OFAC non piace a vitalik
Il problema e' piu' reale che teorico
Ma ecco che arriva la soluzione:
https://mobile.twitter.com/VitalikButerin/status/1582104482368086016
Se pero' eth ha la stessa governance di btc, i minatori/validatori, possono rifiutarsi di inserire determinanti aggiornamenti, ma indispettire vitalik non gioverebbe a nessuno
Buterin si è già espresso più volte circa OFAC, non ci sono dubbi sulla sua posizione molto critica in merito.
Detto ciò questa sopra non è una soluzione, ma piuttosto una ipotesi di
best practice da incorporare via pull request nel contesto di un client (Geth).
Non accompagnata da un enforcing a livello protocollo essa non fornirebbe ulteriore protezione, in quanto un attore malevolo potrebbe banalmente fare un custom fork del client e comportarsi altrimenti.
L'utilità fondamentale di questa modifica starebbe pià che altro nella possibilità di ottenere un
early warning a livello di community.
Ossia permetterebbe di identificare più agevolmente l'inizio di un
tentativo di censura massivo.
Questo è il nodo cruciale, dal momento Ethereum già incorpora una opzione "nucleare" atta ad affrontare anche il caso di una
supermajority malevola, purchè fronteggiata in tempo utile.
Si chiama
UASF, che sta per
user activated soft fork ed è un po' come l'Armageddon
Significa, in parole povere, che ove validatori malevoli superassero la soglia % critica della supermajority (2/3 del totale a stake) ottenendo il controllo incontrastato della canonical chain, resterebbe comunque alla minoranza "onesta" in seno al protocollo (ergo senza hard fork) la possibilità di
coalizzarsi per fare opt-out proseguendo
di diritto su una minority chain.
Fattivamente, nel caso di uno UASF, le redini funzionali vengono temporaneamente cedute dai
minatori/validatori ai gestori dei
nodi fisici.
Poichè vi sono 400.000 validatori, ma non altrettanti nodi fisici, fronteggiare un UASF sarebbe una incognita ed un grosso grattacapo anche per realtà molto grandi.
In tal caso il numero crudo di
solo validators giocherebbe un ruolo non trascurabile, quale argine potenziale ad uno strapotere i termini di censo.
Questo ben pochi lo sanno.
Soggetti come Armstrong di Coinbase sono invece tra quelli che lo sanno bene.
Tanto è vero che quest'ultimo ha già messo avanti le mani a suo tempo, dicendo che in caso di pressioni per l'enforcing di una censura opterebbe per sospendere o cessare il proprio servizio di staking.
Una soluzione Pilatesca che in fondo è piuttosto logica e coerente: Coinbase non rischierebbe lo slashing di 1/3 dello stake ETH suo / dei clienti per fare un favore alle Istituzioni mediante un servizio la cui remuneratività è del tutto marginale. Censurerebbe semplicemente il relaying, come già nel caso di Infura. Una forma di AML.
Quanto a Lido non dimentichiamo mai che non è monolite, ma un DAO composto da oltre un paio di dozzine di staking services diversi.
C'è una governance di mezzo e la prima partita sarebbe da giocare lì.
Fermo restando che ad oggi senza Coinbase oggi sarebbe una partita difficile a priori.
Per quanto mi consta, allo stato attuale il rischio non sta tanto nell'enforcing di una censura.
Ethereum ha fondamentalmente nello UASF un forte deterrente, per quanto non esente da rischi.
I rischio concreto è un altro, ossia che i poteri forti facciano leva su OFAC per perturbare il funzionamento di Ethereum.
Fondamentalmente si tratterebbe di una forma di DDoS, volto a lederne affidabilità e credibilità.
Sempre che gli sgherri si dimostrino compiacenti, cosa ancora tutta da vedere.
In tal caso Buterin in primis dovrebbe impegnarsi a mantenere il rapporto segnale/rumore dell'informazione elevato, resistendo al contempo alle pressioni.
Perchè l'anello debole in tal caso sarebbe il cosiddetto Layer-0, ossia lo "strato sociale". Detto in altri termini noi tutti e la nostra collettiva fiducia nel progetto.