Econometria for dummies

>>>dubito che riesci a guadagnare con continuità sui mercati efficienti.

niente di più facile;)

prendi un trader ben capitalizzato (parlo di qualche mln di €, quindi niente di trascendentale)

il nostro trader va sempre lungo sul fib

quando vince prende e porta a casa

quando perde, si sceglie una soglia compatibile al suo capitale e media

chiaro il concetto?

dell'efficienza del mercato non gliene può fregar di meno

certo, qualche rischio c'è, ma stiamo parlando di derivati, strumenti altamente speculativi, ovvio che vi siano rischi

di questi trader ne ho conosciuti e ti posso assicurare che si son potuti acquistare delle belle proprietà al sole

certo, se avessi i mln io li anvestirei in altro modo, ma tant'è;)
 
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: ...mi sono un poco emozionato...

Scritto da kermitt
Non mi pare che se ne parli diffusamente ed anche in questo thread si notano non poche reticenze a divulgare certe tecniche di fronte ad una platea così vasta anche se fortunatamente composta al 99.9% da seguaci convinti dell’ AT



Il rischio certamente c’ è almeno in teoria. In pratica spero di no e perché le inefficienze - quando ci sono - sono piccole e consentono guadagni piccoli che solitamente non interessano i seguaci dell’ AT abituati a ragionare in termini di ricavi a 2 cifre percentuali. Inoltre la disponibilità di SW fai da te come Metastock e TS2000 incoraggiano la convinzione che frullando qualche indicatore si possa arrivare a trovare la soluzione per il guadagno costante senza ricorrere alla noiosa statistica.

Sono d'accordo con te: anch'io ho vissuto sulla mia pelle questa transizione.

Su un basket del nostro mercato di una ventina di anni fa, ad esempio, un banale system a media mobile e momentum (non eccessivamente ottimizzato), con una solida strategia di risk-money management poteva battere il nudo e crudo buy & hold.

Ora riteniamo giustamente improponibile ogni approccio basato esclusivamente su AT e algoritmica. Ma se i mercati tendono all'efficienza, forse anche la statistica è destinata a diventare obsoleta... o forse dovremo andare a cercarci quelle nicchie di tradabilità in mercati illiquidi e/o di paesi emergenti e simili.

Altro che mediare le perdite sui futures...
 
Scritto da TwinPeacks
niente di più facile;)

prendi un trader ben capitalizzato (parlo di qualche mln di €, quindi niente di trascendentale)

il nostro trader va sempre lungo sul fib

quando vince prende e porta a casa

quando perde, si sceglie una soglia compatibile al suo capitale e media

chiaro il concetto?

dell'efficienza del mercato non gliene può fregar di meno




media al ribasso dunque . . .
certamente spesso funziona però quando non funziona non vi sono appelli, è una delle strade migliori per andarsi a cercare il black swan . . . :(
 
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: ...mi sono un poco emozionato...

Scritto da nat64
Io dissi in qualche post una volta che il trading e' un male necessario, non la finanza (questo e' un SISTEMA necessario perche' ai giorni d'oggi non credo sia possibile tornare al baratto).
Ed e' un male necessario perche' tutto il sistema su cui si regge il mondo degli investimenti ha le fondamenta in acque paludose (e dico poco).Le banche ,le assicurazioni e le SGR fanno solo i loro interessi ,del tutto legittimi ,ma assolutamente sprezzanti degli interessi dei clienti a cui se possono ,vedendoli ignoranti o incapaci ,piazzano le migliori fregature di questo mondo come polizze mangia-soldi ,fondi frega-commissioni,mutui fotti-rata e chi piu' ne ha piu' ne metta.Poi hai mai provato a parlare con qualche sedicente consulente finanziario, o promotore ,proprio di finanza?Meglio che mi fermo qui. E' chiaro che se vuoi avere una certa speranza di allocare in modo profittevole le tue risorse devi far da solo ed il trading e' una delle poche armi a disposizione,ma a differenza di quello che pensa la maggior parte di quelli che lo praticano ,confidando troppo in esso ed arivando persino a credere che possa diventare un lavoro serio,io lo considero come una specie di malattia necessaria (tipo la presenza batterica nell'intestino o la presenza di un determinato tipo di muffe negli alimenti ,quali i formaggi ,necessarie per una ottimale maturazione ) su cui bisogna condurre serie ricerche per trovare il farmaco giusto ed evitare che i potenziali benefici si trasformino in disastri.
Ciao

Condivido il tutto: da incorniciare. Aggiungo solo che alla tua lunga catena di macchinette mangia-soldi-e-proteggi-ladri manca forse l'anello più forte (o più debole) che è anche quello più imprevedibile, di coloro che dovrebbero difendere per definizione il "consumatore"...

http://www.dm.unito.it/personalpages/scienza/diario-2003-07-25.htm
 
Scritto da TwinPeacks
>>>dubito che riesci a guadagnare con continuità sui mercati efficienti.

niente di più facile;)

prendi un trader ben capitalizzato (parlo di qualche mln di €, quindi niente di trascendentale)

il nostro trader va sempre lungo sul fib

quando vince prende e porta a casa

quando perde, si sceglie una soglia compatibile al suo capitale e media

chiaro il concetto?

dell'efficienza del mercato non gliene può fregar di meno

certo, qualche rischio c'è, ma stiamo parlando di derivati, strumenti altamente speculativi, ovvio che vi siano rischi

di questi trader ne ho conosciuti e ti posso assicurare che si son potuti acquistare delle belle proprietà al sole

certo, se avessi i mln io li anvestirei in altro modo, ma tant'è;)

Qualcuno mediando le perdite sul Fib è pieno di miliardi di vecchie lire... ma di debito.

E sotto il sole c'è finito pure... a sudare.
 
Scritto da kermitt
media al ribasso dunque . . .
certamente spesso funziona però quando non funziona non vi sono appelli, è una delle strade migliori per andarsi a cercare il black swan . . . :(

il discorso era: è possibile guadagnare in un mercato efficiente?

tutti dicono no

a me non pare cosi

e vi ho portato un esempio

ce ne sono anche altri...
 
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: ...mi sono un poco emozi

Scritto da nat64
Sono ancora d'accordo che l' OLS e' una stima di tipo statico ed il modello che si ottiene non gode dei benefici di una stima ricorsiva e adattiva come puo' essere per esempio con una stima Kalman Filter ,ho fatto qualche simulazione anche con questo ma i pochi benefici avuti non credo che compensino la complessita' di calcolo sostenuta.Con la regressione non parametrica si ottengono adattamenti cosi' precisi da cogliere puntualmente ogni variabilita' di mercato? Consentimi di dirti che sento odore di overfitting.

La stima alla Kalman oltre ad essere ottima ( a minima varianza ) è adattativa e consente piccoli miglioramenti rispetto agli OLS, ma a mio avviso riduce anche l’ overfitting perché è “walking forward” cioè la previsione avviene su dati mai visti prima. Quanto alla complessità computazionale, una volta scritte le istruzioni ci pensa la macchina ad eseguire i calcoli . . .
Anche certe regressioni non parametriche, agiscono su dati mai visti prima dal modello e quindi con overfitting si spera ridotto, ma purtroppo l’ overfitting è qualcosa cha anche quando lo cacci dalla porta rientra poi dalla finestra . . .
 
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: ...mi sono un po

Scritto da nat64
Tu sei il primo che magnifica cosi' tanto le regressioni non parametriche

Non le magnifico, solo per la previsione finanziaria mi sembrano più adatte degli usuali modelli econometrici perché sono semplici e non occorre fare alcune ipotesi sulla funzione non lineare generalmente ignota che lega le variabili.
 
GRAZIE

Non è una presa in giro: volevo ringraziare vivamente tutti quelli che scrivono su questo forum. Mi avete fatto intravedere una via......
Sono circa due anni che "studio" l'AT ma sempre con un non so che mi lasciava perplesso: non so spiegarmi bene ma mi sembrava un pò come lo stregone che si avvicina a qualcosa di esoterico.
Poi ho trovato il vostro forum e tutto è diventato .....confuso. Non prendetemi per matto: forse la matematica e la statistica potevano aiutarmi a vedere qualcosa di scintifico che forse funzioni davvero. L'altro lato della moneta è che dovrò studiare come un pazzo cose che per me sono arabo (faccio il medico.....) e che forse non capirò mai ma almeno ci provo (nelle vostre discussioni capisco un terzo o anche meno ma forse un giorno...).

Continuate così, io cercherò di carpire tutto quello che posso.
GD
 
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: ...mi sono un poco e

Scritto da kermitt
La stima alla Kalman oltre ad essere ottima ( a minima varianza ) è adattativa e consente piccoli miglioramenti rispetto agli OLS, ma a mio avviso riduce anche l’ overfitting perché è “walking forward” cioè la previsione avviene su dati mai visti prima. Quanto alla complessità computazionale, una volta scritte le istruzioni ci pensa la macchina ad eseguire i calcoli . . .
Anche certe regressioni non parametriche, agiscono su dati mai visti prima dal modello e quindi con overfitting si spera ridotto, ma purtroppo l’ overfitting è qualcosa cha anche quando lo cacci dalla porta rientra poi dalla finestra . . .
..una piccola considerazione:
la stima col filtro di Kalman è ottima e stabile sotto strette ipotesi sul sistema e sul rumore:
-> Il sistema deve essere lineare con rumore additivo GAUSSIANO scorrelato col vettore di stato
-> Il sistema deve rispettare ipotesi di osservabilità e rilevabilità
-> Bisogna conoscere la matrice di covarianza del rumore
Nel caso di rumore non gaussiano si applica una stima subottima mediante trasformazioni rendendo il KF adatto ad effettuare stime polinomiali.
L'EKF utilizzato per sistemi non lineari e per l'identificazione parametrica non è in generale stabile e non da (che io sappia) garanzia di asintoticità della soluzione.
I modelli che utilizzate col KF (o EKF) di che tipo sono?
 
x chi fosse interessato al KF

...vi allego una breve introduzione al KF come estratto della mia tesi.
PS. non voglio insegnare niente a nessuno, è solo un mio piccolo e disinteressato contributo.
 

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Re: x chi fosse interessato al KF

Scritto da emastrog
...vi allego una breve introduzione al KF come estratto della mia tesi.
PS. non voglio insegnare niente a nessuno, è solo un mio piccolo e disinteressato contributo.

può darsi che le equazioni non si leggano correttamente, potrebbe dipendere dalla versione di word o di equation editor.
 
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: ...mi sono un po

Scritto da emastrog
..una piccola considerazione:
la I modelli che utilizzate col KF (o EKF) di che tipo sono?

se l’ inefficienza che si vuole sfruttare è ritenuta significativa, allora è inutile complicarsi la vita e tanto vale usare quello lineare col vantaggio della semplicità senza rinunciare all’ aggiornamento della stima in caso di innovazioni ossia cambiamenti di mercato. Nel trading stranamente spesso ciò che è semplice funziona meglio di ciò che è complicato . . .
 
Re: x chi fosse interessato al KF

Scritto da emastrog
...vi allego una breve introduzione al KF come estratto della mia tesi.
PS. non voglio insegnare niente a nessuno, è solo un mio piccolo e disinteressato contributo.


grazie lo leggerò senz’altro . . .
 
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: ...mi sono u

Scritto da kermitt
se l’ inefficienza che si vuole sfruttare è ritenuta significativa, allora è inutile complicarsi la vita e tanto vale usare quello lineare col vantaggio della semplicità senza rinunciare all’ aggiornamento della stima in caso di innovazioni ossia cambiamenti di mercato. Nel trading stranamente spesso ciò che è semplice funziona meglio di ciò che è complicato . . .
Grazie Kermitt,
potresti indicarmi i modelli proposti (sia lin che non)? o darmi un riferimento?
te ne sarei davvero grato.
 
Post tra i piu' interessanti

Ci sono due motivi per i quali non trovate niente.
Il primo è che lavorate su serie lunghe, e quindi trovate solo risultati stranoti, qualcuno da un secolo (ci mancherebbe che Von Mises avesse sbagliato tutto!). Ma il trader lavora su serie corte, e quindi lavora sulle fluttuazioni (vedi Feller), per cui il fatto che lo hedge sia zero o non sia zero è totalmente irrilevante.
Il secondo motivo è che il trader lavora sovrapponendo alle serie storiche un sistema altamente non lineare, che sono le sue regole di trading (chiamatelo pure trading system se volete), quindi ciò che è davvero rilevante non è l'analisi statistica delle variazioni di prezzo, ma la serie dei profit-per-trade dato un certo set di regole di trading. E' lì che si comincia a far davvero fatica, a cominciare dal fatto che la serie di profit-per-trade quasi sicuramente non è i.i.d. e quindi cominciano a far difetto i test statistici per capirci qualcosa.
E' lì che dovete cercare.
Buona fortuna.
Renato Di Lorenzo


Confesso di non aver capito, dopo tanti anni, cosa intendesse il Sig.Di Lorenzo.

Applicare regole di trading non lineari a serie storiche non lineari mi pare conforme ad un approccio intelligente.

La codifica di tali regole costituisce un serio problema.

Up...

Sig.E


Esempio di serio problema: il treno Eurostar Roma Termini - Milano Centrale é la nostra serie storica. Il percorso dello stesso é a noi sconosciuto. Il contenuto dello stesso (i passeggeri) sono i dati che possiamo elaborare per tentare di effettuare previsioni sul percorso del treno.

Dopo qualche ora capiamo che in prossimità di una stazione i passeggeri abituali tendono ad anticipare la sosta alzandosi, preparandosi e dirigendosi verso la porta. Misurando correttamente tale correlazione riusciremo ad anticiparli alla prossima fermata.

Il loro movimento costituisce un ottimo leading indicator pur non essendo la causadell'effetto(fermata del treno alla stazione).

Una giusta causa potrebbe essere la densità di popolazione rilevata per più giorni durante il tragitto e che potrebbe permetterci di ipotizzare una fermata in aeree con abitanti >n. Il leading indicator "passeggeri" può offrirci il timing giusto.

Se il mercato fosse il ns. treno io ora non sarei qui a scrivere queste caz.zate ma sarei probabilmente su di un Mangusta 108 ormeggiato a S.John a parlar male di L.Di Caprio mentre spalmo una protezione 10 sui glutei di Giselle.

Il mercato é un treno dal tragitto sconosciuto, guidato da un macchinista pazzo e carico di passeggeri ipertonici.

Trovare un bias fondamentale e più leading indicators a corroborare lo stesso potrebbe essere una buona idea. Scovare solo i secondi e basare il proprio trading su di essi può essere pericoloso o semplicemente inutile.

Buon WeekEnd.

Sig.E
 
Caro sign, Ernesto,

quando parliamo di non linearita' il rischio di non capirci tra di noi è troppo elevato.

Preferisco evitare il secondo punto, per mia palese e conclamata incompetenza, e provocare il suo acume intellettuale solo sul primo dei due argomenti sollevati dal prof. Di Lorenzo.

"Il primo è che lavorate su serie lunghe, e quindi trovate solo risultati stranoti, qualcuno da un secolo (ci mancherebbe che Von Mises avesse sbagliato tutto!). Ma il trader lavora su serie corte .. ."

Nel dissuadere a lavorare su serie lunghe per il rischio di trovare solo risultati stranoti (e poco sfruttabili, stante i costi di transazione) l'ingegnere si riferiva al fatto che in borsa l'approccio di indagine probabilistico e' bayesiano, cioe' la prob. è condizionata dall'informazione.

Forse e' un concetto controintuitivo per noi, abituati a considerare i fenomeni di indagine su scale del tempo molto lunghe. Personalmente mi sono liberato dall'assillo di cercare ACF su scale temporali di decine di anni quando un amico, acuto osservatore, mi fece osservare che si poteva migliorare il controllo di un esperimento del Cicap alla TV durante la trasmissione di Giacobbo, Voyager (verifica dei poteri di un tale che sosteneva di poter cuocere le uova con il fluido magnetico delle mani) e farlo in modo piu' veloce e probabilisticamente attendibile di quanto volessero gli esaminatori, cioe' centinaia di prove ripetute, inviti del povero pranoterapeuta in piu' sedi diverse e infine addirittura in America da Randi solamente introducendo l'ipotesi di considerare un effetto causale, cioe' che il pranoterapeuta venisse considerato o un baro o uno che in buona fede usa involontariamente dei trucchi.

Se Lei cercasse a caso la presenza di fenomeni con indicatori quali teste, spalle, crossover, ACF, Box Pierce, etc. occorrerebbero tantissimi campioni. Se invece Lei cercasse a priori dei fenomeni sui quali sospetta l'esistenza di una condizione o causa che li fa scaturire (o non scaturire, come nel caso del sensitivo) ne bastano pochi: sicuramente molti di meno. Nel primo caso la decadenza del fenomeno avviene con la radice quadrata della numerosita' dei campioni, nel secondo caso le probabilita' le prob. a posteriori sono modificate dall'informazione. In diversi casi la speranza matematica a priori (0,5 al lordo dei costi di transazione) viene modificata dalla informazione supplettiva, e cioe' permette il piu' delle volte anche comportamenti traducibili in regole. Se un titolo fosse sceso di una percentuale k durante il giorno in presenza di una causa (ovviamente in assenza di un'influenza eccessiva forte della principale variabile dipendente, come il mercato italiano o Usa) allora la conoscenza della causa permetterebbe di dedurre che le probabilita' di un recupero in tempi brevi non sono neutrali.

Per le note implicazioni di Bayes una speranza matematica neutrale di partenza diventa piu' o meno elevata dello 0,5 iniziale dopo l'informazione aggiuntiva sulle cause. Se - supponiamo - si arrivasse a stimare una prob. di successo p=0,9, allora basterebbero pochi esperimenti di controllo per rigettare la non casualita' del fenomeno.

Se non sono stato chiaro (Le confesso che non ho pretese di esserlo) Le propongo un esperimento.

Giochiamo a testa e croce. Io vinco 1,2,3, n volte. Arriviamo a dieci. Io ho vinto nove volte di fila e poi Le lascio una di consolazione (e' piu' o meno quello che i market maker fanno con i trader, li lasciano vincere partite insignificanti ma poi li bastonano con tagli e sparizioni, soprattuttutto quando i trader stessi si azzardano ad alzare la posta di gioco)

Dopo questo risultato, infausto per il soccombente, Lei pensa ancora ad un'ipotesi causale o comincia a pensare che io abbia -forse -truccato la moneta? Comincia ad essere assillato dai dubbi ? :) Anche con un numero cosi' basso di n che le probabilita' che io abbia truccato la moneta sono del 99%. (DISTRIB.BINOM(9;10;0,5;FALSO)

In sintesi: Non si possono assimilare due situazioni cosi' diverse come
(i) ricercare una relazione a caso (una figura di AT, l'efficacia predittiva di una testa e spalle, di un doppio minimo, un'ACF, un coefficiente di Box Pierce, etc.) in uno scenario di probabilita' neutrale a priori e (ii) ricercare una relazione dietro un'ipotesi di fenomeno deterministico che modifica la probabilita' neutrale a priori.

De Lorenzo ha sicuramente ragione nell'invitarci a continuare a cercare, purche' vengano scisse le ipotesi di indagine comportamentale (usi, tradizioni, costumi delle popolazioni, etc.), deboli, molto flebili, con un'ipotesi piu' forte (uno trucca, uno vuole sostenere il titolo quando perde troppo, uno non vuol far brutta figura davanti agli investitori con un titolo che ha un'enorme visibilita' in quanto è attivo nella grande distribuzione, nella moda, nel settore finanziario, etc.) che è presente solo sulle serie corte e mai su quelle lunghe.

Cercare e' necessario, ma mai alla cieca.

Questa, IMHO, e' la lectio magistralis dell'ing. Di Lorenzo sull'opportunita' di cercare non a casaccio sulle serie lunghe, ma con metodo su quelle corte.
 
Ultima modifica:
grazie per l'up del 3ad!
 
Caro sign, Ernesto,

quando parliamo di non linearita' il rischio di non capirci tra di noi è troppo elevato.

Preferisco evitare il secondo punto, per mia palese e conclamata incompetenza, e provocare il suo acume intellettuale solo sul primo dei due argomenti sollevati dal prof. Di Lorenzo.

"Il primo è che lavorate su serie lunghe, e quindi trovate solo risultati stranoti, qualcuno da un secolo (ci mancherebbe che Von Mises avesse sbagliato tutto!). Ma il trader lavora su serie corte .. ."

Nel dissuadere a lavorare su serie lunghe per il rischio di trovare solo risultati stranoti (e poco sfruttabili, stante i costi di transazione) l'ingegnere si riferiva al fatto che in borsa l'approccio di indagine probabilistico e' bayesiano, cioe' la prob. è condizionata dall'informazione.

Forse e' un concetto controintuitivo per noi, abituati a considerare i fenomeni di indagine su scale del tempo molto lunghe. Personalmente mi sono liberato dall'assillo di cercare ACF su scale temporali di decine di anni quando un amico, acuto osservatore, mi fece osservare che si poteva migliorare il controllo di un esperimento del Cicap alla TV durante la trasmissione di Giacobbo, Voyager (verifica dei poteri di un tale che sosteneva di poter cuocere le uova con il fluido magnetico delle mani) e farlo in modo piu' veloce e probabilisticamente attendibile di quanto volessero gli esaminatori, cioe' centinaia di prove ripetute, inviti del povero pranoterapeuta in piu' sedi diverse e infine addirittura in America da Randi solamente introducendo l'ipotesi di considerare un effetto causale, cioe' che il pranoterapeuta venisse considerato o un baro o uno che in buona fede usa involontariamente dei trucchi.

Se Lei cercasse a caso la presenza di fenomeni con indicatori quali teste, spalle, crossover, ACF, Box Pierce, etc. occorrerebbero tantissimi campioni. Se invece Lei cercasse a priori dei fenomeni sui quali sospetta l'esistenza di una condizione o causa che li fa scaturire (o non scaturire, come nel caso del sensitivo) ne bastano pochi: sicuramente molti di meno. Nel primo caso la decadenza del fenomeno avviene con la radice quadrata della numerosita' dei campioni, nel secondo caso le probabilita' le prob. a posteriori sono modificate dall'informazione. In diversi casi la speranza matematica a priori (0,5 al lordo dei costi di transazione) viene modificata dalla informazione supplettiva, e cioe' permette il piu' delle volte anche comportamenti traducibili in regole. Se un titolo fosse sceso di una percentuale k durante il giorno in presenza di una causa (ovviamente in assenza di un'influenza eccessiva forte della principale variabile dipendente, come il mercato italiano o Usa) allora la conoscenza della causa permetterebbe di dedurre che le probabilita' di un recupero in tempi brevi non sono neutrali.

Per le note implicazioni di Bayes una speranza matematica neutrale di partenza diventa piu' o meno elevata dello 0,5 iniziale dopo l'informazione aggiuntiva sulle cause. Se - supponiamo - si arrivasse a stimare una prob. di successo p=0,9, allora basterebbero pochi esperimenti di controllo per rigettare la non casualita' del fenomeno.

Se non sono stato chiaro (Le confesso che non ho pretese di esserlo) Le propongo un esperimento.

Giochiamo a testa e croce. Io vinco 1,2,3, n volte. Arriviamo a dieci. Io ho vinto nove volte di fila e poi Le lascio una di consolazione (e' piu' o meno quello che i market maker fanno con i trader, li lasciano vincere partite insignificanti ma poi li bastonano con tagli e sparizioni, soprattuttutto quando i trader stessi si azzardano ad alzare la posta di gioco)

Dopo questo risultato, infausto per il soccombente, Lei pensa ancora ad un'ipotesi causale o comincia a pensare che io abbia -forse -truccato la moneta? Comincia ad essere assillato dai dubbi ? :) Anche con un numero cosi' basso di n che le probabilita' che io abbia truccato la moneta sono del 99%. (DISTRIB.BINOM(9;10;0,5;FALSO)

In sintesi: Non si possono assimilare due situazioni cosi' diverse come
(i) ricercare una relazione a caso (una figura di AT, l'efficacia predittiva di una testa e spalle, di un doppio minimo, un'ACF, un coefficiente di Box Pierce, etc.) in uno scenario di probabilita' neutrale a priori e (ii) ricercare una relazione dietro un'ipotesi di fenomeno deterministico che modifica la probabilita' neutrale a priori.

De Lorenzo ha sicuramente ragione nell'invitarci a continuare a cercare, purche' vengano scisse le ipotesi di indagine comportamentale (usi, tradizioni, costumi delle popolazioni, etc.), deboli, molto flebili, con un'ipotesi piu' forte (uno trucca, uno vuole sostenere il titolo quando perde troppo, uno non vuol far brutta figura davanti agli investitori con un titolo che ha un'enorme visibilita' in quanto è attivo nella grande distribuzione, nella moda, nel settore finanziario, etc.) che è presente solo sulle serie corte e mai su quelle lunghe.

Cercare e' necessario, ma mai alla cieca.

Questa, IMHO, e' la lectio magistralis dell'ing. Di Lorenzo sull'opportunita' di cercare non a casaccio sulle serie lunghe, ma con metodo su quelle corte.



E' stato chiaro, disponibile ed acuto come sempre...

Grazie,

Sig.E
 
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