Ancora una volta racconti solo un pezzo di storia, benché corretto, manca tutto il resto che continui a non considerare.La cosa è molto più semplice.
Supponi che la società Napoli si stesse avviando a chiudere l'esercizio in perdita di 20 milioni.
Supponi che Lille e Napoli abbiano concordato su un valore di mercato di Osimhen di 60 milioni.
A questo punto, per esigenze di maquillage di bilancio del Napoli (e probabilmente anche del Lille) ci si accorda in realtà per un valore di 80 per Osimhen e di 20 milioni per 4 ragazzotti del vivaio del Napoli + Karnezis (che è l'unico che è andato realmente al Lille).
Conclusione : il Napoli sborsa realmente 60 milioni (che è il valore realmente concordato), però il Napoli si iscrive una plusvalenza contabile di 20 milioni per la vendita dei suoi.
E con questa plusvalenza meramente contabile, il Napoli chiude il bilancio in pareggio anziché in perdita di 20 milioni.
E di conseguenza l'azionista evita di immettere nelle casse del club la cifra di 20 milioni a titolo di copertura della perdita di bilancio che si sarebbe verificata senza la plusvalenza fittizia.
Alla fine della fiera il club si trova con 20 milioni in meno in cassa e l'azionista con 20 milioni in più in tasca.
Questo per spiegare uno dei motivi (il più ricorrente IMHO) per i quali i direttori sportivi e gli amministratori (che sono lì per attaccare il ciuccio dove vuole il padrone) ricorrono a queste pratiche artificiose.
Ciò premesso io non vedo nessun vantaggio sportivo per il club.
Ma Chiné (supertifoso interista) la pensa diversamente.
Non stiamo discutendo dell'azienda di macchine agricole di Casalpusterlengo, che peraltro potrebbe pure chiudere il bilancio in negativo, salvo l'affidabilità creditizia e con i fornitori, bensì di società di calcio professionistico, che hanno anche altre regole da rispettare, che incidono direttamente nella gestione societaria, parco giocatori, scelte tecniche, quindi risultati, sportivi, con conseguenze fino all'illecito e le relative sanzioni.
Ora rifugiarsi in così fan tutti e, semmai, era fatto per fare un favore ai soci, ma badate bene che alla Juve non ha derivato alcun beneficio dal punto di vista della competitività rispetto alle contendenti, non è fattuale, è inutile rivoltare la storia in ricerca di un lato del genere.
L'UEFA, peraltro le stesse norme federali, impongono pareggio di bilancio, utilizzo dei propri ricavi, tra cui trading calciatori, diritti Champions, diritti tv, botteghino, pubblicità, merchandising, sponsor, ecc..
L'unico che tra questi sia elastico, per così dire, è il trading calciatori, ciò al fine di rispettare quelle regole. E se è ragionevole ritenere che quell'elastico, di volta in volta, lo abbiano tirato un po' tutti, la Juve, sembrerebbe, che lo abbia utilizzato come sistema, questo è il punto nodale.
Quindi, se nell'affare Osimenh c'era comunque un sostanziale sottostante, l'acquisto di un calciatore vero ed il Napoli quello voleva fare, il venditore era necessitato di aggiustare il bilancio, quindi abbiamo due operazioni parallele, coniugate in una.
Per la Juve, così sembrerebbe e non è un teorema Chiné bensì una sentenza di una corte collegiale, avrebbe invece, salvo smentita perché io di più qui mi concentrerei, allestito una serie di operazioni a prescindere dal sostanziale tecnico, solo al fine di aggirare quelle norme, senza ricorrere quindi, come altri invece dovevano fare contemporaneamente, ad operazioni d'impoverimento tecnico o, semplicemente, rinuncia ad acquisti.
Da qui l'illecito.
Magari in fatto non è vero, ecco, io avanzerei più una difesa del genere, che tentare di dimostrare che quelle condotte non fossero, nel caso, illecite.