Crypto art

Ciao a tutti.

Premetto che sono un collezionista vecchio stampo, feticista dell’opera d’arte tangibile; penso, addirittura, che molto dell’interesse attorno agli NFT abbia a che fare con il riciclaggio di denaro. Non sono, comunque, un esperto del settore e mi piace saperne di più.

Il 10 giugno scorso, alla Kunsthaus di Zurigo si è svolta una conferenza sulla Crypto Art, organizzata dall’Europa Institut (EIZ) in collaborazione con lo UZH Blockchain Center e il Master in Art Market Studies.
Mi fa piacere condividere qui alcune pillole, che potrebbero essere interessanti per qualcuno.

Per la comodità di un’eventuale discussione, scriverò un post per ogni intervento della conferenza. Chiedo scusa ai relatori se, a causa dell’estrema sintesi o del “lost in translation”, dovessero ritenere che il loro pensiero non venga rappresentato fedelmente.
 
Martin Lukas Ostachowski, crypto-artista canadese.

L’artista ha rimarcato il fatto che gli NFT hanno applicazioni diverse dalla Crypto Art, tanto nel mondo virtuale (e.g. il mercato immobiliare nel metaverso), quanto nel mondo reale (e.g. ticketing, licensing, ecc.).

Gli NFT costituiscono un sottoinsieme della Crypto Art, che comprende anche altri strumenti basati sulla tecnologia blockchain come gli “smart contract”, così come i Fungible Token o le Social Currency.

L’artista fa risalire l’origine di questo tipo d’arte a The Cypherpunk’s Manifesto, del 9 marzo 1993.
In tale manifesto sono elencati i valori ispirativi di questo movimento, mosso da un forte attivismo ideologico. Tra gli artisti pionieri del movimento, sono stati citati Kevin Abosch e Peter Frölich.

Oggi molti stanno cercando di salire sul carro, ma non bisognerebbe perdere di vista quali valori hanno dato vita alla Crypto Art. Cito testualmente Martin Lukas Ostachowski (la traduzione è mia): “Il denominatore comune del movimento della Crypto Art va ricercato nei valori, più che nell’estetica”.
 
Tom Rieder, Managing Director di Tokengate

Tom Rieder ha presentato i dati forniti da Nonfungible.com, secondo cui il mercato degli NFT è così suddiviso:

65% Game
5% Utility
23% Collectibles
5% Art
2% Metaverse

Quindi, solo il 5% del mercato degli NFT riguarda il mercato dell’arte.

Il giro d’affari legato agli NFT è salito nel 2021 a 17 miliardi di dollari. Il prezzo medio di un NFT su OpenSea, il più grande luogo di scambio di NFT al mondo, è stato di 1000 dollari.

Nel 2021 circa 250,000 persone al mese hanno scambiato NFT su OpenSea (scesi ai 50,000 attuali).

I primi 5 Paesi nel mercato NFT sono tutti in Asia.
 
Prof. Dr. Rolf H. Weber, Professore di diritto commerciale internazionale all'Università di Zurigo.

Il professore ha evidenziato una serie di problemi legali (nella giurisdizione elvetica) su come qualificare e trattare gli NFT. Da avvocato, ha contestato quanti parlano tranquillamente di “possedere/essere proprietari di un NFT”. Nel diritto svizzero, il diritto di proprietà è applicabile solo a qualcosa di concreto, che si può toccare. Gli NFT sembrano affini al campo di applicabilità delle leggi sulla protezione della proprietà intellettuale. Ma anche qui ci sono dei problemi (che non sto a dettagliare).
 
Prof. Dr. Corinne Zellweger-Gutknecht, Professoressa di diritto privato, diritto societario e commerciale all'Università di Basilea.

La professoressa ha cercato di rispondere essenzialmente alla seguente domanda: “È applicabile agli NFT la regolamentazione dei mercati finanziari?”.

La materia è allo studio degli enti regolatori, ma in estrema sintesi diciamo che in Svizzera gli NFT non si possono considerare alla stregua di titoli e siamo ancora al Far West, anche se alcuni casi molto particolari potrebbero essere soggetti a qualche tipo di regolazione.
 
Kenny Schachter, scrittore, curatore, mercante e artista.

Kenny Schachter è un avvocato come formazione, ma si è fatto un nome nel mercato dell’arte come dealer di successo e scrivendo articoli corrosivi su questo mondo. Ha provato senza successo a fare la propria arte sin dagli anni ’90, ma senza mai riuscire a farne una professione. Grazie agli NFT, sta vivendo una seconda giovinezza e riesce a vendere bene le proprie opere.

Ha elencato quelli che, al momento (la situazione è molto fluida), erano le prime 10 blockchain per volumi di vendita di NFT:

1 Etherum
2 Solana
3 Flow
4 Polygon
5 Ronin
6 Tezos
7 BSC
8 WAX
9 Panini
10 Avalanche

OpenSea, basata su Etherum, è il mercato più grande. Magic Eden, un mercato di NFT basato su Solana, ha però recentemente superato OpenSea nei volumi scambiati giornalmente (376,000 transazioni contro 72,000).

Schachter ha poi celebrato due artisti pionieri della computer art: l’ungherese Vera Molnár, 98 anni, presente con sue opere all’attuale Biennale di Venezia, e l’austriaco Herbert Franke, 95 anni. Si augura che l’attenzione per gli NFT porti ad una rivalutazione (anche nelle quotazioni) della loro arte.

Schachter ha concluso con l’anticipazione dell’imminente uscita del libro “100 NFT Artists”, a cura di Robert Alice, per i tipi di Taschen.
 
Ho concluso con la conferenza di Zurigo. Lascio a voi l’eventuale discussione.

Buona giornata a tutti.
 
La notizia sull'esito dell'"esperimento" di Hirst con gli NFT è vecchia di un paio di settimane. Non mi pare che sia già stata commentata qui. Siccome è stata ripresa oggi, la riporto:

Com’è andato il “referendum” di Damien Hirst sugli NFT e l’arte fisica

La parte più interessante della notizia mi sembra il calcolo del denaro che è stato ricavato da questa operazione! Ma quanto ci avrà messo Hirst a realizzare "a mano" tutte e 10.000 le opere con tutti quei pois?
 
la crisi energetica ha spento gli NFT
 
In attesa che si faccia eventualmente chiarezza riguardo a due discussioni molto simili, preferisco proseguire su questa che, non avendo “Blockchain” nel titolo, appare più generica.

Segnalo due mostre americane sull’arte digitale “storicizzata”, che si annunciano molto interessanti e aprono entrambe il 12 febbraio.

La mostra del Los Angeles County Museum of Art si concentra sull’utilizzo del computer tra 1952 e 1982.

La mostra al Modern Art Museum di Fort Worth indaga l’utilizzo dello schermo digitale nei vari media, a partire dallo sbarco sulla Luna.

Terrò d’occhio eventuali recensioni che usciranno. Qui sotto i link ai siti dei musei:

Coded: Art Enters the Computer Age, 1952–1982

I’ll Be Your Mirror: Art and the Digital Screen
 
è veramente affascinante vedere come la computer art stia ricevendo le giuste attenzioni, e vi siano addirittura due esibizioni diverse a partire dallo stesso giorno!

tra l'altro il LACMA ha ricevuto proprio in questi giorni una grossa donazione, da parte di un facoltoso collezionista di "crypto arte".
 
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