Entro aprile 2014 la strategia per le ristrutturazioni:l'Italia si ispira alla Spagna

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ceck78

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La Spagna lo ha già fatto, l'Italia ancora no. La scadenza è fissata al 30 aprile 2014 quando tutti gli Stati membri dovranno adottare, previa ricognizione del parco immobiliare, una strategia nazionale a lungo termine per «mobilitare investimenti nella ristrutturazione di edifici residenziali e commerciali, sia pubblici che privati» (in media responsabili del 40% del fabbisogno), come stabilito dalla direttiva europea 27/2012.


A raccontare come si è mosso il vicino di casa spagnolo, dove è stato già adottato un piano nazionale per la riqualificazione edilizia, è stato Peter Sweatman (fondatore di Climate Strategy & Partners) durante Eire, la fiera del real estate che si è tenuta i primi giorni di giugno a Milano. Ad invitarlo è stato il Green Building Council Italia che promuove da anni la certificazione Leed per i green building sul territorio. «Abbiamo impiegato molto tempo per individuare le metodologie di intervento - ha detto Peter Sweatman presentando il piano adottato dalla Spagna - a causa della scarsa disponibilità di dati di partenza, come qui in Italia. Insieme ad un team con diversi attori e advisor di calibro internazionale, abbiamo definito gli obiettivi: adeguare l'housing agli standard, ridurre i costi e l'impatto ambientale, creare nuovi posti di lavoro.

Poi ci siamo concentrati su tre segmenti: rurale, di provincia, cittadino. A quel punto abbiamo elaborato una lista di priorità degli interventi, in base allo stato di manutenzione, alle caratteristiche fisiche e architettoniche dell'edificio e alle condizioni socioeconomiche di partenza».

Nel mirino della Spagna ci sono 25 milioni di edifici residenziali, per il 74% costruiti prima del 2001, di cui 10,5 milioni sono prime case. «Ogni anno che passa siamo in grado di migliorare il nostro piano - ha aggiunto Sweatman - e oggi siamo in grado di calcolare gli effetti delle riqualificazioni edilizie in base al variare del costo dell'energia, oppure all'aumento dei costi di intervento, dando certezze alla finanza di lungo termine che deve investire. Se i tassi di interesse sono alti è impossibile fare questo tipo di interventi». In sintesi, il documento spagnolo si propone di intervenire su 2,2 milioni di case entro il 2020 abbattendo del 24% i consumi, per un totale di 64 miliardi di investimenti. «I primi anni ogni euro investito dal pubblico porterà a 3 euro di risparmi - sintetizza - poi il rapporto salirà a un quattro euro ogni euro investito. La prima fase di lancio del piano ha bisogno del sostegno finanziario dei fondi europei 2014-2020, poi diventerà un mercato in grado di auto-regolarsi».

La strategia nazionale andrà poi aggiornata ogni tre anni, ma oggi si fatica a immaginare che l'Italia riesca a individuare un approccio efficace per favorire le ristrutturazioni, in grado di guidare le decisioni di investimento dei privati, dell'industria e delle istituzioni. «Gli investitori stranieri quando vengono in Italia vogliono usare la stessa macchina che usano altrove. Però qui mancano gli strumenti di certificazione dei progetti», ha detto Paolo Crisafi, direttore generale di Assoimmobiliare. Ecco perché Gbc Italia promuove sul territorio i protocolli Leed e invita le istituzioni ad adottare e riconoscere sistemi di certificazione internazionale, all'interno delle strategie al 2020.

Oggi in Italia il bollino Leed è sempre più diffuso: ad oggi si contano 199 progetti, per una superficie totale di oltre 3 milioni di mq, di cui 39 già certificati. «Senza una regia pubblica difficilmente arriveremo a definire un piano nazionale - afferma Luca Dondi di Nomisma - perché prima dobbiamo avere un quadro complessivo della situazione di partenza e le fonti di informazione sul patrimonio immobiliare oggi sono troppe, eterogenee e parcellizzate. Basta pensare che esistono ben quattro modi diversi per definire la consistenza di un immobile, con altrettante interpretazioni nella misurazione»

Entro aprile 2014 la strategia per le ristrutturazioni: l'Italia si ispira al modello spagnolo
 
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