Eni 3/4/2006

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aztlan

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Che ne dite??

Dal sito dagospia.it:

– PERCHE’ L’ENI CONTINUA AD ACQUISTARE AZIONI ENI (PAURA DI SCALATE?)
Sui giornali di oggi non c'è traccia, ma Dagospia è in grado di rivelare che ieri si è riunito il consiglio di amministrazione dell'Eni per approvare il bilancio consolidato del Gruppo del 2005.
A Paoletto Scaroni brillavano gli occhi quando con gli occhiali da seminarista ha visto i numeri. Il conto economico è trionfale con 73,7 miliardi di euro di ricavi (+28,2%) e un utile record nella storia del Gruppo (8,78 miliardi contro i 7 di un anno fa). La crescita è del 24,5% su un utile operativo di 16,8 miliardi.
Nella relazione d'esercizio che i consiglieri hanno esaminato leccandosi i baffi si legge che le quotazioni dei prodotti in tutti i principali settori di attività, sono state imponenti (petrolio +41,3%; gas naturale +15,6%) ed è cresciuta anche la produzione venduta di idrocarburi (+38,3 milioni di boe).
Di tutto rilievo appare comunque la brusca salita del prelievo fiscale (2,6 miliardi, ossia +47,2%) determinato soprattutto dalla maggiore incidenza dell'attività estera.
Ma il dato che più colpisce emerge dalle note di commento allo stato patrimoniale dove si legge che l'Eni nel 2005 ha acquistato 47,06 milioni di azioni proprie per un corrispettivo di 1 miliardo di euro che vanno ad aggiungersi ai 234,8 milioni di titoli già acquisiti quando nel settembre 2000 l'Eni, guidata da Vittorio Mincato, diede il via a un programma di buy-back.
Praticamente oggi l'Eni possiede 281,8 milioni di azioni proprie, una dimensione eccezionale per gli standard medi del mercato internazionale, che corrisponde al 7,04 del capitale sociale.
C'è da chiedersi perchè l'Eni continui ad acquistare azioni di se stesso e a metterle in portafoglio. L'unica risposta possibile è che queste operazioni siano tese a tutelarsi di fronte a eventuali tentazioni di scalate da parte di soggetti stranieri (nei giorni scorsi Massimo Mucchetti aveva accennato alla Total) e non sembra certamente credibile che una massa così imponente di azioni proprie serva soltanto a salvaguardare le stock option dei top manager.
 
aztlan ha scritto:
Che ne dite??

Dal sito dagospia.it:

– PERCHE’ L’ENI CONTINUA AD ACQUISTARE AZIONI ENI (PAURA DI SCALATE?)
Sui giornali di oggi non c'è traccia, ma Dagospia è in grado di rivelare che ieri si è riunito il consiglio di amministrazione dell'Eni per approvare il bilancio consolidato del Gruppo del 2005.
A Paoletto Scaroni brillavano gli occhi quando con gli occhiali da seminarista ha visto i numeri. Il conto economico è trionfale con 73,7 miliardi di euro di ricavi (+28,2%) e un utile record nella storia del Gruppo (8,78 miliardi contro i 7 di un anno fa). La crescita è del 24,5% su un utile operativo di 16,8 miliardi.
Nella relazione d'esercizio che i consiglieri hanno esaminato leccandosi i baffi si legge che le quotazioni dei prodotti in tutti i principali settori di attività, sono state imponenti (petrolio +41,3%; gas naturale +15,6%) ed è cresciuta anche la produzione venduta di idrocarburi (+38,3 milioni di boe).
Di tutto rilievo appare comunque la brusca salita del prelievo fiscale (2,6 miliardi, ossia +47,2%) determinato soprattutto dalla maggiore incidenza dell'attività estera.
Ma il dato che più colpisce emerge dalle note di commento allo stato patrimoniale dove si legge che l'Eni nel 2005 ha acquistato 47,06 milioni di azioni proprie per un corrispettivo di 1 miliardo di euro che vanno ad aggiungersi ai 234,8 milioni di titoli già acquisiti quando nel settembre 2000 l'Eni, guidata da Vittorio Mincato, diede il via a un programma di buy-back.
Praticamente oggi l'Eni possiede 281,8 milioni di azioni proprie, una dimensione eccezionale per gli standard medi del mercato internazionale, che corrisponde al 7,04 del capitale sociale.
C'è da chiedersi perchè l'Eni continui ad acquistare azioni di se stesso e a metterle in portafoglio. L'unica risposta possibile è che queste operazioni siano tese a tutelarsi di fronte a eventuali tentazioni di scalate da parte di soggetti stranieri (nei giorni scorsi Massimo Mucchetti aveva accennato alla Total) e non sembra certamente credibile che una massa così imponente di azioni proprie serva soltanto a salvaguardare le stock option dei top manager.
uhm
una volta raggiunta la quota del 10% approvata dai soci
il cda può chiedere ed ottenere l'annullamento delle azioni e la diminuzione del capitale sociale
in questo modo il governo italiano potrebbe vendere ancora alcune migliaia azioni ad un prezzo sostenuto dal Buy back, senza per questo perdere il controllo
 
Tyss ha scritto:
uhm
una volta raggiunta la quota del 10% approvata dai soci
il cda può chiedere ed ottenere l'annullamento delle azioni e la diminuzione del capitale sociale
in questo modo il governo italiano potrebbe vendere ancora alcune migliaia azioni ad un prezzo sostenuto dal Buy back, senza per questo perdere il controllo


mmmmm....tutti sti "giri" x vendere quache migliaio di azioni?? :confused:
 
beh... io non trovo altre motivazioni
tranne quella di sostenere il prezzo
 
aztlan ha scritto:
Che ne dite??

Dal sito dagospia.it:

– PERCHE’ L’ENI CONTINUA AD ACQUISTARE AZIONI ENI (PAURA DI SCALATE?)
Sui giornali di oggi non c'è traccia, ma Dagospia è in grado di rivelare che ieri si è riunito il consiglio di amministrazione dell'Eni per approvare il bilancio consolidato del Gruppo del 2005.
A Paoletto Scaroni brillavano gli occhi quando con gli occhiali da seminarista ha visto i numeri. Il conto economico è trionfale con 73,7 miliardi di euro di ricavi (+28,2%) e un utile record nella storia del Gruppo (8,78 miliardi contro i 7 di un anno fa). La crescita è del 24,5% su un utile operativo di 16,8 miliardi.
Nella relazione d'esercizio che i consiglieri hanno esaminato leccandosi i baffi si legge che le quotazioni dei prodotti in tutti i principali settori di attività, sono state imponenti (petrolio +41,3%; gas naturale +15,6%) ed è cresciuta anche la produzione venduta di idrocarburi (+38,3 milioni di boe).
Di tutto rilievo appare comunque la brusca salita del prelievo fiscale (2,6 miliardi, ossia +47,2%) determinato soprattutto dalla maggiore incidenza dell'attività estera.
Ma il dato che più colpisce emerge dalle note di commento allo stato patrimoniale dove si legge che l'Eni nel 2005 ha acquistato 47,06 milioni di azioni proprie per un corrispettivo di 1 miliardo di euro che vanno ad aggiungersi ai 234,8 milioni di titoli già acquisiti quando nel settembre 2000 l'Eni, guidata da Vittorio Mincato, diede il via a un programma di buy-back.
Praticamente oggi l'Eni possiede 281,8 milioni di azioni proprie, una dimensione eccezionale per gli standard medi del mercato internazionale, che corrisponde al 7,04 del capitale sociale.
C'è da chiedersi perchè l'Eni continui ad acquistare azioni di se stesso e a metterle in portafoglio. L'unica risposta possibile è che queste operazioni siano tese a tutelarsi di fronte a eventuali tentazioni di scalate da parte di soggetti stranieri (nei giorni scorsi Massimo Mucchetti aveva accennato alla Total) e non sembra certamente credibile che una massa così imponente di azioni proprie serva soltanto a salvaguardare le stock option dei top manager.
sarà perchè sono BUONE azioni?
e loro lo sanno?
 
Non credo proprio che una macchina da soldi come l' eni abbia bisogno di sostenere il proprio prezzo........Vi ricordo che ha un p/e di 10 e non ha praticamente debiti.......
Da un dividendo altissimo e in futuro con le necessità di denaro fresco che hanno le casse statali potrebbe sensibilmente aumentarlo arrivando anche a dare 2 euro per azione non arrivando ancora a un payout del 100%...........Se c' è bisogno di sostenere le quotazioni qua in borsa io sto perdendo solamente tempo....
Eni secondo me prima o poi arriverà a 30 euro e magari più su se continuerà a migliorare i risultati che sono già eccellenti........Metteteci poi che hanno azioni proprie per miliardi di euro.....Una volta arrivati al 10% le azioni verranno distrutte e magari inizieranno un nuovo piano di buy back (tanto direi che i soldi non mancano) così lo stato potrà continuare a vendere azioni non perdendo il controllo di eni e le nostre azioni cresceranno sensibilmente di valore...

Ciao...

Federico
 
ciaofede ha scritto:
Non credo proprio che una macchina da soldi come l' eni abbia bisogno di sostenere il proprio prezzo........Vi ricordo che ha un p/e di 10 e non ha praticamente debiti.......
Da un dividendo altissimo e in futuro con le necessità di denaro fresco che hanno le casse statali potrebbe sensibilmente aumentarlo arrivando anche a dare 2 euro per azione non arrivando ancora a un payout del 100%...........Se c' è bisogno di sostenere le quotazioni qua in borsa io sto perdendo solamente tempo....
Eni secondo me prima o poi arriverà a 30 euro e magari più su se continuerà a migliorare i risultati che sono già eccellenti........Metteteci poi che hanno azioni proprie per miliardi di euro.....Una volta arrivati al 10% le azioni verranno distrutte e magari inizieranno un nuovo piano di buy back (tanto direi che i soldi non mancano) così lo stato potrà continuare a vendere azioni non perdendo il controllo di eni e le nostre azioni cresceranno sensibilmente di valore...

Ciao...

Federico

ciao-fede.. OK! e' una ipotesi...potrebbe realizzarsi...!!!
in borsa non ci sono certezze...l'inclinaizione della salita ...non e' detto sia quella...sempre se andra' li....
 

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Lanciare un'opa da 100Mld su un'azienda statale?!? e chi la farebbe, Ricucci?!? :D
Secondo me il buy back è l'unico strumento flessibile che ha a disposizione il management per parcheggiare la liquidità e poterla usare per eventuali acquisizioni: se dovesse distribuirle sotto forma di dividendi non avrebbe più le risorse finanziarie per acquisizioni medio-grandi (es:Repsol), in quanto reputo molto difficile che lo stato decida di finanziare un aumento di capitale, e di sicuro non vuole vedrsi sotto il 30%!
 
Tyss ha scritto:
uhm
una volta raggiunta la quota del 10% approvata dai soci
il cda può chiedere ed ottenere l'annullamento delle azioni e la diminuzione del capitale sociale
in questo modo il governo italiano potrebbe vendere ancora alcune migliaia azioni ad un prezzo sostenuto dal Buy back, senza per questo perdere il controllo

E non sarebbe più facile distribuire un dividendo straordinario (che frutterebbe anche tasse... inoltre poco prima delle elezioni, anche se ormail è tardi!), invece di accumulare azioni, bloccare risorse finanziarie per un paio d'anni e pagare commissioni alle banche collocatrici?!?!
 
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