Eni - solo news - n.3

30/08/2019 08:44

Eni: in Ecuador raffineria da 6 mld (MF)

MILANO (MF-DJ)--Le major petrolifere in fila per la costruzione di una nuova raffineria in Ecuador con una capacita' stimata in oltre 300mila barili al giorno, che sorgera' accanto a quella di Esmeraldas. Secondo indiscrezioni raccolte da MF-Milano Finanza, tra gli addetti ai lavori inizierebbe gia' a circolare il nome di Eni come uno dei possibili partecipanti all'asta indetta dal governo. La lista pero' e' lunga, nonostante la gara sia ancora alle battute iniziali, ed e' probabile che il Cane a sei zampe, qualora facesse un'offerta, dovra' competere con altri big del settore come China National Petroleum Corporation e almeno tre societa' coreane. Per qualificarsi alla gara d'appalto le aziende partecipanti dovranno accertare di avere almeno cinque anni di esperienza nel settore e, soprattutto, detenere un capitale pari ad almeno il 10% del costo stimato della raffineria, che si aggira intorno ai 6 miliardi di dollari. L'esigenza della costruzione di questa nuova raffineria nasce dai problemi che hanno afflitto quella di Esmeraldas, costretta a chiudere perche' ritenuta inquinante. red/fch (fine) MF-DJ NEWS
 
Flash!

04/09/2019 11:18

*Eni: Credit Suisse abbassa rating a neutral
 
04/09/201915:46

Eni: detiene 1,26% azioni proprie dopo nuovi riacquisti

MILANO (MF-DJ)--Eni ha acquistato nel periodo compreso tra il 26 e il 30 agosto 2019, 1.199.216 azioni proprie, al prezzo medio ponderato di 13,446979 euro per azione, per un controvalore complessivo di 16.125.832,74 euro. Dall'inizio del programma, si legge in una nota, Eni ha acquistato 12.691.247 azioni proprie (pari allo 0,35% del capitale sociale) per un controvalore complessivo di 179.459.400,69 euro. A seguito degli acquisti effettuati fino al 30 agosto 2019, considerando le azioni proprie gia' in portafoglio, Eni detiene 45.736.444 azioni proprie pari all'1,26% del capitale sociale. com/lpg lucia.pierangeli@mfdowjones.it (fine) MF-DJ NEWS
 
09/09/2019 11:10

Eni, Equita: i pro e i contro dell'acquisizione degli asset di Exxon in Norvegia

Exxon Mobil ha confermato di essere in trattative esclusive con Var Energi, la controllata di Eni in Norvegia, per disinvestire gli asset upstream nel paese. Lo stesso ha fatto Marcegaglia, presidente di Eni. L'acquisizione incrementerebbe l'esposizione del gruppo al segmento upstream, preponderante sugli utili; lo esporrebbe maggiormente a un'area in declino produttivo; non fornirebbe il ruolo di operatore sui campi in oggetto. Implicazioni positive se l'operazione migliorasse il rendimento del free cash flow e se Eni dopo cedesse una quota in Var Energi
di Francesca Gerosa

Exxon Mobil ha confermato venerdì scorso di essere in trattative esclusive con Var Energi, la controllata di Eni in Norvegia, per disinvestire gli asset upstream nel paese. Lo stesso ha fatto Emma Marcegaglia, presidente di Eni : "siamo in esclusiva. Ci sono trattative in corso e se andasse a buon fine sarebbe una buona notizia per noi", ha detto, precisando che il colosso oil italiano continua "nel rafforzamento dei Paesi, come la Norvegia, dove siamo già forti e diventeremo il secondo player dopo Equinor, continuando nella nostra politica di diversificazione".

Le prime indiscrezioni parlavano di un importo fino a 4 miliardi di dollari. La maggioranza degli asset di Exxon in Norvegia sono partecipazioni di minoranza in campi produttivi dove principalmente non ha il ruolo di operatore, svolto, invece, da Shell o Equinor. Nel 2017 la produzione del colosso statunitense in Norvegia era di circa 170mila barili al giorno. Eni dovrà comunque vedersela con Equinor, Aker Bp e DNO e la svedese Lundin Petroleum, altre società interessate a questi asset. L'accordo dovrebbe essere annunciato alla fine di questo mese.

Con quest'acquisizione Var Energi, controllata al 69,6% da Eni ma consolidata a equity, diventerebbe il secondo operatore norvegese con una produzione di 300-350mila barili al giorno. La produzione di Eni in Norvegia nel 2018 era di 134 mila barili al giorno. "Se quest'acquisizione fosse confermata, giudicheremmo il potenziale esborso sostenibile per il bilancio di Eni . L'acquisizione potrebbe aggiungere circa un +9% alla produzione di idrocarburi del gruppo", hanno previsto gli analisti di Banca Imi che sul titolo Eni hanno un rating buy e un target price a 20,3 euro. :eek:

Nessuno mette in dubbio che l'espansione in Norvegia abbia un senso strategico per il Cane a sei zampe. "E' sinergica con l'attività di Var Energi; aggiunge una maggior esposizione a un'area geografica stabile e a minor rischio rispetto al portafoglio esistente; permette di aggiungere redditività immediata al portafoglio, quindi è accrescitiva in termini di utile per azione, data la bassa leva finanziaria di bilancio", hanno sottolineato gli analisti di Equita , mettendo però in evidenza anche i contro.

Infatti, "l'acquisizione incrementerebbe ulteriormente l'esposizione di Eni al segmento upstream che è preponderante sugli utili: il 90% dell'ebit; esporrebbe maggiormente il gruppo a un'area in declino produttivo; non fornirebbe il ruolo di operatore sui campi in oggetto, mentre Eni solitamente riesce a estrarre valore nei campi da lei gestiti con elevate percentuali di partecipazione", hanno indicato gli esperti della sim.

Quindi per gli analisti di Equita , l'acquisizione può avere implicazioni positive per il titolo se migliorasse il rendimento (yield) del free cash flow di Eni post deal. "Se assumessimo 10 dollari/boe di free cash flow a un prezzo del Brent a 60 dollari al barile per il portafoglio norvegese di Exxon, l'acquisizione avverrebbe a un rendimento del free cash flow del 13% circa nel primo esercizio rispetto al 10% di Eni sulle base delle nostre stime per fine anno", hanno calcolato gli analisti di Equita , confermando il rating buy e il target price a 20 euro sul titolo, in rialzo al momento in borsa dell'1,07% a 13,91 euro, complice un prezzo del brent in crescita dello 0,71% a 61,98 dollari al barile.

Anche Banca Akros consiglia l'acquisto (buy) del titolo con un prezzo obiettivo a 18,50 euro, sottolineando che, se da una parte quest'acquisizione consentirebbe a Eni , attraverso Var Energi, di espandere considerevolmente la propria produzione nel Mare del Nord (è ragionevole supporre che verranno estratte sinergie), dall'altra parte il colosso oil italiano potrebbe limitare l'investimento vendendo una partecipazione in Var Energy una volta concluso l'accordo. Comunque "l'acquisizione è chiaramente sensata e consentirà a Eni di aumentare la sua produzione a basso rischio. Riteniamo che questa mossa sia positiva", hanno concluso a Banca Akros.
 
Le indicazioni di UBS sui petroliferi in termini di dividend yield:

Ubs, i petroliferi con un dividend yield fino al 7% - MilanoFinanza.it

Lo stralcio per Eni:

1) Eni . Rating buy (comprare) e prezzo obiettivo 15 euro, che implica un potenziale di rialzo del 9% dalle quotazioni attuali. Il rendimento della cedola è 6,3% nell'esercizio 2019 e 6,4% nel 2020. Il titolo, che capitalizza 54,7 miliardi di dollari, tratta 13,9 volte l'utile (eps) 2019 e 9,7 quello del 2020.
 
Il Qatar punta alla leadership nel gas. In corsa per i giacimenti c'è anche Eni (Il Sole 24 Ore)

Laura Naka Antonelli
11 settembre 2019 - 07:28MILANO (Finanza.com)"C'è anche Eni tra le compagnie in corsa per sviluppare le immense risorse di gas del Qatar". E' quanto riporta il Sole 24 Ore, aggiungendo che il gruppo "potrebbe aggiudicarsi non solo una collaborazione tecnica, ma forse anche una partecipazione nel progetto per l'espansione del North Field (Nfe), uno dei più grandi – e probabilmente uno dei più redditizi – investimenti in rampa di lancio nel settore dell'Oil & Gas".

Si tratta del progetto teso a sviluppare le risorse del gas in Qatar su cui Doha punta, al fine di "riconquistare la supremazia come fornitore di Gnl, tornando a superare l'Australia (appena balzata al primo posto) e respingendo la concorrenza sempre più insidiosa degli Stati Uniti e della Russia", precisa il quotidiano di Confindustria.

"La proposta è stata fatta a un numero circoscritto di major e Il Sole 24 Ore è in grado di confermare che Eni è una di queste".
 
Flash!

11/09/2019 12:18

*Opec: taglia previsione domanda globale petrolio 2019 a 1,02 mln barili/giorno

11/09/2019 12:19

*Opec: taglia previsione domanda globale petrolio 2020 a 1,08 mln barili/giorno
 
Buy back

11/09/2019 15:07

Eni: da avvio buyback detiene 1,29% capitale

ROMA (MF-DJ)--Eni ha acquistato nel periodo compreso tra il 2 e il 6 settembre 2019 n. 1.168.564 azioni proprie, al prezzo medio ponderato di 13,725063 euro per azione, per un controvalore complessivo di 16.038.614,81 euro nell'ambito dell'autorizzazione all'acquisto di azioni proprie deliberata dall'assemblea di Eni del 14 maggio 2019, gia' oggetto di informativa ai sensi dell'art. 144-bis del Regolamento Consob 11971/1999. Dall'inizio del programma, informa una nota, Eni ha acquistato n. 13.859.811 azioni proprie (pari allo 0,38% del capitale sociale) per un controvalore complessivo di 195.498.015,5 euro. A seguito degli acquisti effettuati fino al 6 settembre 2019, considerando le azioni proprie gia' in portafoglio, Eni detiene n. 46.905.008 azioni proprie pari all'1,29% del capitale sociale. com/gug (fine) MF-DJ NEWS
 
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16/09/201908:03

*Eni: Berenberg abbassa rating a hold

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Proprio oggi, con il petrolio in salita.... :eek: :D
 
16/09/2019 12:26

Sotto scacco la banca centrale del petrolio. Ma per Eni è oro colato

Il greggio sta cercando di sfondare i 70 dollari dopo gli attacchi in Arabia Saudita, i più gravi di sempre secondo gli analisti. Rbc ritiene che saranno solo i primi droni e dubita che il Paese riuscirà a difendere le linee strategiche. Gli effetti sulla decisione della Fed mercoledì. Intanto crollano i rendimenti dei T bond | Lo shock dei prezzi potrebbe scatenare ulteriori tensioni geopolitiche

di Elena Dal Maso

Il petrolio Wti americano sta cercando di sfondare la resistenza dei 70 dollari al barile, questa mattina, una corsa di +9% a quota 59,7 dollari e il Brent balza del 9,83% a 66,14 dollari dopo il weekend caldo in Medio Oriente. Sabato dieci droni da combattimento hanno lanciato un attacco al sito produttivo di Saudi Aramco di Abqaiq a Buqyaq e al giacimento petrolifero di Khurais in Arabia Saudita, secondo quanto riportato da Gulf News. E' stata danneggiata metà della capacità produttiva del Paese, pari a 5,7 milioni di barili al giorno di greggio, che rappresentano oltre il 5% dell'intera produzione mondiale.

L'attacco è stato rivendicato dai ribelli Houthi dello Yemen, che nel 2014 hanno conquistato il maggior centro del Paese, San'a, e che sono in conflitto con il governo di Riyad, ma gli Usa hanno accusato direttamente l'Iran, loro storico sostenitore. E che ha preso di mira già in estate le petroliere di passaggio attraverso lo stretto di Hormuz. Theran si è subito difesa sostenendo di non aver alcuna responsabilità. E' stato definito subito dagli americani il maggior attacco petrolifero della storia dopo quello del 1990 di Saddam Hussein alle infrastrutture dell'Arabia Saudita durante la prima Guerra del Golfo.

Helima Croft, responsabile del settore materie prime a Rbc Capital Markets, ha scritto che rischia di essere in realtà il maggior attacco di sempre alla banca centrale del petrolio, l'Arabia Saudita, e che potrebbe rivelarsi un "game changer" per le dinamiche in Medio Oriente, visto che i droni sono riusciti a colpire con successo il più grande sito produttivo di petrolio esistente al mondo. Oggi Equita Sim concorda sostenendo che gli effetti sono più gravi rispetto all'invasione del Kuwait del 1990 e alla rivoluzione islamica in Iran del 1979.

Ora il dubbio si sposta sulla sicurezza dell'area: l'Arabia Saudita, che custodisce la maggiore scorta al mondo di petrolio, è in grado di proteggere i propri luoghi strategici? Gli analisti di Rbc ritengono che arriveranno altri attacchi e sospettano che riusciranno a colpire il segno. Il presidente Donald Trump ha dichiarato in una serie di tweet di aver autorizzato il rilascio della Strategic Petroleum Reserve, o SPR, "se necessario" per "mantenere i mercati ben forniti". Il Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti ha aggiunto che i 630 milioni di barili contenuti nell'SPR, la più grande scorta di greggio al mondo, verrebbero messi a disposizione "per compensare eventuali perturbazioni dei mercati petroliferi a seguito di questo atto di aggressione". Il presidente Trump ieri ha aggiunto che gli Stati Uniti sono "blocked and loaded", pronti quinti ad intervenire ne necessario in Medio Oriente con un un'azione militare.

Il Wall Street Journal, citando fonti saudite, ha scritto che entro questa sera Saudi Aramco riuscirà a recuperare un terzo della produzione. Robert Yawger, responsabile del settore Energia per conto di Mizuho Securities, ritiene che "3 milioni di barili al giorno torneranno sul mercato fra due e cinque giorni, mentre altri 2,7 milioni impiegheranno tempi più lunghi a causa della natura unica e dell'attrezzatura specifica in particolare ad Abqaiq". Lo stabilimento produce normalmente 9,8 milioni di barili di petrolio al giorno ed è considerato uno dei maggiori processori mondiali di greggio.

S&P Global Platts ha stimato che il Brent potrebbe toccare i 70 dollari e che a quel prezzo sarebbe sostenuto dai fondamentali. Negli scorsi mesi l'Arabia Saudita "ha portato le scorte di greggio ai livelli più bassi degli ultimi 10 anni, quindi il Paese da solo non ha più la stessa capacità reattiva di una volta”, ha scritto Bjørnar Tonhaugen, capo analisi del mercato petrolifero di Rystad Energy.

"L'attacco aereo della milizia appoggiata dall'Iran ai siti vitali di lavorazione del petrolio, nel cuore della regione petrolifera dell'Arabia Saudita ha letteralmente rovesciato il mercato in un weekend", ha aggiunto Magnus Nysveen, responsabile delle analisi di Rystad, suggerendo che potrebbe essere necessario sfruttare le riserve mondiali di petrolio per arginare un forte aumento dei prezzi. Tonhaugen dubita che gli Stati Uniti saranno in grado di mitigare efficacemente un aumento dei prezzi nel breve termine con il loro shale non avendo ancora una sufficiente capacità di esportazione". Di conseguenza Flynn ritiene, come già Rbc, che si tratta di "un evento storico e potrebbe avere conseguenze per anni".

Ubs ricorda che la partenza del consigliere per la sicurezza nazionale Usa, John Bolton, la scorsa settimana, era stata interpretata da molti come una riduzione del rischio politico globale, essendo uno stratega molto duro nei confronti dell'Iran e molto attivista sul piano militare. L'attacco di sabato potrebbe avere notevoli conseguenze geopolitiche, scrive Ubs. Mercoledì la Fed si riunirà per decidere il futuro della politica monetaria negli Stati Uniti. La banca centrale non considera di solito il prezzo del greggio un elemento fondamentale da tenere in considerazione, lo sono invece le tensioni commerciali e politiche. Questa mattina i mercati stanno comprando T-bond decennali, con il rendimento tornato a scendere in maniera brusca dall'1,9% all'1,82%.

Quanto ai riflessi su Piazza Affari, per Equita i titoli che beneficiano maggiormente del rialzo del greggio sono chiaramente Eni e Saipem . L'effetto sui conti del gruppo petrolifero italiano è diretto, grazie al maggior prezzo del greggio. La sim calcola che per ogni aumento di 1 dollaro del valore del Brent, si hanno 170 milioni di utile netto in più, ovvero il 4% previsto per l'intero 2019. Se quindi il greggio restasse stabile ai valori attuali, circa 10 dollari sopra i prezzi di chiusura di venerdì, Eni potrebbe vedere un utile decuplicato. :eek: Questa mattina Eni guadagna il 2,5% a 14,4 euro, mentre Saipem sale dell'1,93% a 4,64 euro. Saras , invece, potrebbe soffrire degli attacchi per gli effetti negativi del greggio più caro.
 
17/09/2019 09:00

Esplosione in raffineria Eni in provincia di Pavia, no feriti

Attivate le procedure interne comunali. È stato attivato l'allarme interno Eni e ora sta rientrando. Nessun ferito, tutto sotto controllo

"Alle ore 6:35 circa, sì è sentito un forte boato in raffineria. Abbiamo attivato le procedure interne comunali. È stato attivato l'allarme interno Eni e ora sta rientrando. Nessun ferito, tutto sotto controllo. Vi terremo aggiornati". E' quanto si legge sul sito del Comune di Sannazzaro dè Burgondi, in provincia di Pavia.
 
Eni: partita produzione in nuovo giacimento nell’offshore dell’Egitto

Titta Ferraro
17 settembre 2019 - 10:49MILANO (Finanza.com)Eni ha avviato con successo la produzione del giacimento a gas di Baltim South West, nell’offshore dell’Egitto. Il campo, scoperto da Eni nel giugno 2016, entra in produzione in un tempo record, a soli 19 mesi dalla decisione finale d'investimento (FID) approvata a gennaio 2018. Questo risultato conferma ulteriormente il successo della strategia adottata da Eni e la sua capacità realizzativa nel perseguire un approccio fast track ai progetti di sviluppo.

Baltim South West si trova in acque poco profonde nella licenza di Baltim South, all’interno della “Great Nooros Area”, un’area di cui Eni ha riconosciuto per prima il grande potenziale produttivo a gas e dove sta conducendo altri nuovi progetti esplorativi, situata a circa 12 chilometri dalla costa e a 10 dal giacimento di Nooros. Con l'avvio del primo pozzo BSW1, il campo sta attualmente producendo con un’erogazione iniziale di 100 milioni di piedi cubi standard di gas al giorno (MMSCFD). La produzione avviene da una nuova piattaforma offshore collegata all'esistente impianto a terra di Abu Madi, attraverso un nuovo gasdotto da 26” lungo 44 chilometri.

Il programma di sviluppo prevede la perforazione di altri 5 pozzi con l’obiettivo di conseguire il target di produzione di 500 MMSCFD entro il secondo trimestre 2020. I volumi prodotti da Baltim South West daranno un ulteriore contributo alla capacità di export di gas naturale dell’Egitto.

Il potenziale complessivo della Great Nooros Area è di circa 3 trilioni di piedi cubi (Tcf) di gas in posto, di cui circa 2 Tcf nel giacimento di Nooros, mentre i restanti in Baltim South West.

Eni, attraverso la sua controllata IEOC, detiene una quota del 50% nella licenza di Baltim South, mentre BP detiene il restante 50%. Il progetto è operato da Petrobel, società operativa detenuta congiuntamente da Eni e dalla società di stato egiziana Egyptian General Petroleum Corporation (EGPC), per conto di Medgas, detenuta congiuntamente dal contractor (Eni e BP) e da EGPC.
 
18/09/2019 12:11

Fidentiis, il nuovo giacimento in Egitto di Eni vale il 2% della sua produzione

Gli analisti calcolano che l'impatto sulla sua produzione del giacimento di Baltim South West nell'off-shore del Paese, avviato dal gruppo in tempi record, dovrebbe essere inizialmente di 8 milioni di barili al giorno per raggiungere un livello superiore ai 40 mila barili al giorno nel secondo trimestre 2020. Confermato il buy con target tra 18 e 19 euro

di Paola Valentini

Mentre oggi il prezzo del petrolio continua a stabilizzarsi (il Wti cede lo 0,39% a 59,11 dollari e il Brent segna il -0,03% a 64,53 dollari) dopo il rally di lunedì, Fidentiis si concentra su Eni che ieri ha comunicato di aver avviato con successo la produzione del giacimento a gas di Baltim South West, nell'offshore dell'Egitto. Il campo, scoperto da Eni nel giugno 2016, è entrato in produzione in un tempo record, a soli 19 mesi dalla decisione finale d'investimento approvata a gennaio 2018.

Con l'avvio del primo pozzo, il giacimento sta attualmente producendo con un'erogazione iniziale di 100 milioni di piedi cubi standard di gas al giorno. La produzione avviene da una nuova piattaforma offshore collegata all'esistente impianto a terra di Abu Madi, attraverso un nuovo gasdotto da lungo 44 chilometri. Il programma di sviluppo prevede la perforazione di altri cinque pozzi con l'obiettivo di conseguire il target di produzione di 500 milioni di piedi cubi standard al giorno entro il secondo trimestre 2020.

Eni, attraverso la sua controllata Ieoc, detiene una quota del 50% nella licenza di Baltim South, mentre Bp detiene il restante 50%. Il gruppo guidato dall'ad Claudio Descalzi è presente in Egitto dal 1954, dove è il principale operatore con circa 380 mila barili di olio equivalente al giorno di produzione netta, destinata a crescere ulteriormente entro l'anno grazie all'incremento della produzione di Zohr e al progressivo aumento della produzione di Baltim South West.

"E' una notizia positiva per Eni perché conferma la sua capacità di realizzare un approccio rapido dei suoi progetti di sviluppo, Considerando che il gruppo ha una quota del 50% nella licenza di Baltim South, l'impatto sulla sua produzione dovrebbe essere inizialmente di 8 milioni di barili al giorno, per raggiungere un livello superiore ai 40 mila barili al giorno nel secondo trimestre 2020, ovvero oltre il 2% della sua produzione", sottolinea Fidentiis che conferma sul titolo il rating buy con prezzo obiettivo di 18-19 euro.

Gli analisti di Fidentiis poi evidenziano che il consenso stima per il 2020 un p/e di 14,5 contro 8,9 dei concorrenti, un ev/ebitda di 3,3 rispetto a 4 dei concorrenti, un dividend yield di 6,1% rispetto al 5,7% dei concorrenti e un rendimento del free cash flow del 10,5% a fronte dell'8,9% dei concorrenti.

Al momento il titolo Eni segna a Piazza Affari un rialzo dello 0,76% a 14,26 euro.
 
18/09/2019 15:15

Eni: da avvio buyback detiene 1,32% capitale

ROMA (MF-DJ)--Eni ha acquistato nel periodo compreso tra il 9 e il 13 settembre 1.101.499 azioni proprie, al prezzo medio ponderato di 14,011955 euro per azione, per un controvalore complessivo di 15.434.154,4 euro nell'ambito dell'autorizzazione all'acquisto di azioni proprie deliberata dall'Assemblea di Eni del 14 maggio 2019, gia' oggetto di informativa ai sensi dell'art. 144-bis del Regolamento Consob 11971/1999. Dall'inizio del programma, informa una nota, Eni ha acquistato 14.961.310 azioni proprie (pari allo 0,41% del capitale sociale) per un controvalore complessivo di 210.932.169,90 euro. A seguito degli acquisti effettuati fino al 13 settembre, considerando le azioni proprie gia' in portafoglio, Eni detiene 48.006.507 azioni proprie pari all'1,32% del capitale sociale. gug (fine) MF-DJ NEWS
 
19/09/2019 12:15

Eni: accordo Gas e luce-Zurich Italia per case piu' sicure

ROMA (MF-DJ)--Eni gas e luce e Zurich Italia hanno firmato un accordo strategico volto a offrire soluzioni assicurative innovative agli oltre 8 milioni di clienti Eni gas e luce in Italia. L'accordo, informa una nota, avra' una durata di 7 anni e prevede lo sviluppo di un portafoglio di nuovi prodotti e servizi complementari tra le due societa', supportato da un importante piano di formazione e presidio dei propri canali di vendita per il progressivo sviluppo commerciale sull'intero territorio nazionale. Grazie alle soluzioni ideate appositamente da Zurich Italia, leader del settore assicurativo, Eni gas e luce, prima tra le aziende fornitrici di energia a essere iscritta al Registro dell'Istituto di Vigilanza (Ivass) come Intermediario assicurativo, potra' offrire ai propri clienti soluzioni semplici e innovative: per la protezione degli impianti domestici di gas ed energia elettrica e degli elettrodomestici, fino a soddisfare le diverse esigenze di tutela della casa, della famiglia e della piccola impresa. "Eni gas e luce prosegue nel percorso di costante arricchimento della propria offerta gas e luce con nuovi servizi utili e convenienti destinati a famiglie e imprese", ha dichiarato Alberto Chiarini, a.d. Eni gas e luce, "la nostra azienda ha scelto dunque di ampliare la propria gamma di prodotti con le soluzioni assicurative di Zurich Italia che saranno proposte alla clientela utilizzando progressivamente tutti i nostri canali di vendita". "L'accordo tra Zurich Italia e Eni gas e luce e' una tappa molto importante nel nostro percorso di crescita", ha dichiarato Alessandro Castellano, Country Ceo di Zurich Italia, "attraverso la realizzazione di sinergie tra Gruppi complementari nel business possiamo infatti perseguire il comune interesse di servire al meglio il target delle famiglie e, al contempo, rafforzare le nostre reciproche reti distributive sul territorio con un'offerta piu' completa". gug (fine) MF-DJ NEWS
 
ENI, OK CDA ACCONTO DIVIDENDO 2019: 0,43 EURO/AZIONE

Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato, nella riunione odierna, di attribuire agli azionisti un acconto sul dividendo 2019 di 0,43 euro per ciascuna azione in circolazione alla data di stacco cedola del 23 settembre 2019 con messa in pagamento il 25 settembre 2019, come anticipato al mercato il 26 luglio scorso in occasione della pubblicazione dei risultati del secondo trimestre.

Ai possessori di ADRs registrati entro il 24 settembre 2019, quotati alla Borsa di New York e rappresentativi ciascuno di due azioni ENI, sarà distribuito un acconto dividendo di 0,86 euro per ADR, pagabile il 10 ottobre 2019.

L''acconto dividendo è stato deliberato sulla base della situazione contabile della capogruppo ENI al 30 giugno 2019 redatta secondo gli IFRS, che chiude con l'utile netto di 4.296 milioni

(TELEBORSA) 19-09-2019 06:09
 
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