... ed invece degli Alphaville ho riascoltato, sempre sul filo della memoria, un pezzo insolito.
Sono molto attratto dalle canzoni in cui viene cambiato il punto di vista sulla narrativa nota: non più quello comunemente inteso, ma quello espresso in forma inusuale da protagonista ed anche dai comprimari (Vecchioni col mito di Orfeo, ancora Vecchioni e Guccini con Cyrano, e Vecchioni, Fossati e Guccini con don Chisciotte e Sancho Panza).
Ecco invece prevalere il punto di vista della vittima, in un pezzo trovato sul web per un intervento su musica e FS.
"Confuso dal momento in cui ho fatto il mio primo respiro
Chi ero io? Cosa ero? Non lo sapevo.
Da solo, mi hanno rinchiuso in una stanza del castello
Mi hanno colpito, sanguinato, tagliato, mi hanno torturato
Non sopporto di vedere il mio riflesso, perché vedo il mostro che dicono che io sia
Non ho mai voluto altro che la felicità, ma cosa avrei dovuto fare?
Venivano verso di me con odio e fiaccole, con volti crudeli come il più duro giorno d'inverno.
Mi hanno insegnato cosa significa provare il dolore più crudele.
Beh, non ho mai avuto nemmeno una possibilità"
The Ballad of Frankenstein's Monster