Interessante la partecipazione dei diretti interessati ( se è vero) posso chiederVi chi ha aderito all' adc? e se avete fatto comparazioni sui multipli che proponete rispetto alle società già quotate?
Anche io ringrazio Cristian per la segnalazione
Mi dispiace per aver usato il termine fregatura che non è riferito al business ma a mio parere ad un breve calcolo dei Vostri multipli
L'elenco degli investitori che hanno aderito all'aumento di capitale non è un dato pubblico.
In un'operazione come quella di DHH in genere aderiscono molti investitori, in gran parte family office, imprenditori e investitori industriali.
Per il resto, il termine "fregatura" non è un problema, non mi sono offeso
Conosco AIM come mercato, sia da imprenditore che da investitore e di conseguenza comprendo le ragioni dello scetticismo, anche se qui sarebbe interessante aprire un dibattito per analizzare i diversi punti di vista. Spesso AIM è messo a confronto con MTA/STAR e comprensibilmente viene visto come un mercato di serie B.
Tuttavia, andrebbe messo a confronto più correttamente con il "venture capital/private equity" come asset class.
Investire su AIM significa investire su un "venture capital/private equity liquido", che ha un profilo di rischio/rendimento analogo a quello di questa asset class. Le logiche e le dinamiche di investimento sono completamente diverse rispetto a MTA/STAR mentre sono simili a quelle del venture capital o del private equity (a seconda dello stadio di sviluppo dell'impresa).
Qui (
https://ideas.repec.org/p/eff/wpaper/0008.html) trovi un paper interessante su questo tema, ma se hai tempo e voglia poi organizziamo un thread ad hoc. Personalmente è un argomento che mi appassiona
Circa la nostra valutazione, ovviamente è stata fatta un'analisi dei multipli rispetto ai peers (non l'abbiamo fatta noi ma gli analisti che ci hanno seguito), quotati sia su Nasdaq (siamo tutti d'accordo: è un altro modo, sia lato emittenti che lato investitori, non paragonabile con AIM Italia) che su mercati comparabili come AIM UK e AIM Italia (in questo caso è stato analizzato il segmento tecnologico in quanto non ci sono molte società simili quotate).
In breve, se confronti DHH con i peers sotto il profilo dell'EBITDA, abbiamo una valutazione che si colloca sulla fascia alta in quanto il nostro EV/EBITDA (2015, non 2016) è circa 19x (comunque meno di società come GoDaddy, che hanno un livello di indebitamento differente).
Se invece confronti DHH con i peers sotto il profilo del cashflow, abbiamo una valutazione che si colloca sulla fascia bassa in quanto il nostro EV/cashflow (sempre 2015 e considerando il flusso finanziario della gestione reddituale post tasse) è circa 14x, in un contesto di mercato dove molte aziende tecnologiche non possono essere analizzate a multipli di cashflow oppure hanno un rapporto EBITDA/cashflow peggiore perché - per varie ragioni - non convertono tutto l'EBITDA in cassa.
In sintesi, a mio avviso la nostra valutazione è una buona valutazione, non bassa, ma nemmeno irragionevolmente alta.
A mio avviso però, nel valutare l'opportunità, specie su una realtà piccola come DHH, è importante analizzare la qualità del progetto imprenditoriale, la credibilità del team, i risultati e le prospettive di crescita e in base a questo contestualizzare anche il ragionamento sulla valutazione. Nella mia esperienza, le società migliori non sono quelle che vengono valutate a sconto, ma quelle che, valutate in un ambito di ragionevolezza, eseguono i propri piani, mantengono fede alle promesse, raggiungono (e superano) gli obiettivi condivisi con il mercato.
Il mio suggerimento è dunque quello di "tenerci d'occhio", mantenendo vivo il dialogo.