Datalogic, Motorola si prende Symbol
20-09-2006
L'acquisizione ha messo le ali al gruppo bolognese, che ieri ha registrato un rialzo dell'11%, accompagnato da volumi molto elevati, quasi dieci volte superiori alla media delle precedenti trenta sedute. Il balzo di Datalogic è stato motivato con la valutazione assegnata da Motorola a Symbol.
Il settore dei lettori per codici a barre è in piena fibrillazione. Ieri Motorola ha annunciato il lancio di un’offerta in contanti da 3,9 miliardi di dollari per rilevare il controllo di Symbol Technologies. L’azienda statunitense è il leader mondiale del settore ed è il maggiore competitor di Datalogic, società italiana quotata al TechStar.
L’acquisizione ha messo le ali al gruppo bolognese, che ieri ha registrato un rialzo dell’11% (solo scalfito dalle vendite di questa mattina), accompagnato da volumi molto elevati, quasi dieci volte superiori alla media delle precedenti trenta sedute.
Il balzo di Datalogic è stato motivato con la valutazione assegnata da Motorola a Symbol. Secondo i primi calcoli elaborati dagli analisti che seguono il settore, i 3,9 miliardi di dollari messi sul piatto dal colosso statunitense valutano Symbol Technologies 14 volte il rapporto EV/Ebitda previsto per il 2006 e 12 volte lo stesso rapporto stimato per l’esercizio seguente. Gli stessi rapporti per Datalogic erano di 9,6 e 7,4 volte, rispettivamente per il 2006 e il 2007. C’era d’aspettarsi, quindi, che l’azienda italiana riducesse il gap con la nuova valutazione del gruppo statunitense.
L’acquisizione di Symbol Technologies può essere considerata una risposta alla mossa di Datalogic, che lo scorso anno si era presa la statunitense PSC. Con questa operazione la società italiana era diventata il terzo operatore mondiale del settore dei lettori per codici a barre, rafforzando la propria presenza su un mercato chiave come quello americano.
Come anticipato dai vertici di Datalogic in occasione dell’acquisizione, il processo di integrazione con PSC non sarebbe stato semplice, anche perché la dimensione dell’azienda statunitense era simile a quella italiana, mentre la marginalità era notevolmente inferiore.
I dati del primo semestre hanno confermato i timori dei vertici di Datalogic.
Nel periodo in esame l’azienda bolognese ha realizzato ricavi per quasi 189 milioni di euro, più che raddoppiati rispetto agli 86,6 milioni registrati nella prima metà del 2005.
Le note dolenti sono arrivate dalla redditività. L’incremento del margine operativo lordo è stato limitato al 9,4%, arrivando a sfiorare i 16 milioni di euro. Di conseguenza, la marginalità si è dimezzata, passando dal 16,7% all’8,4%. Addirittura, il risultato ante imposte è stato negativo per 1,5 milioni di euro, che si confrontano con l’utile di 10,3 milioni realizzato nel primo semestre dello scorso anno. I vertici di Datalogic hanno specificato che il risultato ante imposte è stato penalizzato da costi straordinari e ammortamenti per 7,4 milioni necessari alla ristrutturazione di PSC. Questi costi sono stati interamente spesati a conto economico, confermando la scelta del management di contabilizzare le spese non ricorrenti nell’esercizio in cui sono state sostenute, come avvenuto per i costi di quotazione, per il collocamento a Piazza Affari avvenuto nella primavera del 2001. Anche in quell’occasione, la redditività di Datalogic era stata penalizzata dalle spese straordinarie per la quotazione.
Al 30 giugno l’indebitamento finanziario netto di Datalogic ammontava a 63 milioni di euro, in deciso miglioramento rispetto ai 125,7 milioni di fine 2005. La differenza è giustificata con i 76,6 milioni raccolti con l’aumento di capitale lanciato a inizio 2006.
Quando la marginalità di Datalogic tornerà a crescere per ritornare ai valori storici del gruppo (introno al 15%) allora si potrà dire che l’integrazione con PSC sarà riuscita, proiettando il gruppo bolognese in una dimensione da vero leader. Solo nel 2001 Datalogic aveva fatturato 111,7 milioni di euro, poco più della metà del giro d’affari realizzato nel 2001.