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La Consob: una carta di identità per tutti i bond
L’Abi incontra Spaventa che presenta il suo piano per le obbligazioni a basso rischio
16/5/2003
MILANO UNA
carta d’identità per le obbligazioni e per tutti i prodotti finanziari collocati in banca. Il sei maggio scorso il presidente della Consob Luigi Spaventa, dopo essersi diffuso nella sua relazione annuale sull’opacità delle obbligazioni non bancarie, aveva annunciato l’intenzione di mettere in campo nuove regole «al fine di introdurre procedure che offrano alla clientela informazioni più adeguate sui rischi dell’investimento». Ieri, in un incontro tra la Commissione di vigilanza sulla Borsa, i vertici dell’Abi e una pattuglia di banchieri di peso, Spaventa ha disegnato per la prima volta i tratti del nuovo strumento che dovrebbe aiutare i risparmiatori ad affrontare in modo più cosciente il rischio d’investimento: una scheda-prodotto che indichi in modo sintetico e con un linguaggio comprensibile le caratteristiche di ogni investimento. Anche i vertici dell’Associazione bancaria, del resto, si sono mossi sullo stesso terreno. Il presidente Maurizio Sella e il direttore generale Giuseppe Zadra hanno presentato alla Consob due progetti. Il primo riguarda la creazione di una lista di titoli con il cosiddetto «bollino blu»: circa 1700-1800 strumenti finanziari - non solo titoli di Stato, ma anche obbligazioni dai rating particolarmente solidi - caratterizzati da un rischio particolarmente basso e indicati quindi per quei risparmiatori che vogliano dormire sonni tranquilli rinunciando però a qualche opportunità di guadagno in più, che verranno ampiamente pubblicizzati. La seconda iniziativa dovrebbe invece fare maggiore chiarezza su un comparto come quello delle obbligazioni strutturate, per le quali Spaventa nella sua relazione annuale aveva detto che non sempre l’informazione al risparmiatore è adeguata. Ancora, si è parlato di bond argentini, presentando alla Commissione le mosse del comitato dei sottoscrittori creato proprio presso l’Associazione bancaria. Iniziative accolte con soddisfazione dalla Consob, quelle dell’Abi, tanto che alla fine dell’incontro fonti vicine alla Commissione esprimono «apprezzamento». Ma questo non toglie che Spaventa e i suoi commissari non si accontentino di azioni spontanee e sotto il segno dell’autoregolamentazione - come quella sul «bollino blu» partorita dall’Abi poco meno di due mesi fa o quella annunciata ieri dall’Assonime - e preferiscano intervenire anche con gli strumenti regolamentari che hanno a disposizione. Del resto, proprio dopo l’intervento di Spaventa di dieci giorni fa è apparso chiaro come i rapporti tra la Commissione e il settore bancario siano in un momento delicato. Lo dimostra anche il fatto che all’incontro di ieri - un appuntamento programmato da tempo, dato che Abi e Consob si vedono almeno due volte l’anno - ha partecipato una fetta consistente e pesante di mondo bancario: l’amministratore delegato di Unicredito Alessandro Profumo, quello di Banca Intesa Corrado Passera, Luigi Maranzana del Sanpaolo-Imi e Giampiero Fiorani della Popolare di Lodi. La carta d’identità per le obbligazioni - che nei progetti della Commissione dovrebbe riguardare tutte le emissioni - è ancora in una fase preliminare. Entro il prossimo mese la Consob conta di poterla rendere pubblica per ricevere eventuali osservazioni delle parti interessate, arrivando così ad applicarla di fatto entro fine anno. Le obbligazioni, a differenza dei fondi o delle azioni, non avranno bisogno di un vero e proprio prospetto informativo e quindi il loro collocamento non sarà soggetto a un’autorizzazione preventiva della Consob, ma la Commissione si limiterà ad indicare delle linee guida che andranno rispettate nel compilare la scheda-prodotto.
f.man.
la stampa
L’Abi incontra Spaventa che presenta il suo piano per le obbligazioni a basso rischio
16/5/2003
MILANO UNA
carta d’identità per le obbligazioni e per tutti i prodotti finanziari collocati in banca. Il sei maggio scorso il presidente della Consob Luigi Spaventa, dopo essersi diffuso nella sua relazione annuale sull’opacità delle obbligazioni non bancarie, aveva annunciato l’intenzione di mettere in campo nuove regole «al fine di introdurre procedure che offrano alla clientela informazioni più adeguate sui rischi dell’investimento». Ieri, in un incontro tra la Commissione di vigilanza sulla Borsa, i vertici dell’Abi e una pattuglia di banchieri di peso, Spaventa ha disegnato per la prima volta i tratti del nuovo strumento che dovrebbe aiutare i risparmiatori ad affrontare in modo più cosciente il rischio d’investimento: una scheda-prodotto che indichi in modo sintetico e con un linguaggio comprensibile le caratteristiche di ogni investimento. Anche i vertici dell’Associazione bancaria, del resto, si sono mossi sullo stesso terreno. Il presidente Maurizio Sella e il direttore generale Giuseppe Zadra hanno presentato alla Consob due progetti. Il primo riguarda la creazione di una lista di titoli con il cosiddetto «bollino blu»: circa 1700-1800 strumenti finanziari - non solo titoli di Stato, ma anche obbligazioni dai rating particolarmente solidi - caratterizzati da un rischio particolarmente basso e indicati quindi per quei risparmiatori che vogliano dormire sonni tranquilli rinunciando però a qualche opportunità di guadagno in più, che verranno ampiamente pubblicizzati. La seconda iniziativa dovrebbe invece fare maggiore chiarezza su un comparto come quello delle obbligazioni strutturate, per le quali Spaventa nella sua relazione annuale aveva detto che non sempre l’informazione al risparmiatore è adeguata. Ancora, si è parlato di bond argentini, presentando alla Commissione le mosse del comitato dei sottoscrittori creato proprio presso l’Associazione bancaria. Iniziative accolte con soddisfazione dalla Consob, quelle dell’Abi, tanto che alla fine dell’incontro fonti vicine alla Commissione esprimono «apprezzamento». Ma questo non toglie che Spaventa e i suoi commissari non si accontentino di azioni spontanee e sotto il segno dell’autoregolamentazione - come quella sul «bollino blu» partorita dall’Abi poco meno di due mesi fa o quella annunciata ieri dall’Assonime - e preferiscano intervenire anche con gli strumenti regolamentari che hanno a disposizione. Del resto, proprio dopo l’intervento di Spaventa di dieci giorni fa è apparso chiaro come i rapporti tra la Commissione e il settore bancario siano in un momento delicato. Lo dimostra anche il fatto che all’incontro di ieri - un appuntamento programmato da tempo, dato che Abi e Consob si vedono almeno due volte l’anno - ha partecipato una fetta consistente e pesante di mondo bancario: l’amministratore delegato di Unicredito Alessandro Profumo, quello di Banca Intesa Corrado Passera, Luigi Maranzana del Sanpaolo-Imi e Giampiero Fiorani della Popolare di Lodi. La carta d’identità per le obbligazioni - che nei progetti della Commissione dovrebbe riguardare tutte le emissioni - è ancora in una fase preliminare. Entro il prossimo mese la Consob conta di poterla rendere pubblica per ricevere eventuali osservazioni delle parti interessate, arrivando così ad applicarla di fatto entro fine anno. Le obbligazioni, a differenza dei fondi o delle azioni, non avranno bisogno di un vero e proprio prospetto informativo e quindi il loro collocamento non sarà soggetto a un’autorizzazione preventiva della Consob, ma la Commissione si limiterà ad indicare delle linee guida che andranno rispettate nel compilare la scheda-prodotto.
f.man.
la stampa