Questa cosa qua del continuare a dire che in terra straniera è più facile, che un un musk in italia non avrebbe fatto e qua e la, secondo me è un po' trovare delle giustificazioni.
Non avremo l'uomo più ricco al mondo, ma arrivano ogni giorno da tutto il mondo per studiarci tanto siamo bravi...
Abbiamo innovato dal settore dell'alta, moda alla costruzione delle migliori auto sportive al mondo, per spaziare fino ai prodotti food and beverage che sono delle vere proprie eccellenze.
Ed il grosso di queste iniziative imprenditoriali è stato fatto partendo senza i mezzi ed i comfort della società attuale, ma partendo da una società prettamente a struttura agricola che usciva dal terribile periodo della guerra...
Adesso viviamo nell'era dove tutti vogliono essere dei piccoli Musk, e sopratutto viviamo l'era del tutto e subito.
Sulle capacità imprenditoriali e di visione, gli italiani non sono messi male.
Arrighi, nel suo lavoro sui cicli del capitalismo, individua quattro periodi, ciascuno dominato da una singola potenza. In ordine cronologico: Genova (e Venezia), Olanda, Inghilterra, Stati Uniti.
Le prime banche erano italiane.
La frammentazione politica ha avuto un risvolto positivo.
Tante corti, cioè tanti centri di innovazione, nel Rinascimento.
Anche la povertà produceva dei vantaggi: i contadini che emigravano nei paesi freddi svolgendo lavori da operaio acquisivano abilità e conoscenze che potevano "importare" una volta tornati.
Dove l'Italia è evidentemente debole è sul piano istituzionale.
Siamo entrati in una fase in cui i nuovi prodotti hanno un contenuto tecnologico o di conoscenza sempre più rilevante.
Su questo punto l'Italia è assurdamente latitante.
Un piccolo esempio. Ho un'amica che avendo dovuto chiudere la sua attività si vuole riciclare come programmatrice. Essendo geograficamente isolata, sta studiando con quei corsi a distanza organizzati da università americane.
Perché in Italia non si fa nulla di simile? Gli investimenti in formazione, specialmente con formule come questa in cui la spesa marginale per la partecipazione di un nuovo studente è estremamente bassa, non vanno mai perduti.
Un altro esempio. La formazione di un panettiere in Germania dura tre anni. Vuoi fare il pane come piace a te, con formule tue? Sono altri tre anni.
Può sembrare troppo, ma al termine del corso di studi non sei come il vecchio panettiere italiano che sgobba di notte e ti taglia le mantovane una a una. Sei un professionista in grado di gestire un grosso laboratorio che serve una decina di negozi con una vasta range di prodotti. Sei insomma a capo di una vera impresa con un livello di automazione superiore a quello italiano, in grado di offrire comunque prodotti di elevata qualità.
A un diverso livello, l'Italia è un po' come l'India. Si passa da realtà decisamente avanzate a lavori che sono rimasti quasi uguali a come si facevano uno o due generazioni fa.