" Faremo crollare l'economia russa" cap. 3

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Maupassant

Campionesse d'Europa
Registrato
13/4/06
Messaggi
30.234
Punti reazioni
1.479
Il problema è che per ovvie ragioni non l'ammetteranno mai, sono entrambe potenze atomiche e hanno entrambe i loro arsenali ed eserciti numericamente importanti per dimensioni
È come avere a che fare con una persona non risolta, non ti serve a niente avere ragione, ti ribaltano ogni motivazione, ogni verità, ogni diritto.
La mia filosofia con questi personaggi è intanto quella di trovarmi sempre oggettivamente dalla parte della ragione, in secondo luogo non trovarmi in condizioni di inferiorità (di mezzi, di pensiero, ecc) e, successivamente, fino a quando si può, girarne alla larga
Questo perché con questi personaggi ogni sconto è inutile, si ricaricano e si esaltano nello scontro, mentre tu, che vorresti impiegare il tuo tempo/energie/mezzi in altro avverti cosa perdi, non cosa potresti guadagnare da un'eventuale sconfitta dell'altro/a
Certo che dopo aver fatto il possibile per evitare un inutile scontro, soprattutto per questioni di principio, se mi ci costringono poi ...... niente prigionieri, vado in fondo almeno fino a renderne impossibile o controproducente per i costi ogni velleità di animosità dell'altro/a e, in casi limite, se posso anche alla distruzione

Lo stesso con paesi come Russia e Cina: non ammetteranno mai niente, soprattutto sul fronte interno, propaganda a manetta dentro e fuori i loro confini, ricordando che nel lungo termine la propaganda sul niente si paga e anche cara.
Quindi, se si può evitare uno scontro diretto, se non si può far loro abbastanza male da rendere estremamente difficile o controproducente una loro futura rivalsa, e in casi limite la distruzione, ricordando che spesso non è l'opzione migliore, come insegnano libia e iraq (e sai già che sulla Libia abbiamo idee abbastanza diverse su cui non torno ....)
ma anche volendo la Cina non puoi trattarla come l'Iraq :D , troppi interessi comuni in gioco e troppo grande per farla cadere: che poi sarà la migliore deterrenza per ipotetici conflitti nucleari, non si distrugge un socio in affari dalla cui ricchezza dipendi pure tu. Al contrario della vecchia guerra fredda, Occidente e Urss erano mondi separati, stagni diciamo: quella era una situazione molto più pericolosa, anche considerando l'aspetto ideologico-messianico (capitalismo contro comunismo), mentre qui la contrapposizione democrazia - dittatura è meno forte, sono due forme moralmente diverse di imperialismo.

Concordo in tutto, quella che superficialmente può sembrare la loro forza ed il grande vantaggio su di noi, alla lunga si rivela un limite ed una fragilità, che nel caso della Russia può essere fatale, data l'intrinseca pochezza della sua economia, oltre che dell'esercito:D
 

ToriToriTori

+ NATO + + OTAN +
Registrato
17/3/04
Messaggi
30.732
Punti reazioni
1.517
La Russia rubando gli aerei occidentali è diventata come l'Iran. Non ha pezzi di ricambio originali. La sicurezza è seriamente compromessa, oltre a non poter volare all'estero. Vola solo su paesi "amici" che fanno finta di non sapere che sugli aerei pende un mandato di richiamo da parte del proprietario.
Discorso simile anche per le automobili...

Screenshot_20230130-135247~2.png
 

ccc

Nuovo Utente
Registrato
14/6/09
Messaggi
46.206
Punti reazioni
742
Le sanzioni alla Russia funzionano. Eurostat: "Particolarmente visibile negli ultimi mesi" - Eunews

La quota di Mosca nelle importazioni extra-Ue è scesa dal 6,4 per cento al 3,8 per cento tra febbraio 2022 e settembre 2022. Nello stesso periodo, le esportazioni extra-Ue verso il Paese sono scese dal 2,3 pct all'1,1 pct

Bruxelles – Crollano gli scambi commerciali tra i Ventisette e Mosca. Il commercio dell’Ue con la Russia è stato fortemente influenzato dall’invasione dell’Ucraina, con l’Unione che ha imposto sanzioni all’importazione e all’esportazione di diversi prodotti. Gli effetti di queste misure, spiega oggi Eurostat, sono stati particolarmente visibili negli ultimi mesi.
Considerando i valori destagionalizzati, sia le esportazioni sia le importazioni sono scese notevolmente al di sotto dei livelli precedenti l’invasione russa. La quota della Russia nelle importazioni extra-Ue è scesa dal 6,4 per cento al 3,8 per cento tra febbraio 2022 e settembre 2022. Nello stesso periodo, le esportazioni extra-Ue verso la Russia sono scese dal 2,3 pct all’1,1 pct. Il disavanzo commerciale dell’Ue con la Russia ha raggiunto il picco nel marzo 2022 a 19,6 miliardi di euro. È poi progressivamente diminuito e a settembre 2022 si è attestato a 9,7 miliardi di euro.

Osservando la quota della Russia nelle importazioni extra-Ue per sei prodotti chiave, è visibile un forte calo per carbone, gas naturale, olio di petrolio, fertilizzanti e ferro e acciaio, mentre per il nichel la quota è leggermente aumentata. In particolare, i cali maggiori si sono registrati per carbone (dal 45 pct nel 2021 al 13 pct nel terzo trimestre 2022), gas naturale (dal 36 pct al 18 pct), fertilizzanti (dal 29 pct al 17 pct) e ferro e acciaio (dal 16 pct al 5 pct).

EU-Russia-4-2048x1580.jpg
 

ccc

Nuovo Utente
Registrato
14/6/09
Messaggi
46.206
Punti reazioni
742
Crollano gli acquisti dalla Russia, migliora il saldo commerciale extra-Ue

30 gennaio 2023
(ANSA)

(ANSA)

Due-tre miliardi al mese in estate e in autunno. Appena 444 milioni ora.

Il passivo commerciale verso la Russia racconta molto dell’evoluzione recente del nostro interscambio con i paesi Extra-UE, a lungo appesantito dal lato delle importazioni dalla corsa di gas e petrolio, trend esplosivo ora in gran parte rientrato.

Così, per il secondo mese consecutivo, a dicembre la bilancia commerciale extra-Ue ritrova il segno più, andando anche oltre i dati dell’analogo mese del 2021.

Emblematico il caso di Mosca: se in 12 mesi il passivo è di oltre 21 miliardi, a dicembre è praticamente azzerato, per effetto di importazioni in caduta del 63%, risultato evidente del quasi azzeramento degli acquisti di gas russo. :yes:

Se gli acquisti perdono in generale smalto (+11% a dicembre, un quinto della crescita 2022), le vendite continuano a correre a doppia cifra: su base annua il 2022 si chiude così con un nuovo massimo per l’export extra-Ue, a ridosso dei 300 miliardi di euro, quasi 50 in più rispetto al 2021. In 12 mesi la crescita è così del 20,2%, solo leggermente ridotta a dicembre (+18,2%).

In dettaglio - spiega l’Istat - si stima una riduzione dell’interscambio commerciale congiunturale per entrambi i flussi, più ampia per le importazioni (-4,2%) rispetto alle esportazioni (-2,6%).
La diminuzione su base mensile dell'export riguarda tutti i raggruppamenti principali di industrie, a esclusione di beni di consumo non durevoli (+0,4%), ed è spiegata soprattutto dal calo delle vendite di beni strumentali (-6,4%). Per l'import, la flessione congiunturale è generalizzata e più ampia per beni strumentali (-9,0%).
Nel quarto trimestre 2022, rispetto al precedente, l'export aumenta dell'1,6%, trainato in particolare dalle maggiori vendite di beni strumentali (+5,5%) e beni di consumo non durevoli (+4,2%); le esportazioni di energia risultano in decisa contrazione (-27,2%).
Nello stesso periodo, l'import segna una flessione congiunturale dell'11,0%, dovuta principalmente al calo degli acquisti di energia (-20,4%) e beni intermedi (-7,9%). A dicembre 2022, l'export cresce su base annua del 18,2% (era +22,5% a novembre).
La crescita, diffusa, è più accentuata per beni strumentali (+24,2%) ed energia (+22,4%). L'import registra un incremento tendenziale dell'11,3% (da +27,7% di novembre), cui contribuisce l'aumento degli acquisti di energia (+30,9%).
A dicembre 2022 il saldo commerciale con i paesi extra Ue27 è positivo e pari a 4.084 milioni (+2.224 milioni a dicembre 2021). Il deficit energetico (9.243 milioni) è più ampio rispetto a un anno prima (-7.006 milioni) ma l'avanzo nell'interscambio di prodotti non energetici, pari a 13.328 milioni, è elevato e in forte aumento rispetto a dicembre 2021 (9.230 milioni).

Si rilevano aumenti su base annua delle esportazioni verso quasi tutti i principali paesi partner extra Ue27: i più marcati riguardano Turchia (+38,4%), paesi MERCOSUR (+33,8%), Svizzera (+24,5%), Stati Uniti (+22,4%) e Giappone (+22,0%). In forte calo l'export verso la Russia (-27,7%). Gli acquisti da paesi OPEC (+75,8%), India (+44,0%), Svizzera (+39,7%) e Stati Uniti (+37,2%) registrano incrementi tendenziali molto più ampi della media delle importazioni dai paesi extra Ue27. Si accentua la flessione dell'import dalla Russia (-62,8%); in calo anche gli acquisti dalla Cina (-9,0%).

Il bilancio globale, una crescita dell’export 2022 del 20,2%, è spiegato per un terzo dall'aumento delle vendite di beni di consumo non durevoli. Dal lato dell’import, una crescita molto più marcata (+54,3%) e per quasi due terzi dovuta ai maggiori acquisti di prodotti energetici. Il 2022, nonostante il recupero degli ultimi due mesi, si chiude così con un deficit commerciale che supera i 25 miliardi di euro, a fronte di un avanzo di circa 38 miliardi del 2021.
 
Ultima modifica:

gaglioffo

Nuovo Utente
Registrato
26/7/14
Messaggi
10.766
Punti reazioni
704
Dici che la Russia possa fare lo zerbino della Cina? Insomma la stessa fine che ha fatto l'Europa con gli stati uniti?
Seh.... gli piacerebbe alla Russia fare lo "zerbino" come l'UE con la sua ricchezza, libertà ed outonomia. Metà dello "zerbino" vive meglio dei "padroni" statunitensi

I cinesi non sono così benevoli con gli stati vassalli :D e già i russi partono da una condizione di estrema povertà
 

gaglioffo

Nuovo Utente
Registrato
26/7/14
Messaggi
10.766
Punti reazioni
704
Proprio quel modello decadente, così disprezzato da Putin e Xi Jinping, perché troppi che decidono e hanno voce in capitolo non sono decisionisti come l'uomo solo al comando che decide per tutti
E lo disprezza così tanto da non poter tollerare che il suo popolo possa preferirlo alla dittatura del cremlino
È l'unica vera ragione per cui, a parte le proprie ambizioni personali e di supremazia della grande russia, si è lanciato in una avventura così folle.
L'unica volta che l'occidente non ha esportato con le armi il proprio modello di vita è stato proprio il momento in cui ha fatto più paura alle dittature.
E la reazione del dittatore ha creato l'effetto contrario, adesso è circondato da tutti, ai suoi confini, e non solo da un punto di vista militare quanto, soprattutto, come avversione al suo modello totalitario
Chi è causa del suo mal ....
Le dittature sembrano molto forti esteriormente ma sono molto fragili all'interno

Le democrazie al contrario sembrano molto deboli esteriormente ma sono estremamente resilienti al loro interno
 

tutmosi

Nuovo Utente
Registrato
20/9/03
Messaggi
15.945
Punti reazioni
543
L'economia americana crescerà quest'anno dell'1,4% (+0,4 punti percentuali su ottobre 2022), il doppio di Eurolandia. Lo prevede il Fondo Monetario Internazionale stimando un Pil in crescita dello 0,7% per l'area euro quest'anno (+0,2 punti) e dell'1,6% nel 2024 (-0,2). Il prossimo anno gli Stati Uniti sono invece attesi crescere dell'1,0% (-0,2 punti).

Anche la Russia è resiliente,sembra quasi che più la sanzioni più cresce.Anche più degli Usa e Eurolandia.

Il Fondo Monetario Internazionale rivede al rialzo le stime di crescita della Russia per il 2023 e il 2024, quando il Pil è atteso salire rispettivamente dello 0,3% (+2,6 punti percentuali) e del 2,1% (+0,6 punti).


Fmi alza stime pil mondo, +2,9% nel 2023, +3,1% nel 2024
 

JacksonT

Nuovo Utente
Registrato
15/2/17
Messaggi
26.257
Punti reazioni
700
Insomma è proprio crollata dopo un anno di sanzioni
 

ccc

Nuovo Utente
Registrato
14/6/09
Messaggi
46.206
Punti reazioni
742
Insomma è proprio crollata dopo un anno di sanzioni
Diciamo che stava meglio prima......oggi sta in grossa difficolta' e probabilmente domani non si sa.....ma sicuramente non gode di ottima salute.... :yes:
 

ccc

Nuovo Utente
Registrato
14/6/09
Messaggi
46.206
Punti reazioni
742
Sanzioni e price cap possono colpire 150 miliardi di ricavi russi - Formiche.net

I dubbi sul funzionamento del tetto al prezzo del petrolio imposto dall’Occidente sono stati diffusi urbi et orbi. Gli scettici si sono sbagliati di grosso. L’analisi di Timothy Ash (RBC/Chatham House) per Cepa.
Dopo un lungo dibattito, a dicembre è stato introdotto un tetto al prezzo del petrolio a 60 dollari al barile, ben al di sotto dell’attuale prezzo di mercato del Brent, pari a circa 85 dollari. Unito alle più ampie sanzioni occidentali sulla Russia, e quelle sull’energia in particolare, il price cap ha reso difficile e impegnativo dal punto di vista della reputazione l’acquisto di petrolio ed energia russi da parte delle imprese internazionali.

Nella fattispecie, le complicazioni nel commercio del petrolio russo hanno portato all’applicazione di un forte sconto (30%-40%) al prodotto. Il tetto del prezzo del petrolio è stato fissato a 60 dollari, ma la miscela di petrolio degli Urali viene ora scambiata a un prezzo significativamente inferiore.

Il risultato netto di tutto ciò è che la Russia ha perso più della metà del volume fisico delle sue vendite di gas all’Europa, dove i prezzi sono tornati ai livelli precedenti a febbraio. Questo potrebbe potenzialmente far perdere alla Russia 50 miliardi di dollari di affari annuali nel 2023.

Per quanto riguarda il petrolio, se quello degli Urali continuerà a essere scambiato con uno sconto del 30%-40% rispetto al Brent – e anche se il Brent dovesse costare attorno ai 75 dollari al barile –, la Russia potrebbe vedersi sottrarre altri 100 miliardi dai proventi delle esportazioni di petrolio. Potenzialmente, dunque, quest’anno la perdita totale sarebbe di 150 miliardi di dollari.

In generale, la riduzione dei proventi delle esportazioni di energia rallenterà anche la crescita del Pil reale della Russia, producendo un doppio colpo sul lato fiscale, dato che anche le entrate tramite tasse sono diminuite.

Si pensa che il deficit di bilancio della Russia abbia raggiunto circa il 2,3% del Pil nel 2022. Ma con i prezzi del petrolio degli Urali ormai ben al di sotto dei 50 dollari al barile, il deficit, che ora sopporta anche il peso dell’aumento delle spese militari e sociali, potrebbe schizzare al 6-7% del Pil. Sebbene il Ministero delle finanze possa in qualche modo attenuare questo problema permettendo al rublo di indebolirsi, aumentando il valore in rubli dei proventi petroliferi in dollari, ciò aumenterebbe i rischi più ampi per la stabilità finanziaria macroeconomica e probabilmente accelererebbe la fuga di capitali.

Tutto ciò va a sottolineare l’errore di calcolo commesso da Vladimir Putin quando ha lanciato l’invasione su larga scala dell’Ucraina nel febbraio dello scorso anno. Un filone di pensiero del Cremlino era giunto alla conclusione che gli sforzi per accelerare la transizione energetica in Europa avrebbero ridotto la sua dipendenza energetica, riducendo così l’influenza della Russia sull’Ucraina. Ma l’ipotesi di Putin che si trattasse (almeno in parte) di una questione di “ora o mai più” era sbagliata.

In effetti, alla fine del 2021, l’Europa aveva quasi raggiunto la massima dipendenza dall’energia russa, in particolare dal gas, e da quel momento in poi avrebbe potuto solo diminuire. Il dilemma che Putin ha posto all’Europa è stato il seguente: al continente è stato chiesto se, dato il suo bisogno di gas per riscaldare le case e alimentare l’industria, fosse più importante mantenere questa fornitura relativamente economica e critica, o se si preoccupasse di più dell’Ucraina, un Paese per il quale aveva mostrato solo un tiepido entusiasmo.

Nei primi mesi dopo l’invasione totale, e mentre l’Europa si avviava verso l’inverno, molti elementi facevano pensare che il calcolo di Putin fosse ben calibrato. I prezzi del petrolio sono saliti di 20-25 dollari al barile nel periodo immediatamente successivo all’invasione, superando i 105 dollari al barile. Nel frattempo, i prezzi del gas sono saliti alle stelle, aumentando in alcuni casi di oltre 20 volte (alla fine dell’estate), mentre i mercati si preoccupavano dei livelli di stoccaggio del gas in Europa e della capacità del continente di sopravvivere all’inverno con forniture russe molto ridotte. Si parlava di malcontento popolare, razionamento dell’energia, interruzioni delle forniture e un colpo potenzialmente catastrofico alla crescita e all’attività economica europea.

Le sanzioni occidentali che limitano gli acquisti occidentali di petrolio ed energia russa sono state viste come controproducenti, perché avrebbero fatto il gioco della Russia e aumentato i prezzi, rafforzando perversamente i flussi di entrate del Cremlino. A novembre, le entrate petrolifere russe erano aumentate di circa un terzo rispetto all’anno precedente, portando i funzionari del governo russo a prevedere con fiducia che il deficit di bilancio dell’intero anno sarebbe migliorato rispetto all’obiettivo dell’1,2% del Pil. I dati della bilancia dei pagamenti sono stati altrettanto incoraggianti per la Russia, con la Banca centrale che ha riferito che l’avanzo delle partite correnti è salito a 226 miliardi di dollari per i primi 11 mesi del 2022, più del doppio rispetto all’avanzo di 108 miliardi di dollari dell’anno precedente.

Insomma, Putin sembrava avere tutte le carte in regola e molti suggerivano che l’Europa avrebbe ceduto. Cosa ha sbagliato?

Innanzitutto, l’aumento dei prezzi ha prodotto un’impressionante risposta sul lato della domanda. Il consumo di gas in Germania è crollato di circa un quarto. In secondo luogo, finora l’inverno dell’Europa occidentale è stato relativamente mite – ironia della sorte, si sta rivelando rigido proprio in Russia. Terzo, la solidarietà occidentale ha retto e l’Europa è riuscita a reperire fonti energetiche alternative, in particolare le importazioni di gas naturale liquefatto (gnl) dal Nord Africa, dagli Stati Uniti e dal Medio Oriente. Grazie a questi fattori, i livelli di stoccaggio di gas in Europa si sono mantenuti su livelli stagionali elevati e la domanda di energia russa è diminuita. Quarto, dopo un lungo dibattito tra gli alleati occidentali, è stato raggiunto un accordo sul prezzo massimo del barile di 60 dollari. Quinto, la guerra in Ucraina ha avuto un impatto negativo sulla crescita globale e con essa sulla domanda di materie prime, in particolare di petrolio ed energia.

In conclusione, con la sua guerra in Ucraina Putin sembra aver finalmente cucinato la gallina dalle uova d’oro della Russia. L’Europa accelererà la sua transizione energetica e la sua diversificazione dal Paese, riducendo così la domanda di energia russa. Ma la guerra ha colpito la domanda e i prezzi globali, che aggraveranno le perdite di volume per la Russia con un effetto sui prezzi. Il risultato complessivo sarà un colpo dannoso per la stabilità macroeconomica russa, accelerando il malessere e il declino economico a lungo termine del Paese.

Timothy Ash è Senior Emerging Markets Sovereign Strategist presso RBC BlueBay Asset Management. È Associate Fellow di Chatham House nel programma Russia ed Eurasia.
Western Oil Cap Helps Slash Russian Oil Revenues by $150bn
 

JacksonT

Nuovo Utente
Registrato
15/2/17
Messaggi
26.257
Punti reazioni
700
Diciamo che stava meglio prima......oggi sta in grossa difficolta' e probabilmente domani non si sa.....ma sicuramente non gode di ottima salute.... :yes:
Sicuramente.
Però le sanzioni stanno facendo male anche a noi, non vedo tutto questo gran vantaggio al momento.
Poi si legge sempre "eh ma nel medio periodo vedrete gli effetti..". Nel medio periodo non si può sapere cosa accade..potrebbe anche tornare il Covid per dire
 

cecc88

Ignorante
Registrato
4/1/18
Messaggi
12.375
Punti reazioni
722
Dici che la Russia possa fare lo zerbino della Cina? Insomma la stessa fine che ha fatto l'Europa con gli stati uniti?
Vedo che tornano le teorie economiche da bar.

Spiega pure questa brillante deduzione e i suoi effetti :D
 

Triplet

I love Greyhound
Registrato
23/5/10
Messaggi
38.365
Punti reazioni
1.194
Diciamo che stava meglio prima......oggi sta in grossa difficolta' e probabilmente domani non si sa.....ma sicuramente non gode di ottima salute.... :yes:

sta meglio dell'europa sicuro...
 

cecc88

Ignorante
Registrato
4/1/18
Messaggi
12.375
Punti reazioni
722
È ovvio che non vuole esserlo, ma le conseguenze del conflitto, soprattutto a lungo termine, la costringeranno a rivolgersi ai cinesi con il cappello in mano, è cosa che sicuramente Fabbri (lo ha scritto già dai primi mesi del conflitto) e se non ricordo male anche Caracciolo hanno sostenuto più volte, analisi che condivido pienamente

La Cina ha un approccio abbastanza classico.
Sosterrà Mosca economicamente rappresentando l'unico provider tecnologico che può offrire soluzioni di rimpiazzo a quelle europee. Lentamente penetrerà con tecnologia, costruzioni e finanziamenti sino a essere indispensabile e controllare.
 
Registrato
9/6/00
Messaggi
64.853
Punti reazioni
3.042
ops

(ANSA) - ROMA, 31 GEN - L'ex speechwriter di Vladimir Putin Abbas Gallyamov dice in un'intervista alla Cnn che un colpo di stato militare sta diventando una possibilità in Russia.





"L'economia russa si sta deteriorando.





La guerra è persa. Ci sono sempre più cadaveri che tornano in Russia, quindi i russi incontreranno maggiori difficoltà e cercheranno di trovare una spiegazione al perché di tutto questo, guardando al processo politico e rispondendosi: 'Beh, questo è perché il nostro Paese è governato da un vecchio tiranno, un vecchio dittatore'", ha detto Gallyamov, riferendosi a Putin. Per Gallyamov, il golpe potrebbe arrivare nei prossimi 12 mesi.
Entro un anno, aggiunge l'analista politico, "quando la situazione politica cambierà e a capo del Paese ci sarà un presidente impopolare e odiato, e la guerra sarà davvero impopolare, e sarà necessario versare sangue per questo, in quel momento un colpo di Stato diventerà una possibilità reale".
Gallyamov ha anche detto di ritenere che Putin potrebbe annullare le elezioni presidenziali previste per il marzo 2024.
"A giudicare dalle sue azioni, quando si accanisce su qualcosa senza necessità, potrebbe davvero cancellare le elezioni: senza la vittoria sull'Ucraina, avrà difficoltà con i russi. I russi non hanno bisogno di lui se non è forte. Potrebbe davvero dichiarare la legge marziale e annullare le elezioni", ha detto all'emittente statunitense. (ANSA).
 
  • Like
Reazioni: ccc

persicaccio

Nuovo Utente
Registrato
11/11/14
Messaggi
728
Punti reazioni
261
Tutto questo affannarsi perché perdiamo le materie prime e gli affari con la Russia non lo capisco. Ma grazie alla Russia abbiamo avuto un boom economico? Il loro stile di vita è esportabile? .
Ora " scopriamo" che ha un massiccio apparato militare atto ad offendere chi gli si para contro, facendo della guerra il primo asset della loro politica. E noi Italia che ci azzecchiamo con loro? I primi giacimenti di metano distano 3000km ad est di Mosca, mentre quelli Algerini o libici sono a qualche centinaio di km dalla Sicilia. Eni è lì da decenni, mentre di là il dominus è Gazprom. Ora sappiamo che i soldi che gli diamo ci tornano indietro sulle testate dei missili. Mi spacco le meningi ma non trovo motivazioni per fare business coi russi.
 
  • Like
Reazioni: ccc
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.