E' esplosa l'estate: mediterranea (ma non solo)

diagonale

onde in tempesta
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"Oh estate
abbondante,
carro
di mele
mature,
bocca
di fragola
in mezzo al verde,
labbra
di susina selvatica,
strade
di morbida polvere
sopra
la polvere,
mezzogiorno,
tamburo
di rame rosso,
e a sera
riposa
il fuoco,
la brezza
fa ballare
il trifoglio, entra
nell’officina deserta;
sale
una stella
fresca
verso il cielo
cupo,
crepita
senza bruciare
la notte
dell’estate.

(P. Neruda)


 
Cosa ci accompagna d'estate? i "tormentoni" :D





di ieri e di oggi



 
Giuni Russo: iniziamo dalla Sicilia.

"Un mare color smeraldo a circondare l’isola. La poesia celata in ogni caletta. Il bisogno di infinito che si realizza quando percorri le sue strade. Le casette bianche che sembrano accoglierti a ogni curva. Questa è Favignana." (F. Caramagna)

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L'arcipelago delle Egadi, situato a sudovest della Trinacria e di fronte a Trapani, è composto da tre isole: Favignana, Levanzo e Marettimo. Caratterizzate da un ambiente incontaminato e da un’atmosfera tranquilla dovuta in gran parte alla scarsità di automobili.

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Si cammina alla scoperta di piccole baie isolate, di coste inaccessibili a picco sul mare e del magico candore delle basse montagne da dove sono sempre visibili le onde. Muovendosi tra la vegetazione selvaggia, castelli diroccati e antiche prigioni abbandonate, in un ambiente completamente mediterraneo.


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"In Sicilia i colori non si limitano a finire negli occhi, ti entrano dentro le vene e le ossa" (F. Caramagna)
 
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Oltre alle splendide spiagge, interessante anche un giro sotto il pelo dell'acqua :D

Infatti il Mediterraneo, solcato per millenni dalle navi dei popoli che si sono insediati sulle sue coste dando vita a fiorenti civiltà, custodisce una miriade di relitti, con il loro prezioso carico di merci, anfore e opere d’arte; esso costituisce un elemento fondamentale del patrimonio culturale e dell’ecosistema ambientale nazionale e internazionale.

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Così Levanzo propone un itinerario archeologico-subacqueo: tra Cala Minnola e Punta Altarella, infatti, ad una profondità che va dai 27 ai 30 metri, possiamo ammirare i resti di un relitto romano, decine di anfore vinarie e diversi frammenti di vasi di ceramica dalla vernice nera, la cui datazione risale addirittura al I sec. a.C.

Qui va poi ricordata la Battaglia di Levanzo, combattuta il 10 marzo del 241 a.C., che mise fine alla prima guerra punica, vero spartiacque tra il periodo precedente, durante il quale i Cartaginesi di derivazione fenicia controllavano il Mediterraneo, e quello successivo in cui i Romani cominciarono a emergere come potenza egemone.

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A Marettimo, presso Cala Spalmatore, in un contesto suggestivo, è stato invece rinvenuto a 18 metri di profondità il relitto di una nave da guerra del ʼ700, il cosiddetto “Relitto dei cannoni”. Forse un brigantino pirata distrutto da un’esplosione; tra i reperti sono stati ritrovati nove cannoni in ferro, probabilmente di manifattura francese, con i relativi proiettili.



Mentre tornando a Levanzo, nella Grotta del Genovese formatasi probabilmente nel paleolitico-neolitico, incontriamo meravigliosi graffiti e le pitture presenti sulle sue pareti.

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L'estate poi è la stagione principe per gustare i cocktail e i long drink sul lungomare al tramonto :clap:

Oggi ce ne arriva uno (stranamente :D) dal Mexico: il margarita.

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Tequila shakerata con triple sec (aroma di arancia) e succo di lime, la crusta si fa con il sale. Incofondibile la coppa allargata in cui viene servito, denominata sombrero

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Una grande bevitrice di margarita (e di tequila) era la grandiosa cantante Chavela Vargas, con il compagno di scorribande notturne José Alfredo Jiménez


 
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Un giro spensierato sulla



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vrooom :D
 
essendo ora di pranzo, e visto che ci troviamo nel trapanese, che si mangia? cous cous di pesce!

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"Nel couscous non c'è solo la semola e il pesce. Nella sua magia, c'è il mare di Sicilia, ci sono i sapori delle spezie d'Oriente, il fascino misterioso delle Mille e una notte, le donne velate del Maghreb che lo lavorano con le loro abili mani e poi il profumo inebriante delle notti profonde e stellate del deserto. E infine, c'è lui, il couscous, messo nelle decorate e colorate ceramiche tunisine con il brodo, ancora caldo, sapientemente versato e con il pesce adagiato sopra per esaltarlo.
Il couscous porta la festa in tavola e con i suoi colori, i suoi sapori e i suoi profumi inebrianti crea un'atmosfera d'incanto.“

(Giuseppe Tobia)

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Suggerimento personale: brodo a parte, da aggiungere poco alla volta quando il piatto si sta asciugando troppo
 
E il cous cous non può che portarci dall'altro lato del Mediterraneo: in Marocco.


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Il deserto di Merzouga è la parte più impressionante del Sahara del Marocco: le dune di Erg Chebbi, al sud, raggiungono fino a 150 metri d’altezza. Una distesa che si estende a vista d’occhio, un orizzonte irraggiungibile e come unico suono la zampa di un cammello che affonda nella sabbia.

L'Erg è una specifica parte di un deserto, caratterizzata dalla presenza di sabbia trasportata dal vento. In pratica, è la componente o tipologia di deserto più diffusa nell'immaginario collettivo. Tuttavia il Sahara non è affatto una infinita distesa di dune, come si potrebbe pensare: Erg Chebbi, infatti, è una sorta di isola di sabbia circondata da catene montuose (hammada) e aree pietrose o ciottolose (serir).

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Difficile descrivere a parole le sensazioni che si possono provare immersi nel nulla e nel silenzio più assoluto. Mentre il sole piano piano scompare all'orizzonte colorando di rosso tutto quello che vi circonda. Mentre i giochi di luci ed ombre animano una natura apparentemente morta, ma più viva che mai. Mentre le stelle iniziano a far capolino in un cielo di cui in poco tempo si impadroniranno, regalandovi uno spettacolo senza uguali. Al risveglio l'alba, l'aria fredda che vi riempie i polmoni e un tappeto di sabbia perfettamente modellato dal vento, sinuose curve da ammirare, lontano dal mondo.

(dal web)
 
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volendo, ci sono anche i quad

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Lungo la strada che porta all'Erg, una sosta interessante è nell'area di Ouarzazate.
Appare alla vista dopo chilometri di tornanti in montagna che cedono lentamente il passo a una pianura di pietra in cui il color rosso della terra e dei mattoni dei pochi edifici viene spezzato dalle improvvise esplosioni di verde delle palmeraie.

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Per secoli fu una stazione di posta per le carovane dirette a Timbuctu, negli anni Venti divenne un presidio del colonialismo francese. Dagli anni Cinquanta divenne il set cinematografico dove sono stati girate numerose pellicole ambientate in località esotiche, remote o non più esistenti. L'Atlas Studios la ha fatto guadagnare il soprannome di Ouallywood :D

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(continua)
 
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Ouarzazate II

(segue)


Fra i tanti film e serie tv girati qui: Lawrence d’Arabia, I dieci Comandamenti, Il gioiello del Nilo, Gesù di Nazareth di Zeffirelli, Asterix e Cleopatra, La mummia, Prince of persia, Alexander e il Gladiatore di R. Scott



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"Improvvisamente fu piena estate.
I campi verdi di grano, cresciuti e
riempiti nelle lunghe settimane di piogge,
cominciavano a imbiancarsi,
in ogni campo il papavero lampeggiava
col suo rosso smagliante.

La bianca e polverosa strada maestra era arroventata,
dai boschi diventati più scuri risuonava più spossato,
più greve e penetrante il richiamo del cuculo,
nei prati delle alture, sui loro flessibili steli,
si cullavano le margherite e le lupinelle,
la sabbia e le scabbiose, già tutte in pieno rigoglio
e nel febbrile, folle anelito della dissipazione
dell’approssimarsi della morte
perché a sera si sentiva qua e là nei villaggi il chiaro,
inesorabile avvertimento delle falci in azione."

(H. Hesse)


 
E l'estate in cui sbocciano nuovi amori





"C’è un giardino chiaro, fra mura basse,
di erba secca e di luce, che cuoce adagio
la sua terra. È una luce che sa di mare.
Tu respiri quell’erba. Tocchi i capelli
e ne scuoti il ricordo.

Ho veduto cadere
molti frutti, dolci, su un’erba che so,
con un tonfo. Così trasalisci tu pure
al sussulto del sangue. Tu muovi il capo
come intorno accadesse un prodigio d’aria
e il prodigio sei tu. C’è un sapore uguale
nei tuoi occhi e nel caldo ricordo.

Ascolti.
Le parole che ascolti ti toccano appena.
Hai nel viso calmo un pensiero chiaro
che ti finge alle spalle la luce del mare.
Hai nel viso un silenzio che preme il cuore
con un tonfo, e ne stilla una pena antica
come il succo dei frutti caduti allora.


(C. Pavese)


 

Ciao Ricciolona :), grazie.
Con l'occasione allora ci mettiamo una splendida spiaggia non lontana da casa tua OK!

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Cala Bianca (SA)


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"Pomeriggio di fine agosto. Scirocco a raffiche, luce così intensa e violenta che bisogna difendersi, schermandola con gli scuri accostati, le tende tirate, in modo che in casa ne penetrino solo spiragli, lame colorate in cui danza il pulviscolo. Fuori il sole martella feroce, le cicale ti stordiscono con il frinire incessante, i cespugli del giardino – mirti ginepri ginestroni corbezzoli - aspettano stremati il refrigerio della sera..."


(Margherita Oggero)





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"Amo sentire il vento tra i capelli, sulla pelle, come una carezza. In giorni d’estate come questo, dopo aver camminato per ore sotto al sole di giornate roventi, il vento lo vedo come un generoso amico che offre una mano per dar tregua al corpo stanco. […] Ti fermi, ascolti, senti il vento sulla pelle, il corpo si ristora, la brezza.. l’avverti chiaramente, la mente si rilassa."


(Anton Vanligt)








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visto che eravamo giunti in Marocco, ci posso traslare Chefchaouen


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E' un villaggio di montagna (il suo nome significa Guarda le Vette) con case tutte blu, situato nella parte settentrionale dello Stato, ai piedi del Rif.
Perché si è scelto questo colore? Secondo alcuni le case sono state dipinte di blu per tenere lontane le zanzare, o per simboleggiare il mare, o per tenere fresche le case durante i mesi estivi.
La tesi prevalente, invece, sostiene che le abitazioni siano state dipinte di blu, per rappresentare il Paradiso, dagli ebrei e i musulmani partiti da Granada nel 1494.

Moulay Ali ben Rachid aveva infatti fondato Chaouen nel 1471 come base da cui le tribù berbere del Rif potevano attaccare i portoghesi stanziati a Ceuta. La città si espanse con l’arrivo dei profughi musulmani ed ebrei, e a loro si devono le case imbiancate a calce che, con i minuscoli balconi, i tetti in tegole e i patio (spesso con un albero di agrumi al centro), le conferiscono la sua caratteristica impronta andalusa.


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E così attraversiamo lo Stretto di Gibilterra e ci dirigiamo proprio in Andalucia! :D

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"Il fiume Guadalquivir
scorre tra olivi e aranci.
I due fiumi di Granada
vanno dalla neve al grano.
Ah amore
fuggito e non tornato!
Il fiume Guadalquivir
ha la barba granato.
I due fiumi di Granada,
uno sangue e l’altro pianto.
Ah, amore,
fuggito per l’aria!
Per le barche a vela,
Siviglia ha una via
;
per l’acqua di Granada
remano solo i sospiri.
Ah, amore,
fuggito e non tornato!
Guadalquivir, alta torre
e vento fra gli aranceti.
Dauro e Genil, torrette
morte sugli stagni.
Ah, amore,
fuggito per l’aria!
Chi dirà che l’acqua porta
un fuoco fatuo di grida!
Ah, amore,
fuggito e non tornato!
Porta zagare, porta olive,
Andalusia, ai tuoi mari.

Ah, amore,
fuggito per l’aria!"


di F.G. Lorca, n. a Fuente Vaqueros (vicino Granada) il 5/6/1898

* * *

SIVIGLIA​

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Real Alcazar è un complesso monumentale che comprende edifici per una superficie totale di 17.000 metri quadri e un giardino di 7 ettari; si è sviluppato dall’11° al 16° secolo diventando negli anni una vera e propria cittadella fortificata. Com'è facile intuire dallo stile, fu progettato e costruito dai Mori: è un esempio perfetto di architettura mudejar, ed è la residenza reale più antica d’Europa.

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Potete attraversare una successione di palazzi dai grandi saloni, suggestivi bagni sotterranei, cortili e magnifici giardini in stile arabo, terrazze dalle eleganti forme geometriche, stucchi, ceramiche e mosaici, laghetti e fontane creano straordinari giochi d’acqua. Un posto di grande armonia e bellezza.

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