"...II sole tramonta a ovest, si inabissa nel Pacifico, e i suoi ultimi riflessi proiettano sulla candida pampa l'ombra del
Patagonia Express che si allontana in senso contrario, verso l'Atlantico, là dove iniziano i giorni.
Da lì parte la più australe delle linee ferroviarie, il vero Patagonia Express, che dopo duecentoquaranta chilometri di marcia, collegando città come El Zurdo e Bellavista, arriva a Rio Gallegos, sulla costa atlantica.
Il convoglio, formato da due carrozze passeggeri e da due vagoni merci, è trascinato da una
vecchia locomotrice a carbone, fabbricata in Giappone agli inizi degli anni trenta. Ogni carrozza passeggeri dispone di due lunghe panche di legno che vanno da cima a fondo. A un estremo del vagone c'è una stufa a legna, che deve essere alimentata dagli stessi passeggeri, e su di essa una stampa con l'immagine della Vergine di Lujàn, la loro protettrice. ..."
(
L. Sepulveda)
"[.....] Sapevamo che
la Trochita partiva da El Maitén il martedì con patagonica precisione, fra le otto del mattino e mezzogiorno, e che
dopo aver raggiunto Esquel ritornava il giovedì, mettendosi in marcia con identica puntualità per ripercorrere al contrario i trecentocinquanta chilometri a cui erano stati ridotti, dopo le privatizzazioni e la morte delle ferrovie argentine, gli originari millesettecento del Patagonia Express. Quella mattina la stazione appariva stranamente deserta. Da quanto ci risultava, il vecchio treno continuava a essere l’unico mezzo di trasporto per gli abitanti di El Maitén che dovevano andare a Esquel a comprare beni di prima necessità, a farsi vedere dal medico o a lottare contro la burocrazia. La biglietteria era chiusa e così cominciammo ad aggirarci per la stazione senza incontrare nessuno, finché non arrivammo davanti all’officina e sentimmo la musica di una radio e delle voci.
Era un capannone enorme e là, fra tonnellate di metallo arrugginito, una locomotiva a vapore che mostrava parte delle sue viscere d’acciaio e tre vagoni di legno, scorgemmo un gruppo di uomini vestiti con la classica tuta blu dei meccanici. «Cosa raccontate di bello, ragazzi?» ci salutò uno di loro vedendoci. Rispondemmo al saluto e subito fummo invitati a bere mate e a mangiare pane e formaggio. «Possiamo sapere cosa vi porta da queste parti?» chiese un altro. «Il treno. Ci hanno detto che partiva oggi per Esquel». «Eccolo, ragazzi. Il vecchio Patagonia Express. Volete farci un giro?» disse uno dei ferrovieri.
Ci guardammo a vicenda, guardammo anche il treno che sbuffava per la voglia di partire verso la steppa e stringemmo forte la mano a quegli uomini che esibivano l’orgoglio più sano del mondo, quello del lavoro ben fatto, quello di essere parte di un insieme indispensabile: l’orgoglio di classe, semplicemente. «I gringos sono andati verso nord, perciò noi andremo a sud» disse il macchinista. Allora il mio socio ebbe l’idea più brillante. «E se avvisassimo la gente del paese che c’è il treno?». Ed esattamente due ore dopo, con perfetta puntualità, la locomotiva mandò sbuffi di vapore che bagnarono di nebbia le banchine, il fochista cominciò a buttare palate di carbone nella caldaia e noi ci accomodammo sulle due carrozze in mezzo a una cinquantina di persone felici di poter nuovamente contare sul loro unico mezzo di trasporto.
Quel viaggio fu una festa.
Quel viaggio fu il più bello della nostra vita, perché era nato dalla determinazione di un gruppo di uomini che, infischiandosene delle rappresaglie che avrebbero subito, avevano deciso che due viaggiatori venuti da molto lontano dovevano essere testimoni del loro amore per il lavoro. Era limpida l’aria della steppa, erano allegri i volti affacciati ai finestrini delle carrozze, era compatta la colonna di fumo che usciva dalla locomotiva, era chiaro e onnipresente il fischio che annunciava il passaggio del treno, era dolce il vigore delle bielle che con tutta la forza dell’acciaio spingevano le ruote, e lo sferragliare del convoglio invitava a bere il mate offerto dal passeggero accanto mentre le conversazioni passavano in rassegna tutte le cose della vita. ......."