ENEL - Vogliamo parlare di dividendi?

Il report di MF:

Enel, impatto mini da extraprofitti

di Angela Zoppo

Pubblicato il 04/05/2022 17:58

Con l'aumento del prelievo al 25% deciso dal governo, il gruppo stima un esborso di circa 100 milioni di euro. Nel primo trimestre raddoppiano i ricavi, crescita più contenuta per margini e utili

Raddoppio dei ricavi per Enel nel primo trimestre a 35 miliardi di euro (+89,1%), spinto dai prezzi dell'energia. La variazione positiva viene attribuita a tutti i settori di business, per le maggiori quantità di energia elettrica prodotte e vendute a prezzi medi crescenti.

L'exploit a due cifre dei ricavi, però, resta isolato. Gli altri indicatori sono sì cresciuti, ma in maniera più contenuta e in linea con le attese. L'ebitda, per esempio, è salito del 6,8% a 4,486 milardi, sia per le maggiori quantità prodotte da fonte convenzionale, che per gli effetti positivi della nuova capacità installata rinnovabile. Effetto positivo anche dai risultati della gestione del rischio prezzo su commodity, che hanno più che compensato gli effetti negativi della generazione da fonte idroelettrica e i maggiori costi di approvvigionamento sui mercati finali. Ed è quest'ultimo passaggio che spiega perché Enel non tema più di tanto l'aumento del prelievo sui cosiddetti extraprofitti, salito dal 10 al 25% dopo l'approvazione del Decreto aiuti da 14 milairdi di euro. "Stimiamo un impatto di circa 100 milioni di euro", calcola il cfo Alberto De Paoli.

Incremento del 4,4% per il risultato operativo a 2,679 miliardi. La variazione, spiegano da Enel, riflette principalmente l’andamento positivo della gestione operativa, solo parzialmente compensata dai maggiori ammortamenti e svalutazioni dei crediti.

Il risultato netto ordinario del gruppo è salito a 1,443 miliardi (+18,9%). L’incremento è riconducibile all’andamento positivo della gestione operativa, che include il provento realizzato dalla cessione parziale della partecipazione in Ufinet, alla minore incidenza delle interessenze di terzi, agli effetti positivi derivanti dalla gestione finanziaria netta e ai risultati delle società valutate con il metodo del patrimonio netto.

Cresciuto anche l'indebitamento finanziario netto, che supera i 59 miliardi dai circa 52 miliardi di fine 2021, (+13,8%). Oltre agli investimenti del periodo (2,5 miliardi, + 24,5%) hanno pesato l’acquisizione di Erg Hydro (ora Enel Hydro Appennino Centrale), l'andamento negativo dei flussi di cassa operativi e l’effetto cambi.

“Nel primo trimestre del 2022, la validità del nostro modello di business ci ha consentito di realizzare solidi risultati in linea con le attese, minimizzando i rischi derivanti dal difficile contesto geopolitico ed economico, anche a tutela dei nostri stakeholder", è il commento dell'ad Francesco Starace. “Grazie all’integrazione del gruppo lungo la catena del valore, alla sua diversificazione geografica e tecnologica, nonché all’accelerazione degli investimenti nella transizione energetica, siamo in grado di consolidare l’implementazione della nostra strategia nel breve, medio e lungo periodo, confermando le guidance su ebitda e utile netto ordinario per l'anno in corso". Le previsioni collocano l'utile tra i5,6 e i 5,8 miliardi, e l'ebitda tra i 19 e i 19,6 miliardi.

Allargando l'orizzonte temporale, le stime di Enel prevedono, tra il 2020 e il 2030 un ebitda ordinario del gruppo previsto in aumento del 5-6% in termini di tasso annuo di crescita composto, a fronte di un utile netto ordinario atteso in aumento del 6-7%. Con riferimento invece al periodo del Piano 2022-2024, si prevede che nel 2024 l’ebitda ordinario raggiunga i 21-21,6 miliardi rispetto ai 19,2 miliardi del 2021. L’utile netto ordinario di gruppo è atteso in crescita a 6,7-6,9 miliardi nel 2024, rispetto ai 5,6 miliardi del 2021.
 
Stralcio dal comunicato stampa un paragrafo che ci riguarda:

La politica dei dividendi di Enel per il periodo 2022-2024 rimane semplice, prevedibile e inter68,85%essante. È previsto che gli azionisti ricevano un dividendo per azione (DPS) fisso che si prevede in crescita del 13% dal 2021 al 2024, fino a raggiungere 0,43 euro/azione.

situazione invariata rispetto a quanto di nostra conoscenza se non per l'alternativa del 70% sull'EPS "ordinario, se maggiore, che non viene più menzionata.

Detto questo, rammento che il citato piano prevede un dividendo complessivo per l'esercizio in corso in aumento a 40 cent contro i 38 del 2021.
Non credo questa previsione possa essere messa in discussione da questa trimestrale in quanto i 40 cent valgono il 70,46% sull'EPS previsto dalle mie proiezioni e il 69,85% su quello degli ultimi 12 mesi contabili della società.

Segnalo anche il forte incremento della PFN di circa 13,4 mld di euro, in aumento principalmente per gli investimenti del periodo, per l’acquisizione di ERG Hydro S.r.l.3 in Italia, per il negativo andamento dei flussi di cassa operativi e per l’effetto cambi negativo. Questo ammontare vale il 93,94% dei ricavi (54,59 un anno fa) e circa 3,3 volte l'ebitda previsto per fine anno (2,8volte un anno fa). Il nostro CEO non ne ha parlato sulla sua evoluzione, accennando solo alla validità del modello di business che minimizza i rischi derivanti dalla situazione geopolitica e in grado di consolidare l’implementazione della nostra Strategia nel breve, medio e lungo periodo.
Penso comunque che dovrebbe essere data maggiore attenzione a questo problema, soprattutto in questo momento in cui i tassi si stanno muovendo al rialzo. Vedremo cosa succederà alla prossima assemblea.

Sui dati, registrato il forte incremento dei ricavi, destinati a superare i 100 mld di euro in proiezione anno, segnalo che quelli economici sono indicati in discreto miglioramento, sia nelle mie proiezioni e sia sul dato annuale della società.
Per quanto riguarda i multipli la situazione del P/E si attesta sotto il valore di 11 in ambedue le colonne del mio prospetto che allego ad ogni fine utile, soprattutto se confrontato con quello dello scorso anno.

Buona continuazione:

Schermata 2022-05-05 alle 12.20.47.jpg
 
Scusate, mi sono dimenticato la segnalazione della perdita in conto capitale a distanza di 12 mesi, una situazione unica nella storia dell'Enelona, ben 21 mld di euro a causa della quotazione di 8,267 di un anno fa.
 
ENEL: NO CRITICITA' SU DIVIDENDI CON SCENARIO ATTUALE, PROTEGGERE POLITICA CEDOLE

Flessibilita' di capitali da attivare prima di rivederla (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

- Roma, 18 maggio - Enel intende "proteggere" la politica dei dividendi nell'attuale scenario sfidante geopolitico. Il gruppo pubblica le risposte alle domande degli azionisti, in vista dell'assemblea dei soci che si svolgera' domani, sempre non in presenza per le normative Covid. Alla domanda se la politica di remunerazione agli azionisti e' sostenibile anche nel mutato contesto geopolitico, Enel risponde: "Non si rilevano criticita' relativamente alla politica dei dividendi nell'ipotesi di una normalizzazione dell'attuale contesto. Nel caso in cui lo stato di crisi si prolungasse, Enel ha comunque a disposizione leve di flessibilita' sull'allocazione del capitale, che potrebbero essere attivate prima di dover rivedere i dividendi. L'intenzione di Enel e' di 'proteggere' tale politica e di mantenerla semplice, in modo da offrire un percorso di remunerazione visibile".
Ale
(RADIOCOR) 18-05-22 12:36:32
 
Enel, preview II trimestre: debole per gli effetti commodities, idro e circolante (analisti)

di simone borghi
22 Luglio 2022 12:49

(Finanza.com) Il prossimo 28 luglio Enel comunicherà i risultati del secondo trimestre 2022. Gli analisti di Equita hanno rilasciato le loro stime e la view. L’Ebitda ordinario è previsto pari a 3,768 milioni (-10% a/a e -1,3% sul semestre), con Italia molto debole (-19%) compensate da Spagna (+6%) e Latam (+30%). Il Net Income ordinario è stimato pari a 700 milioni (-30%) e la posizione finanziaria netta a 62 miliardi (rispetto a 59,1 miliardi del 31 marzo 2022). Equita si attende quindi una trimestrale debole per Enel e di conseguenza ha tagliato il target price a 7,7 euro per azione (-5%) per l’effetto tassi e il peggioramento atteso sul debito.

A pesare sui conti del trimestre, secondo Equita, l’Idraulicità debole (-37% in Italia, -33% in Spagna e -7% Latam) che ha comportato l’acquisto sul mercato a prezzi elevati per servire i contratti in essere. Inoltre, l’ulteriore riduzione dei margini Retail (prevalentemente in Italia) per i contratti a prezzo fisso non coperti da Hedge. Infine, l’effetto currency (negativo sul debito) che Equita ritiene sia salito di un 1 miliardo nel secondo trimestre (totale effetto negativo 2 mld).

--------------

Ovviamente non si tratta di buone notizie, anche se queste previsioni si riferiscono tutte al secondo trimestre. il 28 luglio Starace ci dirà qualcosa sull'evoluzione della situazione e se questa possa portare a qualche revisione nelle previsioni del piano industriale che, rammento, prevede la distribuzione di 40 cent di dividendo nel prossimo anno a valere sugli utili di questo esercizio.
 
E questa è la risposta che attendevamo sui dividendi (pag 12 del comunicato):

"La politica dei dividendi di Enel per il periodo 2022-2024 rimane semplice, prevedibile e interessante. È previsto che gli azionisti ricevano un dividendo per azione (DPS) fisso che si prevede cresca del 13% dal 2021 al 2024, fino a raggiungere 0,43 euro/azione."

Nulla di cambiato quindi rispetto al piano finanziario.

A più tardi per altri dettagli
 
Pagine 11 e 12 del comunicato:

PREVEDIBILE EVOLUZIONE DELLA GESTIONE

Il primo semestre del 2022 è stato caratterizzato da un contesto macroeconomico estremamente incerto e volatile, a causa della crisi geopolitica in atto e del permanere dell’incertezza legata alla pandemia da COVID-19 ancora in corso. Nella prima metà dell’anno in Europa si è assistito all’acuirsi delle difficoltà nell’approvvigionamento delle materie prime, che si prevede possano continuare per i prossimi mesi, con conseguente ulteriore incremento del prezzo dell’energia elettrica e una significativa spinta inflazionistica. Tali fattori hanno indotto le autorità di alcuni Paesi europei a proseguire nell’adozione di politiche di contenimento dei prezzi dell’elettricità per i consumatori finali, con misure in alcuni casi penalizzanti per le società operanti nel settore della generazione e vendita di elettricità.

Nel quadro delineato, caratterizzato da una significativa complessità, il Gruppo Enel ha beneficiato nel primo semestre 2022 della sua diversificazione geografica, combinata con un modello di business integrato lungo la catena del valore.
L’azione strategica di Enel prosegue lungo le linee definite nel Piano Strategico presentato ai mercati finanziari nel novembre 2021, che prevede – tra il 2020 ed il 2030 – un EBITDA ordinario per il Gruppo in aumento del 5-6% in termini di tasso annuo di crescita composto (“CAGR”), a fronte di un Utile netto ordinario di Gruppo previsto in aumento del 6-7%, sempre in termini di CAGR.

Con riferimento invece al periodo di Piano 2022-2024, si prevede che nel 2024 l’EBITDA ordinario di Gruppo raggiunga i 21,0-21,6 miliardi di euro, rispetto ai 19,2 miliardi di euro nel 2021.
L’Utile netto ordinario di Gruppo è atteso in crescita a 6,7-6,9 miliardi di euro nel 2024, rispetto ai 5,6 miliardi di euro nel 2021.

La politica dei dividendi di Enel per il periodo 2022-2024 rimane semplice, prevedibile e interessante. È previsto che gli azionisti ricevano un dividendo per azione (DPS) fisso che si prevede cresca del 13% dal 2021 al 2024, fino a raggiungere 0,43 euro/azione.

Nella seconda metà del 2022, sono previsti:
− la continua crescita del business delle energie rinnovabili grazie all’incremento degli investimenti a
supporto della politica di decarbonizzazione adottata dal Gruppo;
− un miglior risultato derivante dalla gestione integrata dei margini della generazione e delle vendite
attraverso le coperture effettuate sui costi di approvvigionamento e le nuove contrattualizzazioni dei
clienti nel segmento retail;
− il maggior contributo delle reti di distribuzione, prevalentemente in America Latina, per effetto dei
positivi aggiustamenti tariffari;
− il contributo del modello di Stewardship, che continuerà ad essere un’ulteriore leva per la creazione
di valore per il Gruppo anche nel secondo semestre dell’anno, in linea con quanto previsto dal Piano Strategico.
La guidance fornita ai mercati finanziari in occasione della presentazione del Piano Strategico 2022-2024 a novembre 2021 è confermata: nel 2022 il Gruppo prevede un EBITDA ordinario compreso tra 19,0 e 19,6 miliardi di euro e un Utile netto ordinario compreso tra 5,6 e 5,8 miliardi di euro.
 
Ok , eccomi qui a fornire qualche dato aggiuntivo alla trimestrale:

- la capitalizzazione veramente bassa ha prodotto sui 12 mesi una perdita una conto capitale attorno a 32,7mld di euro (l'azione quotava 8,015 euro il 29 luglio 2021);
- è continuato anche nel secondo trimestre l'aumento abnorme dei ricavi, più che raddoppiati nell'arco di 12 mesi a causa di tutte le variazioni intervenute di tipo commerciale, prezzi in primis;
- le altre voci economiche (cfr tabella) sono in leggero calo e quindi non in una misura tale da far temere per una ripresa in corso d'anno;
- l'EPS che si ricava dai miei calcoli è di 41,49 cent nelle mie proiezioni ma di 53,14 nella sommatoria degli ultimi 2 semestri;
- il relativo payout, a fronte delle previste cedola di 40 cent (confermata) per il corrente esercizio, si misura rispettivamente nel 96,41% e 75,27% dei citati valori.

E veniamo al punto dolente.
La PFN si è ulteriormente incrementata nei seguenti importi:
+3,1mld di euro rispetto al trimestre precedente
+10,3mld di euro rispetto alla fine del 2021
+11,8mld di euro rispetto a 12 mesi fa
Come scritto sul comunicato:
"L’aumento è principalmente riconducibile agli investimenti del periodo, all’acquisizione di ERG Hydro S.r.l.3 e all’effetto cambi negativo; tale aumento è stato solo parzialmente compensato dai positivi flussi di cassa generati dalla gestione operativa",
la nuova situazione ha delle giustificazioni, ma il management dovrebbe, a mio avviso, adottare tutte le misure necessarie per iniziare il suo ridimensionamento prima che gli oneri finanziari alterino in modo sensibile la redditività della società.

Per la prima volta nella sua storia, il suo ammontare supera la sua capitalizzazione: siamo arrivati al 127,71% contro il 93,90% del primo trimestre e all' 89,34% di fine 2021. Eravamo al 61,87% 12 mesi fa.
Vale inoltre lo 0,46% dei ricavi previsti per fine anno e 3,79 volte l'ammontare del relativo ebiitda.

Questo in estrema sintesi. Alla prossima.
 
Lo posto anche qui perché ci riguarda direttamente-


Azioni, le utility europee con i più elevati dividend yield

Il campione dei rendimenti è Enel (8,2%). Superiori al 6% anche Endesa, E.on, Red Electrica e Italgas

Quali sono le utility che offrono i maggiori rendimenti delle cedole? Le hanno selezionate sui listini europei gli specialisti di Rbc Capital Markets.

https://www.milanofinanza.it/news/a...piu-elevati-dividend-yield-202208032101384037

Lo stralcio:

1) Enel. Il rendimento della cedola 2022 e 2023 è pari rispettivamente all'8,2% e all'8,8%. Il rating è positivo (outperform). Il target price è 9,75 euro, che implica un potenziale di rialzo del 100%.

9) Endesa. Il rendimento della cedola 2022 e 2023 è pari rispettivamente al 6,2% e al 7,4%. Il rating è neutrale (sectorperform). Il target price è 22,50 euro, che implica un potenziale di rialzo del 26%.
 
Lo posto anche qui perché ci riguarda direttamente-


Azioni, le utility europee con i più elevati dividend yield

Il campione dei rendimenti è Enel (8,2%). Superiori al 6% anche Endesa, E.on, Red Electrica e Italgas

Quali sono le utility che offrono i maggiori rendimenti delle cedole? Le hanno selezionate sui listini europei gli specialisti di Rbc Capital Markets.

https://www.milanofinanza.it/news/a...piu-elevati-dividend-yield-202208032101384037

Lo stralcio:

1) Enel. Il rendimento della cedola 2022 e 2023 è pari rispettivamente all'8,2% e all'8,8%. Il rating è positivo (outperform). Il target price è 9,75 euro, che implica un potenziale di rialzo del 100%.

9) Endesa. Il rendimento della cedola 2022 e 2023 è pari rispettivamente al 6,2% e al 7,4%. Il rating è neutrale (sectorperform). Il target price è 22,50 euro, che implica un potenziale di rialzo del 26%.

tp enel 9.75.... il punto è quando?
 
Enel, ecco i benefici di una razionalizzazione dei mercati emergenti con cessioni fino a 15-25 mld secondo Goldman Sachs
di Francesca Gerosa

Conto alla rovescia per il Capital Market Day di Enel del 22 novembre. Goldman Sachs si aspetta un coraggioso cambiamento di strategia e, pur tagliando il target price a 6,85 euro, conferma buy anche per il rendimento del dividendo del 10%​

Conto alla rovescia per il Capital Market Day di Enel del prossimo 22 novembre. Goldman Sachs ha giocato d'anticipo e, pur tagliando il target price da 8,20 a 6,85 euro, ha confermato il rating buy sull'azione (-0,92% a 4,08 euro in Borsa), ricordando che storicamente ha scambiato a circa 6 volte il multiplo prezzo/utile in due occasioni: prima di un aumento di capitale durante la Grande crisi finanziaria e all'apice della crisi del debito sovrano.

A 6 volte il p/e Enel è interessante, Goldman Sachs conferma buy

Entrambi i casi si sono rivelati punti di ingresso redditizi sul titolo, ha suggerito la banca d'affari americana. Il recente rialzo dei tassi di interesse, le preoccupazioni sull'impatto dei prezzi dell'energia (crediti inesigibili) e le crescenti esigenze di liquidità (margin calls, 10-15 miliardi di euro secondo le stime di Goldman Sachs) rappresentano dei venti contrari per l'ampio capex di Enel, che si è impegnata in ingenti investimenti e dividendi (20 miliardi di euro l'anno).

Enel può ridurre in modo rilevante la sua esposizione ai mercati emergenti

Per evitare di deragliare dal suo percorso di crescita, in vista del Capital Market Day, Goldman Sachs si aspetta un coraggioso cambiamento di strategia da parte di Enel, che potrebbe ridurre in modo rilevante il portafoglio dei mercati emergenti, sostenere i forti investimenti nell'elettrificazione, l'attuale politica dei dividendi e consentire una rivalutazione del titolo. Già in precedenti occasioni, il management di Enel ha parlato della possibilità di uscire da alcuni Paesi dell'America Latina; inoltre Enel ha recentemente annunciato la dismissione delle attività in Russia, ha venduto le reti elettriche in Cile e in Brasile e (qualche anno fa) ha avviato un processo ufficiale di dismissione degli asset in Romania, poi sospeso a causa delle condizioni di mercato sfavorevoli.

Attualmente, le attività di Enel si estendono su un totale di trenta Paesi. In occasione del suo ultimo Capital Market Day (novembre 2021), Enel ha dichiarato di voler concentrare i suoi investimenti futuri in quelli che considerava paesi Tier 1 (regioni core e scalabili): Italia, Spagna, Brasile, Stati Uniti e Cile, tra gli altri. "Stimiamo che le attività in questi Paesi Tier 1 rappresentino circa il 90% dell'ebitda del gruppo stimato per il 2023. Il restante 10% circa dell'ebitda del gruppo proviene dalle regioni più piccole e meno scalabili: Perù, Argentina, Colombia, Romania, pari a oltre 2 miliardi di euro per il 2023", ha valutato Goldman Sachs.

La razionalizzazione dei mercati emergenti può comportare cessioni per 15-25 miliardi di euro

In particolare, Goldman Sachs ha stimato che la razionalizzazione dei mercati emergenti possa comportare cessioni per 15-25 miliardi di euro. Per accelerare gli investimenti nell'elettrificazione e sostenere una politica di dividendi invariata (dividend yield del 10% circa), una razionalizzazione delle attività nei mercati emergenti potrebbe offrire l'approccio più market-friendly, infatti implicherebbe solo una modesta diluizione dell'utile per azione nel breve termine, a singola cifra (8-9% circa di impatto sull'utile per azione 2023-2025: il deconsolidamento di un ebitda di circa 2 miliardi di euro potrebbe ridurre l'utile netto di circa 550 milioni di euro nel 2023), apportando diversi vantaggi.

Nel periodo 2023-2025, Goldman Sachs ha stimato che Enel registerà circa 21-23,5 miliardi di euro l'anno di ebitda, o circa 65 miliardi di euro in totale. Secondo le nostre del broker, gli investimenti (circa 15 miliardi di euro l'anno), i dividendi (circa 4 miliardi di euro l'anno) e gli oneri finanziari (circa 2,5 miliardi di euro l'anno) potrebbero compensare l'ebitda. Deducendo le imposte, i dividendi alle minorities e altre voci, "stimiamo che nei prossimi tre anni Enel potrebbe generare un free cash flow negativo di 11 miliardi di euro", ha aggiunto Goldman Sachs.

"Oltre alla parte variabile del suo debito, circa il 25% del totale o circa 21 miliardi di euro, stimiamo che Enel possa aver bisogno di ricorrere al mercato obbligazionario per raccogliere circa 12 miliardi di euro nel periodo 2023-2025, per accedere a nuovo debito, ad esempio per coprire il free cash flow negativo da noi previsto, e a fini del rifinanziamento. Sulla base delle nostre attuali previsioni, stimiamo che un aumento di 150 punti base del costo del debito colpirebbe l'utile di Enel di circa il 10% entro il 2025", ha continuato, puntualizzando che il rapporto debito netto/ebitda di Enel dovrebbe rimanere pari a poco più di 3 volte fino al 2025, un valore inferiore a quello della maggior parte dei suoi competitor.

Il dividendo costerà a Enel circa 4-4,5 miliardi di euro l'anno

Quanto al dividendo, attualmente Enel offre un dividend yield di circa il 10%. Il dividendo annuale dovrebbe crescere fino al 2023 (43 centesimi di euro), secondo il piano della società, per poi rimanere invariato. Un dividendo che costerà a Enel circa 4-4,5 miliardi di euro l'anno. "A nostro avviso, un cambiamento di strategia e la cessione di attività per 15-25 miliardi di euro eviterebbero un azzeramento dei dividendi. In ogni caso, riteniamo che le azioni prezzino già un tale taglio", ha osservato Goldman Sachs, dimostrando che la società potrebbe ridurre la distribuzione del dividendo del 20%-30% e continuare a rendere il 7%-8%. "A partire da questo livello, riteniamo che il colosso energetico potrebbe continuare a far crescere il suo dividendo ogni anno del 3%-5%".

Per ora Goldman Sachs si attende un tasso medio annuo di crescita dell'ebitda di Enel del 7% e un cagr dell'utile del 9% nel periodo 2022-2027 con una crescita significativa della divisione delle energie rinnovabili. Stime che non presuppongono cessioni. Certo che, ha precisato la banca d'affari, date le dimensioni del portafoglio dei mercati emergenti non di livello 1, un tale piano di dismissioni potrebbe richiedere 2-3 anni per essere completato.


Tutti i vantaggi di una tale mossa

"Vediamo diversi potenziali vantaggi da questa operazione: l'indebitamento netto pro-forma a fine 2022 potrebbe ridursi del 25%-40% rispetto ai livelli attuali, gli investimenti nelle energie rinnovabili europee e statunitensi potrebbero accelerare e una minor esposizione ai mercati emergenti e una maggiore crescita dell'utile per azione nel medio termine potrebbero determinare un forte re-rating per l'azione. A un multiplo prezzo/utile del settore di 13 volte al 2023, Enel varrebbe 7,2-8,6 euro su base diluita, secondo le nostre stime", ha calcolato Goldman Sachs, aspettandosi anche una politica dei dividendi invariata (10% circa di dividend yield). Quanto, infine, ai risultati del terzo trimestre di quest'anno di Enel (cda il 3 novembre), i driver non sembrano incoraggianti: i movimenti dei tassi di cambio probabilmente faranno salire l'indebitamento netto, mentre la forte domanda estiva di elettricità potrebbe mettere sotto pressione i margini.

Ultimo aggiornamento: 10/10/2022 13:57
 
Analisi molto interessante. Possibile che la quotazione attuale che sembra oltremodo sacrificata, sconti forse eccessivamente l'ipotesi di cash-flow negativo nel triennio a venire.
 
al di là dei multipli sugli elementi reddituali, ricordiamoci che ENEL QUOTA SOTTO IL PATRIMONIO NETTO, cosa non da poco per un’azienda solida che fa utili da decenni.

:bye:
 
Secondo me, molti non psgheranno le bollette

Tra pagare mutuo o bollette, le famiglie preferiranno pagare le bollette e fare la doccia calda. Oltretutto si parla di aumenti pari a 100/200 euro al mese in più nel peggiore dei casi rispetto al 2019, non da rovinare una famiglia salvo pochi poveri veri che lo erano già prima.

Le imprese sono costrette a pagare le bollette altrimenti chiudono, sono poche quelle energivore per le quali la componente energetica incide più del 10% sui costi complessivi. La maggior parte avrà una semplice contrazione dei margini e quindi minori utili.

Vedremo come si muoverà il governo e l’UE sul problema.

:bye:
 
Può farcela a distribuire il dividendo di 0,40 ?
 
Indietro