dividendi RI UNICO 2003

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QUADRO RI Come vanno dichiarati i profitti da partecipazione e a chi conviene il credito d’imposta


Piccoli soci in azione

Dividendi da denunciare solo se non è stata scelta la «cedolare secca» del 12,5%


P iccoli azionisti sotto i riflettori del Fisco. Chi ha investito in società italiane o estere, e incassato i relativi dividendi, deve dichiararli nel quadro RI del modello Unico, se non ha già utilizzato il modello 730/2003 o non intende farlo entro il nuovo termine del 16 giugno. Ricordiamo che per i redditi di capitale si applica il principio di cassa: in questa dichiarazione, quindi, vanno inserite le somme percepite nel 2002, indipendentemente dall’esercizio in cui la società ne ha deliberato la distribuzione. Prima di entrare nel vivo delle spiegazioni su come compilare questo quadro, va subito ricordato che per i dividendi italiani è di norma prevista l'applicazione di una ritenuta d'imposta del 12,5% (la cosiddetta «cedolare secca»). Chi ha seguito questa strada non deve preoccuparsi della dichiarazione e di compilare il quadro RI: la ritenuta del 12,5%, effettuata dall'intermediario, lo libera, infatti, da ogni obbligo tributario.
La cedolare secca semplifica la vita dell'investitore - non c’è bisogno della dichiarazione, non ci sono calcoli da fare - e gli consente di rimanere anonimo davanti al Fisco, ma dal punto di vista economico non è sempre conveniente. Dichiarando i dividendi, infatti, si possono recuperare le tasse pagate a monte dalla società - il cosiddetto credito d’imposta - e beneficiare per questa via di un risparmio d'imposta. Chi ha un reddito compreso tra 15.493 e 30.987 euro, per ogni 516 euro di dividendi dichiarati ne risparmia, grazie al credito d'imposta, 98. Il beneficio scende a 41 euro da 30.987 a 69.721. Oltre, meglio la cedolare secca.
Attenzione ai dividendi esteri: la ritenuta è sempre del 12,5 per cento ma è a titolo di acconto e quindi vanno sempre dichiarati (si veda altro servizio qui sotto). Nessun obbligo di denuncia, invece, per chi ha una gestione patrimoniale: il risultato finale annuale, compresi i dividendi, è tassato direttamente dall'intermediario.
Base di partenza per la compilazione del quadro RI , dedicato ai redditi di capitale, è la certificazione dei dividendi, non assoggettati alla ritenuta secca del 12,5 per cento, che la società erogatrice doveva trasmettere entro il 31 marzo (tramite banca o altro intermediario dove risulta aperto il deposito titoli). Se il documento non è ancora arrivato è urgente sollecitarlo.
La compilazione di questo quadro non presenta particolari differenze rispetto all'anno scorso. Non c’è nemmeno il problema dell’euro, il matrimonio tra Borse e valuta unica è ormai consolidato. L’unico piccolo ostacolo è la possibile coesistenza di due diverse percentuali di credito d’imposta: 56,25% e 58,73%.
Il credito di imposta ordinario è pari al 56,25% per i dividendi incassati nel 2002 e deliberati dalla società nello stesso anno (ossia a decorrere dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 1° gennaio 2001), come ad esempio l'utile 2001 distribuito nel 2002 dopo l'assemblea di bilancio. Il 58,73% si applica invece ancora ai soli dividendi deliberati entro il periodo di imposta in corso al 1° gennaio 2001.
I righi che interessano i piccoli azionisti sono quelli che vanno da RI1 a RI7 :

in RI1 vanno indicati gli utili per i quali compete il credito d'imposta pieno nella misura del 56,25 per cento. Pertanto, nella colonna 1 , si trascriveranno gli importi del punto 33 della certificazione rilasciata dall’intermediario (è l'ipotesi più frequente);

nel rigo RI2 devono essere riportati gli utili per i quali compete il credito d'imposta in misura limitata del 56,25%. Il riferimento è il punto 34 della certificazione;

al rigo RI3 e in RI4 vanno dichiarati i dividendi ai quali compete rispettivamente il credito d'imposta nella misura piena e limitata del 58,73 per cento. Sono quelli deliberati dalla società entro il periodo in corso al primo gennaio 2001. Bisogna guardare ai punti 35 e 36 della certificazione;

il rigo RI5 è riservato ai vecchi dividendi (punto 37 della certificazione), incassati nel 2002, ma deliberati, dalla società erogatrice anteriormente al primo luglio 1998 (caso molto raro). Si tratta, in pratica, degli utili che seguono ancora la vecchia disciplina che prevedeva l'applicazione di una ritenuta d'acconto del 10 per cento e un credito d'imposta del 56,25 per cento. Le modalità di compilazione del rigo sono le solite;

nel rigo RI6 , colonna 1 , si dovrà dichiarare l'importo degli utili per i quali compete il credito d'imposta nella misura del 25 per cento e che sono indicati nel punto 38 della certificazione;

nel rigo RI7 , dovrà essere indicato l'importo degli utili per i quali non compete il credito d'imposta come, ad esempio, i dividendi distribuiti da società estere (punto 39 della certificazione).
Infine, nei righi che vanno da RI1 a RI6 , occorrerà indicare, nella colonna 2 , l'ammontare del credito d'imposta determinato applicando agli utili indicati in colonna 1 la corrispondente percentuale e, nella colonna 3 , le eventuali ritenute d'acconto subite.
Adc Milano
Vincenzo Strigaro
Corriere della Sera oggi
 
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