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Stiamo ragionando del divorzio tra banca d'italia e tesoro all'inizio degli anni '80... vediamo quindi di comprendere meglio cosa accadde e perché...
Prima notazione: trattare del tema divorzio tra tesoro e banca d'italia come fosse una questione specificatamente italiana, frutto di una scelta politica, addirittura copevole, di poche persone, "scordandosi" di descrivere il contesto di riferimento, un po' come quando si ragiona di inflazione post svalutazione del '92 della Lira, è scorretto... o quantomeno: molto parziale...
Seconda notazione: esistono vere e proprie "ere economiche", guarda caso gli anni '80 rappresentano gli anni dei tassi di interesse reale positivo e dell'incremento del debito, per tutti. Perché? Per comprendere ciò bisogna comprendere il contesto di riferimento precedente. Basti dire che ciò a cui si assiste sono 2 macro fenomeni:
1. riduzione inflazione
2. ritardo nell'adeguamento dei tassi di interesse
Per questo motivo allo scoccare degli anni '80 si avvia una dinamica di tassi reali positivi in tutto il mondo.
Perché?
Quale è il peso del divorzio italiano in italia in questo "scenario"?
E quale il peso sul debito italiano e sui problemi italiani attuali in quella scelta? Ma soprattutto: che cosa descrive il suddetto "scenario"?
Iniziamo quindi a rispondere alla prima domanda... perché?
breve notazione introduttiva: se cambia la politica monetaria FED... cambia la politica monetaria del mondo... fingere autonomia delle banche centrali nazionali... significa non comprendere che sei in una bacinella dove il flusso della corrente lo definisce, nuotando, il più grosso... quello che stampa il liquido in cui tu nuoti... che quindi metà dei discorsi sul "potessimo avere una banca centrale autonoma..." sono spesso privi di senso... poiché la tua libertà è solo quella di avere una banca centrale autonoma e libera di nuotare nel flusso prodotto dalla FED... se vuole restare a galla...
Quindi... la prima notazione da fare è... negli anni 70 la crisi di bretton woods segnò la svalutazione monetaria della valuta di scambio mondiale... con seguenti 2 crisi petrolifere... l'inflazione salì... come anche la disoccupazione... in termini reali del 1995 il barile passò da 15 a 50 dollari... gli effetti li conosciamo... e descrivono le conseguenze di una scelta di politica monetaria fed, più altri eventi sfavorevoli, più o meno legati... la crisi del sistema bretton woods avvenne in seguito ad una politica monetaria non accomodante tedesca... e segnò gli anni '70... gli anni '80 vivono sulla correzione degli effetti insostenibili delle scelte del decennio precedente...
Riduzione inflazione in USA e nel mondo... riduzione prezzi energia... riduzione tassi di interesse nominali... mobilità dei capitali finanziari... quindi fine della autarchia monetaria nazionale... in tutto il mondo... il sistema bancario diventa l'intermediario... il quarto potere di equilibrio della necessità di moneta da parte del potere politico... è un attacco al concetto di Stato vigente fino ad allora... il controllo della moneta viene effimeramente affidato al mercato... ma poiché il mercato è semplicemente un concetto vuoto... il caso... presupposto statisticamente efficiente... cioè è una esternalizzazione della possibilità di influire sul meccanismo... concordo... una forma di auto-schiavizzazione... poiché (dicevo) il mercato è un concetto... il sistema bancario divenne il referente transnazionale della movimentazione e del finanziamento degli stati...
Queste cmq... come chiunque può comprendere... sono decisioni mondiali... e l'italia... tantomeno l'italia dei primi anni '80... non era in grado di decidere autonomamente a riguardo...
In tutto ciò va inserito il contesto di creazione dell'euro, ancora in nuce, ma che necessitava della accettazione da parte di tutti di alcuni principi largamente condivisi (da europei e non) per poter proseguire...
Non fu quindi una scelta... forse alcuni possono ritenere che agli inizi degli anni '80 lo stato italiano avrebbe potuto dire no... restiamo fuori da tutte le partite importanti... ma forse sovrastima autonoma politica italiana del periodo... ma soprattutto, sovrastima vantaggi di un mancato divorzio in quel contesto... infatti credo non ci avrebbe portato alcuno dei presunti vantaggi stimati... (ma di ciò ci occupiamo dopo)
Gli anni '80 sono quindi anni (a livello mondiale) caratterizzati da alcuni fenomeni mondiali. Decrescita della inflazione. Riduzione traslata in avanti nel tempo dei tassi di interesse. Conseguente aumento dei tassi reali. Creazione di debito.
Iniziamo quindi ad analizzare questa dimanica... fu il fatto che Banca d'Italia non interveniva sul primario a produrre tassi di interesse reale positivi? Oppure fu questo slittamento temporale tra correzione della inflazione e tassi? Ed i due fenomeni sono correlati?
Stiamo ragionando del divorzio tra banca d'italia e tesoro all'inizio degli anni '80... vediamo quindi di comprendere meglio cosa accadde e perché...
Prima notazione: trattare del tema divorzio tra tesoro e banca d'italia come fosse una questione specificatamente italiana, frutto di una scelta politica, addirittura copevole, di poche persone, "scordandosi" di descrivere il contesto di riferimento, un po' come quando si ragiona di inflazione post svalutazione del '92 della Lira, è scorretto... o quantomeno: molto parziale...
Seconda notazione: esistono vere e proprie "ere economiche", guarda caso gli anni '80 rappresentano gli anni dei tassi di interesse reale positivo e dell'incremento del debito, per tutti. Perché? Per comprendere ciò bisogna comprendere il contesto di riferimento precedente. Basti dire che ciò a cui si assiste sono 2 macro fenomeni:
1. riduzione inflazione
2. ritardo nell'adeguamento dei tassi di interesse
Per questo motivo allo scoccare degli anni '80 si avvia una dinamica di tassi reali positivi in tutto il mondo.
Perché?
Quale è il peso del divorzio italiano in italia in questo "scenario"?
E quale il peso sul debito italiano e sui problemi italiani attuali in quella scelta? Ma soprattutto: che cosa descrive il suddetto "scenario"?
Iniziamo quindi a rispondere alla prima domanda... perché?
breve notazione introduttiva: se cambia la politica monetaria FED... cambia la politica monetaria del mondo... fingere autonomia delle banche centrali nazionali... significa non comprendere che sei in una bacinella dove il flusso della corrente lo definisce, nuotando, il più grosso... quello che stampa il liquido in cui tu nuoti... che quindi metà dei discorsi sul "potessimo avere una banca centrale autonoma..." sono spesso privi di senso... poiché la tua libertà è solo quella di avere una banca centrale autonoma e libera di nuotare nel flusso prodotto dalla FED... se vuole restare a galla...
Quindi... la prima notazione da fare è... negli anni 70 la crisi di bretton woods segnò la svalutazione monetaria della valuta di scambio mondiale... con seguenti 2 crisi petrolifere... l'inflazione salì... come anche la disoccupazione... in termini reali del 1995 il barile passò da 15 a 50 dollari... gli effetti li conosciamo... e descrivono le conseguenze di una scelta di politica monetaria fed, più altri eventi sfavorevoli, più o meno legati... la crisi del sistema bretton woods avvenne in seguito ad una politica monetaria non accomodante tedesca... e segnò gli anni '70... gli anni '80 vivono sulla correzione degli effetti insostenibili delle scelte del decennio precedente...
Riduzione inflazione in USA e nel mondo... riduzione prezzi energia... riduzione tassi di interesse nominali... mobilità dei capitali finanziari... quindi fine della autarchia monetaria nazionale... in tutto il mondo... il sistema bancario diventa l'intermediario... il quarto potere di equilibrio della necessità di moneta da parte del potere politico... è un attacco al concetto di Stato vigente fino ad allora... il controllo della moneta viene effimeramente affidato al mercato... ma poiché il mercato è semplicemente un concetto vuoto... il caso... presupposto statisticamente efficiente... cioè è una esternalizzazione della possibilità di influire sul meccanismo... concordo... una forma di auto-schiavizzazione... poiché (dicevo) il mercato è un concetto... il sistema bancario divenne il referente transnazionale della movimentazione e del finanziamento degli stati...
Queste cmq... come chiunque può comprendere... sono decisioni mondiali... e l'italia... tantomeno l'italia dei primi anni '80... non era in grado di decidere autonomamente a riguardo...
In tutto ciò va inserito il contesto di creazione dell'euro, ancora in nuce, ma che necessitava della accettazione da parte di tutti di alcuni principi largamente condivisi (da europei e non) per poter proseguire...
Non fu quindi una scelta... forse alcuni possono ritenere che agli inizi degli anni '80 lo stato italiano avrebbe potuto dire no... restiamo fuori da tutte le partite importanti... ma forse sovrastima autonoma politica italiana del periodo... ma soprattutto, sovrastima vantaggi di un mancato divorzio in quel contesto... infatti credo non ci avrebbe portato alcuno dei presunti vantaggi stimati... (ma di ciò ci occupiamo dopo)
Gli anni '80 sono quindi anni (a livello mondiale) caratterizzati da alcuni fenomeni mondiali. Decrescita della inflazione. Riduzione traslata in avanti nel tempo dei tassi di interesse. Conseguente aumento dei tassi reali. Creazione di debito.
Iniziamo quindi ad analizzare questa dimanica... fu il fatto che Banca d'Italia non interveniva sul primario a produrre tassi di interesse reale positivi? Oppure fu questo slittamento temporale tra correzione della inflazione e tassi? Ed i due fenomeni sono correlati?
Inizierei notando che l'inflazione scende più rapidamente dei tassi ovunque. Forse è un fenomeno spiegabile... Forse se negli ultimi 10 anni (dopo un periodo di inflazione contenuta) l'inflazione è stato il tuo principale problema economico... forse... prima di accettare tassi di interesse in linea con l'inflazione aspetti di vederla scendere. Tanto più le tue aspettative di inflazione alta (o relativamente alta) crescono, tanto più richiederai (nel mercato domestico) tassi alti...
Quando vedrai l'inflazione calare calerai le tue pretese di interessi... è così strano? Un cittadino del paese x (qualsiasi paese) compra un tds solo se percepisce che questo difende quantomeno il suo potere d'acquisto. Se la sua percezione della inflazione è distorta dal recente passato, se come san tommaso vuole vedere l'inflazione calare prima di comprare a tassi più bassi... si avrà, durante la fase di discesa, un costante ritardo dei tassi offerti...
Questo ragionando vale (per il momento) soltanto per il mercato dei tds interno del paese... In fasi di forte riduzione della inflazione i tassi di interesse nominali decrescono sulle aspettative di ridotta inflazione, quindi con un ritardo che al crescere della riduzione della inflazione incrementa quindi i tassi reali stessi...
Sul mercato domestico dei tds possiamo quindi ragionevolmente immaginare una condotta di questo genere. Ma gli anni '80 rappresentano proprio il passaggio da un sistema di autarchia finanziaria ad un sistema completamente aperto... quindi bisognerà affrontare la questione debito pubblico allocato all'estero per comprendere meglio le differenti dinamiche... e per questo c'è da considerare la variabile cambio...
Di sicuro sono eventi volontari e non casuali, chi ci guadagna ad avere tassi sotto l'inflazione? Chi ha selettivamente accesso al credito?
Oppure chi si mette a decidere a quanto ti finanzi? Too big too jail nasce qua. Il quarto potere dello stato (nella tua metafora) non può essere eliminato. Scegliendo a quanto ti finanzi e fino a quando (anche infinito) alteri tutto il libero mercato con scelte 'politiche'. Vi sta antipatica la piccola e media impresa perchè è piu efficente delle multinazionali? bene allora facciamo che le multinazionali non pagano le tasse (cayman) mentre le altre le ammazzo, poi non felice alla multinazionale finanzio al 2.5 alla medio piccola a tre volte di più questo senza la minima aderenza alla solvibilità reale. Chi decide l'accesso al credito governa il mondo con scelte arbitrarie (chi sparte la torta ha la parte più grossa)
(senza bretton woods tutto questo non sarebbe stato possibile)
Non sono ancora a trarre nessuna conclusione... e non sono a difendere nessun sistema... volontario e casuale sono termini che perdono significato quando si decide di non decidere... o meglio... di delegare il controllo ad un meccanismo...
Assunto che il meccanismo è disfunzionale... resta da comprendere se sia giusto o meno... utile o meno... attribuire il controllo ad un meccanismo... quali devono essere i metodi di selezione, premio e perdita, che regolano il meccanismo... se producono un equilibrio o se producono fallimenti, quanto spesso e perché... e come correggere le disfunzionalità occasionali che ogni sistema rigido (in quanto tale) produce... cmq sia strutturato...
.
La funzionalitè del sistema è la sua giustificazione etica, si autofonda. Ma sospendendo il giudizio etico possiamo almeno valutare il grado di funzionalità di un sistema. Ma non è tanto facile costruire indici che lo fanno in modo oggettivo, questo perchè dobbiamo costruirli secondo un principio teorico. Ma anche dando per buono che il pil è un indice di efficienza di un sistema (e freghiamocene del benessere delle persone, gini, mobilità sociale etc) e che sia costruito in maniera ogggettiva (lo strumento di misura non cambi) si vede che qualcosa non torna. In effetti qualunque indice costruisci purchè oggettivo e stabile nel suo metro di giudizio ti dice che qualcosa non va. In ultima analisi l'eccesso di scelte arbitrarie politiche sta impedendo che i normali sistemi di riequilibrio del mercato ridistribuiscano il valore (potere d'acquisto) nella migliore maniera possibile (funzionalmente parlando quella che massimizza la circolazione monetaria)
Stiamo ragionando del divorzio tra banca d'italia e tesoro all'inizio degli anni '80... vediamo quindi di comprendere meglio cosa accadde e perché...
Prima notazione: trattare del tema divorzio tra tesoro e banca d'italia come fosse una questione specificatamente italiana, frutto di una scelta politica, addirittura copevole, di poche persone, "scordandosi" di descrivere il contesto di riferimento, un po' come quando si ragiona di inflazione post svalutazione del '92 della Lira, è scorretto... o quantomeno: molto parziale...
Seconda notazione: esistono vere e proprie "ere economiche", guarda caso gli anni '80 rappresentano gli anni dei tassi di interesse reale positivo e dell'incremento del debito, per tutti. Perché? Per comprendere ciò bisogna comprendere il contesto di riferimento precedente. Basti dire che ciò a cui si assiste sono 2 macro fenomeni:
1. riduzione inflazione
2. ritardo nell'adeguamento dei tassi di interesse
Per questo motivo allo scoccare degli anni '80 si avvia una dinamica di tassi reali positivi in tutto il mondo.
Perché?
Quale è il peso del divorzio italiano in italia in questo "scenario"?
E quale il peso sul debito italiano e sui problemi italiani attuali in quella scelta? Ma soprattutto: che cosa descrive il suddetto "scenario"?
Iniziamo quindi a rispondere alla prima domanda... perché?
breve notazione introduttiva: se cambia la politica monetaria FED... cambia la politica monetaria del mondo... fingere autonomia delle banche centrali nazionali... significa non comprendere che sei in una bacinella dove il flusso della corrente lo definisce, nuotando, il più grosso... quello che stampa il liquido in cui tu nuoti... che quindi metà dei discorsi sul "potessimo avere una banca centrale autonoma..." sono spesso privi di senso... poiché la tua libertà è solo quella di avere una banca centrale autonoma e libera di nuotare nel flusso prodotto dalla FED... se vuole restare a galla...
Quindi... la prima notazione da fare è... negli anni 70 la crisi di bretton woods segnò la svalutazione monetaria della valuta di scambio mondiale... con seguenti 2 crisi petrolifere... l'inflazione salì... come anche la disoccupazione... in termini reali del 1995 il barile passò da 15 a 50 dollari... gli effetti li conosciamo... e descrivono le conseguenze di una scelta di politica monetaria fed, più altri eventi sfavorevoli, più o meno legati... la crisi del sistema bretton woods avvenne in seguito ad una politica monetaria non accomodante tedesca... e segnò gli anni '70... gli anni '80 vivono sulla correzione degli effetti insostenibili delle scelte del decennio precedente...
Riduzione inflazione in USA e nel mondo... riduzione prezzi energia... riduzione tassi di interesse nominali... mobilità dei capitali finanziari... quindi fine della autarchia monetaria nazionale... in tutto il mondo... il sistema bancario diventa l'intermediario... il quarto potere di equilibrio della necessità di moneta da parte del potere politico... è un attacco al concetto di Stato vigente fino ad allora... il controllo della moneta viene effimeramente affidato al mercato... ma poiché il mercato è semplicemente un concetto vuoto... il caso... presupposto statisticamente efficiente... cioè è una esternalizzazione della possibilità di influire sul meccanismo... concordo... una forma di auto-schiavizzazione... poiché (dicevo) il mercato è un concetto... il sistema bancario divenne il referente transnazionale della movimentazione e del finanziamento degli stati...
Queste cmq... come chiunque può comprendere... sono decisioni mondiali... e l'italia... tantomeno l'italia dei primi anni '80... non era in grado di decidere autonomamente a riguardo...
In tutto ciò va inserito il contesto di creazione dell'euro, ancora in nuce, ma che necessitava della accettazione da parte di tutti di alcuni principi largamente condivisi (da europei e non) per poter proseguire...
Non fu quindi una scelta... forse alcuni possono ritenere che agli inizi degli anni '80 lo stato italiano avrebbe potuto dire no... restiamo fuori da tutte le partite importanti... ma forse sovrastima autonoma politica italiana del periodo... ma soprattutto, sovrastima vantaggi di un mancato divorzio in quel contesto... infatti credo non ci avrebbe portato alcuno dei presunti vantaggi stimati... (ma di ciò ci occupiamo dopo)
Gli anni '80 sono quindi anni (a livello mondiale) caratterizzati da alcuni fenomeni mondiali. Decrescita della inflazione. Riduzione traslata in avanti nel tempo dei tassi di interesse. Conseguente aumento dei tassi reali. Creazione di debito.
Iniziamo quindi ad analizzare questa dimanica... fu il fatto che Banca d'Italia non interveniva sul primario a produrre tassi di interesse reale positivi? Oppure fu questo slittamento temporale tra correzione della inflazione e tassi? Ed i due fenomeni sono correlati?
Ma torniamo alle microscopiche questioni italiche...
Oggi niente!
Al lavoro!![]()
Voglio sapere chi è il colpevole![]()
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Le parole di Andreatta, l'autore del divorzio:
"Naturalmente la riduzione del signoraggio monetario e i tassi di interesse positivi in termini reali si tradussero rapidamente in un nuovo grave problema per la politica economica, aumentando il fabbisogno del Tesoro e l'escalation della crescita del debito rispetto al prodotto nazionale.
Da quel momento in avanti la vita dei ministri del Tesoro si era fatta più difficile e a ogni asta il loro operato era sottoposto al giudizio del mercato. Il bilancio di competenza del 1982 e' la dimostrazione di questa nuova situazione: riuscii in pratica ad azzerare i fondi globali, cosa che non era successa prima ne successe dopo. Il saldo netto da finanziare del bilancio preventivo e il fabbisogno del consuntivo furono del 10% inferiore agli analoghi aggregati dell' anno precedente, anche se poi la Tesoreria, caricata nel recente passato, provocò un volume eccezionalmente elevato di indebitamento.
Lo stesso Andreatta riconosce il volume eccezionalmente ELEVATO di indebitamento.....
.....La politica monetaria italiana segue fedelmente il nuovo orientamento dominante e tra l’ottobre del 1979 e il marzo del 1981 l’allora Governatore della Banca d’Italia aumenta il tasso di sconto portandolo dal 10,5 al 19% e lo mantiene a livelli elevatissimi fino alla crisi della lira scoppiata nell’estate - autunno 1992; dal momento che nello stesso periodo il tasso di inflazione crolla dal 16,9% al 4,8%, il risultato è che i tassi di interesse reali diventano positivi....."
"....Proprio nel 1982 si manifestano i primi contraccolpi del “divorzio” con ripetuti sconfinamenti dal limite legale di utilizzo della linea di credito in conto corrente di cui il Tesoro beneficia presso la Banca centrale. Che cosa successe allora, e che cosa potrebbe succedere ancora? Che proprio poco dopo aver deciso di “legarsi le mani” per quanto riguarda l’emissione di titoli del debito pubblico l’economia occidentale era entrata in recessione e il governo non aveva tutti gli strumenti con cui combattere le conseguenze della fase negativa del ciclo. Il governo dell’epoca investì del problema il Parlamento, che autorizzò con una legge Bankitalia a concedere al Tesoro un’anticipazione straordinaria temporanea...."
"...Ma il vero contraccolpo del “divorzio” sull’economia italiana dei primi anni ottanta fu – come anticipato sopra - il brusco innalzamento dei tassi di interesse reali. Finì di colpo una condizione economica che durava dal 1972; ancora nel 1980, in Italia, il tasso di interesse depurato dall’inflazione osservata ex post (oltre il 20%), era negativo per qualcosa come cinque punti percentuali; nei tre anni successivi l’interesse divenne positivo per valori compresi tra il 2 e il 3%, fino a superare il 6% nel 1984: in quell’anno la spesa per interessi rappresentava il 12% del Pil italiano. Successivamente, anche se il rapporto tra deficit e Pil cominciava a calare (nel grafico a salire verso lo zero) i tassi di interesse italiani continuavano ad essere più alti che altrove in termini reali, e questo per sostenere la parità del cambio all’interno dello SME...."
E fin qui tutto sembra che combaci con l'analisi di istwine, ed e' anche la conclusione a cui si arriva nel sito da dove ho tratto questo copia incolla :
Economia e Politica*|*Tag Archive*|*tassi di interesse reali
Stiamo ragionando del divorzio tra banca d'italia e tesoro all'inizio degli anni '80... vediamo quindi di comprendere meglio cosa accadde e perché...
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il problema attuale è che questo divorzio in america, in uk piuttosto che in giappone di fatto non c'è più e sta facendo risparmiare loro una barca di soldi mentre noi affondiamo con un debito sempre più alto alimentato da interessi sempre più onerosi...in questi anni una bce stile fed o boe-boj non avrebbe risolto i nostri problemi strutturali ma ci avrebbe fatto risparmiare veramente svariati miliardi che potevano essere utilizzati in modo migliore o per avere un indebitamento più contenuto
poi che l'italia con la classe politica che si ritrova non sia meritevole di fiducia è altrettanto vero....