Deposito titoli bancoposta

Toshiba

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Ciao a tutti, un mio conoscente correntista di Unicredit ha sottoscritto la seguente obbligazione:
Dexia-Crediop "Discount Dynamic Index 2008".
Acquisto all'emmissione a 94/100, ora vale 90,45.
Ora sta valutando la possibiltà di chiudere tale conto e aprire BancoPosta e mi ha chiesto informazioni.
Mi interesserebbe sapere che costi di deposito ci sono una volta trasferita tale obbligazione, se eventualmente è trattabile anche prima della scadenza o se BancoPosta non prevede questa operatività. Alla scadenza invece il rimborso non prevede problemi, esatto?
Grazie :)
 
Scritto da Toshiba
Ciao a tutti, un mio conoscente correntista di Unicredit ha sottoscritto la seguente obbligazione:
Dexia-Crediop "Discount Dynamic Index 2008".
Acquisto all'emmissione a 94/100, ora vale 90,45.
Ora sta valutando la possibiltà di chiudere tale conto e aprire BancoPosta e mi ha chiesto informazioni.
Mi interesserebbe sapere che costi di deposito ci sono una volta trasferita tale obbligazione, se eventualmente è trattabile anche prima della scadenza o se BancoPosta non prevede questa operatività. Alla scadenza invece il rimborso non prevede problemi, esatto?
Grazie :)

Per costi e operatività:
http://www.poste.it/bancoposta/
Nessun problema per il rimborso a scadenza.
 
sicuramente qualche conto online è più conveniente per parcheggiare titoli
 
Okkio anche che le Poste sono le uniche che possono competere con Unicredito in quanto a vendita di fregatur-linked :p :D :mad:
 
Scritto da negusneg
Okkio anche che le Poste sono le uniche che possono competere con Unicredito in quanto a vendita di fregatur-linked :p :D :mad:
Infatti... :(
dal punto di vista del conto per vari motivi nel caso specifico sono propenso a consigliare il BancoPosta, anche se tra trasferimento del titolo e estinzione conto Unicredit chiede 110 euro...
Dal punto degli investimenti in Posta in effetti sono molto solerti a piazzare prodotti a capitale garantito, che non considero dei buoni strumenti d'investimento.
Sono veramente insistenti e puntano anche sul fatto che dopo un pò, visto che spesso chi lavora nell'ufficio postale è del posto, il cliente cede anche per non fare un torto alla persona che ha davanti :rolleyes:
Conoscendo qualcuno che ci lavora so che sono molto pressati a raggiungere certi budget e la loro preparazione generalmente è ancora bassina... mi chiedo se sempre sappiano bene quello che vendono...
ma almeno il conto è onesto e mi sembra anche che funzioni bene essendosi integrato discretamente col sistema bancario...
 
Scritto da Toshiba
so che sono molto pressati a raggiungere certi budget...

...la loro preparazione generalmente è ancora bassina...

...ma almeno il conto è onesto

Quindi, l'unica differenza tra banca e posta è quella del punto 3
 
Scritto da Salentino
Quindi, l'unica differenza tra banca e posta è quella del punto 3
Già :(
ma la maggior parte delle persone non sa del punto uno, non si accorge del punto due e quando sente capitale garantito spariscono anche gli ultimi dubbi :rolleyes:
 
Scritto da Toshiba
anche se tra trasferimento del titolo e estinzione conto Unicredit chiede 110 euro


E' il metodo che le banche usano per bloccare i clienti, ma è comunque meglio sbrigarsi a farlo considerato che i 110 euro diventeranno 160 nel secondo semestre 2004, poi 230 ad inizio dell'anno prossimo, ecc.

Le spese di estinzione conto e di trasferimento titoli andrebbero in qualche maniera fermate dalle autorità di vigilanza: d'accordo la libertà contrattuale, ma oramai siamo arrivati a veri e propri sequestri a scopo di estorsione di danaro e titoli.
 
ALLORA FACCIO UN PUO' DI PUBBLICITA ALLE POSTE

VIA CON IL PRIMO SPOT...


Dipendenti tentano truffa alle Poste

In un ufficio postale del Bolognese, gli impiegati "gonfiavano" il numero di buoni fruttiferi postali che avevano venduto per intascare i premi di produttività

BOLOGNA - Un ufficio postale nel Bolognese, nel giro di appena un mese, avrebbe raddoppiato le sottoscrizioni di buoni fruttiferi postali, magia replicata da un altro ufficio nel pesarese. Erano però funzionari e impiegati - secondo le inchieste avviate da alcune Procure di diverse città - a mettersi dall’altra parte dello sportello, salvo poi restituire i buoni il giorno seguente. L’obiettivo era di far lievitare l’ammontare della raccolta, per poi vedersi assegnare i premi di produttività individuali.Per questo la Procura di Bologna sta indagando sull’ipotesi di tentata truffa, con l’aggravante, per le decine di persone già coinvolte (a Bologna anche un alto funzionario), di essere pubblici ufficiali: stesse inchieste sono state avviate da altre Procure, fra cui quelle di Pesaro e Udine, anche se il sospetto degli investigatori è che il fenomeno possa aver toccato uffici sparsi in altre regioni della penisola. La potenziale parte lesa erano le Poste Italiane, dal cui servizio ispettivo è partito l’allarme, su segnalazione di alcuni increduli dipendenti: il rischio era quello di sborsare premi di produttività per sottoscrizioni gonfiate. Altra eventuale parte lesa poteva esserlo la Cassa depositi e prestiti che - secondo la ricostruzione fatta degli investigatori - a fine anno avrebbe potuto corrispondente un «aggio» alle Poste, sempre collegato alle performance sull’emissione dei buoni fruttiferi.L’indagine è partita circa tre mesi fa dal capoluogo emiliano, dove era arrivata una prima segnalazione di stratosferiche sottoscrizioni di buoni postali fatte registrare in alcune agenzie: sono scattati i primi accertamenti coordinati dal Procuratore aggiunto di Bologna Luigi Persico, responsabile del pool contro i reati economici, che ha poi informato i colleghi nelle altre procure competenti. Intanto i servizi Ispettivi della Direzione generale delle Poste hanno avviato accertamenti interni per valutare quali siano i buoni regolarmente sottoscritti e quelli invece oggetto della tentata truffa. Accertamenti che sono ancora in corso e che si annunciano piuttosto complessi visto anche il numero delle filiali, oltre diecimila, presenti sul territorio.In pratica - ha spiegato un investigatore - il trucco era piuttosto semplice: Poste italiane pagava premi alle filiali capaci di registrare notevoli performance sulla vendita di buoni postali, calcolando l’ammontare lordo delle emissioni e non invece la durata dell’investimento. In effetti un normale buono postale matura un apprezzabile interesse dopo circa un anno e un giorno dall’emissione: nel caso invece delle ipotizzate tentate truffe, le sottoscrizioni, che sono nominali, venivano fatte da impiegati e funzionari degli uffici per poi essere ritirate già il giorno seguente. «Era da qualche mese che si sentivano queste voci - ha confidato un dipendente delle Poste a Bologna - uffici che all’improvviso sottoscrivevano una montagna di buoni postali». Resta anche da chiarire - ha osservato ancora un investigatore - se poi effettivamente ci fosse il passaggio di denaro fra il sottoscrivente e l’ufficio postale.Gli accertamenti della Procura di Bologna, che ha agito in coordinamento con la Direzione generale delle Poste, hanno comunque impedito che gli eventuali premi di produzione venissero pagati, evitando così un potenziale danno alle Poste Italiane e, successivamente, alla Cassa dei depositi e prestiti.Non ci sono però stati brividi per i clienti, hanno assicurato Procura di Bologna, Poste Italiane e Cassa dei depositi e prestiti: «Nessun danno, in nessun modo, è stato arrecato ai risparmiatori e ai clienti. Le strutture ispettive interne di Poste Italiane - ha informato una nota - stanno effettuando verifiche da circa due mesi su eventuali comportamenti illeciti verso l’azienda posti in essere da alcuni dipendenti per alterare le performance legate al riconoscimento dei premi di produttività individuali». Idem dalla Cassa depositi e prestiti che ha confermato come «il suo personale collabora attivamente con Poste Italiane e con la magistratura per accertare l’accaduto, che vede la Cdp come eventuale parte lesa. E non sussiste alcun rischio per i sottoscrittori del risparmio postale».
 
VAI CON IL SECONDO SPOT


ANSA WEB NEWS REGIONALE
Tentata truffa alle poste, inchieste in tutta Italia
(ANSAweb) - BOLOGNA, 13 FEB - Funzionari e impiegati di diverse filiali delle Poste Italiane sparse in diverse regioni della penisola avrebbero sottoscritto buoni postali, che poi pero' venivano riconsegnati il giorno successivo, per ottenere il 'premio di produzione' che la Cassa depositi e prestiti, cioe' il Ministero del Tesoro, avrebbe poi pagato ad ogni singola agenzia. Per questo motivo diverse procure hanno avviato un'inchiesta con l'ipotesi di tentata truffa con l'aggravante di essere pubblici ufficiali. Secondo quanto si e' appreso l'inchiesta sarebbe partita negli ultimi mesi del 2003 per una segnalazione partita da qualche funzionario delle poste insospettito dai dati di alcune filiali. Subito la Procura di Bologna ha agito in coordinamento con la Direzione generale delle Poste, arrivando cosi' prima che gli eventuali premi di produzione venissero pagati, ed evitando cosi' un potenziale danno per la Cassa depositi e prestiti. (ANSAweb)2004-02-13 - 13:17:00
 
TERZO E ULTIMO SPOT...

A PER ORA


PRIMA I PROMOTORI
POI LE BANCHE ..
E ADESSO LE POSTE....


FORSE SE LA GENTE SI FACESSE VERAMENTE FURBA E INIZIASSE A CONOSCERE LA FINANZA INVECE DELLE SOAP E DELLE FORMAZIONI DI CALCIO


Venerdi 13/02/2004Poste truffate dai dipendenti, inchiesta in tutta ItaliaUn gruppo di impiegati e funzionari vendeva buoni dell'azienda per riscuotere il premio di produzione e poi li restituiva il giorno seguente. Solo a Pesaro l'imbroglio è stato di un milione di euro in appena un mese. Coinvolta anche Udine

Un gruppo di funzionari e impiegati di diverse filiali delle Poste Italiane sottoscrivevano buoni postali, che poi però riconsegnavano il giorno successivo, per ottenere il 'premio di produzione'. Il premio che la Cassa depositi e prestiti, cioé il Ministero del Tesoro, avrebbe poi pagato ad ogni singola agenzia per l'attività svolta.Diverse procure, fra cui quelle di Bologna, Pesaro e Udine, hanno avviato un'inchiesta con l'ipotesi di tentata truffa con l'aggravante di essere pubblici ufficiali. L'indagine è partita circa tre mesi fa dal capoluogo emiliano, dove era arrivata una prima segnalazione di alcune sottoscrizioni stratosferiche di alcuni buoni postali fatte registrare in alcune agenzie: così sono partiti i primi accertamenti coordinati dal Procuratore aggiunto di Bologna Luigi Persico, responsabile del pool contro i reati economici, che ha poi informato i colleghi nelle altre procure competenti. Secondo quanto si è appreso nell'inchiesta ci sarebbero già decine di indagati, mentre i servizi Ispettivi della Direzione generale delle Poste hanno da tempo avviato accertamenti interni per valutare quali siano i buoni regolarmente sottoscritti e quelli invece oggetto della tentata truffa. Accertamenti che sono ancora in corso e che si annunciano piuttosto complessi visto anche il numero delle filiali, oltre diecimila, presenti sul territorio. In pratica - ha spiegato un investigatore - il trucco era piuttosto semplice: la Cassa depositi e prestiti pagava una sorta di premio a quelle filiali postali capaci di registrare notevoli performance sulla vendita di buoni postali, calcolando l'ammontare lordo delle emissioni e non invece la durata dell'investimento. In effetti un normale buono postale matura un apprezzabile interesse dopo circa un anno e un giorno dall'emissione: nel caso invece delle ipotizzate tentate truffe, le sottoscrizioni, che sono nominali, venivano fatte da impiegati e funzionari delle filiali per poi essere ritirate già il giorno seguente. Resta anche da chiarire - ha osservato ancora un investigatore - se poi effettivamente ci fosse il passaggio di denaro fra il sottoscrivente e l'ufficio postale. Alcuni casi sono stati eclatanti, almeno secondo i primi accertamenti fatti dagli ispettori delle poste. Basti pensare all'agenzia 1 delle poste a Pesaro nella quale sarebbero stati sottoscritti buoni postali per circa un milione di euro in appena un mese, con un'escalation impensabile. Secondo quanto si è appreso l'inchiesta sarebbe partita negli ultimi mesi del 2003 per una segnalazione partita da qualche funzionario delle poste insospettito dai dati di alcune filiali. Subito la Procura di Bologna ha agito in coordinamento con la Direzione generale delle Poste, arrivando così prima che gli eventuali premi di produzione venissero pagati, ed evitando così un potenziale danno per la Cassa depositi e prestiti.
 
Scritto da Voltaire
E' il metodo che le banche usano per bloccare i clienti, ma è comunque meglio sbrigarsi a farlo
considerato che i 110 euro diventeranno 160 nel secondo mestre 2004, poi 230 ad inizio dell'anno prossimo, ecc.

Le banche dicono fidelizzare (a vita!!??), Voltaire è una vecchia volpe, dagli retta.
Meglio perdere un dito che il braccio. Come spese oggi le poste sono imbattibili, la preparazione finanaziaria
degli adetti, salvo rare eccezzioni, è fortunatamente scarsa ed inferiore a quella dei p.f. , dei bancari e
degli assicuratori.
Per ora non lavorano a provvigione ed è meno probabile che ti rifilino il prodotto più conveniente, per loro!!
Quanto alle pressioni, basta dire no, grazie.
Nessuno ti punterà una pistola, esperiaza che, purtroppo, qualcuno di loro ha provato.
 
con tutto rispetto
delle poste


il ns costa meno

www.rasbank.it
conto vedo fascia 2
totalemnte gratuito solo i bolli del c.c e del dossier

e nessuno di noi ha la pistola
 
Scritto da roi7
TERZO E ULTIMO SPOT...

A PER ORA


PRIMA I PROMOTORI
POI LE BANCHE ..
E ADESSO LE POSTE....


FORSE SE LA GENTE SI FACESSE VERAMENTE FURBA E INIZIASSE A CONOSCERE LA FINANZA INVECE DELLE SOAP E DELLE FORMAZIONI DI CALCIO


Venerdi 13/02/2004Poste truffate dai dipendenti, inchiesta in tutta ItaliaUn gruppo di impiegati e funzionari vendeva buoni dell'azienda per riscuotere il premio di produzione e poi li restituiva il giorno seguente. Solo a Pesaro l'imbroglio è stato di un milione di euro in appena un mese. Coinvolta anche Udine

Un gruppo di funzionari e impiegati di diverse filiali delle Poste Italiane sottoscrivevano buoni postali, che poi però riconsegnavano il giorno successivo, per ottenere il 'premio di produzione'. Il premio che la Cassa depositi e prestiti, cioé il Ministero del Tesoro, avrebbe poi pagato ad ogni singola agenzia per l'attività svolta.Diverse procure, fra cui quelle di Bologna, Pesaro e Udine, hanno avviato un'inchiesta con l'ipotesi di tentata truffa con l'aggravante di essere pubblici ufficiali. L'indagine è partita circa tre mesi fa dal capoluogo emiliano, dove era arrivata una prima segnalazione di alcune sottoscrizioni stratosferiche di alcuni buoni postali fatte registrare in alcune agenzie: così sono partiti i primi accertamenti coordinati dal Procuratore aggiunto di Bologna Luigi Persico, responsabile del pool contro i reati economici, che ha poi informato i colleghi nelle altre procure competenti. Secondo quanto si è appreso nell'inchiesta ci sarebbero già decine di indagati, mentre i servizi Ispettivi della Direzione generale delle Poste hanno da tempo avviato accertamenti interni per valutare quali siano i buoni regolarmente sottoscritti e quelli invece oggetto della tentata truffa. Accertamenti che sono ancora in corso e che si annunciano piuttosto complessi visto anche il numero delle filiali, oltre diecimila, presenti sul territorio. In pratica - ha spiegato un investigatore - il trucco era piuttosto semplice: la Cassa depositi e prestiti pagava una sorta di premio a quelle filiali postali capaci di registrare notevoli performance sulla vendita di buoni postali, calcolando l'ammontare lordo delle emissioni e non invece la durata dell'investimento. In effetti un normale buono postale matura un apprezzabile interesse dopo circa un anno e un giorno dall'emissione: nel caso invece delle ipotizzate tentate truffe, le sottoscrizioni, che sono nominali, venivano fatte da impiegati e funzionari delle filiali per poi essere ritirate già il giorno seguente. Resta anche da chiarire - ha osservato ancora un investigatore - se poi effettivamente ci fosse il passaggio di denaro fra il sottoscrivente e l'ufficio postale. Alcuni casi sono stati eclatanti, almeno secondo i primi accertamenti fatti dagli ispettori delle poste. Basti pensare all'agenzia 1 delle poste a Pesaro nella quale sarebbero stati sottoscritti buoni postali per circa un milione di euro in appena un mese, con un'escalation impensabile. Secondo quanto si è appreso l'inchiesta sarebbe partita negli ultimi mesi del 2003 per una segnalazione partita da qualche funzionario delle poste insospettito dai dati di alcune filiali. Subito la Procura di Bologna ha agito in coordinamento con la Direzione generale delle Poste, arrivando così prima che gli eventuali premi di produzione venissero pagati, ed evitando così un potenziale danno per la Cassa depositi e prestiti.

Nulla di nuovo sotto il sole, ricordo una trentina di anni fà la campagna promozionale di una banca
per accendere nuovi conti.
Ho visto impiegati e funzionari prelevare da conti propri, di amici e parenti, spero consenzienti,
cifre utilizzate per accendere nuovi c/c e l/r per accumulare bonus vari e consistenti.
Quando un'azienda offre incentivi deve preoccuparsi di usare meccanismi che non si prestino a questi giochini.
Gli italiani, dalle Alpi all' Etna sono maestri di furbizia.
 
Scritto da cgrataro
Scritto da Voltaire
E' il metodo che le banche usano per bloccare i clienti, ma è comunque meglio sbrigarsi a farlo
considerato che i 110 euro diventeranno 160 nel secondo mestre 2004, poi 230 ad inizio dell'anno prossimo, ecc.

Le banche dicono fidelizzare (a vita!!??), Voltaire è una vecchia volpe, dagli retta.
Meglio perdere un dito che il braccio. Come spese oggi le poste sono imbattibili, la preparazione finanaziaria
degli adetti, salvo rare eccezzioni, è fortunatamente scarsa ed inferiore a quella dei p.f. , dei bancari e
degli assicuratori.
Per ora non lavorano a provvigione ed è meno probabile che ti rifilino il prodotto più conveniente, per loro!!
Quanto alle pressioni, basta dire no, grazie.
Nessuno ti punterà una pistola, esperiaza che, purtroppo, qualcuno di loro ha provato.
Penso che questo intervento fosse riferito a me, che ho aperto il 3d. Non sono io che sto valutando se chiudere il c/c ma un mio conoscente. Io il conto all'unicredit l'ho chiuso anni fa e ho aperto con soddisfazione un conto fineco. Il fatto è che comunque MOLTI clienti semplicemente non sanno dire di no... soprattutto nel caso delle poste dove l'impiegato è spesso un compaesano (soprattutto nei paesi piccoli come il mio). In questo caso si potrebbe passare dalla padella alla brace visto che in posta ultimamente mi sembra propongano solo obbligazioni strutturate e con degli specchietti per le allodole mica da ridere.
Anche chiudere il conto presso la banca spesso diventa un problema, perchè magari hanno anche un attività e si appoggiano alla stessa banca e si fanno mille problemi.
L'aspetto psicologico è ancora predominante rispetto alla razionalità nella scelta di un prodotto più efficiente.
 
Scritto da Toshiba
si appoggiano alla stessa banca e si fanno mille problemi.
L'aspetto psicologico è ancora predominante rispetto alla razionalità nella scelta di un prodotto più efficiente.

da buon statistico!!!!
CONDIVIDO!sarò anarchico ma sono anch'io troppo razionale su queste cose....:mmmm: :yes: :yes: :yes: :clap: :clap:
 
interessante l'aritcolo su plus di sabato sulle poste....


ITALIANI MI RACCOMANDO

FUORI DALLE BANCHE
TUTTI IN POSTA
E POI FRA 3 ANNI
FUORI DALLE POSTE
TUTTI IN BANCA,,,,



SEMPRE IL TIMING SBAGLIATI.
 
Scritto da roi7
interessante l'aritcolo su plus di sabato sulle poste....


ITALIANI MI RACCOMANDO

FUORI DALLE BANCHE
TUTTI IN POSTA
E POI FRA 3 ANNI
FUORI DALLE POSTE
TUTTI IN BANCA,,,,



SEMPRE IL TIMING SBAGLIATI.
Una cosa è passare alla posta per il solo c/c... che è spesso più economico di un c/c presso una banca non online (non è che tutti hanno dimestichezza con internet) ed ha una presenza capillare sul territorio. Praticano una politica di uguaglianza di trattamento che ai più piace e non ti abbassano il tasso creditore ogni 15 giorni per poi rialzartelo se protesti e poi riabbassartelo e via all'infinito. Un'altra cosa è poi utilizzare certi loro prodotti d'investimento o affidarsi ai loro consulenti.
Che poi fra qualche anno le cose peggiorino questo non è dato sapersi... però è molto più probabile che non migliori il trattamento delle banche nei confronti dei loro clienti... :D
 
hqi perfettamente ragione
ma voleovo far riflettere i piu' che
le fregature stanno
come in politica
sia a destra
che
a sinistra
quando uno lo sa.....
 
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