gli aerei militari ogni vent'anni si sostituiscono, non è mica la dedra di mio padre che gli fanno la revisione ad anni alterni e può tirare avanti verso i 30
pensassero a tagliare gli sprechi DI TUTTI GLI ANNI, che in 800 miliardi saranno almeno 100, ad essere ottimisti
rivedi la storia degli F-104, noi e Formosa siamo stati gli ultimi a dismetterli solo pochi anni fa.
L'F-104 entrò in servizio nel 1958 con l'United States Air Force (USAF), ma, sebbene dotato di buone prestazioni di tangenza massima e di velocità di salita che lo rendevano ideale come intercettore, possedeva una bassa manovrabilità, dovuta soprattutto alla scarsa superficie alare dell'ala trapezoidale, ereditata dall'essere stato concepito come un vettore di missili: i piloti avrebbero solo dovuto raggiungere un'area sicura da dove lanciare i loro missili contro l'obiettivo designato e poi ritornare alla base, senza ingaggiare combattimenti aerei ravvicinati. Ciò implicava alte velocità di manovra (soprattutto in virata) con eccessivi spazi richiesti per i duelli ravvicinati ed è questo il motivo che lo ha reso negli anni sempre meno interessante.
In Italia, a causa di alcuni incidenti occorsi (il primo morto fu il Capitano Carlo Di Laura del IX gruppo CI, l'8 gennaio 1964), la stampa generalista gli appioppò il triste nomignolo di "bara volante", ma all'F-104 fu anche attribuito quello di "widowmaker" ("fabbrica-vedove"), questo perché a partire dagli anni '60 fu impiegato per intense missioni di addestramento a bassissima quota nel ruolo di cacciabombardiere, ma a ben vedere ciò non fu dovuto a particolari carenze del caccia, che invece era ormai maturo e affidabile, ma alla pericolosità intrinseca di quel tipo di missioni per le quali il velivolo non era stato progettato, essendo nato come caccia intercettore.
Nell'Aeronautica Militare Italiana il velivolo è stato sostituito prima (parzialmente) con dei Tornado F-3 in leasing dalla RAF e poi da F-16 in leasing dall'USAF e, a partire dal 2005, dall'Eurofighter Typhoon, che offre prestazioni e manovrabilità al passo con i tempi.
Il numero di perdite di aerei anche in Italia fu elevato: 24 aerei nei primi 5 anni. Questo fatto, oltre all'insufficienza numerica delle consegne (7 gruppi avrebbero necessitato di 162 apparecchi, solo conteggiando quelli in carico ai reparti, mentre all'epoca ne erano disponibili 125, di cui non oltre 80-90 presumibilmente attivi presso i reparti), spinse alla decisione di acquistare altri velivoli. Negli anni sessanta l'AMI aveva in linea 7 gruppi dotati di "104", di cui 5 su F-104G, 1 su RF-104G ed 1 su TF-104G per un totale di 137 macchine. Dal momento che con il passare del tempo sia le esigenze sia le tecnologie erano andate evolvendosi, vennero ordinati dei nuovi esemplari. In collaborazione con la Lockheed Corporation, la Fiat-Aeritalia realizzò, così, la versione S, migliorata in vari equipaggiamenti.
Questa decisione venne presa in clamorosa controtendenza rispetto agli insegnamenti appresi dalla Guerra del Vietnam, dove i missili (specialmente lo Sparrow) stavano dimostrando la loro inadeguatezza nel combattimento aereo. Così mentre veniva sviluppata questa versione dell'F-104, che eliminava il cannone Vulcan, arma idonea al combattimento aereo ravvicinato, negli USA esso veniva introdotto sul McDonnell Douglas F-4 Phantom II.
Il primo aereo della versione S, effettivamente contemporaneo al Phantom "E", arrivò ai reparti nel 1969. Se gli Sparrow potevano essere discutibili, il motore potenziato e i punti d'aggancio aumentati (da 7 a 9, ricavati in ogni spazio disponibile) rappresentarono un miglioramento non indifferente.
All'inizio del 1973 venne consegnato il 100º aeroplano, rappresentando così in quel periodo il caccia standard dei reparti intercettori e di quelli cacciabombardieri. Il rapporto di perdite raggiunse nel frattempo le 50 macchine, con una autentica mattanza dei velivoli della prima fornitura. La successiva fornitura di 200 F-104S aiutò la situazione. A metà degli anni ottanta dopo la transizione su Tornado dei reparti (154º, 155º, e 156º Gruppo) di base a Ghedi e Gioia del Colle, rimanevano 7 gruppi intercettori (Cameri, Grosseto, Istrana, Grazzanise, Gioia del Colle, Trapani e Rimini), il 102º Gruppo Cacciabombardieri (Rimini), due gruppi ricognitori (Verona Villafranca) e il 20º Gruppo Addestramento Operativo (Grosseto). I velivoli assegnati erano 18 per il i gruppi CB e CI/CB e 12 per i gruppi CI. Il 102º Gruppo manteneva il ruolo di cacciabombardiere speciale sino all'ottobre del 1987 e quello convenzionale sino al transito su Tornado.
F104 Starfighter in formazione durante il raduno mondiale di Pratica di Mare.(11/03/2004)
Le consegne continuarono almeno fino al 1976 se non addirittura al 1979. In tutto furono costruiti per l'AMI ben 205 F-104S, compresa un'ultima tranche di 40 velivoli ordinati a metà degli anni settanta quando già l'USAF schierava gli F-15 Eagle e i primi prototipi dell'F-16 Fighting Falcon spiccavano il volo.
Gli F-104 continuarono ad essere gli aerei da caccia standard per gli anni successivi ed ebbero due costosi aggiornamenti, l'ASA e ASA-M. Il primo era finalizzato ad una estensione delle capacità del velivolo mediante l'introduzione di nuovi missili e di implementate modalità operative del radar.
La funzione doppler del radar Setter consentiva almeno limitate capacità di scoperta di bersagli a quote inferiori, contromisure elettroniche e malfunzionamenti permettendo. Costo complessivo: circa 600 miliardi per 140 aerei. L'ottimizzazione del sistema d'arma risultò inoltre complesso e così questi F-104S furono portati allo standard ASA, privi, però, ancora del missile Aspide, poi introdotto con l'aggiornamento ASA-M.
Il secondo aggiornamento, a sua volta assai costoso, venne eseguito su pochi velivoli (solo 64) unicamente al fine di avere una macchina affidabile per alcuni anni in più rispetto alle previsioni di entrata in servizio dell'EFA, che accumulava nel frattempo notevoli ritardi.
La soluzione adottata da molti operatori, soprattutto europei, dell'F-104G fu quella di sostituirlo già negli anni ottanta passando ad un aereo molto più moderno e prestante, il General Dynamics F-16 Fighting Falcon. Visto che l'F-16 era impercettibilmente più lento e non usava i missili Sparrow come arma principale aria-aria, e in ambito NATO neppure come arma secondaria, l'Aeronautica preferì orientarsi verso un altro aereo per sostituire in parte la veloce macchina della Lockheed quale caccia-bombardiere. In realtà questa decisione era stata determinata da esigenze politiche, economiche ed industriali: con i fondi impegnati nel programma trinazionale "Tornado" e in quello dell'AMX, per non dire dei soldi spesi per il programma F-104S-ASA, non esistevano più risorse finanziarie per avviare ulteriori programmi di acquisizione di velivoli moderni per i reparti intercettori.
Alla fine, solo quando le ore utili disponibili sugli F-104S ASA giunsero al contagocce, lo S.M. dell'Aeronautica Militare prese finalmente la decisione di sostituire i "104" con gli F-16 ADF statunitensi prendendoli in leasing di seconda mano nel 2004.
Le statistiche parlano di circa un milione di ore di volo sull'F-104 da parte dell'AMI, con 928.000 volate a tutto il 1997 (pari a circa 100 anni consecutivi, ovvero a 70 ore per giorno) e la perdita per quell'anno di un totale di 137 apparecchi, pari al 38% del numero consegnato. Ogni ora di volo aveva all'inizio degli anni novanta un costo di 13.000.000 di lire. Lo spillone (il soprannome dato dai reparti italiani) ha avuto un rapporto di perdite di 15 velivoli per 100.000 ore di volo, il triplo del valore dell'F-15 e il doppio dell'F-4.[senza fonte]
La carriera italiana dell'F-104, capace di volare tra Torino e Roma in meno di 20 minuti, fu quindi di grande intensità ed importanza e i piloti generalmente ne rimasero entusiasti malgrado l'alto tasso di incidenti.
L'Italia ha radiato i suoi ultimi F-104 dai reparti operativi nel 2004