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il bello, il buono, il giusto
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Il fiore azzurro (die blaue Blume) è la metafora del raggiungimento, ed in sé raccoglie tutte le forme della conoscenza che l'individuo deve acquisire per poter raggiungere la perfezione. Una maturazione che si sviluppa attraverso la ricerca personale, l'iniziativa, e non certo aspettando gli eventi, con la casualità.
Heinrich von Ofterdingen di Novalis - Questo romanzo incompiuto di Novalis – solo la prima parte è completa, della seconda esiste solo il capitolo iniziale – è ambientato nell'alto Medioevo e racconta l'iniziazione del giovane Enrico di Ofterdingen.
All'inizio della storia uno straniero racconta ad Enrico di luoghi remoti misteriosi e di un fiore azzurro.
Quando questo meraviglioso fiore – quintessenza della capacità intuitiva di comprendere la realtà e della nostalgia (Sehnsucht) tutta romantica per l'infinito - gli appare in sogno e si trasforma nel viso di una fanciulla, Enrico presagisce quale sarà lo scopo della sua vita, ovvero seguire la vocazione per la poesia e l'amore.
Guidato da questa visione e da un suo presentimento, Enrico inizia un viaggio che lo porterà a conoscere, tramite racconti e dialoghi, il senso della sua stessa vita e del suo tempo: il mondo delle esperienze della mitica preistoria, dell'Oriente e della guerra, ma anche della natura e della storia gli appare via via attuale. Tutte queste conoscenze contribuiscono a "plasmare le forze interne" che dispiegano lo "spirito della poesia".
«Lunghe sono le strade dei secoli
senza fine è la vita dei popoli.
Segni miracolosi della tua lingua splendente,
o popolo mio, ho scoperto
nel contemplare l'azzurro
delle tue acque e del tuo cielo puro.
Tante e tante tempeste, tante grida,
tante parole all'orecchio nostro sconosciute.
Lunga è stata la notte e cupo l'orizzonte
ma quanto è meraviglioso ora il risveglio.
Soffiamo nel flauto: dalla sua melodia
scendono perle più belle di quelle
dormienti nella notte dei mari.
Sulle lande di questa terra
parola kurda, tu sola non sei effimera».
Malaye Jaziri nato a Jazira nel 1570 (morì nel 1640).
Ja zira era allora capitale del principato di Botan, e importante centro di cultura. Jaziri fu soprattutto un poeta mistico, ma ha dedicato anche versi appassionati alla bellissima Selma, figlia o sorella del principe di Jazira. In alcune liriche si riferisce al Kurdistan con passione patriottica
Accidenti, sembrano i girono dell'inferno... lasciatemi nel mio condominio privo di poesia...