sedix
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Spinto dalle sollecitazioni di Raga, mi sono letto la semestrale 2002 di IPI, e forse ho trovato la motivazione dell'apparente sottovalutazione del titolo.
Le ragioni si trovano in particolare a pag. 29 e a pag. 37 della semestrale 2002
A pag. 29 si precisa che la quasi totalita' delle disponibilita' finanziarie della IPI (131 milioni di euro) consistono in crediti verso societa' del gruppo FIAT.
"Il credito verso la Fiat Geva S.p.A., che gestisce l’attività finanziaria di Gruppo,rappresenta il saldo di c/c con la stessa intrattenuto: su tale disponibilità sono stati conteggiati i relativi interessi."
In pratica IPI non investe in maniera produttiva le proprie disponibilita' , ma le presta al gruppo FIAT, sia pure dietro interesse.
A pag. 37 si precisa che gli interessi attivi dei primi sei mesi ammontano a 2,196 milioni di euro e che "Gli interessi attivi verso altre società sono quelli maturati verso la Fiat Geva S.p.A.
Il decremento degli interessi attivi è sostanzialmente da imputare alla diminuzione dei tassi di remunerazione di mercato."
In pratica 131 milioni di euro prestati per 6 mesi alla Fiat hanno reso 2,196 milioni, con un tasso di interesse semestrale del 1,67% e annualizzato di circa il 3,34%.
In pratica mentre sul mercato Fiat deve finanziarsi a tassi proibitivi (sull'euromot i bond Fiat superano tranquillamente il 9%), il gruppo Fiat ha trovato una comoda fonte di finanziamento al 3%.
Se consideriamo che il 3,34% lordo equivale, detratta l'irpeg, a poco piu' del 2% di rendimento netto per IPI, e che non si sa per quanti mesi o anni dovra' proseguire questo rapporto di finanziamento coatto (probabilmente finche' finira' la crisi della Fiat), ecco spiegato perche' gli investitori e' meglio che si comprino degli ottimi BTP al 5% piuttosto che investirli in IPI che investe i suoi soldi al 2%.
Le ragioni si trovano in particolare a pag. 29 e a pag. 37 della semestrale 2002
A pag. 29 si precisa che la quasi totalita' delle disponibilita' finanziarie della IPI (131 milioni di euro) consistono in crediti verso societa' del gruppo FIAT.
"Il credito verso la Fiat Geva S.p.A., che gestisce l’attività finanziaria di Gruppo,rappresenta il saldo di c/c con la stessa intrattenuto: su tale disponibilità sono stati conteggiati i relativi interessi."
In pratica IPI non investe in maniera produttiva le proprie disponibilita' , ma le presta al gruppo FIAT, sia pure dietro interesse.
A pag. 37 si precisa che gli interessi attivi dei primi sei mesi ammontano a 2,196 milioni di euro e che "Gli interessi attivi verso altre società sono quelli maturati verso la Fiat Geva S.p.A.
Il decremento degli interessi attivi è sostanzialmente da imputare alla diminuzione dei tassi di remunerazione di mercato."
In pratica 131 milioni di euro prestati per 6 mesi alla Fiat hanno reso 2,196 milioni, con un tasso di interesse semestrale del 1,67% e annualizzato di circa il 3,34%.
In pratica mentre sul mercato Fiat deve finanziarsi a tassi proibitivi (sull'euromot i bond Fiat superano tranquillamente il 9%), il gruppo Fiat ha trovato una comoda fonte di finanziamento al 3%.
Se consideriamo che il 3,34% lordo equivale, detratta l'irpeg, a poco piu' del 2% di rendimento netto per IPI, e che non si sa per quanti mesi o anni dovra' proseguire questo rapporto di finanziamento coatto (probabilmente finche' finira' la crisi della Fiat), ecco spiegato perche' gli investitori e' meglio che si comprino degli ottimi BTP al 5% piuttosto che investirli in IPI che investe i suoi soldi al 2%.