Conto alla rovescia per la chiusura del 90% dei siti italiani ?

  • ANNUNCIO: 37° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    A frenare i mercati nelle ultime sedute è stato l’atteggiamento della Fed con la concreta possibilità di un’altra stretta entro fine anno e un costo del denaro su livelli più elevati, rispetto alle precedenti attese, per tutto il 2024. Lato macro, nell’Eurozona l’inflazione nel mese di settembre ha mostrato, secondo le stime preliminari, un rallentamento su base annuale dal 5,2% di agosto al 4,3% (consensus al 4,5%). L’indice core esclusi energetici e alimentari ha segnato un rallentamento ancora più evidente dal 5,3% al 4,5% (consensus al 4,8%). I numeri odierni suggeriscono che i timori sulle pressioni inflazionistiche devono essere ridimensionati. Negli Stati Uniti, l’inflazione misurata dall’indice Pce core, che la Fed utilizza come uno dei principali indicatori riguardo ai prezzi, si è attestata in agosto al 3,9%, in linea con le attese e in rallentamento rispetto al 4,3% (dato rivisto) di luglio. Per continuare a leggere visita il link

roberto

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Mi sbaglio clamorosamente o tra poche settimane Il 90% dei siti web italiani diverranno a tutti gli effetti prodotto editoriale con tanto di obbligo di registrazione al tribunale e nomina di direttore responsabile ?

Nuove norme sull'editoria e sui prodotti editoriali e modifiche alla legge 5 agosto 1981, n. 416"
(Testo approvato in via definitiva dal Senato della Repubblica il 21 febbraio 2001)

Capo I - DISPOSIZIONI GENERALI

Art. 1. - (Definizioni e disciplina del prodotto editoriale)

1) Per «prodotto editoriale», ai fini della presente legge, si intende il prodotto realizzato su supporto cartaceo, ivi compreso il libro, o su supporto informatico, destinato alla pubblicazione o, comunque, alla diffusione di informazioni presso il pubblico con ogni mezzo, anche elettronico, o attraverso la radiodiffusione sonora o televisiva, con esclusione dei prodotti discografici o cinematografici.

2). Non costituiscono prodotto editoriale i supporti che riproducono esclusivamente suoni e voci, le opere filmiche ed i prodotti destinati esclusivamente all'informazione aziendale sia ad uso interno sia presso il pubblico. Per «opera filmica» si intende lo spettacolo, con contenuto narrativo o documentaristico, realizzato su supporto di qualsiasi natura, purchè costituente opera dell'ingegno ai sensi della disciplina sul diritto d'autore, destinato originariamente, dal titolare dei diritti di utilizzazione economica, alla programmazione nelle sale cinematografiche ovvero alla diffusione al pubblico attraverso i mezzi audiovisivi.

3) Al prodotto editoriale si applicano le disposizioni di cui all' articolo 2 della legge 8 febbraio 1948, n. 47. Il prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare e contraddistinto da una testata, costituente elemento identificativo del prodotto, è sottoposto, altresì, agli obblighi previsti dall'articolo 5 della medesima legge n. 47 del 1948.

Se i siti non verranno spazzati via da queste nuove norme c'e' sempre in agguato il DDL sui domini che avanza al Senato. Una tenaglia normativa che si appresta a stritolare la rete italiana http://www.punto-informatico.it/p.asp?i=35216

http://www.interlex.it/regole/killer2.htm
 
Da quello che leggo nel tuo thread, pare proprio di sì.

Comunque, deve essere necessariamente previsto un termine (e non certo 15 o 30 giorni) per aduguarsi alla normativa.

Parli di chiusura per via delle spese troppo onerose da sostenere, oppure per via della struttura organizzativa della stragrande maggioranza dei siti?
 
>Parli di chiusura per via delle spese troppo onerose ...

Il direttore responsabile costa. Molto. E il numero di giornalisti iscritti all'albo é decisamente inferiore al numero di siti presenti in rete.

Se venisse a mancare la vera anima di internet, ossia i siti amatoriali sarebbe tristissimo per tutti. Anche per chi il direttore responsabile puo' permetterselo.
 
Capito: allora ci sarà, da parte di chi ha mezzi, la corsa ad acchiappare un qualsiasi giornalista iscritto all'albo, mentre gli altri (tanti, visto che la stragrande maggioranza dei webmasters lo fa solo per passione e non ci vive, appunto) chiuderanno per mancanza di fondi necessari.

Certamente, con l'introduzione di direttori responsabili iscritti proprio all'albo dei giornalisti l'indipendenza subirebbe un colpo durissimo: per esempio, a tutt'oggi sono ancora l'unico in Italia ad aver scritto contro l'irresponsabile pubblicità del Minifib fatta da Borsa Italiana S.p.A. (lo presentano come un giocattolino adatto per chi è in cerca di emozioni forti, proprio loro che dovrebbero tutelare gli investitori).

Sono l'unico ad aver scritto che le obbligazioni "Concerto" collocate da Poste Italiane S.p.A. non vanno sottoscritte all'emissione, tanto perdono oltre il 10% appena arrivano sul mercato, ed anche questo nessun giornale lo ha scritto, magnificando solo la sicurezza del bond.

Non credo sia un caso, visto che Il Sole 24 Ore, MF, ecc. sono, da mesi, pieni di intere pagine pubblicitarie sul Minifib di Borsa Italiana S.p.A. e di Poste Italiane S.p.A., per non parlare delle conoscenze personali che, a quel livello, contano moltissimo (se scrivo contro una istituzione, quella istituzione non mi offrirà mai un lavoro importante).


Io sono favorevole ad una elevazione dei siti web a rango di veri e propri organi di informazione riconosciuti (con tanto di diritti e doveri), ma quest'obbligo mi pare sia immesso per andare in un'altra direzione.
 
Basta spostare il sito su un provider localizzato all'estero, o si viene pescati lo stesso?



















[Messaggio editato da Voltaire il 28-02 alle ore 10:53]
 
Ecco perchè abbiamo creato questa nuova "linea" di Nick, per darci al cinema (Suoni & Voci. Jarr alla console e Tierre al microfono)!!!!!!!!!!!!!!!
 
Questa mi sembra una battaglia di libertà che dovrebbe essere combattuta fino in fondo. Da un lato molti premono per l'abolizione dell'ordine dei giornalisti, che è una vergogna italiana, già denunciata da luigi Einaudi più di mezzo secolo fa. Dall'altra si cerca di dare occasioni di lavoro e di guadagni alla larga messe di disoccupati iscritti all'ordine con queste proposte non solo indecenti, ma affossatrici di uno dei pochi spazi veramente liberi che sono rimasti.
Visto che invochiamo sempre l'Unione Europea, sarebbe intressante sapere come si regolano all'estero a proposito dei siti web.
Poi occorrerebbe sapere quali deputati o senatori hanno avanzato e firmato la proposta, per un'itervista allo scopo di sentire le loro ragioni e istituire un dibattito.
La cosa straordinaria è che su una cosa, secondo me molto importante e che riguarda molte persone e molteplici interessi, tutti tacciono.
 
Riporto il commento di Domenico De Simone su

http://www.affarinborsa.it


Il regime, i suoi servi sciocchi e Internet

domenico postato il: 28/02/2001 11.55.00


Il regime parafascista che è al governo in questo paese, accogliendo l'invito alla regolamentazione di internet, partorito e reclamato a gran voce dalle più idiote menti della nazione, riunite in quegli illustri ricettacoli di immondizia intellettiva che sono diventati i mass media italiani, ha prodotto una legge che più liberticida non si ricordava dai tempi del Minculpop e dello stalinismo imperante.

La legge in questione, approvata dal Senato il 21 febbraio, prevede per tutti i siti internet l'obbligo della registrazione e della nomina di un direttore responsabile scelto nell'Ordine dei giornalisti, con relativo bagaglio di marchette, contributi, stipendio da privilegiato e poteri censori. La sanzione, tanto per non sbagliare, è la galera e la chiusura del sito. Questa legge viene all'esito di una campagna stampa ben orchestrata dai servi del regime, che ha indicato Internet come il luogo di tutte le nefandezze immaginabili, dallo stupro dei bambini alle rapine ed ai delitti di ogni genere. Di qui l'esigenza impellente di regolamentare il web per impedire la commissione di tali nefandezze e proteggere il popolo ingenuo che senza internet, notoriamente, vive libero, felice e sicuro.

Si tratta evidentemente di un tentativo maldestro di tutelare i privilegi di una casta destinata ad essere spazzata via dalla storia e di un potere che non ne vuol sapere di rinunciare ai propri privilegi. L'esito di questa brillante iniziativa sarà la chiusura del 90% dei siti italiani di informazione, dato che permnettersi un direttore responsabile è privilegio di pochi e oltretutto assoggettarsi al controllo di un'istituzione fascista, come l'ordine dei giornalisti che, tra l'altro, dovrebbe essere abolito, è davvero intollerabile per ogni spirito libero.
Di fronte a questo colpo di coda del regime dobbiamo tutti reagire con decisione.

Propongo tre iniziative.

1) Tutti i siti indipendenti si spostano dall'Italia verso un provider non italiano. E ci provassero a dire che le loro leggi idiote si applicano lo stesso.

2) Disobbedienza civile e rifiuto di applicare la norma nei siti che rimangono aperti in Italia. Provocare apertamente la loro chiusura per smascherare il vero volto repressivo e liberticida del fascismo al potere.

3) Boicottaggio dei siti che appplicano la normativa e dei siti governativi e commerciali. Massima diffusione nel web di queste iniziative.

4) Proposta di legge alternativa: Tutti i senatori e i deputati nonché i manutengoli a qualsiasi titolo del regime debbano obbligatoriamente indossare il Fèz affinché siano facilmente individuabili ed additabili al pubblico ludibrio. In alternativa, un preservativo di dimensioni adeguate alla loro capacità di comprensione della democrazia e di internet sarà considerato strumento equipollente.

domenico de simone

(firmo con nome e cognome perché spero che qualcuno dei manutengoli del regime mi quereli o mi incrimini per vilipendio delle istituzioni.... ma non lo faranno, sono troppo vigliacchi)
 
Questo si scriveva prima dell'approvazione

Le modifiche alla legge sulla stampa

Finalmente si scoprono le carte. I lavori parlamentari sulla nuova legge in merito alla diffamazione a mezzo stampa sono andati avanti, e tra gli emendamenti sono comparsi i fatidici obblighi di registrazione per i "periodici telematici".

Il percorso della legge finora e' stato questo: la II commissione giustizia della camera ha approvato un testo definitivo che verra' votato dalla camera dei deputati nella sua globalita'. Se questo testo dovesse passare alla camera con una votazione favorevole verra' discusso in senato, continuando l'iter della legge.

Ricordiamo la ragione di fondo della nostra campagna: sta per passare una modifica alla legge sulla stampa senza che l'opinione pubblica ne sia minimamente informata, dal momento che questa modifica e' nascosta tra le righe di un progetto di legge che riguarda il reato di diffamazione a mezzo stampa.

In particolare, se dovessero essere approvate queste modifiche, l'articolo 16 della legge sulla stampa, che stabilisce le sanzioni per la stampa clandestina, diventerebbe il seguente:

"Chiunque intraprende la pubblicazione di un giornale o altro periodico, ANCHE SE DIFFUSO A MEZZO DI TRASMISSIONI INFORMATICHE O TELEMATICHE, senza che sia stata eseguita la registrazione prescritta dall' art. 5, è punito con la reclusione fino a due anni o con la multa fino a lire cinquecentomila".

Nella categoria di "periodico" potrebbe essere fatto rientrare a pieno titolo anche qualsiasi sito web aggiornato periodicamente, trasformando questa legge in un possibile grimaldello legislativo che renderebbe di fatto illegale qualsiasi forma di informazione telematica non registrata, imbavagliando i circuiti informativi e il giornalismo di base che costituiscono l'unica alternativa onesta alle grandi concentrazioni editoriali, televisive e mediatiche dei grandi colossi dell'informazione.

http://www.peacelink.it/censura/


NOTA

Il testo é stato approvato in via definitiva dal Senato della Repubblica il 21 febbraio 2001
 
Riporto Tremalnike.

la cosa peggiore che ho notato dalla lettura della legge (vado a memoria e poi potrebbero averla cambiata) è la situazione di inferiorità alla quale verrebbe posto il cittadini "italiano", e si, perchè le norme sarebbero dovute essere applicabili alla "nazionalità", ne deriva che un cittadino italiano anche se si sposta su un provider straniero sarebbe comunque soggetto a tali norme

Qui siamo all'assurdo giuridico, credo.
 
Per un argomento così importante, al di là del merito specifico, per un basilare concetto di libertà, chiedo il permesso di riprodurlo in Offlineo onde riservargli più visibilità.

In quest'ambito specialistico e aristocratico di Officine Giuridiche, penso che il permesso vada richiesto a Jarr&Tierre che dallo stile mi ricordano qualcuno...:D

un saluto
mario
 
Io ho ricevuto richieste per portarlo nel forum principale;: forse Roberto vuole evitare un caos generale?
 
scusate, ma data la gravità della cosa, propendo anke io come Volty per dare maggior risalto ad una notizia così importante e ke ci riguarda tutti da vicino.
Inoltre potrebbe anke utile per riuscire a trovare qualke consulenza al problema da qlk professionista.

Io cmq, rimango di stucco.... fanno di tutta l'erba un fascio. Invece ke censurare i xiodici, ke pensino a tutelare gli utenti internet dai siti di pedofili ecc. con altra normativa ke sanzioni pesantemente questi ultimi.
E se proprio volgiono garantire l'informazione in rete ke diano + responsabilità agli amministratori dei siti su quello ke pubblicano senxa tagliare le gambe a ki, con la passione, crea valore aggiunto all'informazione.

bye;)
 
E' urgente parlarne nel forum principale e, per chi frequenta altri siti di finanza e non, postare sull'argomento. Occorre un celere tam tam!!!!
 
Citato da Voltaire ho chiamato chi più informato e preciso secondo ultime info a me giunte:

1- Legge sulla stampa di cui si tratta in questo post
2- ?Decreto? sulla compravendita dei domini: ed è qui che scopro che ce ne sono due
-------a- relativo alle estensioni .it e .com ed è il caso da me citato e riportato da voltaire, la normativa sul .com sarebbe dovuta essere applicabile ai cittadini di nazionalità italiana perchè l'Italia non ha giurisdizione sui .com e quindi la nazionalità era uno stratagemma
è probabile che però la storia sia andata a male perchè pare sia spuntato fuori un altro decreto
-------b- relativo ai soli .it dove l'Italia ha giurisdizione, per evitare compravendite e speculazioni varie
al momento nessuno dei due è stato trasformato in legge
la telenovela continua perchè apprendo che anche la legge sull'editoria non c'entra nulla, ma è quella sulla stampa che non è stata ancora approvata
al momento dunque non c'è nessuna legge che regolamenta la rete internet, aspettiamo fiduciosi che si accorgano dell'abbaglio eventuale e lascino cadere tali proposte, anche perchè per evitare discriminazioni una regolamentazione, seppur necessaria deve necessariamente essere coordinata a livello europeo e non nazionale, sperando che non ci facciano mai diventare cittadini europei di serie B
ciao, Mario
 
Secondo voi è percorribile questa strada?
Esisterà un giornalista che farebbe il direttore responsabile dei siti amatoriali?
Dico a pagamento ovviamente.
Pensate che 1000 siti a 50.000 lire annue fa 50.000.000.
Mica male e senza fare niente.
Lo so che non è giusto però sarebbe un modo per arginare l'emergenza.
In alternativa alla proposta precedente potremmo organizzare uno sciopero.
IO DA OGGI NON COMPRO PIU UN GIORNALE.
Se lo facciamo tutti, fra poco ci saranno parecchi giornalisti a spasso.
Ora vado a postarlo su altri forum.
Ciao, Giovanni.
 
Ho visto adesso il post.

E' UNA COSA GRAVISSIMA


Questi ******** incompetenti delinquenti ladri vogliono ridurre l'italia al livello della cina comunista.
 
Preciso ancora che il provvedimento è passato a larga maggioranza, e che i relatori appartengono a partiti non della maggioranza di governo.
 
Luigir, http://www.investireoggi.it[/b]

Non e' stata approvato in Assemblea ma in Commissione e tra i "testi unificati" ci sono anche quelli di Storace ed altri del Centrodestra e purtroppo non dice con quale maggioranza sia stato approvato.


Proposto da On. Maurizio Balocchi (Lega)
Cofirmatari
On. Diego Alborghetti (Lega), On. Mario Lucio Barral (Lega), On. Davide Caparini (Lega), On. Umberto Chincarini (Lega) , On. Elena Ciapusci (Lega) , On. Roberto Faustinelli (Lega), On. Rolando Fontan (Lega), On. Carlo Frigerio , On. Franca Gambato , On. Simone Gnaga , On. Piergiorgio Martinelli , On. Flavio Rodeghiero , On. Daniela Santandrea , On. Luigino Mario Vascon.

Insomma non continuo con gli altri perche' sono tutti di quello schieramento ma forse era quando non erano ancora democraticizzati e fuori dalla CdL.



http://www.senato.it/leg/13/Bgt/Schede/Ddliter/13132.htm
 
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