giugin
sapere di non sapere
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Implementiamo la "Formula Vincente" di Greenblatt?
Ho scaricato dal sito FormulaVincente le 50 società che, secondo Greenblatt, sarebbero le migliori (ho stabilito una capitalizzazione minima di $ 50 mln). Poi ho trasferito la tabella su un foglio excel. Poi ho implementato questa tabella, aggiungendo 3 colonne:
-
- ROE
- ROI
- Performance a 1 anno
Per ROA considero quello (seppure diverso da quello ortodosso) calcolato dal Greenblatt. Ora farò tante graduatorie x quante sono le colonne ed infine potrò avere una graduatoria finale, utile per eventuali “enter long”.
Mentre riprenderò questo aspetto implementativo in fase "magmatico-sperimentale" alla fine del post, e mi riprometto di pubblicare quanto prima su questo 3d il lavoro completo, ho alcune osservazioni da fare ed alcuni dubbi che spero mi vengano dissipati da chi legge.
Osservazione n. 1
Purtroppo la tabella che si scarica dal sito sopra detto, alla 5° colonna (dedicata alla redditività sul capitale pre-tasse) non fornisce valori numeri percentuali esatti, ma solo “classi di valori”; quindi per un certo titolo non avremo ad esempio il vero valore 135,50 ma solo >100, per un altro titolo avremo ad esempio non 64,35 ma 50-75 e così via.
Trovo bizzarra questa approssimazione, tanto più che per l’altro parametro preso in considerazione da Greenblatt (rapporto utile pre-tasse/prezzo) viene fornito in tabella il valore esatto (sebbene siano trascurate le cifre decimali).
Osservazione n. 2
Anche se Greenblatt (nel suo secondo indice) considera la redditività "pre-tasse" (EBIT) sul capitale produttivo dell'azienda, mi aspettavo di trovare, con riferimento ad un singolo titolo, differenze lievi fra il ROA classico e questo indice del Greenblatt (G.); invece tali differenze sono notevolissime, tali da farmi sorgere dubbi che esplicito qui di seguito.
Dubbio n. 1
Perché il G. nel calcolare il valore dei 2 parametri, considera sia l' "Earning" sia il "Return" “pre-tasse”? Evidentemente egli ritiene che i due parametri così calcolati assumano ai ns. fini una efficacia maggiore, ma io vorrei che qualcuno di voi me lo facesse capire con “paroline chiare e semplici”. Grazie. (1)
Dubbio n. 2
Secondo voi, la strada che ho intrapreso (cioè di considerare oltre ai 2 paramentri del G., anche il ROI, il ROE e la performance ad 1 anno) potrebbe portare ad un “raffinamento” della selezione operata dal G.?
Attendo conferme, ma io credo che partendo dall'idea del G. (che affascina per semplicità ed interessa per essere stato testato con successo per 17 anni) si potrebbe costruire un indice sintetico più raffinato, considerando ROA e P/E ma anche ROI, ROE e performance annuale.
Si tratterebbe (considerando per evidenti motivi il solo mercato Usa) di fare una propria selezione, utilizzando a tale scopo lo screener che ormai anche software free mettono a disposizione; usare come filtri, appropriati valori di P/E, ROE, ROI, ROA, performance e (volendo) capitalizzazione, exchange, sector, industry… Così operando, a differenza di G. (che non considera nell'universo dei titoli da cui attingere, i titoli finanziari e le utility in quanto per i primi l'EBIT non è ritenuta una buona misura della loro redditività ed i secondi operano spesso in regime di oligopolio o di prezzi amministrati) i titoli finanziari potrebbero essere presi normalmente in considerazione.
Ottenuto l’elenco dei titoli con i rispettivi valori dei paramentri, si dovrebbe fare una graduatoria dei titoli x ciascun parametro ed infine sommare i punteggi ottenendo la classifica (o “Lista della Spesa con ordine di priorità”).
La cosa "la vedo parecchio intrigante". Ho un solo dubbio: dare o non dare una ponderazione differenziata ai singoli parametri? Se si opta per una “non equiponderazione” (vale a dire "ponderiamo"), quali pesi attribuire ai singoli parametri, senza scivolare troppo sull’arbitrario? In altre parole, quali di questi parametri è più importanti ai nostri fini? E perché? E quanto? G. semplifica la questione, considerando solo 2 indicatori senza pesi.
Il discorso della ponderazione, è una attività di “fine-tuning” troppo difficile per le attuali mie conoscenze specifiche.
Spero di avere contributi che incoraggino a procedere.
Saluti.
giugin
(1) Questo dubbio mi è stato ben chiarito dalla lettura delle "spiegazioni" del sito http://www.finanze.net/index.php?method=section&action=zoom&id=1404
Ho scaricato dal sito FormulaVincente le 50 società che, secondo Greenblatt, sarebbero le migliori (ho stabilito una capitalizzazione minima di $ 50 mln). Poi ho trasferito la tabella su un foglio excel. Poi ho implementato questa tabella, aggiungendo 3 colonne:
-
- ROE
- ROI
- Performance a 1 anno
Per ROA considero quello (seppure diverso da quello ortodosso) calcolato dal Greenblatt. Ora farò tante graduatorie x quante sono le colonne ed infine potrò avere una graduatoria finale, utile per eventuali “enter long”.
Mentre riprenderò questo aspetto implementativo in fase "magmatico-sperimentale" alla fine del post, e mi riprometto di pubblicare quanto prima su questo 3d il lavoro completo, ho alcune osservazioni da fare ed alcuni dubbi che spero mi vengano dissipati da chi legge.
Osservazione n. 1
Purtroppo la tabella che si scarica dal sito sopra detto, alla 5° colonna (dedicata alla redditività sul capitale pre-tasse) non fornisce valori numeri percentuali esatti, ma solo “classi di valori”; quindi per un certo titolo non avremo ad esempio il vero valore 135,50 ma solo >100, per un altro titolo avremo ad esempio non 64,35 ma 50-75 e così via.
Trovo bizzarra questa approssimazione, tanto più che per l’altro parametro preso in considerazione da Greenblatt (rapporto utile pre-tasse/prezzo) viene fornito in tabella il valore esatto (sebbene siano trascurate le cifre decimali).
Osservazione n. 2
Anche se Greenblatt (nel suo secondo indice) considera la redditività "pre-tasse" (EBIT) sul capitale produttivo dell'azienda, mi aspettavo di trovare, con riferimento ad un singolo titolo, differenze lievi fra il ROA classico e questo indice del Greenblatt (G.); invece tali differenze sono notevolissime, tali da farmi sorgere dubbi che esplicito qui di seguito.
Dubbio n. 1
Perché il G. nel calcolare il valore dei 2 parametri, considera sia l' "Earning" sia il "Return" “pre-tasse”? Evidentemente egli ritiene che i due parametri così calcolati assumano ai ns. fini una efficacia maggiore, ma io vorrei che qualcuno di voi me lo facesse capire con “paroline chiare e semplici”. Grazie. (1)
Dubbio n. 2
Secondo voi, la strada che ho intrapreso (cioè di considerare oltre ai 2 paramentri del G., anche il ROI, il ROE e la performance ad 1 anno) potrebbe portare ad un “raffinamento” della selezione operata dal G.?
Attendo conferme, ma io credo che partendo dall'idea del G. (che affascina per semplicità ed interessa per essere stato testato con successo per 17 anni) si potrebbe costruire un indice sintetico più raffinato, considerando ROA e P/E ma anche ROI, ROE e performance annuale.
Si tratterebbe (considerando per evidenti motivi il solo mercato Usa) di fare una propria selezione, utilizzando a tale scopo lo screener che ormai anche software free mettono a disposizione; usare come filtri, appropriati valori di P/E, ROE, ROI, ROA, performance e (volendo) capitalizzazione, exchange, sector, industry… Così operando, a differenza di G. (che non considera nell'universo dei titoli da cui attingere, i titoli finanziari e le utility in quanto per i primi l'EBIT non è ritenuta una buona misura della loro redditività ed i secondi operano spesso in regime di oligopolio o di prezzi amministrati) i titoli finanziari potrebbero essere presi normalmente in considerazione.
Ottenuto l’elenco dei titoli con i rispettivi valori dei paramentri, si dovrebbe fare una graduatoria dei titoli x ciascun parametro ed infine sommare i punteggi ottenendo la classifica (o “Lista della Spesa con ordine di priorità”).
La cosa "la vedo parecchio intrigante". Ho un solo dubbio: dare o non dare una ponderazione differenziata ai singoli parametri? Se si opta per una “non equiponderazione” (vale a dire "ponderiamo"), quali pesi attribuire ai singoli parametri, senza scivolare troppo sull’arbitrario? In altre parole, quali di questi parametri è più importanti ai nostri fini? E perché? E quanto? G. semplifica la questione, considerando solo 2 indicatori senza pesi.
Il discorso della ponderazione, è una attività di “fine-tuning” troppo difficile per le attuali mie conoscenze specifiche.
Spero di avere contributi che incoraggino a procedere.
Saluti.
giugin
(1) Questo dubbio mi è stato ben chiarito dalla lettura delle "spiegazioni" del sito http://www.finanze.net/index.php?method=section&action=zoom&id=1404
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