Scritto da roi7
TERZO E ULTIMO SPOT...
A PER ORA
PRIMA I PROMOTORI
POI LE BANCHE ..
E ADESSO LE POSTE....
FORSE SE LA GENTE SI FACESSE VERAMENTE FURBA E INIZIASSE A CONOSCERE LA FINANZA INVECE DELLE SOAP E DELLE FORMAZIONI DI CALCIO
Venerdi 13/02/2004Poste truffate dai dipendenti, inchiesta in tutta ItaliaUn gruppo di impiegati e funzionari vendeva buoni dell'azienda per riscuotere il premio di produzione e poi li restituiva il giorno seguente. Solo a Pesaro l'imbroglio è stato di un milione di euro in appena un mese. Coinvolta anche Udine
Un gruppo di funzionari e impiegati di diverse filiali delle Poste Italiane sottoscrivevano buoni postali, che poi però riconsegnavano il giorno successivo, per ottenere il 'premio di produzione'. Il premio che la Cassa depositi e prestiti, cioé il Ministero del Tesoro, avrebbe poi pagato ad ogni singola agenzia per l'attività svolta.Diverse procure, fra cui quelle di Bologna, Pesaro e Udine, hanno avviato un'inchiesta con l'ipotesi di tentata truffa con l'aggravante di essere pubblici ufficiali. L'indagine è partita circa tre mesi fa dal capoluogo emiliano, dove era arrivata una prima segnalazione di alcune sottoscrizioni stratosferiche di alcuni buoni postali fatte registrare in alcune agenzie: così sono partiti i primi accertamenti coordinati dal Procuratore aggiunto di Bologna Luigi Persico, responsabile del pool contro i reati economici, che ha poi informato i colleghi nelle altre procure competenti. Secondo quanto si è appreso nell'inchiesta ci sarebbero già decine di indagati, mentre i servizi Ispettivi della Direzione generale delle Poste hanno da tempo avviato accertamenti interni per valutare quali siano i buoni regolarmente sottoscritti e quelli invece oggetto della tentata truffa. Accertamenti che sono ancora in corso e che si annunciano piuttosto complessi visto anche il numero delle filiali, oltre diecimila, presenti sul territorio. In pratica - ha spiegato un investigatore - il trucco era piuttosto semplice: la Cassa depositi e prestiti pagava una sorta di premio a quelle filiali postali capaci di registrare notevoli performance sulla vendita di buoni postali, calcolando l'ammontare lordo delle emissioni e non invece la durata dell'investimento. In effetti un normale buono postale matura un apprezzabile interesse dopo circa un anno e un giorno dall'emissione: nel caso invece delle ipotizzate tentate truffe, le sottoscrizioni, che sono nominali, venivano fatte da impiegati e funzionari delle filiali per poi essere ritirate già il giorno seguente. Resta anche da chiarire - ha osservato ancora un investigatore - se poi effettivamente ci fosse il passaggio di denaro fra il sottoscrivente e l'ufficio postale. Alcuni casi sono stati eclatanti, almeno secondo i primi accertamenti fatti dagli ispettori delle poste. Basti pensare all'agenzia 1 delle poste a Pesaro nella quale sarebbero stati sottoscritti buoni postali per circa un milione di euro in appena un mese, con un'escalation impensabile. Secondo quanto si è appreso l'inchiesta sarebbe partita negli ultimi mesi del 2003 per una segnalazione partita da qualche funzionario delle poste insospettito dai dati di alcune filiali. Subito la Procura di Bologna ha agito in coordinamento con la Direzione generale delle Poste, arrivando così prima che gli eventuali premi di produzione venissero pagati, ed evitando così un potenziale danno per la Cassa depositi e prestiti.