reganam
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La normativa per regolamentare i microbirrifici, però, mostra ancora molte incertezze
http://www.wired.it/economia/business/2016/02/19/birre-artigianali/
Il mercato della birra artigianale in Italia è in forte espansione con oltre 30 milioni di litri prodotti nel 2014, cresce costantemente ogni anno sia a livello nazionale sia nelle esportazioni (+27% nei primi cinque mesi del 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014). Secondo una ricerca Astra/AssoBirra (Gli italiani e la birra 2014) il 72% degli italiani beve birra, circa il 60% la consuma a casa ed è la bevanda principale presente nei frigoriferi italiani (circa il 49%, acqua esclusa).
Negli ultimi due anni questo fenomeno sta crescendo rapidamente: sono oltre 1.000 i birrifici artigianali attivi in Italia (10 anni fa erano solo una trentina), con la produzione in continua crescita (quasi +20% rispetto al 2011).
Sull’onda di questo successo, è nato il primo portale dedicato, WeBeers: una startup innovativa che ha sviluppato l’e-commerce per scoprire e ordinare le migliori birre artigianali italiane dei birrifici più esclusivi e prestigiosi, presenti in tutte le regioni d’Italia.
Edmondo Sparano, Chief Digital Officer e Consigliere di Digital Magics, business incubator che ha lanciato la startup, ha commentato: “Gli utenti di WeBeers sono giovani, dai 30 ai 50 anni, che acquistano online, ma che non vogliono rinunciare ad avere la tradizionale qualità del food & beverage italiano, selezionato e comodamente consegnato a casa o in ufficio”.
Recentemente, la birra artigianale si è trasformata anche in un’importante questione politica, soprattutto da quando lo scorso dicembre i rappresentanti di Assobirra, Unionbirrai e CNA hanno sottoposto alla Commissione Agricoltura alcuni importanti problemi dei piccoli produttori. I microbirrifici stanno spingendo per una legislazione che chiarisca in maniera univoca la differenza tra birra artigianale e birra industriale.
Una linea di confine definita è indispensabile per sviluppare due discipline normative separate. In questo senso, è interessante l’articolo di Andrea Turco, giudice in concorsi nazionali di settore, che sottolinea come la chiave di volta sia distinguere birrifici artigianali da birrifici industriali e non birre artigianali e industriali. Questo avviene già in America, grazie alla Brewers Association, dove la distinzione è tra birrifici craft e non craft (quindi, non tra birre).
Qualche giorno fa la Camera ha approvato il relativo emendamento alla legge delega di semplificazione, razionalizzazione e competitività del settore agroalimentare. Questo stabilisce dei precisi criteri per identificare i birrifici artigianali: una produzione massima annua pari a 200.000 hl, indipendenza legale ed economica da altri birrifici, processi produttivi che non comprendono la pastorizzazione e la microfiltrazione. Sono escluse dalla definizione di birra artigianale tutte le “beer firm”, il birrificio deve infatti usare impianti distinti da quelli di qualsiasi altro birrificio.
La questione rimane aperta: gli esperti del settore aspettano risposte certe anche per ciò che riguarda la battaglia delle accise, che al momento sembra essere caduta nel dimenticatoio.
http://www.wired.it/economia/business/2016/02/19/birre-artigianali/
Il mercato della birra artigianale in Italia è in forte espansione con oltre 30 milioni di litri prodotti nel 2014, cresce costantemente ogni anno sia a livello nazionale sia nelle esportazioni (+27% nei primi cinque mesi del 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014). Secondo una ricerca Astra/AssoBirra (Gli italiani e la birra 2014) il 72% degli italiani beve birra, circa il 60% la consuma a casa ed è la bevanda principale presente nei frigoriferi italiani (circa il 49%, acqua esclusa).
Negli ultimi due anni questo fenomeno sta crescendo rapidamente: sono oltre 1.000 i birrifici artigianali attivi in Italia (10 anni fa erano solo una trentina), con la produzione in continua crescita (quasi +20% rispetto al 2011).
Sull’onda di questo successo, è nato il primo portale dedicato, WeBeers: una startup innovativa che ha sviluppato l’e-commerce per scoprire e ordinare le migliori birre artigianali italiane dei birrifici più esclusivi e prestigiosi, presenti in tutte le regioni d’Italia.
Edmondo Sparano, Chief Digital Officer e Consigliere di Digital Magics, business incubator che ha lanciato la startup, ha commentato: “Gli utenti di WeBeers sono giovani, dai 30 ai 50 anni, che acquistano online, ma che non vogliono rinunciare ad avere la tradizionale qualità del food & beverage italiano, selezionato e comodamente consegnato a casa o in ufficio”.
Recentemente, la birra artigianale si è trasformata anche in un’importante questione politica, soprattutto da quando lo scorso dicembre i rappresentanti di Assobirra, Unionbirrai e CNA hanno sottoposto alla Commissione Agricoltura alcuni importanti problemi dei piccoli produttori. I microbirrifici stanno spingendo per una legislazione che chiarisca in maniera univoca la differenza tra birra artigianale e birra industriale.
Una linea di confine definita è indispensabile per sviluppare due discipline normative separate. In questo senso, è interessante l’articolo di Andrea Turco, giudice in concorsi nazionali di settore, che sottolinea come la chiave di volta sia distinguere birrifici artigianali da birrifici industriali e non birre artigianali e industriali. Questo avviene già in America, grazie alla Brewers Association, dove la distinzione è tra birrifici craft e non craft (quindi, non tra birre).
Qualche giorno fa la Camera ha approvato il relativo emendamento alla legge delega di semplificazione, razionalizzazione e competitività del settore agroalimentare. Questo stabilisce dei precisi criteri per identificare i birrifici artigianali: una produzione massima annua pari a 200.000 hl, indipendenza legale ed economica da altri birrifici, processi produttivi che non comprendono la pastorizzazione e la microfiltrazione. Sono escluse dalla definizione di birra artigianale tutte le “beer firm”, il birrificio deve infatti usare impianti distinti da quelli di qualsiasi altro birrificio.
La questione rimane aperta: gli esperti del settore aspettano risposte certe anche per ciò che riguarda la battaglia delle accise, che al momento sembra essere caduta nel dimenticatoio.