cosa hanno loro che noi non abbiamo???

Mi spiace San Siro, purtroppo è così, le probabilità di successo sono molto basse e tengono conto di tutte le problematiche di cui abbiamo parlato: competenze, fortuna, conoscenze, etc..
Sono abbastanza d’accordo anche con Oscaritos, i soldi sono l’ultimo dei problemi.
Se non sei un bravo imprenditore puoi anche avere un pozzo di soldi ma finisci gambe all’aria comunque.

Non demordere San Siro, anche io nel mio piccolo due anni fa ho fondato una startup e verosimilmente verrà chiusa il prossimo anno perché il mercato che pensavamo ci fosse fatica molto a decollare.
Ma è stata ed è tuttora un’esperienza che rifarei altre 100 volte, ho imparato tantissime cose infatti penso proprio che proverò a fare altro dopo questa avventura.
 
Mi spiace San Siro, purtroppo è così, le probabilità di successo sono molto basse e tengono conto di tutte le problematiche di cui abbiamo parlato: competenze, fortuna, conoscenze, etc..
Sono abbastanza d’accordo anche con Oscaritos, i soldi sono l’ultimo dei problemi.
Se non sei un bravo imprenditore puoi anche avere un pozzo di soldi ma finisci gambe all’aria comunque.

Non demordere San Siro, anche io nel mio piccolo due anni fa ho fondato una startup e verosimilmente verrà chiusa il prossimo anno perché il mercato che pensavamo ci fosse fatica molto a decollare.
Ma è stata ed è tuttora un’esperienza che rifarei altre 100 volte, ho imparato tantissime cose infatti penso proprio che proverò a fare altro dopo questa avventura.

Ne sono certo che farai qualcos'altro.

E che se non sarà questa volta, sarà l'ìimpresa successiva a darti il risultato che desideri.

Per quanto riguarda me, non ho commesso errori. Ho semplicemente fatto una *******, cioè mi sono imbarcato in un'impresa non consona alle mie caratteristiche mentali ma anche fisiche (l'impegno da questo punto di vista era molto gravoso).

In questa nuova attività che sto progettando, la messa a punto del prodotto ha un costo decisamente contenuto: con mille euro me la cavo.

Per un prodotto editoriale che si indirizza a un problema comune a tutti i paesi, e quindi con più probabilità di farsi strada.

Nel caso non venisse "comprato", ho perso mille euro, ma ho acquisito conoscenze su un settore che prima non avevo.

Adesso ho capito perché si dice che gli investitori americani, a parità di opportunità, preferiscono chi è già fallito.

Perché ha più conoscenze sul mondo degli affari ma soprattutto su se stesso.

Posso chiederti una cosa sulla tua attività?

E' davvero un problema di mercato o di difficoltà di raggiungere una certa soglia?

Detto altrimenti, se la tua impresa fosse partita già con una certa dimensione, e quindi con una maggiore range di opportunità per sondare il mercato, avrebbe avuto più possibilità di raggiungere il break even point in tempi ragionevoli?

So che non puoi darmi una risposta netta, ma visto che il mercato in questione ormai un po' lo conosci, qual è la tua sensazione?
 
Tornando in topic, la domanda in questione "cos'hanno loro che noi non abbiamo" pone il problema più a livello, per così dire, aggregato che delle capacità degli individui.

A questo proposito consiglio di leggersi i lavori di Mariana Mazzucato, l'economista italo-inglese che si occupa proprio dell'impatto degli investimenti pubblici sulla creazione non tanto di nuove imprese, quanto di interi nuovi settori produttivi.

In uno dei suoi articoli, faceva l'esempio inglese di forti investimenti in nuove start up che non avevano dato risultati degni di nota.

Questo mi fa pensare a circa vent'anni fa, dove nella città dell'hinterland milanese in cui vivo, si crearono degli spazi per nuove star up legate in buona parte a Internet.

I finanziamenti facevano parte del filone stanziato per rivitalizzare economia di un'area particolarmente provata dalla deindustrializzazione. Già da una decina d'anni, di tutti quei tentativi non è rimasto nulla.

Ma non per questo penso che i progetti fossero per forza sbagliati. Il punto è che si trattava di microimprese, per di più in una fase in cui il cambiamento tecnologico era difficile da cavalcare. Probabilmente molti venuti dopo hanno trovato, senza particolari meriti, l'onda giusta, o potevano partire dalle indicazioni ottenute dai fallimenti altrui.

Ho dato un'occhiata ai bandi regionali per la creazione di nuove imprese finalizzati all'autooccupazione di persone lasciate a casa dopo la crisi del Covid, e non mi sembra che sia denaro speso bene.

Se, come penso, si tratta per lo più di progetti di impresa che operano in settori maturi e proponendo prodotti o servizi standard, la vedo molto difficile.

Io sono convinto che se si sviluppa una tecnologia valida, nel paese vi sia l'humus imprenditoriale sufficiente per portarla a compimento. A meno che non sia una tecnologia molto costosa da implementare, allora in questo caso sarei pessimista.
 
Giuste osservazioni.

Io ero una via di mezzo. Cioè non avevo competenze, - e lo sapevo - ma puntavo sulla mancanza/scarsità di concorrenti.

Tanto vale che dica cosa avevo deciso di fare, se no non si capisce.

L'idea era aprire un laboratorio dedicato esclusivamente al pane con il lievito madre.

Una nicchia, dunque, che però stava crescendo e offriva margini molto maggiori rispetto al pane comune.

Non sto qui a riassumere tutti i problemi che ho incontrato. Quello che però mi ha logorato psicologicamente e alla fine anche fisicamente, è stato il non riuscire ad ottenere un prodotto che mi soddisfacesse.

Voi direte: non eri del mestiere, dovevi metterlo nel conto. In realtà mi ero dato abbastanza tempo per imparare, ma non c'è stato nulla da fare. Solo dopo aver chiuso ho scoperto che il problema era in pochi centimetri di un componente dell'impastatrice. Se non ci fosse stato quell'inconveniente, avrei ottenuto un prodotto magari non al top ma certamente soddisfacente.

Insomma, alla fine la sfortuna ha giocato un certo ruolo.

(PS. Il prodotto era molto apprezzato dai clienti, che guardavano poco o nulla all'aspetto formale. Ma questo non era sufficiente a farmi sentire soddisfatto.)

Il punto, quindi, è che se oltre a non essere del mestiere entri in un mercato pieno di concorrenti, o sei particolarmente bravo o i rischi sono davvero soverchianti.

Purtroppo l'elenco dei lavori che cesseranno di esistere rischia di arricchirsi di nuove insospettabili figure. Penso infatti agli effetti, per adesso imprevedibili, della diffusione dell'intelligenza artificiale.

Grazie della segnalazione dei fondi per nuove iniziative imprenditoriali. Non penso che vi farò ricorso. Questa esperienza mi ha insegnato che non bisogna andare contro la propria natura.

Per costituzione mia personale ho sempre avuto difficoltà nelle relazioni interpersonali e questo crea problemi a non finire nella gestione di un'attività.

Quindi ho deciso di ripiegare su ciò che posso fare in autonomia.

Ho già individuato alcuni filoni. Editoriale (sistemi didattici nuovi relativamente a certe materie); applicazione di metodi di potenziamento cognitivo (qui si fatica un botto e si guadagna poco, ma l'esperienza sul campo può insegnarti applicazioni imprevedibili); propormi come consulente strategico (ma solo se ho ottenuto risultati importanti nel primo filone, della serie "io non sono *****"; a questo riguardo ho già numerose idee interessanti nel cassetto).




Scusa eh,però mi viene difficile credere che una buona idea,mi riferisco al lievito madre,sia naufragata per colpa di un'impastatrice.


Credo che il problema sarebbe stato semplice da risolvere.Magari riparando il pezzo guasto.

O no?
 
il sistema economico finanziario

e questo quello noi non abbiamo ! Un Musk in Italia non avrebbe fatto proprio niente.
 
e questo quello noi non abbiamo ! Un Musk in Italia non avrebbe fatto proprio niente.

Concordo al 100%.La chiave di volta di tutto è avere un sistema economico finanziario che sostiene l'economia e nuove iniziative imprenditoriali.
Non è un caso che là in USA l'accesso al credito è molto ma molto più semplice anche a chi ha poche garanzie,se sgarri hai un sistema giudiziario efficiente che ti riprende tutto con gli interessi.

E'inoltre documentato che il declino economico italiano non è tanto da ricercare solo nel passaggio da valuta debole lira a valuta forte euro ma nello smantellamento del tessuto delle banche locali sostituito da un modello centralizzato sulla base di quello che avviene in Francia e Germania.
 
e questo quello noi non abbiamo ! Un Musk in Italia non avrebbe fatto proprio niente.

concordo molto.

l'unica fortuna è che con un cellulare oggi possiamo guardare you porn e allo stesso tempo investire in tutto il mondo con un click ( azioni, obbligazioni, oro, real estate, crypto) quindi anche se siamo in italia ce la caviamo.

Per dire spesso mi dicono ma tu con 100k da investire cosa apriresti? io rispondo che piuttosto di imbarcarmi un aziende negozi concorrenza tasse ecc ecc investo in mc donalds o coca cola o qualche indice e vivo piu sereno di chi apre un attività e fa debiti magari poi casini coi dipendenti, l'ade, commercialisti, mutui in banca ma chi ve lo fa fare????

Statisticamente va piu bene a me che al 99 x cento di loro.


Un mio amico è andato in UK e ha aperto piva in un bar con il commercialista che arrivava con la bici e hanno fatto tutto su ipad in 15 minuti. vi pare na cosa fattibile qua?

Poi magari fai debiti, rincorri un sogno e in 72 ore ti chiudono tutto.

Guardate cosa è successo alle sale LAN lunedi. non ne parlano al TG perchè è una nicchia

Una marea di gente salterà in aria, pieni di debiti x comprare PC affitti capannoni ecc ecc

No no io ho avuto un attività in italia e sono scappato quando mio papà è andato in pensione. Per fortuna hanno rilevato la ns quota. Una botta di fortuna cm avessi vinto il gratta e vinci. Mai +.

Faccio dipendente e investo.
 
Questa cosa qua del continuare a dire che in terra straniera è più facile, che un un musk in italia non avrebbe fatto e qua e la, secondo me è un po' trovare delle giustificazioni.


Non avremo l'uomo più ricco al mondo, ma arrivano ogni giorno da tutto il mondo per studiarci tanto siamo bravi...

Abbiamo innovato dal settore dell'alta, moda alla costruzione delle migliori auto sportive al mondo, per spaziare fino ai prodotti food and beverage che sono delle vere proprie eccellenze.

Ed il grosso di queste iniziative imprenditoriali è stato fatto partendo senza i mezzi ed i comfort della società attuale, ma partendo da una società prettamente a struttura agricola che usciva dal terribile periodo della guerra...

Adesso viviamo nell'era dove tutti vogliono essere dei piccoli Musk, e sopratutto viviamo l'era del tutto e subito.
 
Non avremo l'uomo più ricco al mondo, ma arrivano ogni giorno da tutto il mondo per studiarci tanto siamo bravi...

ma chi viene?

ma al massimo copiano e poi lo ricreano nel loro territorio. ricordo che anni fa erano venuti gli svedesi a vedere un termovalorizzatore da noi e poi ci fanno bello bello lo facciamo da noi però che qua non si puo lavorare..mica investono sordi qua. ci sarà un motivo.

Non ce una squadra di serie A che riesce a costruire uno stadio. Gli enti comunali bloccano tutto, da milano a roma a napoli...E' andata bene alla juve perchè mettersi ai tempi contro l'avvocato non era una mossa inteligentissima. L'altro gg un mega imprenditore ha detto che voleva comprare delle robe in toscana ma hanno iniziato a fargli storie e ha detto vabbuò vado a dare sti soldi ad alrtre nazioni

quello che dici dopo è vero ma era cosi fino agli anni 2000.

ora è praticamente un salasso tra burocrazia, tasse casini mancate leggi lavorare in italia.

Non fosse che abbiamo una storia millenaria tra arte, architettura, moda e storia e dei paesaggi pazzeschi saremmo gia come il terzo mondo... e cmq verso quella direzione stiamo andando..tranne qualche eccezione ma che si contano su una mano

Perchè se si guardano numeri alla mano tt il mondo principale corre piu veloce di noi
 
Arte,auto,alimentari,arredamento,abbigliamento.

Credo che le 5 A siano,solo nostre.:yes:


Il resto è un maldestro tentativo di imitazione.
 
Ultima modifica:
In effetti...

Alla fine la causa principale è stata il Covid, che è arrivato proprio quando stavamo entrando bene in un gruppo di ristoranti.
Però, l'aspetto psicologico, quello di non avere un prodotto con tutti i crismi (anche se quasi nessuno dei clienti finali se ne accorgeva) ha avuto un peso rilevante che mi ha logorato.

Io pensavo che fossero problemi legati alla gestione del lievito, il realtà era l'impastatrice, che non era rotta. Semplicemente c'era un particolare di un ingranaggio che non spingeva la formazione del glutine fino al punto che serviva a me.

Ho chiesto consigli in giro, sono venuti due tecnologi alimentari, utili per impostare il lavoro in modo preciso (prima andavo a tentoni) ma non mi hanno risolto il problema dello sviluppo in volume, che era rimasto insufficiente.

A me la cosa ha logorato, sia perché non provavo piacere in quello che facevo, sia perché la cosa mi tarpava le ali.

Se vai a presentare il prodotto a uno che il pane lo conosce non ha neanche bisogno di assaggiarlo. Solo guardandolo esternamente è in grado di giudicarlo.

Si dice che il diavolo è nei particolari. Per quanto mi riguarda non posso che confermare.
 
Questa cosa qua del continuare a dire che in terra straniera è più facile, che un un musk in italia non avrebbe fatto e qua e la, secondo me è un po' trovare delle giustificazioni.


Non avremo l'uomo più ricco al mondo, ma arrivano ogni giorno da tutto il mondo per studiarci tanto siamo bravi...

Abbiamo innovato dal settore dell'alta, moda alla costruzione delle migliori auto sportive al mondo, per spaziare fino ai prodotti food and beverage che sono delle vere proprie eccellenze.

Ed il grosso di queste iniziative imprenditoriali è stato fatto partendo senza i mezzi ed i comfort della società attuale, ma partendo da una società prettamente a struttura agricola che usciva dal terribile periodo della guerra...

Adesso viviamo nell'era dove tutti vogliono essere dei piccoli Musk, e sopratutto viviamo l'era del tutto e subito.

Sulle capacità imprenditoriali e di visione, gli italiani non sono messi male.

Arrighi, nel suo lavoro sui cicli del capitalismo, individua quattro periodi, ciascuno dominato da una singola potenza. In ordine cronologico: Genova (e Venezia), Olanda, Inghilterra, Stati Uniti.

Le prime banche erano italiane.

La frammentazione politica ha avuto un risvolto positivo.

Tante corti, cioè tanti centri di innovazione, nel Rinascimento.

Anche la povertà produceva dei vantaggi: i contadini che emigravano nei paesi freddi svolgendo lavori da operaio acquisivano abilità e conoscenze che potevano "importare" una volta tornati.

Dove l'Italia è evidentemente debole è sul piano istituzionale.

Siamo entrati in una fase in cui i nuovi prodotti hanno un contenuto tecnologico o di conoscenza sempre più rilevante.

Su questo punto l'Italia è assurdamente latitante.

Un piccolo esempio. Ho un'amica che avendo dovuto chiudere la sua attività si vuole riciclare come programmatrice. Essendo geograficamente isolata, sta studiando con quei corsi a distanza organizzati da università americane.

Perché in Italia non si fa nulla di simile? Gli investimenti in formazione, specialmente con formule come questa in cui la spesa marginale per la partecipazione di un nuovo studente è estremamente bassa, non vanno mai perduti.

Un altro esempio. La formazione di un panettiere in Germania dura tre anni. Vuoi fare il pane come piace a te, con formule tue? Sono altri tre anni.

Può sembrare troppo, ma al termine del corso di studi non sei come il vecchio panettiere italiano che sgobba di notte e ti taglia le mantovane una a una. Sei un professionista in grado di gestire un grosso laboratorio che serve una decina di negozi con una vasta range di prodotti. Sei insomma a capo di una vera impresa con un livello di automazione superiore a quello italiano, in grado di offrire comunque prodotti di elevata qualità.

A un diverso livello, l'Italia è un po' come l'India. Si passa da realtà decisamente avanzate a lavori che sono rimasti quasi uguali a come si facevano uno o due generazioni fa.
 
Quello che voglio dire è che i contadini in Italia, nel loro piccolo, avevano un ventaglio di competenze piuttosto ampio, e questo ha costituito la base su cui è cresciuta la piccola industria, che in alcuni casi è diventata media o addirittura grande.

Tempo fa lessi un'interessante osservazione di uno scrittore sud americano che disse che l'America Latina è sede di un esperimento originale, ovvero il voler creare degli stati moderni senza passare per la piccola proprietà terriera, cioè quell'ambiente denso di piccole imprese integrate in grado di generare con il tempo diversità e competenze.

Lui metteva l'accento sull'aspetto proprietario, ma probabilmente quello formativo ha un peso altrettanto importante.
 
cut

La domanda "cosa hanno loro che noi non abbiamo?" a questo punto della discussione si può benissimo considerare fuorviante...
Ognuno di noi possiede delle qualità sta a noi scoprire l'ambito, un individuo alto 2 metri per 100chili di peso, difficilmente diventerà un buon pilota di formula 1...
Potrà disporre di tutti i budget che vuole, pagare i migliori ingegneri, girare il mondo con il miglior motor home e annesso staff, ma molto probabilmente sarà sempre un buon mediocre.
Mentre se sei predisposto, prima o poi un gran premio lo vinci, qualche sponsor inizia a interessarsi, i giornali iniziano a parlare a di te, e quello che agli occhi delle persone può risultare "FORTUNA" è solamente una serie di giuste decisioni prese nel tempo sulla base di qualcosa dove si è MOLTO PREDISPOSTI.

Non per nulla nelle migliori scuole al mondo fanno dei test attitudinali proprio su questi aspetti, per capire quale sia il miglior ruolo nel mondo di ogni studente.

cut

Nascere predisposti vuol dire essere fortunati, non è che uno alla nascita decide se essere predisposto o meno.
 
Nascere predisposti vuol dire essere fortunati, non è che uno alla nascita decide se essere predisposto o meno.

E' vero.

Però non c'è una predisposizione assoluta.

Uno, per come è fatto, può essere predisposto a qualcosa in un determinato ambiente, e inadatto a quella stessa cosa in un altro.

Ti faccio un esempio. Tempo fa una casa di produzione mi contattò perché doveva fare una presentazione a degli eventuali finanziatori interessati a produrre una serie di film animati su un gruppo di personaggi.

L'inventore di questi personaggi, una quarantina, era Carlo Rambaldi, che molti di voi ricorderanno come il creatore di E. T.

Infatti, a guardar bene, nella folla di quei caratteri c'era, nascosto in mezzo ad altri sicuramente meno simpatici, proprio lui, E. T.

Chiesi spiegazione e mi dissero che quel cast di personaggi Rambaldi l'aveva ideato ben prima di E. T. e nessuno se lo era mai filato. Anzi, molti lo consideravano un tipo che faceva cose un po' tristanzuole.

Eppure, improvvisamente, la notorietà a livello mondiale. Ma scusi, chiesi al mio interlocutore, ma le Major di Hollywood non erano capaci, con i mezzi a disposizione, di creare loro il personaggio che gli serviva?

"Vede - fu la risposta - negli Usa lei troverà il più realistico manipolatore di plastilina, il più ingegnoso costruttore di ingranaggi che simulano il movimento, il più bravo disegnatore, ma è difficile trovare qualcuno che sappia fare tutto insieme."

E fu così che il piccolo artigiano quasi preso in giro qui in Italia vinse l'Oscar e si conquistò un pezzetto di immortalità.
 
https://www.youtube.com/watch?v=UNGBuFLzbWo


Ecco una storia molto interessante.

Un'azienda avviata al fallimento che aveva in mano tutte le carte per risorgere.

Però è dovuto venire uno da fuori, che non conosceva il settore, per rimetterla in pista.

(Io non l'avevo mai sentita nominare nonostante i 130 anni di storia. Adesso che la conosco so chi devo ringraziare.)
 
Quando si parla di esempi secondo me bisogna parlare di realtà raggiungibili...

Aziende che esistono da centinaia di anni con migliaia di dipendenti ed accesso al credito con credenziali pressoché illimitate, non fanno molto testo per chi si cimenta in questo settore...

La storia di mazzanti automobili andrebbe ascoltata da chiunque è appassionato di imprenditoria, Luca Mazzanti è la classica persona che è riuscito a trasformare in lavoro e poi in impresa la sua passione...

Mi piacerebbe che non venga trascurato l'aspetto della PASSIONE, e che questa venga percepita durante la durata del video.

Quello che ha permesso a questa persona di diventare un'imprenditore di successo non è l'idea, i soldi, o l'aggancio particolare, ma proprio LA PASSIONE!

E tutte le persone che conosco che hanno ottenuto risultati eccellenti nei loro rispettivi ambiti, sono state mosse proprio dalla passione, se oltre a questa c'è anche della predisposizione allora oltre ai risultati eccellenti si può anche scrivere la storia di un qualche specifico ambito, ma questo non era l'obbiettivo di nessuno...

Chi fa le cose solamente per soldi, chi intraprendente un percorso di studi perché li si guadagna di più, chi fa un qualcosa solo per "tirare a campare" non arriverà mai da nessuna parte GARANTITO AL 100%


I musk, gli Zuckerberg e fantomatici startupper ventenni diventati miliardari vanno bene per essere raccontati nei film, la realtà di chi fa impresa è quella descritta in questo video.

https://youtu.be/gKU2plZ_kYY
 
Ultima modifica:
Sulle realtà raggiungibili sono d'accordo, come sul fatto che i Musk e i Bezos si contano sulle dita di una mano. A parte il piccolo negozio del Subbuteo che ho citato in questa discussione, ne aprii io stesso un'altra sul supermercato per stranieri qui sul FOL. In pratica questi imprenditori cinesi (riassumo per chi non l'ha letta) hanno aperto un piccolo supermercato con prodotti riservati quasi esclusivamente a clienti stranieri importati dall'estero. Hanno aperto un'attività vecchia come concezione ma adattandola ai tempi e alla situazione del quartiere e questa si è rivelata una scelta vincente visto che ancora oggi, dopo anni, continua il via vai di fornitori e clienti che entrano a mani vuote ed escono con la borsa della spesa piena. Non mi stupirei se magari qualche imprenditore più grande di loro ne replicasse l'idea molto più in larga scala vista la quantità di stranieri che vivono nel nostro paese e che rappresenterebbero un bacino di milioni di clienti.
 
Molto interessante la storia di Mazzanti.

Siamo di fronte a una persona con delle capacità fuori del comune.

Ma è altrettanto vero che se non avesse provato a realizzare il progetto che aveva in mente quelle capacità non si sarebbero mai espresse.

Posto un altro caso che secondo me è altrettanto interessante, ma tocca una questione diversa.

Ovvero il caso di un'azienda con più di un secolo di storia destinata a morire perché nessuno riusciva a vedere il suo potenziale.

A salvarla è stato un manager NON esperto del settore. Questo un punto importante. Ce ne sono molti altri che potrete ricavare voi stessi.

Guardatelo fino in fondo. Merita.

https://www.youtube.com/watch?v=UNGBuFLzbWo
 
Secondo me i fattori che rendono un imprenditore degno di essere chiamato tale sono:
- l'accettazione del fallimento come mezzo per evolversi (già citato)
- la passione, che ti abilita il successivo fattore (già citato)
- il lavoro! Solo gli sforzi che nessuno del 99% del resto della popolazione riuscirebbe a sopportare rendono grande l'1% rimanente
- il mindset: che sia dato da un'intelligenza fuori dal comune e/o da una disciplina di ferro; unendo questi fattori i grandi achiever possono distinguersi dalla massa e raggiungere obiettivi ambiziosi che la maggior parte delle persone non si sognerebbero neanche di immaginare
 
Indietro