http://www.corriere.it/politica/ref...pd-621c1872-6e28-11e6-8bf4-ee6b05dcd2d0.shtml
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L’ex premier partecipa a una festa della sinistra a Vicenza e parla di Pd e referendum: gente viene cacciata dai tg se non è d’accordo con il governo
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Il no è senza condizioni : «Orfini ha detto che c’è libertà di coscienza. Bene, vi ricordo che Concetto Marchesi votò no alla Costituzione. Nessuno battè ciglio allora. E c’era lo stalinismo, eh». Sempre al presidente del partito, che aveva spiegato come D’Alema sia ora appoggiato «dai girotondini», replica ridendo: «Certo, girotondini come Casavola, Onida, De Siervo. Sarà un girotondo un po’ difficoltoso, vista l’età». E ancora: «Già bocciammo la riforma fatta da Berlusconi, pressoché identica a questa. Loro hanno cambiato idea. Io no . Una vecchia barzelletta sovietica, diceva, cosè il deviazionismo? È andare dritti quando la linea va a zig zag. Ecco, io sono un deviazionista» . Il confronto con l’ex Cavaliere è ripetuto: «Perché Renzi non ha riproposto la legge uninominale? Perché anche a lui fa comodo nominarsi i deputati. La stessa filosofia di Berlusconi. Il paradosso è che mentre lui esce di scena, il berlusconismo vince. Il centrosinistra si è fatto erede della cultura politica di Berlusconi» . «Abbiamo — prosegue — anche forme di persecuzione : gente viene cacciata dalla direzione dei tg se non è d’accordo con il governo» .
Il suo no al referendum non ha le subordinate della minoranza: «Non polemizzo con Bersani. Ma, certo, nessuno cambierà la legge elettorale prima del referendum» . Nessuno scontro, però, come testimonia la presenza qui di Davide Zoggia, che spiega: «Ci sarà sicuramente una convergenza». D’Alema anticipa il suo uovo di Colombo: deputati ridotti di 250, Senato dimezzato, voto di fiducia solo alla Camera e «un comitato di conciliazione per evitare la navetta, come accade negli Usa, dove c’è il bicameralismo perfetto». Ma se vincesse il no, sarà la fine di Renzi? «Non lo so. Certo è che sta accumulando sconfitte su sconfitte . Io però non ho chiesto le sue dimissioni. Ha fatto tutto lui, dice e disdice. Renzi contro Renzi . Noto però con piacere che ora ha sconvocato le urne anticipate». D’Alema accusa il premier per il clima che si è creato: «Era necessario spaccare il Paese e drammatizzare i toni?» . Comunque sia, il Pd di Renzi certo non gli piace: «Perdiamo i palmiri e guadagniamo i verdini e i cicchitto» . Dal pubblico c’è chi lo contesta: «Se vince il no arriva la destra». No, risponde: «Perché non ci saranno le elezioni anticipate. Invece se andremo avanti così, finiremo come Wile Coyote e i 5 Stelle andranno al governo» .
Per sventare questo scenario, tutto è pronto, o quasi, peril lancio della campagna per il no, il 5 settembre. Sono attese 150 persone: «Anche troppe, sto cercando di dissuadere la gente», spiega ironico. Pochi i nomi noti. Sicuramente ci sarà Paolo Corsini, battagliero ex sindaco di Brescia: «È una riforma persino illeggibile . Credo che i bersaniani alla fine stiano con noi». La sinistra pd diserterà l’appuntamento dalemiano: assenti Pier Luigi Bersani, Gianni Cuperlo e Roberto Speranza. Potrebbe invece palesarsi Miguel Gotor: «Dipende dai miei impegni. Però auguro il successo a questa bella iniziativa». Tra gli altri a Roma ci saranno due eurodeputati, il napoletano e bassoliniano Massimo Paolucci e Antonio Panzeri. Tra i pugliesi, i consiglieri Ernesto Abaterusso, Enzo Lavarra, Mario Loizzo e Pino Romano. Tra i calabresi, il capogruppo della Sinistra in Calabria Giovanni Nucera. Subito dopo, D’Alema partirà per una vera e propria tournée del no : dopo la festa dell’Unità di Catania di stasera (si confronterà con il ministro Gentiloni), è atteso a Lecce, Ravenna, Ferrara, Pavia, Napoli, Caserta e Bari.
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L’ex premier partecipa a una festa della sinistra a Vicenza e parla di Pd e referendum: gente viene cacciata dai tg se non è d’accordo con il governo
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Il no è senza condizioni : «Orfini ha detto che c’è libertà di coscienza. Bene, vi ricordo che Concetto Marchesi votò no alla Costituzione. Nessuno battè ciglio allora. E c’era lo stalinismo, eh». Sempre al presidente del partito, che aveva spiegato come D’Alema sia ora appoggiato «dai girotondini», replica ridendo: «Certo, girotondini come Casavola, Onida, De Siervo. Sarà un girotondo un po’ difficoltoso, vista l’età». E ancora: «Già bocciammo la riforma fatta da Berlusconi, pressoché identica a questa. Loro hanno cambiato idea. Io no . Una vecchia barzelletta sovietica, diceva, cosè il deviazionismo? È andare dritti quando la linea va a zig zag. Ecco, io sono un deviazionista» . Il confronto con l’ex Cavaliere è ripetuto: «Perché Renzi non ha riproposto la legge uninominale? Perché anche a lui fa comodo nominarsi i deputati. La stessa filosofia di Berlusconi. Il paradosso è che mentre lui esce di scena, il berlusconismo vince. Il centrosinistra si è fatto erede della cultura politica di Berlusconi» . «Abbiamo — prosegue — anche forme di persecuzione : gente viene cacciata dalla direzione dei tg se non è d’accordo con il governo» .
Il suo no al referendum non ha le subordinate della minoranza: «Non polemizzo con Bersani. Ma, certo, nessuno cambierà la legge elettorale prima del referendum» . Nessuno scontro, però, come testimonia la presenza qui di Davide Zoggia, che spiega: «Ci sarà sicuramente una convergenza». D’Alema anticipa il suo uovo di Colombo: deputati ridotti di 250, Senato dimezzato, voto di fiducia solo alla Camera e «un comitato di conciliazione per evitare la navetta, come accade negli Usa, dove c’è il bicameralismo perfetto». Ma se vincesse il no, sarà la fine di Renzi? «Non lo so. Certo è che sta accumulando sconfitte su sconfitte . Io però non ho chiesto le sue dimissioni. Ha fatto tutto lui, dice e disdice. Renzi contro Renzi . Noto però con piacere che ora ha sconvocato le urne anticipate». D’Alema accusa il premier per il clima che si è creato: «Era necessario spaccare il Paese e drammatizzare i toni?» . Comunque sia, il Pd di Renzi certo non gli piace: «Perdiamo i palmiri e guadagniamo i verdini e i cicchitto» . Dal pubblico c’è chi lo contesta: «Se vince il no arriva la destra». No, risponde: «Perché non ci saranno le elezioni anticipate. Invece se andremo avanti così, finiremo come Wile Coyote e i 5 Stelle andranno al governo» .
Per sventare questo scenario, tutto è pronto, o quasi, peril lancio della campagna per il no, il 5 settembre. Sono attese 150 persone: «Anche troppe, sto cercando di dissuadere la gente», spiega ironico. Pochi i nomi noti. Sicuramente ci sarà Paolo Corsini, battagliero ex sindaco di Brescia: «È una riforma persino illeggibile . Credo che i bersaniani alla fine stiano con noi». La sinistra pd diserterà l’appuntamento dalemiano: assenti Pier Luigi Bersani, Gianni Cuperlo e Roberto Speranza. Potrebbe invece palesarsi Miguel Gotor: «Dipende dai miei impegni. Però auguro il successo a questa bella iniziativa». Tra gli altri a Roma ci saranno due eurodeputati, il napoletano e bassoliniano Massimo Paolucci e Antonio Panzeri. Tra i pugliesi, i consiglieri Ernesto Abaterusso, Enzo Lavarra, Mario Loizzo e Pino Romano. Tra i calabresi, il capogruppo della Sinistra in Calabria Giovanni Nucera. Subito dopo, D’Alema partirà per una vera e propria tournée del no : dopo la festa dell’Unità di Catania di stasera (si confronterà con il ministro Gentiloni), è atteso a Lecce, Ravenna, Ferrara, Pavia, Napoli, Caserta e Bari.