....è in partenza dal 2° Binario il treno per.....

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Era il 1924: Jean Cocteau aveva immaginato di ritrarre il bel mondo parigino in vacanza in Costa Azzurra
(il “train bleu” era un treno di lusso per l’alta società inaugurato due anni prima). In sintonia con lo
sguardo ironico del soggetto di Cocteau e con la spiaggia cubista disegnata da Henry Laurens, Chanel
vestì i ballerini
con costumi da bagno in jersey che ne mettevano in risalto la figura atletica lasciandoli
liberi di danzare la coreografia di Bronislava Nijinskaja (sorella del mitico Nijinskij) sulla musica sperimentale
di Darius Milhaud.


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Dimenticasti l’ombrello
sul treno.
Mi ricordavi dunque.
I tuoi capelli bagnati.
Ti pettinai.
II pettine lo misi
sotto la poesia.

Ghiannis Ritsos


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Il ventaglio dei baci
si confonde come uno in stazione
che guarda i treni,
non sa mai partire
sperduto e felice –
sei un amore e sei un racconto
che ogni notte mi dimentico
e leggo nelle nuvole che lo scrivono
inquiete nei venti contrari...

Davide Rondoni


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„Non potevo sopportare il ridicolo a cui ero stato esposto,
così un sabato sera fumai e mi sbronzai, dopo di che
camminai fino ai binari della ferrovia e mi ci sdraiai sopra
aspettando il treno delle 11.“

Kurt Cobain, libro Diari


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„La felicità è come un treno senza orario: ne passa uno ogni tanto.
Non puoi prevederne l'arrivo, né sapere quando ripartirà.
Il tuo compito è andare in stazione.“

Paolo Crepet



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La felicità è come un treno senza orario: ne passa uno ogni tanto.
Non puoi prevederne l'arrivo, né sapere quando ripartirà.
Il tuo compito è andare in stazione.“

Paolo Crepet

Questa non mi piace.
Roba da Baci Perugina.
Crepet non mi piace.
 
Questa non mi piace.
Roba da Baci Perugina.
Crepet non mi piace.

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Sai com'è... i post sono paragonabili ai treni:
ci sono quelli a gradimento "veloce" come un Freccia Rossa o un Intercity,
quelli un po' più lenti come un Regionale, quelli più noiosi come un Locale
e quelli che evaporano via, sbuffando, come un vecchio treno a vapore...
ah, succede! a volte deragliano...


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Hemingway. Lui, «Papa», come lo chiamavano quelli che lo conoscevano, era in Italia.
Hemingway in persona spedì una cartolina a Fernanda Pivano, già famosa come traduttrice, perchè voleva conoscerla e la invitava a raggiungerlo a Cortina.. Era il 1948,
Arrivato con la moglie Mary Welsh, lo scrittore americano stava a Venezia, un po' per rivedere i luoghi
dell'altra guerra, dove si era trovato come autista della Croce rossa nella primavera del 1918, un po'
per andare a sparare alle anatre in laguna. Grandi bevute all'Harry's Bar dell'amico Cipriani, battute
di caccia sui barchini, poi ogni tanto una fuga a Cortina d'Ampezzo. Fernanda Pivano, Nanda per tutti,
amava molto raccontare quell'incontro.

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«Lì per lì non ci avevo creduto, poi mi convinsero che era vero
quell'invito. Presi il treno, da Torino a Cortina fu un viaggio interminabile, arrivai la sera tardi.
Mi presentai all’albergo, Papa era ancora a tavola con degli amici. Mi vide, si alzò, mi venne incontro e
mi abbracciò.
Mi chiese: 'Che cosa ti hanno fatto i nazi?' Aveva saputo che ero stata fermata dai tedeschi.
Mi tenne a lungo abbracciata. Forse mi faceva la corte. Ma io a queste cose non ci pensavo proprio.
Certo, era alto, grande, bellissimo. Forse saremmo potuti finire a letto, e invece niente. Che stupida ero».
E tutte le volte che ripeteva il racconto, Nanda si dava uno schiaffo in testa.

La ragazza che adottò la Beat Generation - Corriere della Sera

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„E tornando a quella sera, quando saremo vecchi, parleremo ancora di questi giovani
come se fossero due sconosciuti che abbiamo incontrato sul treno, che ammiriamo
e vorremmo aiutare. E ci verrà da chiamarla invidia, perché chiamarlo rimpianto ci
spezzerebbe il cuore.“

André Aciman, Chiamami col tuo nome


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“Beh, lo confesso, il treno mi erotizza, perché penso che lì incontrerò il mio grande amore.
Immaginavo che da un momento all'altro sarebbe entrato nello scompartimento.
Come sarebbe stato? Un giovanerivoluzionario come il Che del poster? Un bruttino intellettuale
e dolcemente triste come il cantante dei Radiohead? Una lesbica nera vestita da Batgirl?
Il mio adorato Hannibal? Oppure il controllore più sexy del mondo?”

STEFANO BENNI


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"L’Amore è abbastanza grande da includere una frase letta in un libro,
la linea di un collo visto e desiderato tra la folla,
un viso amato e desiderato al finestrino di un metrò che sfreccia via.


(Anaïs Nin)


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La metropolitana di Mosca nasconde, fra i suoi corridoi sotterranei, dei veri e propri gioielli architettonici. Tra stucchi, colonne in marmo, vetrate decorate e mosaici di grande impatto, molte delle stazioni della metropolitana di Mosca si presentano come opere d’arte di grande valore artistico.

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Vediamone alcune.

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Prospekt Mira si fa notare per le colonne rivestite in marmo e per i lampadari cilindrici che illuminano il corridoio centrale.

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Marmi, mosaici e pannelli in vetro decorati sono invece i protagonisti dell’arredo della fermata di Novoslobodskaya.

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Mentre la stazione Taganskaya è illuminata da imponenti lampadari dorati e impreziosita da pannelli in ceramica decorati.

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A Mayakovskaya danno lustro 34 mosaici sul soffitto, realizzati per rappresentare il luminoso futuro dell’Unione Sovietica, cui si aggiunge la bellezza delle colonne in marmo, rodonite rosa e acciaio, e degli archi.

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Come si va fuori è il giorno Dell'indipendenza;
Ma invece mi verserò da bere.
Dev'essere amore, non mi sono mai sentito cosi'.
Oh tesoro, questo viene dal cuore
Le ombre della strada sembrano una ferrovia.
Mi chiedo se tornerà davvero.
La luna è una macchia gialla sul cielo.
Oh tesoro, questo viene dal cuore


Tom Waits — This One's From The Heart

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"Trains and boats and planes are passing by,
they mean a trip to Paris or Rome [....]
We were so in love and high above
we had a star to wish upon, wish [....]
and if my prayer can cross the sea
The trains and the boats and planes
will bring you back, back home to me
"




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"...Partiti tra il fumo coi fazzoletti negli sleeping-cars diretti al
nord al sud
Paesi ore
Ci sono delle voci che accompagnan pertutto come la luna e
i cani
Ma anche il fischio di una ciminiera
Che rimescola i colori del mattino
E dei sogni

Non si dimentica né il profumo di certe notti affogate nelle
ascelle di topazio
Queste fredde giunchiglie che ho sulla tavola accanto all’inchiostro
Eran dipinte sui muri della camera n.19 nell’Hotel
des Anglais a Rouen
Un treno passeggiava sul quai notturno
Sotto la nostra finestra
Decapitando i riflessi delle lanterne versicolori
Tra le botti del vino di Sicilia

E la Senna era un giardino di bandiere infiammate..."


(di A. Soffici)


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„Mi sono seduto nella sala d'attesa. C'era una ragazza che sfogliava senza interesse una rivista.
Mi piace stare in una stanza con una donna. Anche quando prendo il treno, se entro in uno
scompartimento e ci trovo una donna sono più contento. E se non c'è continuo a cercare finché
la trovo. Non è che poi le rivolgo la parola, o ci parlo, o ci provo per forza, anzi, ma mi piace che
sia lì. Mi piace la loro compagnia anche se silenziosa e sconosciuta. Le donne sono belle da respirare.“

Fabio Volo, libro È una vita che ti aspetto


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C’è una casa a New Orleans
La chiamano “sole nascente”
Ed è stata la rovina di molti poveri ragazzi
E, oh Dio, so di essere uno di loro

Mia madre era una sarta
Mi ha cucito i miei nuovi blue jeans
Mio padre era un giocatore d’azzardo
Giù New Orleans

Ora l’unica cosa di cui ha bisogno un giocatore
È una valigia e un portabagagli
E l’unica volta che è soddisfatto
È quando è ubriaco

Oh madre, di’ ai tuoi figli
Di non fare quello che ho fatto io
Trascorrere la tua vita nel peccato e nella miseria
Nella casa del sole nascente

Beh, ho un piede sulla banchina
L’altro piede sul treno
Sto tornando a New Orleans
Per mettere quella palla al piede

Beh, c’è una casa a New Orleans
La chiamano “sole nascente”
Ed è stata la rovina di molti poveri ragazzi
E, oh Dio, so di essere uno di loro




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"...E' come costruire una stazione. Una cosa bella e di valore, che è stata importante anche per poco tempo, non svanisce nel nulla per un piccolo errore. Cominciamo col costruirla la stazione, anche se non è perfetta. Se non ci fossero le stazioni, i treni non potrebbero fermarsi lì e non potremmo incontrare le persone a cui vogliamo bene.
Se poi si scoprono dei difetti, si può sempre rimediare dopo. Prima di tutto costruisci la stazione. Una stazione speciale per lei, dove il treno desideri fermarsi, in cui trovare un rifugio, così, anche senza uno scopo preciso. Cerca di immaginarla nella tua mente, quella stazione, di darle concretamente forma e colore. Poi incidi con un chiodo il tuo nome sulla base, e soffiaci la vita.“


(Haruki Murakami)


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(Kanazava Station, Japan: Porta Tsuzumi-mon con la forma di una tradizionale porta torii)


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(Giardino Kenrokuen, Kanazava)
 
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