare per poi cercare di limitare i danni con il risultato di fare il più delle volte dei disastri...

Un primo passo poco costoso, nessuna riforma.. solo in diritto/dovere di avere e dare conoscenza e consapevolezza...(e intato verificare se si ottengono risultati apprezzabili o se non serve a nulla...

.. scusate OT
 
OT scusate ma solo per una breve considerazione

il problema non è tanto lo schifo c'è di peggio solo per citare le violenze da entrambi le parti (tendenzialmente sottili e psicologiche quelle femminili, fisiche e d'istinto quelle maschili) ... e ci sarebbe molto altro da analizzare.

Comunque volevo solo mettere in risalto che il primo passo a mio avviso sarebbe quello di rendere obbligatorio una sorta di corso tecnico di durata adeguata con esame finale finalizzato alla piena comprensione da parte dei soggetti delle diverse implicazioni (civili/penali/economiche) che comportano i diversi status (convivenza/matrimonio/figli/separazione/divorzio/ecc.ecc.) secondo la legislazione attuale e in particolare sul diritto di famiglia (senza sindacare sulla loro "bontà") ma prendendo atto di quelle esistenti (e di come vengono applicate).

Niente di morale o religioso (ovvero non corso pre matrimoniale tipo parrochia) ma un vero è proprio percorso formativo in materia con esame tipo patente non tanto per ottenere una "abilitazione" ma solo per certificare che si è studiato, compreso e capito esattamente come certe decisioni poi incidano sulla propria ed altrui esistenza.

Non è possibile che si renda sempre troppo tardi alle conseguenze che si potrebbero verificare per poi cercare di limitare i danni con il risultato di fare il più delle volte dei disastri...

Un primo passo poco costoso, nessuna riforma.. solo in diritto/dovere di avere e dare conoscenza e consapevolezza...(e intato verificare se si ottengono risultati apprezzabili o se non serve a nulla...

.. scusate OT

così non si sposa più nessuno...
:D
 
certo che però è uno schifo. La moglie tiene la relazione, la casa (non sua ma del marito) e i figli e il marito che magari è sempre stato corretto e buon padre di famiglia ci rimette tutto.

Cerchiamo di commentare in base alla legge, e non a preconcette idee maschiliste: la legge parla chiaro, e anche la prassi.

La casa non va affatto alla moglie: per legge la casa (il diritto di mantenere l'abitazione nella residenza principale della famiglia) spetta ai figli.
Tant'è che, se non ci fossero figli, la moglie di norma non conserva nessun diritto di abitazione.

Oppure, esempio analogo, se la casa della famiglia ha valore e prestigio minori di un'eventuale seconda casa delle vacanze, il diritto dei figli si esplica solo sulla dimora principale.
 
La casa non va affatto alla moglie: per legge la casa (il diritto di mantenere l'abitazione nella residenza principale della famiglia) spetta ai figli.
Tant'è che, se non ci fossero figli, la moglie di norma non conserva nessun diritto di abitazione.

Insomma! Per legge il coniuge più debole deve essere tutelato. Se la moglie non lavora (e senza figli) si becca il diritto di abitare nella casa e pure l'assegno. Alla faccia della tutela del coniuge debole, le parti si rovesciano. La legge viene applicata senza equità.
 
Come no? La moglie può avere la sua parte in caso di scomparsa sua e del nonno.

Ma no: se decede lui poi saranno direttamente i nipoti i soli eredi del nonno, non la nuora; se invece decede il nonno prima, sarà solo lui l'erede.
Le proprietà del nonno sono al sicuro.

Certo, se lui decede ed è ancora sposato, lei eredita parte delle proprietà di lui; ma qui si parlava dei beni DEL NONNO.
 
Ultima modifica:
Magari fosse fino alla maggiore età :no:... finchè non saranno autosufficienti economicamente :rolleyes:

Questo poi no: ai figli non autosufficienti anche se maggiorenni è dovuto l'aiuto economico e l'ospitalità. Ma dal momento che divengono maggiorenni, il genitore affidatario perde l'AFFIDO, e con esso i diritti sulla ex casa coniugale (se non ne è anche proprietario).

Quindi: dopo la maggiore età dei due figli, LORO potrebbero restare nella casa, ma LEI sloggia!
 
Certo, se lui decede ed è ancora sposato, lei eredita le proprietà di lui; ma qui si parlava dei beni DEL NONNO.

Mi riferivo proprio a questo contesto:
Decesso del nonno, lui eredita la sua parte. Se non ha ancora divorziato e scompare, la moglie eredita la sua parte legittima.
 
certo che però è uno schifo. [...]

Chi fa del male è premiato e chi subisce il torto viene pesantemente punito.

La ratio in questi casi non è quella di premiare o punire due parti in causa (marito e moglie), ma soltanto quella di operare le scelte più indicate nell'interesse del minore. Cioè, le ragioni e i diritti dei due coniugi diventano irrilevanti quando sono messi a contrasto con quelle dei minori, se presenti. Dura lex, sed lex.

Ma visto che è lamoglie che si è comportata in modo indegno perchè deve tenere i figli? Che comportamento morale è in grado di insegnare? Io andrei da un avvocato a sentire cosa si può fare.

Se gli togli i figli inoltre ti riprendi anche la casa.

Il tuo discorso si scontra col fatto che quel che in passato sarebbe senz'altro stato sanzionato come "comportamento indegno", oggi non riceve più (quasi) alcuno stigma sociale, e non viene più considerato (data la sua frequenza) come motivo di potenziale degrado morale per i minori in affidamento.

Permane invece (giusto o sbagliato che sia) il principio (alcuni lo chiamano pregiudizio) che in tenera età sia preferibile l'affidamento alla madre, qualora non sussistano motivi di indegnità veramente palesi (uso di droghe, malattia mentale, gravi precedenti penali, etc.). Anche se oggi si tende sempre di più a favorire l'affidamento condiviso, mi dicono; ma non ho le cifre.
 
Non mi torna. Se la ex-moglie non ha reddito e patrimonio non va da nessuna parte.

Ti sbagli: la ex-moglie è un'estranea per l'ex-marito. E come tale (se non svolge il ruolo di affidataria del figli minori), tempo un annetto mi risulta che verrà sgomberata dal padrone di casa come per ...finita locazione.

In teoria, i figli stessi sarebbero tra gli obbligati per legge ad aiutarla (ma anche gli altri parenti di lei...). Ma si presume che, diciottenni, non possano: se la casa non è intestata a loro ma al papà essi possono abitarla (anche contro la volontà del papà proprietario) fino a raggiunta indipendenza economica, ma non farla abitare ad altri (contro la volontà del papà proprietario), magari incluso il drudo della mamma...

Almeno: così mi consta.
 
premesso che non sono un avv.to ne titolato a dare pareri ma riporto solo quello che mi sembra di aver capito "ravanando" da un po di tempo in materia. Le sentenze poi tengono conto di diversi fattori ma mi sembra che in linea di principio il fondamento sia questo:

Al fine dell’assegnazione della casa coniugale in sede di divorzio la ragione de persistente diritto della ex moglie – già assegnataria – a permanere nella casa familiare può essere ravvisata nel persistente interesse a risiedervi proprio dei figli maggiorenni (non autosufficienti), tuttora conviventi con la madre (il motivo se ancora in attesa del completamento degli studi) – a tutela dei quali si pone l’istituto dell’assegnazione della casa familiare
 
Ti sbagli: la ex-moglie è un'estranea per l'ex-marito. E come tale (se non svolge il ruolo di affidataria del figli minori), tempo un annetto mi risulta che verrà sgomberata dal padrone di casa come per ...finita locazione.

In teoria, i figli stessi sarebbero tra gli obbligati per legge ad aiutarla (ma anche gli altri parenti di lei...). Ma si presume che, diciottenni, non possano: se la casa non è intestata a loro ma al papà essi possono abitarla (anche contro la volontà del papà proprietario) fino a raggiunta indipendenza economica, ma non farla abitare ad altri (contro la volontà del papà proprietario), magari incluso il drudo della mamma...

Almeno: così mi consta.

Il coniuge più abbiente deve sostenere il coniuge più debole anche dopo il divorzio.
Mi sa che hai ragione per la casa. L'ex marito deve solo (eventualmente) gli alimenti, ma non la casa.
 
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