Ieri ho resistito per un altro paio di lagne canore, poi non l'ho più guardato.
Ho visto adesso i fatti salienti: uno svalvolato che ha sfasciato le fioriere riducendo il palco ad una insalatiera, la Ferragna che non ha perso occasione di smutandarsi - stavo per ascoltare anche il suo monologo ma m'è venuta l'orticaria ed ho chiuso il browser - e soprattutto Salvini che stamattina ha sbroccato per la presenza di Mattarella e il messaggio di guerra, altro che Zelensky, veicolato col pippone di Benigni: la costituzione non si tocca.
C'era anche la questione dell'articolo secondo cui l'Italia ripudia la guerra, ma siccome mandiamo soldi, molti, e armi in Ucraina per cacciare i russi se n'è stato opportunamente muto e zitto.