Re: ...
Scritto da redon
http://www.freeforumzone.com/viewforum.aspx?f=31239
nella cartella documenti, vi ho fatto un'analisi. Per registrati
dovrebbe essere questa
scusa se ho fatto copia-incolla
e ... GRAZIE a nome di tanti
Regime dei dividendi nella modello fiscale 730/2004
La riforma tributaria ha comportato un mutamento nel regime di tassazione dei dividendi percepiti dalle persone fisiche che detengano partecipazioni non qualificate a partire dal periodo di imposta avente data 1 gennaio 2004. Più precisamente, a decorrere dalla data indicata, l'erogazione di utili da parte di soggetti di impresa sarà tassata con un regime di ritenuta a titolo di imposta con rivalsa obbligatoria pari a 12,5% per quanto inerisce soci che non siano imprenditori (quindi qualsiasi investitore persona fisica).
Tale regime si applicherà pure ai dividendi esteri, che verranno assoggettati ad una ritenuta a titolo di imposta dello stesso ammontare, che però sarà applicata al netto dello imposte pagate nello Stato estero: né consegue che, a differenza di quanto avvenuto fino al 31 dicembre 2003 , la base imponibile sulla quale l'intermediario finanziario applicherà l'aliquota del 12,5% sarà data dall' utile netto effettivamente accreditato in Italia.
Questo costituisce un indubbio vantaggio fiscale per situazioni reddituali medio alte; si considerino i seguente esempi:
a) aliquota = 33%
1) regime ante riforma
utile distribuito = 1000
ritenuta estera convenzionale = 15% e quindi 150
utile riscosso dall'intermediario = 850
ritenuta di acconto in Italia = 125 (12,5%)
utile percepito = 725
utile imponibile (si è detto che si applicava sull'utile lordo) = 1000
imposta lorda = 330 (33%)
recupero credito di imposta = 150 (15% di 1000)
scomputo ritenuta di acconto = 125
imposta dovuta = 55 cioè [330 - (150 + 125)]
dividendo netto = 670
2) regime post riforma
utile distribuito = 1000
ritenuta convenzionale estera = 15% e quindi 150
utile riscosso dall'intermediario = 850
ritenuta in Italia (a titolo di imposta) = 106,25 (applicata su utile netto come detto)
utile netto percepito (dividendo netto) = 743,75
Vediamo invece cosa accadrebbe con una aliquota marginale del 23%:
b) aliquota 23%
1) regime ante riforma
utile distribuito = 1000
ritenuta convenzionale estera = 150
utile riscosso dall'intermediario = 850
ritenuta di acconto = 125
utile percepito dal contribuente = 750
utile imponibile = 1000
imposta lorda = 230
recupero credito di imposta = 150
scomputo ritenuta di acconto = 125
imposta dovuta = - 45 cioè credito [230 - (150+ 125)]
dividendo netto = 770 [725 - (-45)]
2) regime post riforma
dividendo netto = 743,75
Come risulta dall'esempio citato, la riforma è fiscalmente penalizzante per i redditi bassi. Questo, almeno teoricamente, è tanto più penalizzante, laddove si consideri che mentre per gli utili nazionali, già prima si applicava la ritenuta al 12,5%, salvo l'opzione del regime della dichiarazione, per gli utili prodotti all'estero il regime della dichiarazione era esclusivo.
Tale riforma assume a mio avviso i connotati dell' incostituzionalità, non solo per l'esclusività del regime che prescinde dalla capacità contributiva, ma anche perché nelle more dell'applicazione della nuova disciplina, non è contemplata una "clausola di salvaguardia" a beneficio di coloro che a seguito della mutata disciplina si troveranno a corrispondere imposte più elevate a fronte di un reddito sicuramente non alto.
Come citato, la normativa fiscale riformata vale per questo periodo di imposta e pertanto per l'anno 2003, al quale si riferisce il modello 730/2004, valgono ancora le norme previdenti.
----------------------------------------------------------
Il problema dunque resta per i dividendi esteri incassati nel 2003 in regime amministrato: ho letto che per tale anno il 12,5% è applicato a titolo di acconto, e quindi la dichiarazione sarebbe obbligatoria.