Exor, balza l’utile e lancia un buyback da 1 miliardo
La holding della famiglia Agnelli ha chiuso con un utile consolidato di 2,157 miliardi. Varato piano di acquisto di azioni proprie da 1 miliardo: 750 milioni destinati ad un’offerta pubblica con sistema all’olandese
Corrono i conti di Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann, nel primo semestre dell’anno. Il gruppo ha chiuso con un utile consolidato di 2,157 miliardi. Una crescita significativa: lo scorso anno, nello stesso periodo, era stato di 265 milioni. Pertanto, l’incremento è stato di 1,892 miliardi, dovuto alle migliori performance delle società controllate e partecipate: in particolare la quota Exor di profitti Stellantis vale 1,571 miliardi, Ferrari per 154, Cnh Industrial per 291 e Iveco per 43. Mentre la Juventus (rosso sceso a 81 milioni) pesa in negativo per 51 milioni. Il risultato 2022 era stato influenzato anche dalle perdite non realizzate, per oltre 1 miliardo, di PartnerRe
Nel consiglio di amministrazione di ieri la holding, guidata dal presidente Nitin Nohria e dal ceo John Elkann, ha anche approvato un nuovo programma di buyback: in sostanza, ci sarà un riacquisto di azioni proprie fino a 1 miliardo di euro. Exor ricomprerà 250 milioni di azioni dai suoi azionisti, secondo le modalità consuete, con acquisti sul mercato nel corso dei prossimi 12 mesi. Una quota, pari a 750 milioni, è destinata all’offerta pubblica che avrà tempi più veloci. Exor considera il buyback come un’opportunità per investire nelle società del suo portafoglio.
La holding, che controlla Repubblica attraverso Gedi, usa per la prima volta un meccanismo particolare per l’offerta pubblica: il Reverse Dutch Auction, detta anche asta inversa. Exor si rivolge così a tutti i propri azionisti qualificati, istituzionali e retail, residenti nei Paesi in cui il meccanismo è normato, chiedendo loro a che valore venderebbero nonché in quale quantità. È previsto però un tetto massimo di prezzo pari al valore della chiusura di ieri maggiorato di un 10%, ovvero circa 89 euro per azione. La raccolta delle offerte consentirà a Exor di stabilre il prezzo minimo da offrire a tutti i venditori e di conseguenza comprare fino a un massimo di 750 milioni di euro di azioni. Il prezzo verrà definito il 10 ottobre e dopo gli azionisti avranno la possibilità di aderire o meno. L’offerta si chiuderà il 12 ottobre. Rispetto ai 750 milioni dell’offerta pubblica, la Giovanni Agnelli Bv, la cassaforte della famiglia che controlla il 53,6% di Exor, si è impegnata ad aderire all’operazione, con effetti irrilevanti sul controllo, per un massimo di 250 milioni.
Il valore netto degli attivi (Nav) sale a 34,2 miliardi al 30 giugno (era 28,2 miliardi al 31 dicembre 2022). Il debito netto al 30 giugno ammonta a 0,1 miliardi, rispetto a una posizione netta di cassa pari a 0,8 miliardi al 31 dicembre 2022, soprattutto a causa degli investimenti di Exor, dell’acquisto di azioni proprie e dei dividendi distribuiti, compensati dai dividendi ricevuti.
Exor, balza l’utile e lancia un buyback da 1 miliardo