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GAS, DESCALZI (ENI): PER ESSERE HUB SERVONO INFRASTRUTTURE. VENIER (SNAM): PER DORSALE ADRIATICA CI VORRANNO 4 ANNI​

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(Teleborsa) - "Se vogliamo essere un hub per il gas dobbiamo capire se ci sono le infrastrutture per esserlo". Così l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, nel corso della tavolo rotonda alla prima assemblea annuale di Proxigas. Descalzi ha sottolineato che l'obiettivo dell'Italia non può essere solo quello "di poter usare il gas ma di dare beneficio all'Europa visto che il Corridoio est-ovest è praticamente ormai chiuso" e il gas che arriva (circa il 6% della domanda nazionale), arriva dall'hub austriaco.

"I vuoti si riempiono. Se arriverà altro gas che riempie questi spazi, passando da 40% e 6%, si creano altri flussi e questi sono vantaggiosi perché ci danno la sicurezza energetica ma anche commerciale e la la possibilità di sederci a tavoli politici", ha detto Descalzi rispondendo alla domanda se la situazione possa cambiare in futuro. "Tornare ai prezzi di 4-5 anni fa è difficilissimo – ha aggiunto l'ad di Eni –. Guardate cosa è successo al petrolio. Per Descalzi "contano le infrastrutture", "costa molto di più non averle. Abbiamo pagato l'energia 7 volte gli Usa e adesso siamo a 4 volte".

Sul tema delle infrastrutture è intervenuto anche l'amministrazione delegato di Snam, StefanoVenier. "Il nostro piano di investimenti non è frutto dell'improvvisazione – ha sottolineato –. Ci sono interventi da mettere in atto in tempi estremamente rapidi, come quello dei rigassificatori, ma la dorsale adriatica, che è oggetto di attenzione in questi ultimi mesi, è stata progettata da tempo. La progettazione è stata rinviata perché privilegiati i flussi da nord". Venier interrogato da Descalzi sui tempi per la costruzione dell'infrastruttura ha spiegato che ci vorranno 4 anni, da qui al 2027.

Descalzi ha affermato che entro marzo gli stoccaggi dovrebbero arrivare al 60-65%. "Dovremo allora iniziare a riempirli. Non avremo il gas russo ma dovrebbero arrivare 7 miliardi di Gnl aggiuntivi, il resto da pipe da maggio. In quota rigassificatore (Piombino, ndr) saranno 5 miliardi e allora riempiremo gli stoccaggi".

Secondo Venier il 40% della domanda può essere soddisfatta dal Gnl. Per quel che riguarda invece la creazione di un hub del gas italiano Venier ha spiegato che "Israele può rappresentare un'opportunità molto interessante. Non dimentichiamoci che l'Italia è l'unico paese europeo che ha cinque pipeline che connettono cinque diverse fonti. Questo vantaggio noi lo dobbiamo utilizzare anche per strutturare il sistema con la ridondanza, che non è un termine negativo". "Stiamo utilizzando la dorsale sud-nord dall'Algeria, da 126 milioni di metri cubi al giorno di capacità, quasi al massimo", ha affermato Venier.

(TELEBORSA) 25-01-2023 16:23
 
Ultima modifica:

GAS: DESCALZI, OBIETTIVO DI TORNARE A PREZZI DI 4-5 ANNI FA MI PARE DIFFICILISSIMO​

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Roma, 25 gen - "La richiesta di gas continua a crescere e se noi non siamo veloci questo gas avra' una richiesta sempre superiore e, non avendolo, lo pagheremo sempre di piu'. L'obiettivo di tornare a prezzi di 4-5 anni fa mi sembra difficilissimo". Lo ha detto l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, in una tavola rotonda durante l'assemblea pubblica di Proxigas.
Ale
(RADIOCOR) 25-01-23 16:32:24


GAS: DESCALZI, ITALIA PUO' ESSERE HUB SUD-NORD SE SAREMO PIU' VELOCI​

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Roma, 25 gen - L'Italia "e' in una buona posizione" per essere un hub e portare gas dal Sud al Nord dell'Europa "ma ci sono punti che devono essere sciolti" e dobbiamo "essere piu' veloci". Lo afferma l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi in una tavola rotonda all'assemblea pubblica di Proxigas. La Germania, osserva, "ha opzionato 6 rigassificatori e ne ha messi in funzione tre in 3-4 mesi. Noi facciamo piu' fatica".
E aggiunge: "In Libia per fare un pipe con un contrattista egiziano ci abbiamo messo 9 mesi, perche' ci mettiamo 5 anni per 425 km sulla dorsale adriatica? Se vogliamo essere un hub, l'Italia deve dotarsi delle infrastrutture che portino il gas da Sud a Nord che ora sono piccole rispetto a quello che andiamo a fare".

Durante la tavola rotonda gli e' stato richiesta l'affidabilita' del passaggio dal gas russo al gas del Mediterraneo, del Nord Africa. "Mi hanno chiesto gia': si passa dalla padella alla brace? Ma io domando: chi e' il cuoco? Siamo noi che abbiamo in mano le cose o siamo una bistecca che stanno cucinando? Dipende dalla capacita' come Paese e societa' di non essere la bistecca ma essere il cuoco". Descalzi, torna a rispondere sul tema dell'affidabilita' degli approvvigionamenti dai Paesi del Nord Africa. "Siamo in quei paesi da settant'anni ma e' chiaro che l'approccio deve essere diverso. Societa' e paesi che sono andati in Africa con un approccio 'vado, compro e sparisco' e' chiaro che con qualsiasi interlocutore diventano poco sicuri, nel momento invece in cui diciamo 'Africa first', con il 90% dei paesi si instaura un legame molto diverso da quello commerciale. Finche' c'e' un legame commerciale nulla e' sicuro in Europa, negli Stati Uniti o in qualsiasi paese; quando il legame e' di un'altra dimensione, allora si passa da essere la bistecca che passa dalla padella alla brace a chi cucina. Allora se siamo capaci di cucinare e' quello il modo per mitigare il rischio".

Ale

(RADIOCOR) 25-01-23 17:19:31
 

Gas: Descalzi (Eni), con Piombino potremmo avere anche prezzi piu' bassi​

ROMA (MF-DJ)--Con la messa in funzione del rigassificatore di Piombino, prevista a maggio, "dovremo riuscire ad avere non solo gas, potremo avere anche prezzi piu' bassi". Lo ha detto l'ad di Eni, Claudio Descalzi, intervenendo all'assemblea di Proxigas, aggiungendo che "c'e' gas se ci sono i rigassificatori" e, con esso, "meno incertezze". "Se continua cosi' a marzo dovremmo avere gli stoccaggi al 60-65%, se va bene", ha spiegato il manager, e per riempirli per il prossimo inverno serviranno "7 miliardi di metri cubi di LNG. Se da maggio c'e' la possibilita', questi 7 miliardi in quota 5 potrebbero essere indirizzati agli stoccaggi". "Il gas ci sara' - ha assicurato Descalzi -, dovremo risucire a ricerverlo e metterlo negli stoccaggi" e anche "il prezzo potrebbe rimanere abbastanza calmierato". gug guglielmo.valia@mfdowjones.it (fine) MF-DJ NEWS

25/01/2023 17:01
 
Eni: gas, verso accordo da 8 mld Usd con Noc in Libia (stampa)



19:05-25/01
 
Bond Eni da record, anche il ceo Descalzi investe. Ecco quanto e a quale prezzo dovrebbe aprire data la forte richiesta - MilanoFinanza News

lo stralcio:

Il bond Eni da record, che ha ricevuto richieste da parte di 309.000 piccoli azionisti per oltre 10 miliardi di euro, è stato sottoscritto anche dal suo amministratore delegato. L’operazione ha coinvolto una trentina di banche fra italiane ed estere.

Infatti Claudio Descalzi, secondo quanto emerge da una comunicazione ai mercati, ha ricevuto 31 lotti da 1.000 euro ciascuno per un controvalore di 31.000 euro. L’emissione da 2 miliardi appena conclusa dal colosso dell’energia ha visto l’emittente andare al riparto grazie alla valanga di richieste da parte dei sottoscrittori finali. E quindi l’investimento di Descalzi dovrebbe essere una percentuale (piccola) di quanto il manager ha richiesto in origine. Secondo la comunicazione, l’operazione è avvenuta oggi, giovedì 26 gennaio.
 

Preview ENI: atteso EBIT in calo sequenziale, generazione di cassa superiore al target (analisti)​

di Alessandra Caparello
27 Gennaio 2023 12:35

Il prossimo 23 febbraio Eni alzerà il velo sui risultati trimestrali ed Equita si attende utili operativi in declino su base sequenziale prevalentemente per la discesa dei prezzi degli idrocarburi che inciderà sugli utili di E&P e GGP.
Gli analisti della Sim ritengono che la produzione upstream non mostri grandi recuperi rispetto al terzo trimestre del 2022 e l’E&P possa risentire inoltre di costi esplorativi (non cash). La divisione R&M è attesa in calo sequenziale anche se su livelli assoluti ancora molto positivi. Plenitude dovrebbe centrare la guidance dicono gli analisti della SIM secondo cui a livello di generazione di cassa, il quarto trimestre è atteso ancora sostenuto e permetterà di superare il target di Eni da 20 miliardi di euro di CFFO adj., migliorando anche il target di leverage al 15%.
Equita alza leggermente la stima EPS FY22 del 1% attendendosi indicazioni sulla crescita della produzione upstream a LSD CAGR (piano precedente +3% CAGR) con una crescente esposizione al gas, un incremento delle capex in funzione delle scoperte gas e dell’espansione delle forniture verso l’Europa. La percentuale di investimenti green sarà ragionevolmente superiore al 25% del piano precedente e un potenziale semplificazione della politica di remunerazione degli azionisti con un legame diretto con la generazione di cassa.
 

Eni avvia maxi progetto gas in Libia, investimento da 8 miliardi di dollari​

Il progetto è volto ad aumentare la produzione di gas per il mercato interno libico​

ROMA
28 gennaio 2023 14:48

(ansa.it) L'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, e l'amministratore delegato della National Oil Corporation, Farhat Bengdara, hanno siglato un accordo per avviare lo sviluppo delle Strutture A&E, un progetto strategico volto ad aumentare la produzione di gas per rifornire il mercato interno libico, oltre a garantire l'esportazione di volumi in Europa.

L'accordo è stato firmato alla presenza del presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, e del Primo ministro del governo di unità nazionale libico, Abdul Hamid Al-Dbeibah.

Strutture A&E è il primo grande progetto ad essere sviluppato nel paese dall'inizio del 2000, spiega il Cane a sei zampe in una nota. Consiste in due giacimenti a gas, chiamati rispettivamente 'Stuttura A' e 'Struttura E', situati nell'area contrattuale D, al largo della Libia. La produzione di gas inizierà nel 2026 e raggiungerà un plateau di 750 milioni di piedi cubi di gas standard al giorno.

La produzione sarà assicurata attraverso due piattaforme principali collegate agli impianti di trattamento esistenti presso il complesso di Mellitah. Il progetto prevede anche la costruzione di un impianto di cattura e stoccaggio dell'anidride carbonica (CCS) a Mellitah, che consentirà una significativa riduzione dell'impronta carbonica complessiva, in linea con la strategia di decarbonizzazione di Eni.

L'investimento complessivo è stimato in 8 miliardi di dollari, con un impatto significativo sull'industria e sulla relativa catena di fornitura, fornendo un contributo significativo all'economia libica. Eni, ricorda la nota, è il principale produttore internazionale di gas in Libia, con una quota dell'80% della produzione nazionale (1,6 miliardi di piedi cubi standard al giorno nel 2022). La società opera in Libia dal 1959 e attualmente dispone di un ampio portafoglio di asset in esplorazione, produzione e sviluppo. Le attività produttive sono operate attraverso la società mista Mellitah Oil and Gas BV (Eni 50%, Noc 50%). La produzione equity è stata di 165.000 barili di petrolio equivalente al giorno nel 2022.
 

Eni/TotalEnergies: a QatarEnergy 30% blocchi esplorativi offshore Libano​

ROMA (MF-DJ)--Eni e TotalEnergies hanno completato il trasferimento a QatarEnergy di una quota del 30% nei blocchi esplorativi 4 e 9, al largo delle coste libanesi. L'accordo di trasferimento e' stato firmato ieri a Beirut, alla presenza del primo ministro del Libano, Najib Mikati, dal ministro dell'Energia e dell'Acqua del Libano, Walid Fayad, dal presidente e ad di QatarEnergy e ministro di Stato per gli Affari Energetici del Qatar, Saad Sherida Al-Kaabi, dall'ad di Eni, Claudio Descalzi, e dall'ad di TotalEnergies, Patrick Pouyanne', informa una nota. Con questo trasferimento, Eni deterra' una partecipazione del 35%, QatarEnergy del 30% e TotalEnergies, in qualita' di operatore, il restante 35%. L'operazione rafforza la cooperazione strategica di Eni con QatarEnergy, partner in Qatar, Oman, Messico, Marocco e Mozambico, e conferma l'interesse esplorativo nel Mediterraneo orientale. gug (fine) MF-DJ NEWS

30/01/2023 08:25
 
Trovo singolare il fatto che un titolo tanto pesante sul nostro listino, venga snobbato dal Forum.
Ad esempio, non si riesce a star dietro a tutti i messaggi che vengono postati per TIM :mmmm: :mmmm: :mmmm: :mmmm: che pure io seguo, per curiosità.
Mi sarei aspettato che dopo i viaggi in Libia da parte dei nostri governanti ed i vertici di ENI con tanto dii accordi sottoscritti,......
 

Eni valuta la cessione del 10% di Plenitude al fondo norvegese HitecVision​

di Angela Zoppo
tempo di lettura 1 min

Contatti col fondo norvegese di private equity HitecVision. La società delle rinnovabili è valutata 8,4 miliardi di euro​


Eni studia la cessione di una quota di minoranza di Plenitude, la controllata che raggruppa gli asset di energia rinnovabile, mobilità elettrica e mercato retail del gruppo. Secondo fonti di mercato, il gruppo guidato da Claudio Descalzi ne starebbe discutendo con la società di private equity norvegese HitecVision.

Dalla cessione risorse per nuovi investimenti​

La cessione potrebbe riguardare una quota tra il 5 e il 10% di Plenitude. Eniutilizzerebbe i proventi per reinvestirli nella società, valutata circa 8,4 miliardi di euro. L’incasso, di conseguenza, potrebbe ammontare fino a un massimo di 840 milioni di euro. La vendita non impedirebbe di riaprire il progetto di quotazione di Plenitude, messo in pausa dalla capogruppo, e costituirebbe anche un parametro per la valutazione definitiva della società.

Plenitude e il bond retail​


Alla crescita di Plenitude è associato anche uno degli obiettivi del bond retail sustainaility linked lanciato da Eni il 16 gennaio scorso. L’ultima cedola pagabile il 10 febbraio 2028, infatti, sarà collegata anche all’incremento della capacità installata per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, fino a raggiungere un valore pari o superiore a 5 GW al 31 dicembre 2025.

Orario di pubblicazione: 01/02/2023 21:53
Ultimo aggiornamento: 02/02/2023 07:32
 

Eni: riparte arbitrato in Nigeria (MF)​

ROMA (MF-DJ)--Eni non molla la presa sulla Nigeria, dove e' ancora in atto il braccio di ferro per la licenza esplorativa Opl 245, finita al centro di un lungo processo che ha visto il Cane a sei zampe, il partner Shell e i rispettivi manager assolti con formula piena da ogni accusa di corruzione internazionale il 17 marzo 2021, a conclusione di un iter giudiziario che si e' trascinato per ben 8 anni. All'Icsid di Washington, il centro della Banca Mondiale per le dispute internazionali sugli investimenti, dopo una lunga pausa e' ripreso l'arbitrato richiesto proprio da Eni il 14 settembre 2019 attraverso le controllate Eni International B.V., Eni Oil Holdings B.V., e Nigerian Agip Exploration Ltd, contro la Repubblica Federale della Nigeria. La ripartenza della procedura, scrive MF-Milano Finanza, e' stata possibile grazie alla ricostituzione del Tribunale, avvenuta solo il 17 gennaio, dopo che per un anno c'e' stato solo un rimpallo di richieste inframmezzato dalle dimissioni, a un anno di distanza l'una dall'altra, di due dei tre membri chiamati ad arbitrare la disputa. La nuova terna arbitrale vede riconfermato Laurent Levy (brasiliano/svizzero), presidente su nomina di comune accordo dalle parti, con J. William Rowley (canadese/britannico), nominato dai ricorrenti, e Zachary Douglas KC (australiano), nominato dal convenuto, rispettivamente al posto dei dimissionari Stanimir A. Alexandrov e Kamal Hossain. Di conseguenza, ora il procedimento e' ripreso "ai sensi del regolamento del Centro internazionale per la risoluzione delle controversie in materia di Investimenti". Per acquistare la licenza, Eni e Shell il 29 aprile 2011 avevano versato la somma di 1,3 miliardi di dollari. Ma a maggio 2021 il progetto minerario nigeriano relativo all'esplorazione del blocco offshore e' scaduto. La richiesta di Eni di poterla convertire in licenza di sviluppo e' basata sul "pieno convincimento di aver rispettato tutti i termini contrattuali, le condizioni e i requisiti per tale conversione, compresa la tempestiva notifica alla controparte". Il gruppo guidato dall'ad Claudio Descalzi, assisito dagli studi legali Three Crowns di Londra e Aluko & Oyebode di Lagos, ha chiesto percio' all'Icsid "di valutare il comportamento della Nigeria in merito al contratto firmato nel 2011 che concedeva a Eni e Shell il diritto di esplorazione Opl 245". Il ritardo della messa in produzione, spiegano da Eni, "priva la Nigeria di un importante fonte di reddito". La richiesta e' che da esplorativa (Opl sta per Opl (Oil prospecting licence), la licenza diventi produttiva, sotto forma di Oml (Oil mining licence). "Se la Opl 245 non viene trasformata in Oml, vanno in fumo 2,5 miliardi di investimenti gia' fatti da Eni e Shell per aggiudicarsi la licenza esplorativa e per effettuare le ricerche", e' la posizione del Cane a sei zampe, "La richiesta di arbitrato ha la finalita' di evitare questo spreco di risorse e di opportunita'". Il contratto, oltretutto, si basa sui cosiddetti back-in rights riconosciuti alla Nigeria, che costituiscono il diritto di partecipare in ogni momento al 50% degli utili del giacimento senza dover concorrere nel relativo rischio industriale, che grava solo su Eni e Shell. "La clausola consente non solo di ottenere direttamente i benefici economici derivanti dallo sfruttamento del Blocco, senza correre rischi di investimento di capitale", si legge nei documenti Eni, "ma anche di far partecipare dal punto di vista industriale le aziende locali, consentendo la trasmissione di tecniche e know-how e favorendo la crescita nazionale (la clausola che prevede i back-in rights e' inserita nell'art. 11 del Block 245 Resolution Agreement)". Ma il governo nigeriano continua a nicchiare: va detto che non ha ne mmeno ritirato e rimesso sul mercato la licenza, come invece minacciava di fare procedendo a una nuova assegnazione. Semplicemente, la tiene congelata. Nel frattempo, l'11 novembre 2022, la Corte d'Appello di Milano ha rigettato l'appello avanzato dalla Nigeria, costituitasi parte civile, che mirava ad ottenere un risarcimento nell'ambito del procedimento. Intanto, Eni ha nominato il nuovo responsabile Identity Management: si tratta di Antonio Funiciello, gia capo di gabinetto nei governi Draghi e Gentiloni. red fine MF-DJ NEWS

02/02/2023 10:20
 

Gas, a gennaio bolletta in calo del 34%​

di Angela Zoppo

Le nuove tariffe sono destinate ai consumatori in regime di tutela. Ma la spesa media nel periodo febbraio 2022-gennaio 2023 è di circa 1.769 euro, il 36% in più rispetto ai 12 mesi precedenti​


Bolletta del gas in deciso calo per i consumi di gennaio 2023: i consumatori in regime di tutela avranno una riduzione del 34,2% rispetto alle tariffe di dicembre. A comunicare il nuovo prezzo è l’Arera, l’Autorità dell’energia, che ha fissato il valore della materia prima a 68,37 euro a MWh in base all'andamento medio del mercato all'ingrosso italiano nel mese di gennaio 2023.
La cosiddetta componente CMEMm del prezzo del gas, a copertura dei costi di approvvigionamento, viene aggiornata ormai mensilmente come media del prezzo sul mercato all'ingrosso italiano (il Psv day ahead) che è pubblicata entro i primi 2 giorni lavorativi del mese successivo a quello di riferimento.

Prezzi giù a 68,37 euro a Megawattora​



Per il mese di gennaio, che ha registrato una quotazione media all'ingrosso sensibilmente più bassa rispetto a quella del mese di dicembre, il prezzo della materia prima gas per i clienti con contratti in condizioni di tutela, è risultata pari a 68,37 euro a MWh. «La riduzione per il mese di gennaio, in termini di effetti finali», spiega l’Arera, «ancora non contrasta del tutto gli alti livelli di prezzo raggiunti nell'ultimo anno, con la spesa gas per la famiglia tipo nel periodo febbraio 2022-gennaio 2023 che risulta di circa 1.769 euro, il 36% in più rispetto ai 12 mesi equivalenti dell'anno precedente (febbraio 2021- gennaio 2022). Come previsto dalla Legge di Bilancio, per il I trimestre 2023 Arera ha già azzerato gli oneri generali di sistema anche per il gas. Confermata la componente negativa UG2 per i consumi gas fino a 5mila metri cubi standard/anno e la riduzione Iva sul gas al 5%.

Orario di pubblicazione: 02/02/2023 17:39
Ultimo aggiornamento: 02/02/2023 18:02
 

Eni: Plenitude, arrivano i norvegesi (MF)​

ROMA (MF-DJ)--Il tavolo di negoziazione e' aperto: in Plenitude, lo spinoff di Eni per il retail di luce e gas, l'energia green e la mobilita' elettrica, potrebbe entrare il fondo di private equity norvegese HitecVision, un colosso da 14 miliardi di euro in gestione specializzato in investimenti nella transizione energetica. Una proposta, scrive MF-Milano Finanza, sarebbe stata avanzata dai rappresentanti del fondo al gruppo guidato da Claudio Descalzi, dopo che a giugno scorso l'Eni ha deciso di congelare la corsa verso la quotazione di Plenitude per divergenze sui valori di mercato. Allora il gruppo era stato stimato circa 5,5 miliardi, una cifra considerata troppo bassa da Eni per una ipo come quella di Plenitude, che nelle visioni del gruppo energetico ha ben altre prospettive. HitecVision starebbe negoziando l'ingresso di una quota attorno al 10% di Plenitude. Le indiscrezioni circolate indicano una valutazione complessiva di circa 8 miliardi ma potrebbe anche essere inferiore. Le negoziazioni sono appena iniziate, confermano le fonti. L'ingresso del private equity norvegese avrebbe il senso industriale di rafforzare Plenitude proprio nella fase di pre-ipo, secondo varie fonti a conoscenza del dossier. I norvegesi sono da tempo partner industriali di Eni: insieme hanno portato a termine con successo nel 2018 la nascita di V r Energi, societa' di esplorazione e produzione di idrocarburi in Norvegia, (all'epoca 70% Eni, 30% HitecVision) da un anno quotata alla borsa di Oslo. A fine 2020 e' stata invece creata V rgr nn, con l'obiettivo dichiarato di "diventare una delle maggiori aziende nello sviluppo, costruzione, gestione e finanziamento di progetti di energia rinnovabile" in Norvegia, in particolare nel settore dell'eolico offshore. Di questa nuova societa', Eni, attraverso Plenitude, detiene il 65% circa e il resto e' in mano a HitecVision. Gli accordi di giugno 2022 hanno rafforzato l'alleanza italo-norvegese, con l'acquisizione da parte di V rgr nn del 20% posseduto da Plenitude nel maxi-parco eolico Dogger Bank (Regno Unito), che saro' operativo dal 2026 in Gran Bretagna. In questo scenario di partnership industriale consolidata, Plenitude sarebbe la terza operazione congiunta dei due gruppi. Lato Eni, l'ingresso di HitecVision avrebbe l'effetto di rafforzare la societa' nella fase di pre-ipo che, secondo indiscrezioni, e' prevista attorno alla seconda meta' del 2024. In questo arco di tempo Plenitude dovrebbe compiere un salto di qualita' diventando un campione europeo nelle rinnovabili oltre che nella vendita di energia al retail. Plenitude e' oggi gia' presente in Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Norvegia, Stati Uniti e Kazhakstan, oltre che in Italia, con circa 10 milioni di clienti retail e 1,8 Gw di capacita' installata. Al suo sviluppo sul fronte delle rinnovabili Eni ha legato anche il valore delle cedole del bond retail da 2 miliardi di euro indicizzato a obiettivi di sostenibilita', lanciato con ordini record il 16 gennaio scorso. Le obbligazioni, infatti, sono legate al raggiungimento di una capacita' installata per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili pari o superiore a 5 Gw al 31 dicembre 2025. La controllata verde di Eni non dovrebbe mancare i target, dal momento che il piano di sviluppo fissa l'obiettivo di raggiungere oltre 6 Gw installati al 2025, superando i 15 Gw al 2030. Considerata l'importanza crescente di Plenitude nella galassia Eni, e' verosimile che dei contatti con HitecVision si parli al prossimo Capital Market Day del 23 febbraio, quando il Cane a sei zampe presentera' i conti del 2022 e il nuovo piano strategico 2023-25. red fine MF-DJ NEWS

03/02/2023 08:12
 

Eni: Plenitude inaugura impianto fotovoltaico da 263 MW in Texas​

ROMA (MF-DJ)--Plenitude ha inaugurato, alla presenza del console Generale italiano a Houston Mauro Lorenzini, l'avvio della produzione dell'impianto fotovoltaico da 263 MW "Golden Buckle Solar Project" a Brazoria County, Texas (Usa). L'impianto e' stato realizzato in poco piu' di un anno, su un'area di oltre 600 ettari situata a 80 km a sud di Houston, e produrra' in media tra i 400 e i 500 GWh di energia solare all'anno che copriranno l'equivalente dei consumi di circa 45mila famiglie. L'energia, informa una nota, sara' in gran parte venduta attraverso un contratto di lungo termine (Ppa) a Target Corporation, grande retailer presente in tutti gli Stati Uniti. Stefano Goberti, ad di Plenitude, ha commentato: "abbiamo inaugurato il piu' grande impianto fotovoltaico costruito da Plenitude nella nostra breve ma intensa storia di sviluppo nelle energie rinnovabili. Siamo molto orgogliosi di questo traguardo raggiunto nel pieno rispetto dei tempi e dei costi prefissati. E' un ulteriore passo avanti nella crescita della nostra capacita' di generazione da fonti rinnovabili, che ha superato i 2 GW alla fine del 2022 in linea con il nostro obiettivo di superare i 6 GW nel mondo entro il 2025". La realizzazione dell'impianto e' stata portata avanti con il supporto di Novis Renewables, LLC, la partnership tra Eni New Energy US, Inc. e Renantis North America, Inc., che opera esclusivamente negli Stati Uniti e che e' dedicata allo sviluppo di progetti solari, eolici e di stoccaggio. Plenitude e' la Societa' Benefit di Eni che integra la produzione di energia 100% da fonti rinnovabili, la vendita di servizi energetici e un'ampia rete di punti di ricarica per veicoli elettrici. Plenitude fornisce attualmente energia a circa 10 milioni di clienti europei nel mercato retail, con l'obiettivo di raggiungere entro il 2025 piu' di 11 milioni di clienti e di installare oltre 30.000 punti di ricarica per la mobilita' elettrica. La Societa' prevede inoltre di superare i 15 GW di capacita' installata entro il 2030 e di raggiungere la neutralita' carbonica entro il 2040. com/gug (fine) MF-DJ NEWS

03/02/2023 10:23
 
Eni potrebbe rilevare entro metà anno la quota di Chevron nel progetto Indonesia Deepwater Development
Claudio Descalzi, ad di Eni

Eni potrebbe rilevare entro metà anno la quota di Chevron nel progetto Indonesia Deepwater Development​

di Francesca Gerosa

Lo ha riferito un alto funzionario del ministero dell'Energia indonesiano. Il paese spera di aumentare la produzione di gas a 12.000 milioni di piedi cubi al giorno entro il 2030. Titolo Eni in luce in Borsa | Chevron scende in campo per il gas in Algeria | Gas, Eni sigla in Libia un accordo storico da 8 miliardi di dollari


Eni potrebbe rilevare la quota di Chevron nel progetto Indonesia Deepwater Development (Idd) entro la metà di quest’anno. Lo ha riferito un alto funzionario del ministero dell'Energia indonesiano, secondo quanto riferito dall’agenzia Reuters.

Il progetto Idd


Il progetto Idd, situato nello stretto di Makassar, coinvolge i giacimenti di gas di Bangka, Gendalo e Gehem. Chevron ha una partecipazione del 62% nel giacimento Bangka e del 63% in Gendalo-Gehem. Eni è partner del progetto insieme alla cinese Sinopec. Già a gennaio 2020 Chevron aveva annunciato l’intenzione di vendere la propria partecipazione in Idd nell’ambito di un piano di cambiamenti a livello globale per tagliare i costi e per ottimizzare le attività.

"Attualmente Eni sta lavorando e finora è andata bene", ha dichiarato Tutuka Ariadji, direttore generale per il petrolio e il gas del Ministero dell'Energia e delle Risorse Minerarie indonesiano, a margine della conferenza India Energy Week. "Forse a metà di quest'anno potremo concludere le questioni commerciali. Finora i progressi sono buoni", ha precisato Ariadji.

Titolo Eni in rialzo in Borsa in scia ai conti record di BP


Un passaggio di gestione importante per l’Indonesia che, come ha sottolineato Reuters, spera di aumentare la produzione di gas a 12.000 milioni di piedi cubi standard al giorno entro il 2030, grazie alla ripresa dello sviluppo di progetti di gas da tempo bloccati, tra cui l'Idd. A Piazza Affari il titolo Eni, con il petrolio Brent in rialzo dell’1,63% a 82,3 dollari al barile e in scia ai conti record del colosso oil BP, sale dell’1,23% a 13,86 euro. Equita Sim ha confermato il rating buy e il target price a 19 euro. Invece, Mediobanca Securities ha un rating neutral e un target price a 15,5 euro. (riproduzione riservata)

Orario di pubblicazione: 07/02/2023 12:11
Ultimo aggiornamento: 07/02/2023 12:44
 

Eni: Descalzi; transizione richiede approccio neutrale, 7 mld investiti​

ROMA (MF-DJ)--"E' mia profonda convinzione che la transizione energetica richieda l'adozione di un approccio neutrale alle soluzioni energetiche, che consenta di usare tutte le opzioni in maniera sinergica e complementare tra loro, in base alla loro maturita' ed efficacia nel ridurre le emissioni". Lo scrive Claudio Descalzi, ad di Eni, nella prefazione allo Studio Strategico "Zero Carbon Technology Roadmap" promosso da The European House - Ambrosetti, in collaborazione con Eni che viene presentato oggi presso il Salone Bernini di Palazzo Ripetta a Roma. "Negli ultimi sei anni, Eni ha investito oltre 7 mld di euro in ricerca, sviluppo e applicazione delle tecnologie, siglato piu' di 70 accordi con di verse universita' e laboratori in tutto il mondo e impegnato 1.500 professionisti in tali attivita'", ricorda il manager. "Nel breve termine, Eni, coerentemente con una visione laica del portafoglio delle tecnologie di decarbonizzazione, punta ad utilizzare su scala industriale tutte quelle tecnologie che possano fornire immediatamente un contributo concreto e sostanziale alla riduzione delle emissioni - precisa Descalzi -. In particolare, tramite Plenitude, Eni e' impegnata ad incrementare la propria capacita' da fonti rinnovabili a oltre 2 GW nel 2022 e 6 GW nel 2025". "Con la conversione delle raffinerie da tradizionali a bio, si prevede di raggiungere nel 2025 una capacita' di bio-raffinazione pari circa a 2 mi lioni di tonnellate all'anno (MTPA), contribuendo alla decarbonizzazione dei trasporti - prosegue l'ad -. Questo processo si integra, inoltre, con le produzioni di oli vegetali da filiere agricole in Africa, attraverso progetti di Agri-business, e con nuove soluzioni tecnologiche volte al riutilizzo di rifiuti e scarti. Inoltre, tramite lo sviluppo di hub per la cattura e lo stoccaggio della CO2, Eni sara' in grado di contribuire alla decarbonizzazione di distretti industriali, conservando competitivita' e occupazione e aprendo la filiera dell'idrogeno blu. Infine, sta lavorando su progetti per l'idrogeno verde e si preve de una produzione totale di idrogeno in crescita fino a 4 MTPA nel 2050". "Al tempo stesso - aggiunge Descalzi -, Eni reputa necessario avere uno sguardo proiettato nel lungo termine per contribuire in maniera sostanziale allo sviluppo 11 Zero Carbon technology roadmap The European House - Ambrosetti di breakthrough tecnologici, come la fusione magnetica, tecnologia che potrebbe rivoluzionare il mondo dell'energia garantendo un futuro so stenibile, pulito e prospero. A tal fine, Eni sta contribuendo in maniera sostanziale al suo sviluppo anche partecipando come maggior azionista in Commonwealth Fusion Systems (CFS), societa' spin-out del MIT, che prevede la costruzione di un primo impianto dimostrativo entro il 2025 e di un primo industriale nel prossimo decennio". "Sento inoltre fondamentale ed imprescindibile la necessita' di instaura re un dialogo franco e continuo tra istituzioni, cittadini, imprese ed enti di ricerca - conclude Descalzi -: abbiamo necessita' di confrontarci su basi oggettive, selezio nare le migliori opzioni per i diversi contesti e poi procedere celermente all'implementazione delle soluzioni indentificate. Ne va non solo della nostra capacita' di preservare il clima, ma anche della nostra competitivita' come sistema industriale, della capacita' di generare occupazione di qualita' e, in ultima istanza, della coesione delle nostre comunita'". gug guglielmo.valia@mfdowjones.it (fine) MF-DJ NEWS

07/02/2023 16:00
 

Ambrosetti/Eni: completa decarbonizzazione solo con neutralita' tecnologica​

ROMA (MF-DJ)--Nonostante la maggior parte delle emissioni (72%) sia generata dai combustibili fossili, le emissioni non energetiche rappresentano il 28% del totale nell'Unione Europea. Per questo e piu' nello specifico, l'attenzione per la decarbonizzazione dovrebbe essere rivolta alle industrie 'hard to abate', ai trasporti pesanti e alla produzione di energia da combustibili fossili. E' quanto emerge dallo studio strategico 'Zero Carbon Technology Roadmap' promosso da The European House-Ambrosetti, in collaborazione con Eni che viene presentato oggi presso il Salone Bernini di Palazzo Ripetta a Roma. Un'analisi che nasce con l'obiettivo di definire un quadro di riferimento delle tecnologie necessarie per il raggiungimento della piena decarbonizzazione dell'Unione Europea entro il 2050, concludendo sulla necessita' di favorire il principio di neutralita' tecnologica, per il quale propone esempi pratici e articolate proposte di policy. Lo studio dimostra come solo attraverso l'adozione del principio di neutralita' tecnologica e la promozione di un set diversificato di tecnologie sia possibile raggiungere la completa decarbonizzazione anche nei settori 'hard to abate'. A livello europeo, inoltre, grazie ad un modello econometrico costruito da The European House-Ambrosetti, e' possibile stimare che, tra il 2023 e il 2050, la diffusione del set di tecnologie individuate potra' generare oltre 2.700 mld di euro di valore aggiunto, creando 1,7 milioni di posti di lavoro al 2050. Alla base dello studio c'e' l'analisi di 185 fonti di letteratura accademico-scientifica e il confronto con 56 stakeholder, tra esperti del mondo accademico e manager delle principali filiere Hard to Abate europee, che hanno portato all'identificazione di 100 tecnologie chiave per la decarbonizzazione. Una mappatura cosi' ampia e inclusiva delle opzioni tecnologiche oggi a disposizione di istituzioni, cittadini, imprese ed enti di ricerca evidenzia come esse debbano essere considerate in maniera sinergica e complementare e valutate sulla base del loro reale contributo nel ridurre le emissioni di CO2. I dati raccolti attraverso le analisi scientifiche e le evidenze emerse durante le tavole rotonde e le interviste supportano la necessita' di affiancare alle tecnologie elettriche un set piu' ampio che comprende: Carbon Capture Utilization & Storage (CCUS), Fusione a confinamento magnetico come tecnologia breakthrough, Carbon Dioxide Removal (CDR), idrogeno, biocombustibili e combustibili sintetici. Piu' in generale, a essere sostenuta e' la convinzione che il modo piu' strategico ed efficace per affrontare la decarbonizzazione e' quello di lavorare sia sulle emissioni energetiche che su quelle non energetiche, come le emissioni dei processi industriali. gug guglielmo.valia@mfdowjones.it (fine) MF-DJ NEWS

07/02/2023 16:00
 

ENI: PROCURA MILANO CHIEDE ARCHIVIAZIONE PER DESCALZI SU CASO CONGO​

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 08 feb - La procura di Milano ha chiesto l'archiviazione per l'indagine su una presunta corruzione in Congo da parte di manager Eni, tra cui l'amministratore delegato Claudio Descalzi. Lo comunica la stessa procura, specificando che il fascicolo - inizialmente aperto per le ipotesi di reato di corruzione e omessa comunicazione di conflitto di interessi - ha visto la riqualificazione del reato di corruzione in indebita induzione che andra' in prescrizione il 18 marzo 2023, mentre il reato di omessa comunicazione di conflitto di interessi si e' gia' prescritto.
Com-Fla-
(RADIOCOR) 08-02-23 14:22:59
 
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