09/08/2019 12:55
Per Eni possibile nuovo progetto in Iraq
Reuters ha rivelato che l'Iraq si appresta a siglare un'intesa con Eni e British Petroleum per la realizzazione di un nuovo oleodotto. Intanto l'Aie ha tagliato le previsioni sulla crescita della domanda globale di petrolio
di Roberta Castellarin
L'Iraq si appresta a siglare un'intesa con Eni e British Petroleum per la realizzazione di un nuovo oleodotto, originariamente parte di una mega-accordo con il gigante energetico statunitense ExxonMobil. L'agenzia Reuters scrive che nella cornice dell'accordo proposto, del valore di 400 milioni di dollari, BP ed Eni prenderanno in carico l'implementazione di un programma per la costruzione di due oleodotti sul fondo marino per le esportazioni dall'Iraq meridionale attraverso il golfo. "Lo confermano le fonti, che mantengono l'anonimato poiché le trattative non sono ancora state rese pubbliche", ha detto l'agenzia che ricorda che ExxonMobil e Eni hanno declinato ulteriori commenti.
Intanto l'Agenzia internazionale per l'energia (Aie) ha tagliato le previsioni sulla crescita della domanda globale di petrolio perché le preoccupazioni per la salute dell'economia mondiale e le relazioni commerciali sempre più incerte tra gli Stati Uniti e la Cina eserciteranno ulteriori pressioni sulla domanda mondiale di petrolio nel 2019.
Infatti nel rapporto sul mercato petrolifero, l'Aie ha tagliato le sue previsioni per la crescita della domanda globale di petrolio, per la terza volta in quattro mesi, portandola a 1,1 milione di barili al giorno da 1,2 milioni. La domanda per il periodo tra gennaio e maggio era i minimi dal 2008. Mentre le tensioni geopolitiche rimangono elevate in Medio Oriente tra le forze navali occidentali e iraniane, l'obiettivo principale dell'Aie resta l'economia. L'agenzia ha espresso la crescente preoccupazione per l'impatto del conflitto commerciale tra Stati Uniti e Cina sulla crescita "molto lenta" sia della domanda globale di petrolio che economica che, dopo aver rivisto le previsioni a maggio e giugno.
"Ora, la situazione sta diventando ancora più incerta, la disputa commerciale tra Stati Uniti e Cina rimane irrisolta e a settembre dovrebbero essere imposte nuove tariffe", si legge nel rapporto. Il primo agosto il presidente degli Stati uniti, Donald Trump, ha minacciato l'imposizione di nuove tariffe su circa 300 miliardi di dollari di importazioni cinesi e il petrolio ha seguito i movimenti del mercato.
Il benchmark europeo è sceso di oltre l'11% finora, mentre il greggio statunitense è sceso del 10% questo mese. Il peggioramento delle relazioni tra Stati Uniti e Cina, secondo il report, "potrebbe portare a una riduzione dell'attività commerciale e ad una minore crescita della domanda di petrolio". Nel prendere la sua decisione, l'Aie ha affermato di aver considerato il taglio delle previsioni del Fondo Monetario Internazionale per la crescita globale. Infatti, l'Fmi ha recentemente ridotto le sue previsioni di crescita del pil globale nel 2019 dallo 0,1% al 3,2%. Oggi il Brent tratta a 58,26 dollari al barile (+1,53%) ed Eni a Piazza Affari scambia a quota 13,22 euro (-1,55%).