Ho immesso le mie considerazioni nel forum del sito dell'ANASF (la principale associazione dei promotori finanziari).
www.anasf.it
Trovo alquanto deboli le tesi del Presidente Anasf Bagnasco riguardo il numero e la distribuzione geografica dei candidati alla prossima sessione di esame, lette nell'inserto "Professione Promotore" contenuto nel numero odierno di Bloomberg Investimenti.
Il Presidente afferma che il fatto che il calo delle candidature all'esame si sia arrestato è indice che "il gradimento per la professione presso le nuove generazioni rimane alto, malgrado una congiuntura poco favorevole che si protrae ormai da due anni e che può aver attenuato parzialmente l'entusiasmo verso questa attività lavorativa".
Personalmente, credo che il numero di iscrizioni all'esame sia tornato a crescere per il semplicissimo motivo che adesso non è più previsto il pagamento del contributo di esame, evento che ha portato molte persone a presentare la domanda anche se scarsamente (o per nulla) preparate.
Ritengo la mia tesi confermata dal fatto che le iscrizioni sono calate al nord (area che dovrebbe essere comunque "forte" per la professione) mentre sono cresciute al centro-sud, aree in cui la disoccupazione intellettuale si fa sentire in misura maggiore e dove, pertanto, ci tenta ogni tipo di attività lavorativa, magari in attesa di meglio.
Comunque sia, non sono affatto d'accordo sul gradimento elevato per la professione: in questo momento, la professione del promotore finanziario attraversa un momento molto difficile, dopo anni ed anni di mercati sempre in crescita che ha fatto apparire maghi dei portafogli anche persone per nulla preparate da reti di vendita che troppo spesso badano solo alle provvigioni.
Il promotore finanziario viene oggi spesso visto come uno che tira bidoni ai clienti, insomma, e in larga parte le reti di vendita se lo sono meritato, con troppi atteggiamenti miopi tenuti in passato.
www.anasf.it
Trovo alquanto deboli le tesi del Presidente Anasf Bagnasco riguardo il numero e la distribuzione geografica dei candidati alla prossima sessione di esame, lette nell'inserto "Professione Promotore" contenuto nel numero odierno di Bloomberg Investimenti.
Il Presidente afferma che il fatto che il calo delle candidature all'esame si sia arrestato è indice che "il gradimento per la professione presso le nuove generazioni rimane alto, malgrado una congiuntura poco favorevole che si protrae ormai da due anni e che può aver attenuato parzialmente l'entusiasmo verso questa attività lavorativa".
Personalmente, credo che il numero di iscrizioni all'esame sia tornato a crescere per il semplicissimo motivo che adesso non è più previsto il pagamento del contributo di esame, evento che ha portato molte persone a presentare la domanda anche se scarsamente (o per nulla) preparate.
Ritengo la mia tesi confermata dal fatto che le iscrizioni sono calate al nord (area che dovrebbe essere comunque "forte" per la professione) mentre sono cresciute al centro-sud, aree in cui la disoccupazione intellettuale si fa sentire in misura maggiore e dove, pertanto, ci tenta ogni tipo di attività lavorativa, magari in attesa di meglio.
Comunque sia, non sono affatto d'accordo sul gradimento elevato per la professione: in questo momento, la professione del promotore finanziario attraversa un momento molto difficile, dopo anni ed anni di mercati sempre in crescita che ha fatto apparire maghi dei portafogli anche persone per nulla preparate da reti di vendita che troppo spesso badano solo alle provvigioni.
Il promotore finanziario viene oggi spesso visto come uno che tira bidoni ai clienti, insomma, e in larga parte le reti di vendita se lo sono meritato, con troppi atteggiamenti miopi tenuti in passato.